Antisemitismo nel terzo millennio. Giovedì sera, dopo la partita Ajax-Maccabi Tel Aviv di Europa League, ad Amsterdam si è scatenata la caccia ai tifosi israeliani. Non in quanto tifosi, ma in quanto israeliani. Anzi, ebrei, come urlava in arabo chi li attaccava, in qualche caso obbligandoli a gridare anche loro «Free Palestine» (Palestina libera). La sindaca di Amsterdam Femke Halsema, di Sinistra Verde, ha riconosciuto, in una conferenza stampa, le «somiglianze con un pogrom» di quella che ha chiamato la «notte nera» della sua città.
La notte è finita con 62 fermati e denunciati, cinque arresti, una cinquantina di contusi e almeno cinque feriti finiti in ospedale. Prima della partita c’erano stati cori (certamente non apprezzabili) di ultras israeliani contro arabi e palestinesi, proseguiti anche durante il minuto di silenzio per le vittime di Valencia (la Spagna qualche mese fa ha deciso di riconoscere ufficialmente la Palestina come Stato). Poi, dopo la fine della partita, la serie di aggressioni violente e organizzate, fuori dallo stadio.
Su un giornale e’ dato riprendere l’accaduto in questi termini: «Succede tutto in trenta minuti. Ajax-Maccabi termina alle 22.47. Molti tifosi israeliani accedono direttamente alla fermata della metro. Intorno alle 23.10, i primi iniziano a sbucare dall’uscita della fermata di Amsterdam Centraal. Non sanno che c’è qualcuno in attesa. Il procuratore René de Beukeler parlerà poi di “evento non spontaneo”, discreto sillogismo per dire che l’agguato era premeditato. La chiamata al pestaggio è stata effettuata via Telegram e con scambi di messaggi con i cellulari per identificare i gruppi di tifosi israeliani più isolati. Al piano avrebbero contribuito anche alcuni tassisti di Amsterdam, che avrebbero segnalato la destinazione di una parte della comitiva di tifosi del Maccabi. Gli attacchi infatti avvengono ai bordi della piazza della stazione. Gruppi di motociclisti in scooter, tutti coperti da caschi, circondano i tifosi che alla spicciolata si stanno dirigendo verso i due hotel più distanti, l’Ibis e il Maritim. Tre ragazzi vengono gettati nel canale che scorre tra il tunnel con pista ciclabile dove cercavano scampo e l’Ibis. Verranno salvati dalla Polizia».
Su un’altro giornale leggiamo “ La caccia agli ebrei ha invaso le strade nella città dove una ragazza, Anna Frank, scriveva il suo diario nascosta in una soffitta per tentare di sopravvivere allo sterminio. Era la vigilia dell’anniversario di un’altra notte, quella dei Cristalli, in cui la furia nazista si scatenò con determinazione in un Continente schiacciato. La caccia agli ebrei ha invaso le strade con il suo corredo terribile di violenze, interrogatori, punizioni, insulti, devastazioni. Che ci siano stati episodi di intolleranza anche dall’altra parte, compiuti dai tifosi israeliani del Maccabi, aggiunge strazio all’orrore. (...) Il deficit di solidarietà seguito al massacro del 7 ottobre — prima, efferata pagina di questa sconfitta collettiva che stiamo vivendo, provocata da terroristi spietati, primi a non credere nelle speranze della loro popolazione senza patria — avrebbe dovuto fare capire che il mondo non era quello che credevamo che fosse. La sistematica distruzione di Gaza nell’operazione iniziata da Israele per eliminare Hamas ha fatto salire la febbre, alimentando un odio implacabile che ha sopraffatto tutto con le sue grida. Mettendo in minoranza l’indignazione”.
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