Estratti dalla
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE
D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE
E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE
COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968
(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)
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CAPITOLO VI
LE REALIZZAZIONI A FRONTE DEI PROGRAMMI
Opere di urbanizzazione secondaria..
(Infrastrutture scolastiche ed attrezzature collettive).
b) Analisi delle quantità fisiche (cubatura delle opere).
Per quanto riguarda l'oggetto specifico di questo paragrafo, ossia
le infrastrutture scolastiche e le altre attrezzature collettive definibili,
nel complesso, come opere dì urbanizzazjione secondaria, l'unico dato
che si evince con chiarezza dalla documentazione esistente è quello relativo alla cubatura di ogni opera (o gruppo di opere) realizzata, per 13
lei 14 Comuni più gravemente colpiti dal sisma.
Se attendibile, il valore
di questo parametro potrebbe essere di estremo interesse, poiché consentirebbe una valutazione molto precisa della dimensione delle opere, nonché una stima abbastanza accettabile dei costi. Purtroppo, però, tale dato
non è confortabile con le informazioni contenute nei programmi di
trasferimento, se non nel caso di 4 Comuni (Menfi, Sambuca di Sicilia,
Camporeale e Contessa Entellina) e solo limiitatamente alle attrezzature collettive, con esclusione delle scuole di ogni ordine e grado. Si
tratta, inoltre, delle prime versioni dei programmi di trasferimento che,
come si è già visto in questo ed altri capitoli della presente Relazione
(cfr. il Cap. su « il trasferimento totale o parziale degli abitati »), hanno
in seguito subito sostanziali modifiche.
Ne consegue che l'unico confronto possibile — e non in tutti i casi
— è quello con le previsioni ISES.
Un tale confronto non sarebbe però
molto significativo, poiché tali previsioni sono state effettuate su base
parametrica, senza poter tenere sufficientemente conto delle situazioni
locali, né dal punto di vista geo-morfologico né, a maggior ragione, dal
punto di vista economico ed amministrativo.
Con ogni probabilità, è proprio nel troppo superficiale ed affrettato passaggio da indicazioni meramente parametriche alla realizzazione
delle opere che si deve individuare uno dei principali motivi dei rilevantissimi aumenti delle quantità fisiche, delle spese e dei tempi di
esecuzione dei lavori. Come è messo in luce nel già citato capitolo
relativo allo svolgimento dei singoli appalti, tali aumenti vanno molto
al di là di quella che potrebbe ritenersi una misura ragionevole, sia
pure in circostanze difficili.
D'altra parte, la transizione tra una progettazione di larga massima (in cui il metodo parametrico può essere ritenuto non solo accettabile, ma anche opportuno) ed una progettazione esecutiva che possa
servire di base all'appalto dei lavori, dovrebbe avvenire attraverso una
serie di approfondimenti successivii, tra cui si collocano anche i necessari rilievi topografici di dettaglio e le indagini geognostiehe, assolutamente indispensabili in un territorio sconvolto da importanti movimenti sismidi recenti. Da quanto risulta agli atti, invece, non sembra
che tali necessari approfondimenti siano stati condotti seguendo un
disegno organico razionalmente impostato. Al contrario, partendo dalle
indicazioni parametriche fondite dall'ISES, ed erroneamente assunte
come fondamento della programmazione esecutiva, si è proceduto ad una serie di successivi aggiustamenti « caso per caso », che in mancanza di precisi elementi di riferimento e di una severa ed assidua azione
di controllo, non potevano condurre se non a continui aumenti delle
previsioni iniziali.
Queste considerazioni, pur di per sé non esaustive, possono tuttavia contribuire a spiegare i motivi per cui sia per il settore delle
abitazioni che per quello delle opere di urbanizzazione primaria, le
previsioni ISES sono state largamente superate nella redazione dei
programmi di trasferimento prima, e nelle realizzazioni poi, facendo
registrare a volte aumenti dei valori unitari e complessivi dell'ordine
del 2-300 per cento.
L'unica impressione che si può ricavare dall'esame dei dati è che,
nel settore delle opere puntuali di urbanizzazione secondaria, il grado
di realizzazione delle opere sia stato (e sia destinato a rimanere)
inferiore a quello degli altri due settori considerati in questo capitolo.
e) Analisi delle superfici complessive.
Nel più volte citato capitolo sui programmi per il trasferimento
totale o parziale dei 14 Comuni più gravemente colpiti, sono riportate
in forma analitica le quantità di superficie per le diverse categorie di
opere, espresse in metri quadrati per abitante, secondo le previsioni
dei programmi di trasferimento dei diversi Comuni. Poiché tra le
categorie di opere esaminate sono comprese le urbanizzazioni secondarie, sembrerebbe di poter finalmente disporre di un elemento certo.
Malauguratamente, però tali dati si rivelano di scarsa utilità ai fini di
un confronto tra programmi di trasferimento ed opere realizzate. Infatti, mentre si conosce con buona approssimazione il numero dei vani
costruiti in ciascun Comune a totale carico dello Stato e da questo
numero è possibile risalire al numero degli abitanti potenziali applicando il valore-indice di 1,2 vani-abitante, per quanto riguarda le abitazioni ammesse a contributo è nota solo la quantità dei progetti approvati e finanziati, ma nulla si sa della loro consistenza espressa in vani.
Data la grande variabilità dimensionale degli edifici realizzati dai privati che hanno usufruito del contributo statale, ogni tentativo di stima
globale sarebbe potenzialmente fuorviante e certamente soggetto ad un
margine di errore non accettabile per la presente relazione, considerato
anche che l'edilizia residenziale ammessa a contributo rappresenta l'85
per cento circa delle nuove costruzioni nelle zone di trasferimento.
Il quadro, come si può agevolmente notare, non è molto più confortante di quello fornito nel paragrafo precedente. Anche qui sono possibili confronti con le previsioni effettuate dell'ISES (limitatamente
alla sola edilizia scolastica ed in riferimento a 10 Comuni su 14), ma
solo per 5 Comuni su 14 è possibile confrontare il dato relativo alle
opere realizzate con quelli contenuti nell'ultima (e presumibilmente
definitiva) versione dei programmi di trasferimento. I cinque comuni
sono: Montevago, Vita, Partanna, Santa Margherita Belice e Camporeale e comprendono, nel complesso, 15.024 abitanti nelle zone di trasferimento (1).
Balza agli occhi il più che considerevole incremento delle superfici
previste dai programmi di trasferimento, rispetto a quelle previste dall'ISES. Tale aumento è di quasi 3 volte, per le superfici totali (2) e per
l'insieme dei 14 Comuni; di quasi 4 volte per i Comuni a trasferimento
totale; superiore a 2,6 volte per i Comuni a trasferimento parziale. Per
quanto riguarda le opere edilizie (edifici scolastici ed attrezzature collettive) il fattore di aumento delle superfici dei suoli ad esse destinate
è di 2,9 volte per l'insieme dei 14 Comuni e di ben 5 volte per i 4 Comuni
a trasferimento totale, mentre scende a poco più di 2 volte per i 10
Comuni a trasferimento parziale (3).
Inquadrata in tal modo la situazione, si può passare ad esaminare il
sotto-insieme formato dai 5 Comuni per i quali è possibile un sia pur
limitato confronto tra le superfici previste dai programmi di trasferimento e le superfici su cui insistono le opere ultimate (4). Per tale
sotto-insieme, le valutazioni parametriche dell'ISES indicavano una
superficie di 140.360 metri quadri da destinare alle scuole ed alle
attrezzature collettive, mentre i programmi di trasferimento definitivi
prevedevano una superficie complessiva di 329.100 metri quadri. Il fattore di aumento è pari a 2,3 — inferiore alla media dei 10 Comuni a trasferimento parziale, ma pur sempre ragguardevole. Se ora si guarda
alle superfici su cui insistono le opere realizzate (sempre per il sottoinsieme dei 5 Comuni) ci si accorge con sorpresa che, nel complesso,
esse misurano appena 85,230 metri quadri, pari al 60,7 per cento della
cifra desunta dalle previsioni ISES, ed al 25,9 per cento delle superfici
stabilite dai programmi di trasferimento. Ciò stupisce vieppiù ove si
ricordi che nel settore residenziale ed in quello delle opere stradali la
percentuale di opere realizzate e di superfici occupate si aggirava intorno
al 75-80 per cento delle indicazioni dei programmi e che, non di rado,
all'atto della realizzazione si è verificato un ulteriore sensibile aumento
dei valori unitari.
Per quanto limitata possa essere la validità di un'analisi condotta
in riferimento a soli 5 Comuni su 14, essa conferma le impressioni riportate nel paragrafo sull'« Analisi delle quantità fisiche ». Sembra infatti che, dopo la « febbre di crescita » che ha portato a notevolissimi — e non sempre giustificati — incrementi della quantità e delle dimensioni delle opere e delle superfici occupate nel settore residenziale ed in quello della viabilità, si stia attraversando oggi una fase recessiva di cui risente, in particolar modo, la realizzazione degli edifici scolastici e delle strutture destinate ai servizi sociali nonché, ed in misura ancora maggiore, la messa in opera di spazi verdi attrezzati, destinati al gioco ed al tempo libero.
(1) Benché il confronto sia limitato a 5 Comuni ,che rappresentano il 35,7
per cento dei Comuni soggetti a trasferimento totale o parziale degli abitati ed
il 35,2 per cento del numero degli abitanti da trasferire, esso è abbastanza significativo. Ciò proprio a causa del fatto che il confronto avviene sulla base dei dati
relativi ai programmi finali mentre, considerando la cubatura delle opere realizzate,
ci si doveva basare sulle prime versioni dei programmi stessi (verbali nn. 4 e 6
delle riunioni della Commissione ex articolo 12) che, in linea di massima, assumono i valori dedotti in via parametrica dell'ISES
(2) Compreso il verde attrezzato.
(3) Il quasi incredibile aumento delle superfici che si riscontra nei 4 Comuni
a trasferimento totale, può essere messo in relazione alle proposte di una conurbazione che avrebbe indotto a concentrare molti dei servizi che si sono definiti
« foot-loose ». Benché l'idea della conurbazione sia stata di fatto accantonata, anche
per l'opposizione delle popolazioni interessate, essa ha tuttavia condizionato, almeno
in parte, i programmi di trasferimento e la realizzazione di alcune opere (si veda,
ad esempio, l'ormai famoso « asse del Belice »).
(4) Il confronto ha validità limitata. Non solo perchè l'Ispettorato non ha
fornito alcun dato circa le superfici di verde attrezzato realizzate (delle impressioni
riportate nei sopraluoghi, esse sembrerebbero ben poca cosa, se non affatto inesistenti) ma sopratutto perchè i dati forniti dall'Ispettorato non sono sempre omogenei tra di loro per quanto riguarda le superfici misurate.
riportate nel paragrafo sull'« Analisi delle quantità fisiche ». Sembra
infatti che, dopo la « febbre di crescita » che ha portato a notevolissimi — e non sempre giustificati — incrementi della quantità e delle
dimensioni delle opere e delle superfici occupate nel settore residenziale
ed in quello della viabilità, si stia attraversando oggi una fase recessiva
di cui risente, in particolar modo, la realizzazione degli edifici scolastici
e delle strutture destinate ai servizi sociali nonché, ed in misura ancora
maggiore, la messa in opera di spazi verdi attrezzati, destinati al gioco
ed al tempo libero.
Segue 163
d) Analisi delle infrastrutture scolastiche.