L'Insurrezione Generale del 25 Aprile 1945
Il 21 Aprile 1945 il CNL emanò le direttive per l'insurrezione generale. Cinque giorni più tardi le città del nord sarebbero state libere.
" Ai CLN, ai comitati di agitazione, agli operai, ai tecnici, agli impiegati:
Direttive per l'insurrezione nazionale, n. 1 -- 21 aprile 1945.
Ad integrazione dei compiti militari previsti per le formazioni del Corpo volontari della libertà, il pieno successo dell'insurrezione nazionale che deve liberare le nostre terre dall'oppressione e dal saccheggio nazifascista richiede l'attiva e cosciente partecipazione di tutte le popolazioni delle città e delle campagne. Dei compiti di particolare importanza spettano in questo campo alla massa degli operai, dei tecnici, degli impiegati concentrati nei maggiori stabilimenti industriali. Perchè tali compiti possano essere assolti con la massima efficienza, è necessario che tutti si attengano alle presenti direttive del Comitato di liberazione nazionale, ed a quelle che verranno successivamente impartite. Alla proclamazione dello sciopero insurrezionale, gli operai, gli impiegati, i tecnici, i lavoratori tutti dovranno portarsi tutti, ognuno al proprio stabilimento alla propria officina, al proprio cantiere o ufficio. Gli stabilimenti rappresentano il centro di mobilitazione e la fortezza dell'insurrezione nazionale. E' dalle fabbriche, dai cantieri, dalle officine che le squadre dei lavoratori, dei patrioti partiranno per dare man forte ai GAP, alle SAP, ai partigiani per ingrossare le file dei combattenti, per occupare i punti più importanti della città, per scacciare dai loro nidi di resistenza i nazifascisti. Evidentemente, i lavoratori non si lasceranno assediare all'interno dello stabilimento, non se ne staranno quieti nelle officine, in posizione attesista e semplicemente difensiva. Ma essi, alla proclamazione dello sciopero insurrezionale debbono recarsi compatti alle loro fabbriche, nelle officine e negli uffici pubblici (poste, telegrafi, telefoni, centrali elettriche, gas, ecc.) per difendere gli impianti e impedire la distruzione da parte del nemico.
Bisogna fare di tutto per salvare le nostre macchine, i nostri impianti produttivi e di pubblica utilità, il nostro patrimonio industriale. I nazifascisti prima di andarsene, tenteranno di distrugere tutto, per ridurci alla fame, alla miseria, per creare il disastro economico. Ogni lavoratore sa che se le nostre macchine, se le nostre fabbriche andranno distrutte, sarà per noi e per il nostro paese, la disoccupazione, la miseria, la fame. E' dovere di ogni patriota lottare per salvare le nostre industrie, le nostre macchine, lottare per impedire le distruzioni progettate dai criminali nazifascisti. Ecco perchè i lavoratoiri, alla proclamazione dello sciopero insurrezionale, debbono recarsi in massa negli stabilimenti nei quali lavorano. Il personale dirigente delle aziende e il personale di guardia degli stabilimenti sono tenuti a facilitare ed a proteggere in tutti i modi questo concentramento delle maestranze, che ha per unico scopo l'ordinata mobilitazione delle masse, nell'insurrezione nazionale, e come primo obbiettivo la difesa degli stabilimenti stessi. E' nelle fabbtiche che si formeranno le squadre dei patrioti, che si assicurerà il loro armamento, è dalle fabbriche che partiranno le squadre di assalto dei patrioti che andranno ad unirsi alle formazioni militari già combattenti. Nelle fabbriche sarà più facile organizzare tanto la difesa che l'attacco, perchè nelle fabbriche saranno riunite migliaia di operai (...), Rapidamente sarà possibile, partendo dalle officine, scagliare sui punti decisivi della città, la forza decisiva degli operai, dei lavoratori, dei patrioti (...). Bisogna evitare che al momento della proiclamazione dello sciopero insurrezionale le maestranze restino assenti dalla lotta, o che, prive di direttive, si rechino disordinatamente e spontaneamente, senza ordine e disciplina, nei diversi quartieri della città (...).