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martedì 30 aprile 2024

Il delitto Matteotti (8)

 Giugno 1924

Il gruppo di fascisti che, alle 16,30 del 10 giugno 1924, rapi’ ed uccise Giacomo Matteotti era composto da Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria e Amleto Poveromo.        

Costoro avevano controllato l’uscita dal palazzo di via Pisanelli, dove aveva abitazione il deputato socialista e quando questi raggiunse il lungotevere, due dei cinque corsero incontro a lui e lo afferrarono. Matteotti li respinse entrambi, gettandone uno a terra, ma sopraggiunse un terzo aggressore che tramortì il parlamentare con un pugno tanto potente al punto da abbatterlo  per terra. Gli aggressori lo presero da terra e tramortito per come era lo introdussero nell’auto che intanto si era accostata al gruppo. Durante il percorso gli aggressori continuarono ad infierire con pugni al volto e al torace di Matteotti, che ebbe forza per reagire solamente all’istante in cui il gruppo provò ad introdurlo entro l’auto; ebbe pure forza per gridare e divincolarsi fino a rompere con un calcio il vetro che divideva l’abitacolo dal posto di guida. Mentre l’auto si allontanava dal posto dell’agguato due testimoni che stavano nei pressi riferirono di aver notato due uomini fuggire a piedi verso il ponte Margherita.

I testimoni che dalle finestre dei palazzi più prossimi poterono assistere al rapimento sostennero che gli aggressori furono in cinque, escluso l’autista. La Polizia individuo’ i personaggi Dumini, Viola, Proveromo, Volpi e Malacria,  ed altri tre elementi che non furono mai identificati. Altri personaggi furono scagionati.

L’auto con Matteotti dentro si dileguò ad alta velocità nella campagna romana lungo la via Flaminia col parlamentare dentro che continuava a lottare e forse per questa ragione gli aggressori decisero di ucciderlo nell’auto, diversamente da come avevano progettato. 

La scomparsa di Matteotti fu denunciata agli organi di Polizia da Giuseppe Emanuele Modigliani, che poi sarà avvocato di parte civile nella fase istruttoria del processo. Modigliani fu oggetto da parte sua di ripetute intimidazioni e pure aggredito dai fascisti ed ebbe la casa devastata. Per queste ragioni decise, come moltissimi altri antifascisti, d’intraprendere la via dell’esilio.

(Segue)


Un Personaggio


Bruno Racine
Amministratore delegato e Direttore di Palazzo Grassi dal 2020, dopo essere stato Consigliere Principale presso la Corte dei Conti, svolgendo per il Ministro della Cultura una missione prospettica sugli autori e l'azione creativa.

Nascita17 dicembre 1951 (età 72 anni), Parigi, Francia.




L’arte linguaggio 

universale

Forse l’arte non potrà davvero salvare il mondo, ma certo qualcosa di importante può farlo: può farci essere più uniti. Può, insomma, aiutarci a capire e a capirci, può darci una nuova consapevolezza: la consapevolezza che ogni tipo di chiusura non farà altro che aggravare una situazione, come quella attuale, già difficile e pericolosa, attraversata dalle guerre, segnata dalla crisi ambientale, ferita dalle disparità sociali. Nei miei anni trascorsi alla guida di Villa Medici di Roma, del Centre Pompidou di Parigi, di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, le due sedi veneziane della Collezione Pinault, ho imparato che la nozione di identità nazionale, specialmente nell’arte, non può essere mai assoluta, ma deve piuttosto essere (secondo un termine ormai diventato molto attuale) fluida: nel senso che non ci si può chiudere nel proprio piccolo giardino (sia pure un piccolo giardino nazionale), rimanendo insensibili a quello che succede oltre le mura di questo nostro piccolo giardino.

lunedì 29 aprile 2024

Dal vivere individuale a quello comunitario

 Fra sociologia, economia e diritto ( 3) 

L’urbanizzazione. Il vivere comunitario, nei centri urbanizzati, è il fenomeno che sicuramente ha caratterizzato il ventesimo secolo e che continua a segnare ancora i nostri giorni. I sociologi e gli economisti ritengono l’urbanizzazione luogo e sede dell’espressione più avanzata della civilizzazione umana e nello stesso tempo sede dove viene dissipato lo spirito di umanità, quasi l’ambiente più malsano in cui vivere. La città, il processo di urbanizzazione come lo conosciamo da oltre un secolo in qua, davvero presenta aspetti sconosciuti a causa della realtà complessa, non tanto nella sfera fisico-urbanistica quanto in quella sociologica-umana.

La struttura fisica di qualsiasi centro abitato, che sia Contessa Entellina o Palermo, Corleone o Roma,

contiene in sé sfaccettature fisiche sue proprie. Lo stesso cittadino residente, e a maggior ragione lo sporadico visitatore coglie le tipologie costruttive degli edifici locali di Contessa Entellina post terremoto ‘68, vede il livello delle cilindrate automobilistiche prevalenti, vede le persone nelle caratteristiche fisiche in termini di età, linguistiche e magari caratteriali ma nulla o ben poco riesce a cogliere della società umana locale, in quanto società in generale. Per questo tipo di conoscenza serve uno strumento intellettuale che sappia cogliere simboli ed espressioni. Sono le scienze sociali (dalla sociologia, all’economia e al diritto) che aiutano alla comprensione dei “fenomeni non osservabili” e che fanno inquadrare le caratteristiche nascoste di qualsiasi comunità urbanizzata, l’essenza delle relazioni tra fenomeni sociali e fisici.

 E su quest’ultimi aspetti di vita umana che ci proponiamo -nel lungo termine- di cogliere indizi interpretativi sul vivere a Contessa Entellina (o a Bisacquino o Sambuca di Sicilia etc.) ed il vivere a Palermo, Milano o Londra.

 = = 

Su questa pagina, che speriamo possa avere cadenza almeno settimanale, contiamo di riuscire a parlare di senso civico.


Un Personaggio

Armand-Jean du Plessis, cardinale di Richelieu, fu il potente uomo di stato che faceva tremare con la sua politica la Francia e l'Europa». Armand-Jean du Plessis duca di Richelieu, noto soprattutto come cardinale Richelieu è stato un cardinale, politico e vescovo cattolico francese.

Nascita, 9.9.1585

Morte, 4.12.1642



Governare


Per agire bene nel

governo di uno 

Stato bisogna ascoltare

molto e parlare poco

domenica 28 aprile 2024

Storia del Cristianesimo

Brevi Riflessioni, n. 16)






A Calcedonia, nell’anno 451 avvennero i primi segni di incrinatura all’interno del mondo cristiano. Il 31 Ottobre di quell’anno ebbe inizio, come da calendario prefissato, la quindicesima sessione del Concilio ed erano assenti sia i legati della Chiesa di Roma che i commissari imperiali. I 150 sui 185 rappresentanti dei patriarcati orientali (Alessandria, Antiochia, Costantinopoli  ) passarono all’esame e all’approvazione del Canone 28 che sommariamente qui accenniamo: come i Padri riconobbero alla ‘vecchia Roma’ i suoi privilegi in quanto era la città imperiale, mossi dallo stesso motivo, i centocinquanta vescovi riuniti nella sessione decidevano di concedere uguali privilegi alla sede della Nuova Roma, ritenendo che la città che aveva l’onore di ospitare  la residenza dell’imperatore e del senato dovesse godere  dei medesimi privilegi dell’Urbe in campo ecclesiastico  essere la seconda  dopo quella.

E’ stata inevitabile l’opposizione mostrata dai delegati romani e della sede romana, in quanto veniva meno l’asserzione divina del primato romano riducendolo alla semplice circostanza di una Roma precedente capitale dell’Impero. Leone Magno, scrivendo all’Imperatore a proposito del patriarca costantinopolitano Anatolio, il beneficiario della votazione conciliare, asserì “Anatolio non chiami città regia quella che non può convertire in sede apostolica”.

 Sarà comunque con Giustiniano, nel 518, che si consoliderà nella coscienza dell’intera chiesa medio orientale bizantina il ruolo e la posizione di Costantinopoli quale Chiesa di riferimento, rispetto a Roma.

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Piccolo glossario in uso nelle Chiese di tradizione bizantina

40) IC XC : diagramma di “Gesu’ Cristo”.

41) Icona : dal greco eikon, immagine sacra a uso liturgico  o per devozione privata

42) Iconoclastia : “distruzione delle immagini”, movimento che perseguito’  l’uso delle immagini  sacre tra il 626 e l’842.

43) Iconofili : amanti delle immagini.

44) Iconostasi : “luogo delle icone”, e’ il tramezzo ricoperto di immagini sacre che divide il naso dal bema, cioè la navata dal presbiterio.

45) Ieromonaco : monaco che ha ricevuto l’ordine sacerdotale.

46) Ieronda : anziano, saggio del monastero ortodosso (corrisponde allo starete russo).

47) Igumeno : superiore di un monastero cenobitico russo.

48) Ipostasi : unità in Cristo della natura umana e divina.

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La Bibbia

Secondo San Basilio

E’ la grande strada che conduce alla scoperta del dovere.


Un Personaggio

 

Goffredo Bucciniè inviato speciale ed editorialista del "Corriere della Sera". Ha pubblicato i romanzi Canone a tre voci (Frassinelli 2000 e Sperling 2002), Orapronò (Frassinelli 2002).

Nascita1961 (età 63 anni), Roma




Giovani talenti

che emigrano


… c’è, eccome, un’Italia che guarda 

all’Europa, anche se spesso a causa 

delle angustie nostrane. Secondo 

la «Fondazione Nordest» e l’associazione

 «Talented Italians in the UK», in 

un decennio più di un milione dei 

nostri ragazzi fra i 20 e i 34 anni 

(in gran parte i più qualificati) ha 

deciso di cercare fortuna in un 

altro Paese del continente, 

rappresentando, questo sì, il 

vero problema migratorio con 

cui dovremmo confrontarci.

sabato 27 aprile 2024

C’era una volta la pioggia

Il 2023 è stato l’anno dei record dal punto di vista climatico

e il 2024 …., 

 

 Sfogliando giornali, quaderni con appunti e lo stesso blog  pare che gli ultimi tre anni sono stati fra i più caldi del continente europeo. 

  I media non mancano di evidenziarci che l’Europa è quella parte del pianeta che si sta riscaldando più rapidamente rispetto ad altre parti del globo terrestre, con un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale

  La tendenza sta coinvolgendo i mari e  la temperatura superficiale marina media nell’oceano Atlantico-europeo è risultata fra la più calda mai registrata,  e alcune parti del Mar Mediterraneo  hanno raggiunto i livelli medi annui -pure essi- fra i più alti di sempre. 

  L’aumento delle temperature sta avendo (a sfogliare i giornali) anche impatti enormi sulla salute, con l’aumento di malattie legate al caldo come l’esaurimento da calore e il colpo di calore. Al culmine dell’ondata di calore di luglio 2023,  il 41 per cento dell’Europa meridionale è stato colpito da «forte stress da caldo», un indice usato per misurare il modo in cui il corpo umano risponde all’impatto delle alte temperature (combinate con una serie di fattori come l’umidità e la velocità del vento).

 Ascoltando i coltivatori locali, di Contessa Entellina, ciò’ che mancano da più tempo sono le piogge per i campi.

Il delitto Matteotti (7)

  La denuncia di  Matteotti

(piggiare su Matteotti)

 Il discorso pronunciato alla Camera dei Deputati da Matteotti il 30 maggio 1924 mise anzitutto il dito sulla contraddizione nel rapporto fra i fascisti ed i suoi alleati "liberali" consistente, nell'utilizzazione della violenza e dell'illegalità da parte di un governo sorto, secondo gli accordi, per ripristinare la legge. 

Durante tutto il tempo in cui Matteotti svolse l'intervento si capì subito il personale disaggio sia di Mussolini che dei suoi uomini, che si dedicarono, senza interruzione, gli uni ad interrompere gli oratori dell'opposizione, ed altri preoccupati nel constatare il timore con cui il presidente della Camera (Alfredo Rocco, autore tra l’altro del Codice Rocco), non riusciva a dirigere la seduta, ed altri ancora nel vedere l'espressione scura dello stesso Mussolini.

 Del clima pesante caduto sull'Aula si accorse lo stesso Matteotti che subito dopo aver concluso l'intervento disse all'onorevole Cosattini con voce tale che sentirono pure altri parlamentari: "Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre". Profezia che sortiva da quanto era accaduto nelle settimane precedenti ad altri parlamentari dell'opposizione e a moltissimi attivisti socialisti.

  Da quanto ha testimoniato al processo che si terrà a Chieti il giornalista Maratea,  Cesare Rossi, capo dell'ufficio stampa del Presidente del Consiglio, ed allora braccio destro di Mussolini: "cominciò a vomitare minacce e ingiurie contro l'onorevole Matteotti, il cui discorso lo aveva sommamente irritato, e che egli definiva essere la peggiore canaglia; contro Turati, Treves e Modigliani ed altri deputati, dicendo che il regime fascista aveva fatto male a non farli fucilare fin dal principio, aggiungendo che quello che non si era fatto allora si poteva fare adesso e che un dì o l'altro questi signori sarebbero stati trattati come cenci alla forca".

 Il Giornale d'Italia, giornale fondato nel 1914 da Mussolini, l'1 giugno successivo ebbe a scrivere: "L'onorevole Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualcosa di più dell'epiteto di 'masnada' lanciato dall'onorevole Giunta".

(Segue)

A chi ci ha chiesto la fonte, indichiamo il vol. 20,

de La Storia d'Italia, La Biblioteca di Repubblica

Un Personaggio

 

Eugenio Scalfari, è stato un giornalista, scrittore e politico italiano. È considerato uno dei più influenti giornalisti italiani del XX secolo. Contribuì, con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è stato fondatore del quotidiano la Repubblica.

Nascita6 aprile 1924, Civitavecchia

Morte14 luglio 2022, Roma


La modernità, l’Illuminismo e

Denis Diderot



Si, Denis Diderot era stato anche

un uomo politico, naturalmente a

modo suo. Capo riconosciuto di un 

partito, il parti des philophes come

lo chiamavano nei salotti e nelle 

corti di Francia e d’Europa.

Il creatore dell’opinione pubblica, 

formatosi sui giornali e sui libri di

quella schiera sorprendenti di talenti

che aveva ingaggiato una battaglia

campale contro l’Ancien Regime in

tutte le sue reazionarie manifestazioni,

aprendo il passo alla modernità, alla

libertà di coscienza, di stampa, di 

religione, auspicando l’eguaglianza dei

cittadini di fronte alla legge, la divisione

dei poteri, e poi i diritti dell’uomo e

la fine dell’ “assoluto” come mito e

come concetto.


venerdì 26 aprile 2024

C’era una volta la pioggia

 Leggiamo sul Corriere della Sera

C’era una volta la pioggia e ora non c’è più: in Sicilia non piove da tanto, troppo, tempo. La situazione sta diventando così critica che a Palermo — più di 600mila abitanti — i vigili urbani multeranno i cittadini che useranno l'acqua per innaffiare piante, lavare auto o pulire cortili come conseguenza di un'ordinanza del sindaco Roberto Lagalla per far fronte all'emergenza.

Il periodo ottobre 2023 - marzo 2024 ha registrato la siccità più grave dal 1980 e il secondo semestre dell’anno scorso (luglio-dicembre) ha visto la media regionale di precipitazioni più bassa dal 1977, con circa 150 millimetri di pioggia: nel 2022 erano più di 350, nel 2021 addirittura più di 600. «I dati ci dicono che c’è un forte deficit di pioggia su tutta la Sicilia da otto mesi», afferma Ramona Magno, coordinatrice scientifica dell’osservatorio siccità del Cnr, «ma un altro fattore che rende questa siccità ancor più critica è che è iniziata in autunno, quando le precipitazioni dovrebbero ricominciare dopo la stagione estiva». «Le siccità degli ultimi anni — continua Magno — sono sempre più lunghe e sempre più intense a causa di una molteplicità di fattori antropici e anche legati ai cambiamenti climatici, come l’aumento delle temperature e la desertificazione». 

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Per il continente europeo il 2023 è stato l’anno dei record dal punto di vista climatico: l’anno in cui i ghiacciai delle Alpi hanno visto un’eccezionale perdita di ghiaccio, ma anche l’anno più caldo mai registrato, con gravi conseguenze sulla salute delle persone. A scattare la fotografia delle tendenze climatiche dell’anno scorso è il rapporto sullo Stato Europeo del Clima 2023, pubblicato in occasione dell’Earth Day dal Servizio Copernicus per i Cambiamenti Climatici e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale. «Nel 2023 l’Europa è stata testimone del più grande incendio mai registrato, di uno degli anni più piovosi, di gravi ondate di calore marino e di devastanti inondazioni diffuse. Le temperature continuano ad aumentare, rendendo i nostri dati sempre più fondamentali per prepararsi agli impatti del cambiamento climatico», ha dichiarato Carlo Buontempo, Direttore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus.

Dal vivere individuale a quello comunitario

 Fra sociologia, economia e diritto ( 2)

La località dove risiediamo, che sia Contessa Entellina, Corleone o Palermo, ci piaccia o meno, ci intriga, ci attira sempre e comunque resta sempre di nostro interesse. Il vivere comunitario, in aggregati più o meno urbani,  è sempre e comunque segno di civilizzazione umana, senza tuttavia volere escludere che lì, nel variopinto aggregato umano, può capitare che possano sussistere motivi dissipatori di umanità.

Nel vivere comunitario si coglie, volente o nolente, il segno e l'espressione più avanzata di ciò che può essere la solidarietà degli esseri umani nelle circostanze in cui le avversità si verificano, seppure capita di attraversarvi situazioni che alcuni arrivano a definitre odiosi. Si tratta di "antinomie" (=Rapporto di contraddizione, reale o apparente) che -sostengono i sociologi- sono antiche quanto il mondo.

Il mondo, ossia la realtà in cui viviamo, ci appare allo stesso tempo "intima" e "segreta",  con noi che in essa siamo come incastonati. Sempre i molteplici strati della complessita comunitaria, per quanto riteniamo di esserci immersi, rimangono a ciascuno di noi nascosti.

Accanto alla realtà fisica, territoriale del paese (o città) che abitiamo, esiste quella che, sempre i sociologi, definiscono la realtà sociologica. In quello che definiamo il nostro paese o la nostra città stanno da sempre racchiuse immagini, segni che da sempre ci sono familiari e che, ciascuna ci rievoca e ci specifica una sfacettatura del territorio, dell'ambiente. Con gli occhi, con lo sguardo vediamo gli edifici, le piazze etc. ma non cogliamo il tessuto e la natura sociale e cittadina. Per cogliere la realtà umana, la società paesana o cittadina nel senso vero, non servono gli occhi. Per quest'altro tipo di conoscenza serve usare l'intelletto con cui siamo capaci di interpretare simboli e comportamenti espressivi. Servono le cosidette scienze sociali per poter cogliere i fenomeni locali non osservabili con gli occhi. Con le scienze sociali si possono inquadrare le caratteristiche nascoste di qualunque aggregato comunitario.

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Su questa pagina, che speriamo possa avere cadenza almeno settimanale, contiamo di riuscire a parlare di senso civico.

(Segue) 


Il delitto Matteotti (6)

  La denuncia di Matteotti

 

 Il 30 maggio 1924, alla riapertura della Camera dei Deputati dopo le elezioni politiche svoltesi il 6 aprile, Giacomo Matteotti chiese la parola  a proposito della convalida degli eletti. Si trattò di un discorso aspro e serrato, riportano i giornali dell'epoca, che il blocco liberal-fascista uscito con infiniti brogli vincitore delle elezioni ascoltò con attenzione. Le chiare parole del deputato negarono il diritto della maggioranza di professarsi tale.

  Il suo discorso fu continuamente interrotto dai banchi fascisti e dal Presidente dell'Aula, il fascista Alfredo Rocco, che a un certo punto con tono non di rito lo invita a parlare "prudentemente". Matteotti asserisce che le elezioni politiche si erano svolte sotto il controllo di "una milizia a disposizione del partito fascista che impedisce all'inizio e fondamentalmente la libera espressione popolare e basta ciò per invalidare in blocco l'ultima elezione in Italia". Egli va ben oltre alla denuncia: "in sei circoscizioni elettorali" furono impedite mediante l'uso della violenza le verifiche delle schede ed in altre province si è usata la violenza di ogni genere fino all'assassinio del deputato socialista Piccinini, violando la sua abitazione privata.

La conclusione del suo discorso: "Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo se siete ancora in tempo; altrimenti voi, sì,  veramente rovinate quella che è l'intima essenza, la ragione morale della nazione. (...) Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle Elezioni". 

 Matteotti con quel discorso mise il dito sulla contraddizione più grossa nel rapporto tra il fascismo ed i suoi alleati liberali, vale a dire l'utilizzazione della violenza e dell'illegalità da parte di un governo sorto per ripristinare la legge e l'autorità dello Stato.

 Mentre il parlamentare socialista sviscerava gli atti di illegalità, Mussolini ed i ministri assumevano volti scuri. Di quanto aveva pubblicamente denunciato ne era personalmente consapevole lo stesso Matteotti, che a voce abbastanza alta, rivolta all'on.le Cosattini, disse: "Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre". Una sorta di profezia a cui lo spingevano le recenti aggressioni ad altri esponenti dissidenti nei confronti del fascismo ( Forni e Misuri) ed antifascisti come (Nitti e Amendola).

Chi volesse leggere l'intervento di

Giacomo Matteotti, per intero. piggi qui Matteotti

Un Personaggio


 Paolo Di Stefano,
scrittore e giornalista al Corriere della Sera

Nascita: 11 novembre 1956, Avola






Non accetto lezioni



giovedì 25 aprile 2024

25 Aprile 1945

 L'Insurrezione Generale del 25 Aprile 1945

Il 21 Aprile 1945 il CNL  emanò le direttive per l'insurrezione generale. Cinque giorni più tardi le città del nord sarebbero state libere.

" Ai CLN, ai comitati di agitazione, agli operai, ai tecnici, agli impiegati: 

Direttive per l'insurrezione nazionale, n. 1 -- 21 aprile 1945.

   Ad integrazione dei compiti militari previsti per le formazioni del Corpo volontari della libertà, il pieno successo dell'insurrezione nazionale che deve liberare le nostre terre dall'oppressione e dal saccheggio nazifascista richiede l'attiva e cosciente partecipazione di tutte le popolazioni delle città e delle campagne. Dei compiti di particolare importanza spettano in questo campo alla massa degli operai, dei tecnici, degli impiegati concentrati nei maggiori stabilimenti industriali. Perchè tali compiti possano essere assolti con la massima efficienza, è necessario che tutti si attengano alle presenti direttive del Comitato di liberazione nazionale, ed a quelle che verranno successivamente impartite. Alla proclamazione dello sciopero insurrezionale, gli operai, gli impiegati, i tecnici, i lavoratori tutti dovranno portarsi tutti, ognuno al proprio stabilimento alla propria officina, al proprio cantiere o ufficio. Gli stabilimenti  rappresentano il centro di mobilitazione e la fortezza dell'insurrezione nazionale. E' dalle fabbriche, dai cantieri, dalle officine che le squadre dei lavoratori, dei patrioti partiranno per dare man forte ai GAP, alle SAP, ai partigiani per ingrossare le file dei combattenti, per occupare i punti più importanti della città, per scacciare dai loro nidi di resistenza i nazifascisti. Evidentemente, i lavoratori non si lasceranno assediare all'interno dello stabilimento, non se ne staranno quieti nelle officine, in  posizione attesista e semplicemente difensiva. Ma essi,  alla proclamazione dello sciopero insurrezionale debbono recarsi compatti alle loro fabbriche, nelle officine e negli uffici pubblici (poste, telegrafi, telefoni, centrali elettriche, gas, ecc.)  per difendere gli impianti e impedire la distruzione da parte del nemico.

Bisogna fare di tutto per salvare le nostre macchine, i nostri impianti produttivi e di pubblica utilità, il nostro patrimonio industriale. I nazifascisti prima di andarsene, tenteranno di distrugere tutto, per ridurci alla fame, alla miseria, per creare il disastro economico. Ogni lavoratore sa che se le nostre macchine, se le nostre fabbriche andranno distrutte, sarà per noi e per il nostro paese, la disoccupazione, la miseria, la fame. E' dovere di ogni patriota lottare per salvare le nostre industrie, le nostre macchine, lottare per impedire le distruzioni progettate dai criminali nazifascisti. Ecco perchè i lavoratoiri, alla proclamazione dello sciopero insurrezionale, debbono recarsi in massa negli stabilimenti nei quali lavorano. Il personale dirigente delle aziende e il personale di guardia degli stabilimenti sono tenuti a facilitare ed a proteggere in tutti i modi questo concentramento delle maestranze, che ha per unico scopo l'ordinata mobilitazione delle masse, nell'insurrezione nazionale, e come primo obbiettivo la difesa degli stabilimenti stessi. E' nelle fabbtiche che si formeranno le squadre dei patrioti, che si assicurerà il loro armamento, è dalle fabbriche che partiranno le squadre di assalto dei patrioti che andranno ad unirsi alle formazioni militari già combattenti. Nelle fabbriche sarà più facile organizzare tanto la difesa che l'attacco, perchè nelle fabbriche saranno riunite migliaia di operai (...), Rapidamente sarà possibile, partendo dalle officine, scagliare sui punti decisivi della città, la forza decisiva degli operai, dei lavoratori, dei patrioti (...). Bisogna evitare che al momento della proiclamazione dello sciopero insurrezionale le maestranze restino assenti dalla lotta, o che, prive di direttive, si rechino disordinatamente e spontaneamente, senza ordine e disciplina, nei diversi quartieri della città (...).


Il delitto Matteotti (5)

Matteotti condusse una
opposizione đrcqòz
la cui natura e pericolosità 
aveva compreso e 
denunciato per tempo.





 I primi mesi del 1923 vedono l’intero fronte antifascista frammentato e senza una linea comune nel denunciare e nel fronteggiare le malefatte e la violenza fascista. Matteotti continua comunque a distinguersi nella denunzia di inconciliabilità fra fascismo e democrazia sottolineando sempre la vocazione reazionaria del fascismo e fa  ciò esponendosi anche personalmente alle possibili rappresaglie dell’avversario. 

E’ di questo periodo il libro Un anno di dominazione fascista con cui egli pone in risalto la natura anti-proletaria e antidemocratica della linea politica fascista e soprattutto l’opera corruttiva della politica fascista ai danni delle Istituzioni.

 Arriva a scontrarsi con lo stesso Turati che mirava, tramite Baldesi vice segretario della Cgil, di rasserenare lo scontro sociale incorso in tutto il Paese, offrendo una sia pure minima intesa e tregua al governo fascista.

  E’ Matteotti il dirigente della complessiva opposizione al governo fascista,  che più di altri, ha capito la profonda vocazione totalitaria del governo di Mussolini e su questo presupposto, al fine di  rendere più incisiva l’azione della opposizione, e’ egli a tentare in più modi di raccordare le iniziative  in Parlamento e nel Paese con gli scissionisti massimalisti e a provare a richiamare, con alcuni viaggi, l’attenzione dei partiti socialisti europei su quanto andava accadendo in Italia in termini di restrizione degli spazi di libertà e di azione dei partiti di opposizione. Tutte mosse e iniziative che non sfuggono al governo di Mussolini.

Un Personaggio

Gustare Flaubert,  stato uno scrittore francese. Considerato il maestro del realismo nella letteratura francese, è conosciuto soprattutto per essere l'autore del romanzo Madame Bovary e per l'accusa di immoralità che questa opera gli procurò 

Nascita: 12 dicembre 1821, Rouen, Francia
Morte: 8 maggio 1880, Croisset, Canteleu, Francia





Leggere per
vivere


Non leggete per

divertirvi, come

fanno i bambini,

o per istruirvi come

gli ambiziosi.

No: leggete per


vivere.


Cardinali e vescovi romani a Piana degli Albanesi (III)

Parole e fatti 

 La (eparchiale?) Chiesa cattolica di rito bizantino di Piana degli Albanesi e’  una Chiesa con delle particolarità storiche e liturgiche proprie, e, nello stesso tempo e’ in piena comunione con la Chiesa di Roma. Essa sostanzialmente conserva le proprie storiche tradizioni cristiano-bizantine in merito alla spiritualità, alla liturgia e persino su qualche sottolineatura teologica, e alla normativa canonica e disciplinare, che la distinguono rispetto alle Chiese di tradizione romana -per dire-  di Monreale o di Agrigento.

 -Eppure, il Vaticano preferisce ormai da oltre un decennio, inviare e persino insediare -con motivazioni e codicilli canonici verosimilmente appropriati- a farla reggere da clero formato secondo il rito romano e magari con qualche adattamento al bisogno. Nessuno dubita che il tutto avvenga nel rispetto delle regole canoniche, ma quel tutto capita proponendosi di voler ignorare lo spirito e gli intenti che portarono all’istituzione eparchiale di Piana degli Albanesi negli anni trenta del Novecento e soprattutto ignorando il sentimento dei fedeli sulla cui base l’eparchia sarebbe stata evidentemente istituita.

 -Eppure (ancora), in tanti ricordano Papa Francesco che nel suo primo discorso successivo alla elezione, da un balcone vaticano, salutava la folla adunatasi a piazza San Pietro ed esprimeva fratellanza, rispetto e apprezzamento  per i cattolici bizantini, che egli aveva avuto possibilità di conoscere e seguire nella sua arcidiocesi Argentina.