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giovedì 30 giugno 2016

Appunti e riflessioni sulle origini del "pensiero dell'Occidente"

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Non esiste un "sistema" interpretativo nè una dottrina elaborati dai sofisti. I pensieri dei sofisti implicavano una serie di problemi identici, e soluzioni di tali problemi su un medesimo piano, o comunque su piani corrispondenti.

I problemi non erano altri che quelli del V secolo a.C. che cominciavano ad evolversi, in Grecia, in senso democratico; erano problemi incentrati 
-sull'uomo
-sull'areté ( la disposizione d'animo volta al benela capacità di una persona di eccellere nel compiere un certo atto in maniera ottimale, di essere virtuoso come "modo perfetto d'essere").
-sulla tavola dei valori.


E nasce il relativismo

Protagora
Visse nel V secolo (a.C.) e la sua principale  "Sulla Verità" recava come sottotitolo Ragionamenti demolitori .

La proposizione di questa figura della Grecia del V sec a.C., la più grande fra i sofisti, è stata
L'uomo è misura di tutte le cose,
di quelle che sono per ciò che sono,
e di quelle che non sono per ciò che non sono.

Per "misura" Protagora intese la norma di giudizio e per "cose" tutti  fatti, in generale.
L'assioma, celeberrimo, è oggi considerato una sorta di "Magna Charta" del relativismo occidentale.
Il criterio di giudizio (il vero ed il falso, l'essere o il non-essere): è l'uomo, il singolo uomo.

Platone interpreta l'assioma come segue:
E non vuol dire con ciò che quali le single cose
appaiono a me, tali sono per me, e quali a te,
tali per te, perchè uomo sei tu come son io ?
(...) Ma non avviene alle volte che, sffiando lo stesso vento, uno di noi
sente freddo, e un altro no ? E uno appena appena, e un altro molto ?
(...) Allora, questo vento come lo diremo in se stesso: freddo o non freddo ?
O dovremmo credere a Protagora, che per chi ha freddo è freddo,
e per chi no, no ?

Nacque, quindi con Protagora, dalla constatazione delle opposte valutazioni,  il principio della relatività.

Le doppie ragioni contraddittorie

Un approfondimento del convincimento di Protagora lo si trova nelle Antilogie:
Intorno ad ogni cosa ci sono due ragionamenti
che si contrappongono fra loro

Per Protagora su ogni cosa è possibile dire e contraddire, addurre ragioni che reciprocamente si annullano.

L'argomento più debole può essere sorretto e difeso (così, Aristotele riferendosi a Protagora)
Non significa che intendesse sorreggere l'ingiustizia e l'iniquità contro la rettitudine. Tutt'altro.

La riflessione istantanea

ANTONIO POLITO, editorialista del Corriere della Sera

Strage di leader in Uk. La Brexit uccide chi la fa (Johnson), chi la subisce (Cameron), e chi si astiene (Corbyn)

Con le immagini ... ... è più facile

Un giornale che -veramente- non ama Matteo Renzi. A causa dei suoi pre-giudizi vede ovunque ... disastri.


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Un giornale che ama tutti i premier fintanto che son in sella, se cadono asserirà che era ovvio che cadesse perchè aveva sbagliato dove, esso giornale, non aveva mai informato i lettori in tempo.

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Un giornale che non può non amare Renzi: è il giornale del Capitalismo nostrano, l'alleata per antonomasia del Potere da cui riceve tutto.

Conoscere l'Ortodossia. Il Grande Sinodo si è concluso: un messaggio

Domenica 26 giugno si è chiuso il Concilio panortodosso, per meglio dire il Santo e Grande Sinodo delle Chiese Autocefale Ortodosse. 
E' entrato nella storia della Chiesa, delle Chiese, come il primo incontro dopo un millennio dall'ultimo dei grandi Concili della Chiesa Universale, quando non esisteva una Chiesa Cattolica romana e/o le tante Chiese protestanti.

La Conclusioni
I lavori si sono conclusi con la pubblicazione di due documenti: 
1) un Messaggio del Concilio ai fedeli ortodossi e ad ogni uomo di buona volontà, piuttosto breve, che riassume in 12 punti le posizioni generali uscite dalla discussione conciliare, 
2) e un’Enciclica, più lunga e densa di contenuti teologici, esposti in 20 punti, rivolta alla comunione ortodossa, dove si ribadiscono le stesse posizioni ma con qualche sottolineatura in più.

L'osservatore esterno ed obiettivo coglie nei due documenti che la finalità principale del Concilio-Sinodo è stato di risvegliare l’unità interortodossa, ossia di provare a fare esperienza reale della sobornost’ (=sinodalità) vissuta come metodo. E' stato infatti concordato che questi incontri avranno cadenza regolare nel tempo.

Di seguito riportiamo il testo del "Messaggio":

MESSAGGIO
DEL SANTO E GRANDE SINODO DELLA CHIESA ORTODOSSA

Al popolo Ortodosso
e ad ogni uomo di buona volontà

Inneggiamo e glorifichiamo  Dio “pietoso e di ogni supplica”, poiché ci ha degnato di riunirci nella settimana di Pentecoste (18-26 Giugno 2016) a Creta, dove l’Apostolo Paolo ed il suo discepoloTito annunciarono il Vangelo nei primi anni di vita della Chiesa. Ringraziamo il Dio Trino, poiché ha avuto la benevolenza che portassimo a termine unanimi i lavori del Santo e Grande Sinodo dell’Ortodossia, che è stato convocato dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il parere concorde dei Primati delle Chiese Ortodosse Autocefale locali.

Seguendo fedelmente l’esempio degli Apostoli e dei Padri Teofori abbiamo di nuovo ancora meditato il Vangelo di libertà “nel quale Cristo ci ha liberati” (Gal. 5, 1). Fondamento delle nostre ricerche teologiche  è stata la certezza che la Chiesa non vive per se stessa. Comunica la testimonianza del Vangelo di grazia e verità e offre a tutto il mondo i doni di Dio: l’amore, la pace, la giustizia, la riconciliazione, la forza della Croce e della Resurrezione, l’attesa dell’eternità.

1)      Priorità fondamentale del Santo e Grande Sinodo è stata la dichiarazione della unità della Chiesa Ortodossa. Sostenuta dalla  Divina Eucarestia e dalla successione apostolica dei Vescovi, la unità esistente è necessaria per esserne rafforzata e per portare nuovi frutti. La Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica è una comunione Divino-Umana, assaggio e vita delle Cose future dentro la Divina Eucarestia. Come una Pentecoste continua è una voce profetica inestinguibile, presenza e testimonianza del Regno del Dio d’amore. Fedele alla unanime Tradizione Apostolica, la Chiesa Ortodossa costituisce l’autentica continuazione della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica, come viene confessato dal Simbolo di Fede  e come è attestato dall’insegnamento dei Padri della Chiesa. La nostra Chiesa vive il mistero della Divina Economia nella sua vita sacramentale, con epicentro la Divina Eucarestia.

La Chiesa Ortodossa manifesta l’unità e la sua cattolicità in Concilio. La sinodalità anima la organizzazione, il modo con cui si prendono le decisioni e viene stabilito il suo cammino.  Le Chiese Ortodosse Autocefale non costituiscono una federazione di Chiese ma la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Ogni Chiesa locale, che offre la Divina Eucarestia è la presenza in un luogo della rivelazione della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Così per la Diaspora Ortodossa nei diversi paesi del globo, è stato deciso che continui il funzionamento delle Assemblee Episcopali fino alla applicazione della acribia canonica. Queste sono composte dai vescovi canonici , che sono stabiliti da ogni Chiesa Autocefala, i quali  continuano a dipendere da essa.  Lo scrupoloso funzionamento delle Assemblee Episcopali garantisce il rispetto del principio Ortodosso della sinodalità.
Durante i lavori del Santo e Grande Sinodo è stato posto l’accento sul significato delle Sinassi dei Primati che sono state realizzate ed è stata enunciata la proposta che il Santo e Grande Sinodo costituisca una Istituzione ricorrente.

2)      Partecipando alla Divina Eucarestia e pregando per l’ecumene, abbiamo bisogno di continuare la liturgia dopo la Divina Liturgia e di dare la testimonianza della fede ai vicini e lontani, in accordo con il sapiente comandamento del Signore prima della sua Ascensione: “E mi sarete testimoni a Gerusalemme ed in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (Atti1, 8). La rievangelizzazione del popolo di Dio nelle attuali società secolarizzate e la evangelizzazione di quelle che ancora non hanno conosciuto il Cristo, costituiscono una necessità costante della Chiesa.

3)      La nostra Chiesa, rispondendo al bisogno di testimoniare la verità e la sua fede apostolica, dà grande significato al dialogo principalmente con i Cristiani eterodossi. In questo modo anche il restante mondo cristiano conosce in modo più preciso la purezza della Tradizione Ortodossa, il valore dell’insegnamento patristico, la esperienza liturgica e la fede degli Ortodossi. I dialoghi che la Chiesa Ortodossa conduce, non significano mai un compromesso su questioni di fede.

4)      Le esplosioni di fondamentalismo che si osservano in seno a diverse religioni costituiscono una espressione di malsana religiosità. Il sobrio dialogo interreligioso contribuisce significativamente alla promozione della fiducia reciproca, della pace e della riconciliazione. L’olio del vissuto religioso deve essere adoperato per sanare ferite e non per  riaccendere la fiamma dei conflitti bellici. La Chiesa Ortodossa condanna nettamente l’accrescimento della violenza bellica, le persecuzioni, la espulsione e gli omicidi di membri delle comunità religiose, la coercizione per cambiare la fede religiosa, il traffico di profughi, i rapimenti, le torture, le efferate esecuzioni. Denuncia la distruzione di templi, simboli religiosi, e monumenti culturali. In modo tutto particolare manifesta la sua preoccupazione per la situazione dei Cristiani e di tutte minoranze perseguitate in Medio Oriente e ovunque. Rivolge un appello alla intera comunità mondiale per la protezione degli Ortodossi nativi e per tutti gli altri Cristiani, come anche per tutta la popolazione della regione, che hanno un  inviolabile diritto di rimanere nella loro patria come cittadini di uguali diritti. Il nostro  Sinodo chiama tutti coloro che sono coinvolti a fare senza ritardo sforzi sistematici  per far cessare i conflitti bellici  in Medio Oriente e dove continuano scontri bellici, e per il rientro di coloro che sono stati espulsi.

In modo tutto particolare rivolgiamo un appello ai potenti della terra perché prevalga la pace e la giustizia nei paesi di arrivo dei profughi. Esortiamo le autorità politiche, i cittadini e i Cristiani Ortodossi e nei paesi dove si rifugiano i profughi estenuati a continuare ad offrire dal surplus e dal necessario secondo le proprie possibilità.

5)      La odierna secolarizzazione mira alla autonomia dell’uomo da Cristo e dalla influenza spirituale della Chiesa, che viene fatto risaltare arbitrariamente col conservatorismo. Tuttavia la cultura occidentale porta indelebile il marchio del bimillenario contributo del Cristianesimo. Inoltre, la Chiesa mette in risalto il significato salvifico del Dio-Uomo e del Suo Corpo, come luogo e modo di vita in libertà.

6)      Nell’approccio attuale al matrimonio, la Chiesa Ortodossa considera la indissolubile relazione d’amore di un uomo e di una donna “mistero grande… in Cristo e nella Chiesa”. Allo stesso modo definisce “Chiesa domestica” la famiglia, che deriva dal matrimonio e che costituisce la sola garanzia per l’educazione dei figli.

La Chiesa evidenzia continuamente il valore della moderazione. L’ascesi cristiana differisce radicalmente da qualsivoglia ascetismo dualistico, che recide l’uomo dalla vita e dal prossimo. Al contrario lo unisce con la vita sacramentale della Chiesa. La moderazione non riguarda solo la vita monastica. L’ethos ascetico è caratteristico della vita cristiana in tutti i suoi aspetti.

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Il santo e Grande Sinodo, al di là dei temi specifici sui quali ha deliberato, sottolinea sinteticamente anche le seguenti attuali questioni ontologiche e nevralgiche:

7)      Come sul tema delle relazioni della fede cristiana e delle scienze esatte, la Chiesa Ortodossa si astiene dalla vigilanza della ricerca scientifica e non prende posizione su ogni interrogativo scientifico. Ringrazia Dio che dona agli scienziati il carisma di rivelare aspetti sconosciuti della divina Creazione. L’attuale sviluppo delle scienze esatte e della tecnologia apporta cambiamenti radicali nella nostra vita. Offre significativi benefici, come è la facilitazione della vita di ogni giorno, il modo di affrontare serie malattie, il più agevole contatto degli uomini, la esplorazione dello spazio, ecc.. Oltre a tutto ciò, ha anche varie incidenze negative, come sono  la protezione della libertà, la graduale perdita di preziose tradizioni, la distruzione dell’ambiente naturale, la contestazione dei valori etici. La conoscenza scientifica, per quanto avvenga a ritmi velocissimi, non mobilita la volontà dell’uomo, né dà risposta ai seri problemi etici ed esistenziali sulla ricerca del senso della vita e del mondo. Questi richiedono un approccio spirituale, che la Chiesa Ortodossa tenta con la Bioetica che si fonda sull’etica Cristiana e sull’insegnamento patristico. Allo stesso tempo, con il rispetto della libertà della ricerca scientifica, la Chiesa Ortodossa sottolinea i pericoli che soggiacciono in alcuni progressi scientifici e accentua la dignità dell’uomo e della sua missione divina.

8)      La odierna crisi ecologica è evidente che è dovuta a cause spirituali ed etiche. Le sue radici si collegano con la avidità, la ingordigia e l’egoismo, che conducono allo sconsiderato utilizzo delle risorse naturali, il peggioramento dell’atmosfera con dannose sostanze inquinanti e il cambiamento climatico. Il modo di affrontare cristiano del problema richiede un ravvedimento per gli abusi, moderazione ed ethos ascetico, che costituiscono un antidoto nell’eccesso di consumo, e allo stesso tempo di coltivare nell’uomo la coscienza che è “economo” e non possessore della creazione. Non cessa di accentuare che le future generazioni hanno diritto sui beni naturali, che il Creatore ci ha affidato. Per questo motivo la Chiesa Ortodossa partecipa attivamente alle diverse iniziative ecologiche internazionali. Ha istituito il 1° settembre come giorno di preghiera per la protezione dell’ambiente naturale.

9)      Davanti alla omogeneizzazione livellatrice e impersonale, che viene promossa in vari modi, l’Ortodossia proclama il rispetto della individualità degli uomini e dei popoli. Si oppone alla proclamazione di autonomia della economia dalle necessità basilari dell’uomo e nella sua trasformazione  fine a se stessa. Il progresso del genere umano non si collega con lo sviluppo del tenore di vita o con lo sviluppo della economia, a scapito dei valori spirituali.

10)   La Chiesa Ortodossa non si mischia con la politica. La sua parola resta distinta ma anche profetica, come intervento necessario a favore dell’uomo. I diritti umani si trovano oggi al centro della politica come risposta alle società attuali e alle crisi e capovolgimenti politici, mirando alla protezione del cittadino dalla prepotenza dello stato. La nostra Chiesa aggiunge anche i doveri e le responsabilità dei cittadini e la necessità della continua autocritica di politici e cittadini per un sostanziale miglioramento della società. E principalmente accentua che il dovere ortodosso per l’uomo supera l’orizzonte dei diritti umani sanciti, poiché “più grande di tutto” è l’amore che Cristo ha rivelato e che hanno vissuto quanti fedelmente lo hanno seguito.  Insiste ancora che, un diritto fondamentale è anche la protezione della libertà religiosa, ossia della libertà di coscienza, di fede, di culto e di tutte le sue manifestazioni personali e collettive, compreso anche il diritto di ogni fedele e di ogni comunità religiosa di celebrare libera da ogni intervento statale, i propri doveri religiosi, come anche il diritto di insegnamento pubblico   religione.

11)  La Chiesa Ortodossa si rivolge ai giovani, i quali ricercano una completezza di vita piena di libertà, giustizia, creatività ma anche amore. Li chiama a unirsi coscientemente con la Chiesa di Colui che è la Verità e la Vita. A presentarsi offrendo al corpo ecclesiastico la vitalità, le insicurezze, i problemi e le loro attese. I giovani non costituiscono semplicemente il futuro della Chiesa, ma il presente dinamico e creativo su un piano locale e universale.

12)  Il Santo e Grande Sinodo ha aperto il nostro orizzonte sull’attuale mondo multiforme. Ha sottolineato la nostra responsabilità nello spazio e nel tempo, sempre in prospettiva dell’eternità. La Chiesa Ortodossa, conservando intatto il suo carattere Sacramentale e Soteriologico, è sensibile al dolore, alle sofferenze e al grido per la giustizia e la pace dei popoli. Porta il lieto annuncio “di giorno in giorno la sua salvezza, annunciando alle genti la sua gloria, e tra tutti i popoli le sue meraviglie.” (Sal. 95).

Preghiamo dunque “il Dio di ogni grazia, colui che vi ha chiamato alla sua gloria eterna, in Cristo Gesù, Egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. A lui la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1 Pt. 5, 10-11).

+ Bartolomeo di Costantinopoli
+ Teodoro di Alessandria
+ Teofilo di Gerusalemme
+ Irineo di Serbia
+ Daniele di Romania
+ Crisostomo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro
+ Ieronimo di Atene e di tutta la Grecia
+ Sava di Varsavia e di tutta la Polonia
+ Anastasio di Tirana e di tutta l’Albania
+ Rastislav di Presov e di tutta la Cechia e la Slovacchia.

Rappresentanti del Patriarcato Ecumenico:

+ Leon di Carelia e di tutta la Finlandia
+ Stefano di Tallin e di tutta la Estonia
+ Giovanni Gheron di Pergamo
+ Dimitrios Gheron d’America
+ Agostino di Germania
+ Irineo di Creta
+ Isaia di Denver
+ Alessio di Atlanta
+ Iakovos delle Isole dei Principi
+ Iosif di Priconneso
+ Melitone di Filadelfia
+ Emanuele di Francia
+ Nikita dei Dardanelli
+ Nicola di Detroit
+ Gerasimo di San Francisco
+ Amfilochio di Kissamo e Selino
+ Ambrogio di Corea
+ Massimo di Silyvria
+ Amfilochio di Adrianoupoli
+ Callisto di Dioclea
+ Antonio di Ierapoli, a capo degli Ucraini Ortodossi negli USA
+ Giobbe di Telmesso
+ Giovanni di Chariopoli, a capo dell’Esarcato Patriarcale delle Parrocchie di Tradizione Russa in Europa Occidentale
+ Gregorio di Nissa, a capo degli Ortodossi Carpato-Russi negli USA

Rappresentanza del Patriarcato di Alessandria:

+ Gabriele Gheron di Leontopoli
+ Macario di Nairobi
+ Giona di Kampala
+ Serafim di Zimbabwe e Angola
+ Alessandro di Nigeria
+ Teofilatto di Tripoli
+ Sergio di Capo di Buona Speranza
+ Atanasio di Cirene
+ Alessio di Cartagine
+ Ieronimo di Mwanza
+ Giorgio di Guinea
+ Nicola di Ermopoli
+ Demetrio di Irinopoli
+ Damasceno di Johannesburg e Pretoria
+ Narciso di Akkra
+ Emanuele di Ptolemaida
+ Gregorio del Camerun
+ Nicodemo di Menfis
+ Meletio di Katanga
+ Panteleimon di Brazaville e Gabon
+ Innocenzo di  Burundi e Rouanda
+ Crisostomo del Mozambico
+ Neofito del Kenya

Rappresentanza del Patriarcato di Gerusalemme:

+ Benedetto di Filadelfia
+ Aristarco di Costantina
+ Teofilatto del Giordano
+ Nettario di Antedone
+ Filoumeo di Pella

Rappresentanza della Chiesa di Serbia:

+ Giovanni di Ochrid e di Skopje
+ Amfilochio di Montenegro e Littorale
+ Porfirio di Lubiana e Zagabria
+ Basilio di Sremski
+ Luciano di Budimsk
+ Longhino di Nuova Gracanica
+ Irieneo di Bachka
+ Crisostomo doi Sbornik e ouzla
+ Giustino di Zicha
+ Pacomio di Vranja
+ Giovanni di Sumadija
+ Ignazio di Branicevo
+ Fozio di Dalmazia
+ Atanasio di Bihac’ e Petrovac
+ Ioannichio di Nis e Budimlija
+ Gregorio di Zahumsk e Erzegovina
+ Milutin di Valjevo
+ Massimo della America Occidentale
+ Irineo in Australia e Nuova Zelanda
+ Davide di Krusevac
+ Giovanni di Slavonia
+ Andrea in Austria e Svizzera
+ Sergio di Francoforte e in Germania
+ Ilarion di Timocka

Rappresentanza della Chiesa di Romania:

+ Teofane di Iasi e Moldavia e Bucovina
+ Lorenzo di Sibiu e Transilvania
+ Andrea di Bant, Feleac, Cluj, Alba, Crisana e Maramures
+ Irineo di Craiova e Oltenia
+ Giovanni di Timisoara e del Banato
+ Iosif in Europa Occidentale e Meridionale
+ Serafim in Germania ed Europa Occidentale
+ Nifon di Târgovişte
+ Ireneo di Alba Iulia
+ Ioachim di Roman e Bacău
+ Cassiano del Basso Danubio
+ Timoteo di Arad
+ Nicola in America
+ Sofronio di Orantea
+ Nicodemo di Strehaia e Severin
+ Bessarione di Tulcea
+ Petronio di Sălaj
+ Silvano in Ungheria
+ Silvano in Italia
+ Timoteo in Spagna e Portogallo
+ Macario in Europa Settentrionale
+ Barlaam di Ploiesti, Ausiliare del Patriarca
+ Emiliano di Loviste, Ausiliare dell’Arcivescovo di Rimnichio
+ Giovanni Cassiano di Vichina, Ausiliare dell’Arcivescovado in America

Rappresentanza della Chiesa di Cipro:

+ Giorgio di Paphos
+ Crisostomo di Kition
+ Crisostomo di Cirinea
+ Atanasio di Lemesos
+ Neofito di Morfou
+ Basilio di Costanza-Fammagosta
+ Niceforo di Kykko e Telliria
+ Isaia di Tamasso e Oreni
+ Barnaba di Tremitunte e Leucaro
+ Cristoforo di Carpasia
+ Nettario di Arsinoe
+ Nicola di Amatunto
+ Epifanio di Lidra
+ Leonzio di Chitron
+ Porfirio di Neapoli
+ Gregorio di Mesaoria

Rappresentanza della Chiesa di Grecia:

+ Nettario di Filippi, Neapoli e Tasso
+ Crisostomo di Peristeri
+ Germano di Elia
+ Alessandro di Mantinea e Kynouria
+ Ignazio di Arta
+ Damasceno di Didimotico, Orestiada e Souflio
+ Alessio di Nicea
+ Ieroteo di Lepanto e San Biagio
+ Eusebio di Samo e Icaria
+ Serafim di Kastoria
+ Ignazio di Dimitriade e Almirò
+ Nicodemo di Cassandra
+ Efrem di  Hydra, Spetses e Egina
+ Teologo di Serres e Nigrita
+ Macario di Sidirocastro
+ Antimo di Alessandroupoli
+ Barnaba di Neapoli e Stavroupoli
+ Crisostomo di Messinia
+ Atenagora di Iliou, Acharnon e Petroupoli
+ Giovanni di Lagadà, Liti e Rentina
+ Gabriele di Nea Ionia e Filadelfia
+ Crisostomo di Nicopoli e Preveza
+ Teoclito di Ierissos, Monte Santo e Ardameri

Rappresentanza della Chiesa di Polonia:

+ Simone di Lodz e Poznan
+ Abele di Lublino e Chelm
+ Giacomo di Bialystok e Gdansk
+ Giorgio di Siematitse
+ Paisio di  Zgorzelec

Rappresentanza della Chiesa di Albania:

+ Giovanni di Coriza
+ Dimitrio di Arghirocastro
+ Nicola di Apollonia e Fier
+ Antonio di Elbasan
+ Natanaele di Amantia
+ Astio di Viledon

Rappresentanza della Chiesa di Cechia e Slovacchia:

+ Michele di Praga
+ Isaia di Sumperk


+ Geremia di Svizzera, a capo della Segreteria del santo e Grande Sinodo

Precari degli Enti Locali. Oggi tutti a Palermo


REGIONE

Precari siciliani, oggi la manifestazione 
Crocetta: saranno assunti alla Resais

di —