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sabato 31 agosto 2024

Autonomia differenziata, per accentuare il divario Nord - Sud ?

 Sfogliando i giornali 

E’ stato raggiunto il quorum di firme per la proposta di referendum abrogativa della legge sull’autonomia differenziata. Riportiamo di seguito il punto di vista di chi non e’ d’accordo a cedere maggiori competenze alle regioni

1) Si sta pensando a un potenziamento del decentramento senza avere verificato se saranno in grado le Regioni di garantire un percorso di miglioramento nell’erogazione dei servizi ai cittadini in mancanza di un prerequisito fondamentale per poterlo fare e cioè le risorse economiche.

2) Una riforma dell’autonomia e del decentramento che aumenta il divario non solo tra Nord e Sud, ma tra Regione e Regione, e persino tra Regioni e grandi città, non può che nascere già cariata. 

3) I Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) che vengono erogati devono assicurare i requisiti minimi di servizio necessari in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, in modo da garantire uguaglianza sui diritti sociali e civili, come la Costituzione sancisce. E però ad oggi sulla misura, la forma e la mappatura dei Lep si è in alto mare. Eppure, viene proposto di partire con le materie che non richiedono Lep. Non si può’ partire sulla base di un «partiamo e poi si vedrà». Il governo si è preso due anni per definire i Lep. A partire da lì si procederà per la ricerca dei fondi necessari.
4) non si sa ad oggi quanto verrebbero a costare agli italiani i Lep. Questi in ogni caso  richiedono copertura e finanziamento che si possono impegnare solo nei limiti permessi dai ben noti vincoli di finanza pubblica tenendo conto che devono essere assicurati a tutte le Regioni e non solo a quelle che esigono maggiori competenze. Senza queste coperture, le funzioni rimangono prerogativa statale, non regionale. Si tratta di miliardi. 
5) Non a tutti è chiara l’ampiezza delle materie che le Regioni possono chiedere di gestire in proprio. Si va dall’istruzione alla salute pubblica, dall’ambiente a competenze fiscali. E pure l’energia. 
Come faranno venti Regioni che vanno all’estero per trattare con i fornitori di energia e riuscire a strappare un prezzo inferiore a quello che riesce a ottenere uno Stato. Pura fantasia. 
 

In democrazia non servono gli eroi, bastano i buoni cittadini

“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” 

 “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”

  Don Abbondio, mi racconta uno studente, non era una persona ingiusta, egli -semplicemente- non era disposto a subire sulla propria pelle le ingiustizie altrui. Gli dico subito che non concordo e gli evidenzio che nel contesto tracciato da Manzoni quell’uomo, Don Abbondio, era una persona dominata dalla paura e persino dall’egoismo; per lui l’amore fra Renzo e Lucia, la peste seicentesca, il Cardinale Borromeo, tutti i fatti ed i personaggi del romanzo sembrano esistere o sembrano spuntare nel mondo ad opera dell’Eterno apposta per creare problemi e per danneggiare lui. 

Quando il cardinale Borromeo gli chiede conto di tutte le sue omissioni, e sono parole alte ed autentiche, spunta fuori la meschinità del personaggio Don Abbondio. Manzoni in effetti vuole mettere in evidenza l’assetto di arbitrio e prepotenza del seicento milanese, molto somigliante, aggiungiamo noi, al mondo di arbitrio e prepotenza presente sulla nostra terra centro-occidentale della Sicilia, dominata fino a ieri dalla Mafia.

  Don Abbondio, ragionava e si comportava come molta gente della nostra terra -fino a pochi decenni fa’- si atteggiava nei confronti dei prepotenti della terra di Sicilia. Come coloro che ci dicono ancora ai nostri giorni: e’ facile criticare quando i problemi sono degli altri.

  Don Abbondio e tanti siciliani di ieri, e (forse) di oggi, non hanno il coraggio dei loro doveri nel denunciare abusi, prepotenze e irregolarità di ogni tipo e così comportandosi avallano il sistema di arroganza che continuerà a corrompere la società nostra e quella di chi verrà dopo di noi.

  Manzoni, nel romanzo dei Promessi Sposi evita di pronunciarsi, però lascia intendere che il ruolo di chi si impegna in politica e nella vita civile (compresa quella religiosa) non deve atteggiarsi a quello di  eroe, ma deve  saper mobilitare le coscienze mediante la politica. Nessuno si salva da solo. E, aggiungiamo ancora, nessuno e’ chiamato ad essere un eroe. 

  La politica serve anche per evitare che in giro ci siano eroi.   Nei sistemi democratici non servono i superuomini. “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” lascio’ scritto Bertold Brecht.

Contessa Entellina. Appunti e riflessioni

  Assetto del governo locale
nella Contessa delle origini
 Come in tutti i centri baronali del Regno di Sicilia a Contessa il palazzo del Signore (che sorgeva sul sito dell’attuale Municipio, trasformato nell’attuale diverso assetto negli anni cinquanta del Novecento), non pare sia mai stato adibito, nemmeno per particolari occasioni, a residenza  del feudatario del territorio che come e’ noto e’ appartenuto alla famiglia dei Cardona, poi dei dei Gioeni e poi dei Colonna. Sappiamo però che fino ai primi decenni del Settecento -in regime ancora prettamente feudale, prima quindi delle riforme del Caracciolo- in esso operavano:

===La Corte Secreziale,… …. oggi diremmo:   l’Amministrazione feudale

===La Corte Giuratoria ……..oggi diremmo:   l’Amministrazione comunale

===La Corte Capitaniale ….…oggi diremmo:   l’Amministrazione giudiziaria

   Tutte e tre le amministrazioni erano diretta emanazione del feudatario del tempo.

  In una stanza dell’edificio, che veniva definita “cautelata”, vi era la Cancelleria, dove stavano custoditi i Capitoli di concessione agli arbereshe e pure i libri dell’annuo importo d’introito, ed esito dell’Universita’.  

   L’assetto che regolava la vita amministrativa e giudiziaria  del Regno di Sicilia era uniforme in tutte le Università (= in ogni comunità di origine baronale).

******

   Avremo modo nel più lungo termine di capire come funzionava l’apparato baronale locale, composto sempre da personaggi che in via di fatto hanno tracciato la storia di Contessa Entellina e contestualmente, pur in mancanza di legislazione a tutela della realtà linguistica e religiosa degli arbereshe, si sono molto adoperati perché l’identità fosse salvaguardata, e sia arrivata fino ai nostri giorni. Avremo modo di capire come e perché ciò sia stato possibile, al punto che sia stato favorito al massimo nel periodo feudale il mantenimento dell’identità arbereshe e completamente -se non volutamente- contrastato da alcune amministrazioni ufficialmente democratiche del periodo repubblicano (da alcune, seppure non da tutte).

   Adesso che la Costituzione repubblicana e la legislazione ordinaria prescrivono obblighi di salvaguardia identitaria e linguistica attraverso le scuole stiamo assistendo all’estinzione accelerata di ogni specificità locale. Di chi la colpa?  della scuola, delle famiglie o del modello di società in cui ci ritroviamo? o forse dell’intero complesso?

La morte demografica

 Spopolamento nei paesini interni

della Sicilia

I paesi di Sicilia vanno diventando paesini: la popolazione da decenni in qua si trasferisce in città o nei paesi limitrofi meglio dotati di servizi, senza ricordare quei, tanti, che emigrano all’estero. E non siamo al punto di svolta, tutt’altro. Per i paesi come il nostro, Contessa Entellina, le proiezioni della popolazione per il 2050 parlano di “morte demografica”.

Nostri giorni
La politica non è stata capace di
affrontare il fenomeno migratorio
del nostro Meridione e 
oggi
ci troviamo a dibattere
del fenomeno immigratorio.


La storia di centinaia di migliaia di esistenze
in grado, nelle difficoltà, di offrire un contributo
impareggiabile alla crescita sociale, culturale
ed economica del loro nuovo paese».





 Non v’è dubbio che il fenomeno di spopolamento delle aree interne a favore delle aree urbane  e’ globale.  Nelle  realtà prive di impulsi socio-economici e culturali il crollo demografico -lo sostengono gli studi demografici- va diventando di anno in anno “impetuoso”.  La popolazione che si è trasferita a vivere nelle città e nei paesi limitrofi più vitali dal 1953 al 2023 e’ cresciuta del 48,9%, da 16 a 24 milioni (dati ISTAT) ed i paesi di periferia, ormai borghi periferici delle aree interne, sempre più privi di lavoro, servizi e socialità hanno subito un crollo del 26,4%.

 Gli studi ISTAT, e sopratutto quelli delle Università, mettono in evidenza che il fenomeno dello spopolamento delle aree interne a favore degli insediamenti urbani non è solamente tipico dell’area nostra, quella belicino-corleonese, però noi che qui abbiamo fissato di vivere non possiamo che cogliere le tracce di ciò che succede nel paesaggio nostrano e non possiamo che leggere ciò che gli studi dicono in materia di decrescita demografica. 

  In molte realtà dell’Isola i vuoti -in qualche misura- vengono riempiti da immigrati-stagionali legati comunque al ciclo agricolo.

 L’indice di vecchiaia nei paesi dell’interno del Meridione, isole comprese,  e’ pure esso indicazione che non lascia dubbi: i tassi della popolazione ultrasessantacinquenne e’ di 223 anziani per ogni 100 in età di lavoro. Nei centri urbani medio-grandi però lo stesso indice e’ di 192,2 contro 178,8 in età di lavoro. Donato Di Sanzio (insegna Storia delle migrazioni all’Università di Palermo e Lineamenti di storia delle migrazioni nel master di secondo livello in Gestione delle migrazioni e dei processi di accoglienza e inclusione dell’Università di Napoli Federico II)  sostiene che simili evidenze descrivono le dimensioni di un processo strettamente legato a fenomeni di impoverimento sociale, economico e culturale, in grado di mettere in discussione il futuro di intere comunità. Le proiezioni sulla popolazione al 2050 prevedono, ad esempio, la “morte demografica” di interi comuni dell’Appennino centrale e del Meridione.

   Per evitarla servono iniziative urgenti e investimenti mirati, adesso, non fra qualche anno.

(Il tema riguarda da vicino anche il nostro paese Contessa Entellina. Avremo modo di tornare a parlarne).

venerdì 30 agosto 2024

Un governo di destra e i conti che non tornano

Sfogliando i giornali

1)  L’Europa,  non si accontenta delle poche limature (sforbiciate) alla spesa pubblica che il governo di centro-destra italiano vorrebbe presentare. Essa -l’Europa-, con cui condividiamo la stessa moneta, l’euro,  pretende riforme strutturali che garantiscano la sostenibilità del nostro immenso e verosimilmente incontrollato debito pubblico. 

2) in giro c’è lo spettro dello ius scholae, quel principio liberale che con ardore improvviso post berlusconiano Forza Italia agita.

3)  c’è’ la questione degli stipendi e pensioni, che hanno perso potere d’acquisto,

4) si è unanimemente preso atto che la giustizia non va e che le carceri scoppiano per l’eccessivo numero di detenuti.

5) all’orizzonte si intravede un referendum sull’autonomia differenziata, con i partiti di maggioranza che hanno punti di vista molto, molto diversi fra di loro.

Altro?

C’è Roberto Vannacci. Il generale che si agita e annuncia di avere cominciato a strutturare un movimento, Il Mondo al Contrario, che ha già 8 mila iscritti (30 euro a tessera), una struttura articolata in cinque macro aree nazionali e due sedi estere indicative dei suoi gusti, cioè in Russia e in Ungheria.

Le liberalizzazioni nel campo dell’energia (2)

Tantissimi operatori privati


Nel 1999 in Italia vigeva il monopolio di Enel ed Eni che coprivano l’80% del fabbisogno nazionale di elettricità e gas.

 Il governo D’Alema, ironia della sorte un ex comunista, avvia la liberalizzazione del mercato elettrico,  assecondando la direttiva europea del 1996 che esigeva concorrenza. 

  Qualche tempo dopo il governo Amato avvia anche la liberalizzazione  del mercato del gas  e già  2005 Enel ed Eni sono scesi al 30% del mercato nazionale.

 In via di fatto e' solo a decorrere dal 31 gennaio 2007 che  viene permesso a qualunque fornitore di elettricità e gas di entrare sul mercato, e a tutti gli utenti di decidere da quale fornitore rifornirsi e a quali condizioni. 

  Oltre al mercato libero il governo Prodi sceglie di mantenere in vita il mercato regolato dallo Stato con il «servizio di maggior tutela» per garantire a famiglie e piccole imprese una liberalizzazione graduale e senza traumi.   Il quadro del settore vede: a) il numero degli operatori privati, circa 400 nel mercato elettrico e b) 300 in quello del gas e c)  il 61,2% delle utenze domestiche ancora nel servizio di maggior tutela, cosicché il 4 agosto 2017 il Parlamento approva la legge 124 del governo Gentiloni che decide la fine del mercato tutelato dal 1 luglio 2019. 

  Quel termine viene prorogato al 2021 e poi al 2023 e al 2024 su proposta dei governi Conte e Draghi e il governo Meloni-ai nostri giorni- dichiara di non voler rinviare ulteriormente il termine, anche perché non c’è altra strada: questa liberalizzazione fa parte delle riforme inserite nel Pnrr.

(Segue)

A chi tocca spiegarci cosa è e cosa non è modernità?

Inquietudini?

Pare che ai nostri giorni sempre meno persone amino gli studi classici. In Occidente quella che noi chiamiamo letteratura classica resta però e comunque una sorta di canone condiviso. Ed il canone per sua essenza è sempre stato strumento di variazione.

 Se diciamo che ai nostri giorni sono sempre meno coloro che leggono Dante, probabilmente stiamo dicendo che non esiste un mondo che non è mai esistito.

 Thomas Mann nel suo libro Disordine e dolore precoce del 1925 fa rendere conto il protagonista, Cornelius, mentre cammina di sera per le strade della sua città che è preferibile il passato al presente e lo fa sentire un estraneo nella Germania sconfitta, e di desiderare comunque -come sempre- la vita ritirata che aveva sempre condotto.

Contessa Entellina. Appunti e riflessioni

Brevi appunti sulla 

Ruolo  feudale di don Alfonso Cardona

Altura di Calatamauro
Territorio di Contessa Entellina

Calatamauro è ubicato su un
poderoso rilievo roccioso
(764 m.s.l.m.) delimitato da pareti
scoscese a sud e ad ovest,
mentre i versanti settentrionale
e orientale presentano un lungo
declivio con dislivello pronunciato.




 Il conte Afonso Cardona, rappresentante in Sicilia del re di Spagna nel corso degli anni a cavallo fra il XV ed il XVI secolo, nell’accogliere a Messina (città che fungeva da capitale del Regno di Sicilia, congiuntamente a Palermo) i profughi albanesi che fuggivano dai Balcani nella fase del disfacimento dell’Impero Romano d’Oriente, ebbe idee chiare su come e dove destinare, almeno una parte di loro, che peraltro in buona parte possedevano notevole esperienza militare già sperimentata contro i turchi. 

Dopo aver fatto sostare per qualche tempo quei profughi nei pressi di Mazara, li destino’ in un’area periferica del Vallo del Belice. Era tempo quello -in contemporanea all’affermarsi delle armi da sparo- della “smilitarizzazione”  dei presidi di controllo dei territori mediante le vedette sistemate in cima alle alture, come fino allora era avvenuto con la guarnigione in cima a Castello Calatamauro. Gli arbereshe, per la famiglia dei Cardona,  feudataria del Vallo di Mazara, in quanto profughi rappresentarono la migliore soluzione, in ottica umanitaria e pure in ottica socio-politica, destinandoli  alla valorizzazione agraria del territorio di Calatamauro, area ricadente nella propria baronia.

giovedì 29 agosto 2024

Parole ricorrenti sui media

 

psb

Il Programma strutturale di bilancio modifica ancora una volta la procedura e gli strumenti della sessione di bilancio, che si concludera’ con il varo della legge di Bilancio (che una volta si chiamava legge finanziaria, poi legge di Stabilità). 

Per 20 anni il documento chiave per definire gli spazi della manovra è stato il Dpef, poi sostituito dal Def (ad aprile) e dalla Nadef (a settembre), destinati ora a scomparire. 

Il Psb non definirà un obiettivo per il deficit, che resta implicito, ma un target di riduzione della spesa.

Le liberalizzazioni nel campo dell’energia (1)

Dallo scorso mese di gennaio e’ venuta meno la tutela da parte dello Stato per quanto attiene la fornitura del gas alle famiglie. Ed, ancora, dallo scorso mese di luglio e’ cessata  la tutela nella fornitura della luce.

Per capire, in via di fatto, cosa è  avvenuto e quali sono gli effetti evidenziamo che:

  === Nello scorso mese di dicembre le utenze domestiche gas, erano 6,1 milioni, più 44 mila condomini. 

  === Quelle elettriche erano 8,7 milioni. 

  Adesso che siamo alla fine di agosto ad essere tutelati sono soltanto i fragili (cittadini con problemi economici, disabili o che abitano in zone disastrate o non interconnesse) che secondo una stima sono 4,5 milioni di famiglie, alle quali saranno assicurate «forniture di energia elettrica a prezzi calmierati». 

 Perché siamo arrivati a questo cambio?  e cosa succede con la totale liberalizzazione all’italiana del mercato energetico? Proveremo a ragionarci su alcune pagine giornaliere sul blog.

A chi tocca salvaguardare i valori occidentali?

 Cosa si profila all’orizzonte?

Da decenni ambienti politici, giornalistici e più o meno culturali ipotizzano il tramonto del modello di vita all’Occidentale, quello che caratterizza, ai nostri giorni, l’America Settentrionale, l’Oceania, il Giappone e la Corea del Sud oltre all’Europa Centro-Occidentale, ossia quel modello delle libertà e dell’intraprendenza, delle diseguaglianze e contemporaneamente delle possibilità, dell’emarginalizzazione ma anche dei miracoli.

Questo mondo che ci viene presentato come amico ed alleato e’  anche in realtà un mondo di finzioni, perché gli interessi di un paese differiscono, e di molto, dagli interessi di un’altro paese. Ai nostri giorni persino gli interessi di Francia e Germania si stanno notevolmente divaricando al punto da mettere in ombra quel significato che in passato aveva l’idea di …Europa Unita.

Cosa e’ e cosa significa allora l’espressione “Occidente”? 

Secondo Fernand Braudel (uno dei massimi storici del Novecento) è semplicemente un club di quei paesi che un tempo hanno dominato il mondo e che oggi i loro vantaggi e privilegi sono minacciati dai paesi emergenti di più recente industrializzazione.

Per Mario Graziano (esperto di geopolitica e professore alla Sorbona), la crescita economica di Europa e Stati Uniti dal dopoguerra in poi e’ stata resa possibile da quella sorta di protezione degli USA sull’Europa e sul mondo. Oggi però i conti non reggono più: l’Europa non cresce più, se non nella montagna di debito che la imbriglia e gli USA non godono più  prestigio su più emisferi del pianeta.

E …. , per intanto, attendiamo come finirà fra Kamela e Trump.

Contessa Entellina. Appunti e riflessioni

   A partire dal XVI e fino al XIX secolo, nel Regno di Sicilia vigeva l’obbligo di compilare i riveli delle anime e dei beni. 

La procedura di compilazione dei
Riveli delle anime e dei beni
è prescritta dalle Istruzioni
date nel 1548 dal vicerè Giovanni De
Vega per conto dell’imperatore Carlo V,
affinché

 “..
si numerassiro li fochi et
 li facultà di tutti li cità et terri del
preditto Regno per poterse reformare la
taxia di li colletti et donativi regii
ordinarij e straordinarij, a talchè ogni
cità, terra et loco habbi di pagari la
ratha che debitamenti si competixe su
la sua facultà et di sgravarsi o quelli
che per tal censo si trovassiro gravati
.”





      Era un obbligo a modo degli odierni censimenti disposto dalla monarchia aragonese e poi fatto proprio pure dai governi borbonici mirante ad accertare la composizione dei nuclei familiari e nel contempo fotografare la ricchezza (è un modo di dire, stante la diffusissima miseria che dominava nelle zone interne dell'Isola, Contessa compresa) di cui si disponeva, ai fini della tassazione.

 Alle autorità del tempo non interessava tanto conoscere, nei paesi dell'entroterra siciliano, l’entità della ricchezza da tassare, dal momento che si sapeva benissimo che si trattava di terre abitate da gente povera e/o da briganti. Quei rilevamenti della popolazione miravano a conoscere sopratutto l'età dei giovani maschi ai fini di poter stabilire il numero degli uomini atti alle armi residenti all'interno del distretto. Comunque anche il minimo patrimonio disponibile doveva essere dichiarato per accumulare l'entità del "donativo" (=ossia la contribuzione dovuta alla monarchia da ciascuna comunità locale nelle occasioni eccezionali: nascita dei figli del  re, suo matrimonio, spedizione militare ...).

  Quei riveli compilati in tutte le Università (=le Comunità locali) dell’isola, (con poche eccezione: Messina fino al 1681 e per Palermo fino al 1798), ai nostri giorni  sono divenuti un più che ricco patrimonio documentario di notizie storico-statistiche utili per gli studi socio-economici sui tempi andati e -se si vuole- pure ai fini della curiosità sui nostri antenati.

   A sovrintendere alle operazioni di quei primordiali  censimenti è stato dalla fine del XVI sec. (1569) il Tribunale del Real Patrimonio, organo di controllo e di giurisdizione in materia finanziaria e, a partire dalla seconda metà del XVII sec. (1651), la Deputazione del Regno.

   Sulla scorta di certa documentazione pervenutaci col precipuo scopo di farne uso sul blog contiamo, nel lungo  tempo, di dover ragionare su come vivevano i nostri antenati arbereshe di Contessa E. nei secoli trascorsi.

mercoledì 28 agosto 2024

Contessa Entellina. Appunti e riflessioni


















Contessa Entellina è stata fondata all'alba della modernità, nei decenni che stanno alla fine del “Mille quattrocento” e all’inizio del "Millecinquecento", da profughi arberesce fuggiti dalla devastante invasione della loro terra albanese e dalla conseguente repressione da parte dei turchi nei confronti dei resistenti che avevano condiviso le battaglie di Scanderberg (Giorgio Kastriota).

  Tutta la narrazione storica, quando si riferisce alle origini del paese,  dell’odierna Contessa Entellina, sottolinea che esso è sorto ad opera degli arbereshe fuggiti dai Balcani in seguito all'avanzare degli infedeli turchi. Questo quadro storico si connette alla circostanza che quegli albanesi giunti a Messina in parte dalle coste calabresi ed altri direttamente con navigli veneziani dalle coste delle Morea trovarono ad accoglierli in nome della corona di Spagna quella che i libri di Storia definiscono la dinastia dei conti Cardona, più volte incaricata nel tempo dalla monarchia di Spagna a svolgere il ruolo di Vice-re di Sicilia.

 Non è quindi casuale che i primi esuli arbereshe giunti a Messina, città capitale dell’Isola -a turno con Palermo-, ad accoglierli sia stato il Conte Cardona, signore della contea di Chiusa, Burgio e Calatamauro e marchese di Giuliana e che proprio questi abbia indirizzato vari gruppi di quei profughi nei suoi domini del Val di Mazara, per poi farli stazionare nell’area di Calatamauro-Scirotta, in attesa che fosse avviata e portata a termine l’opera di costruzione del paese di Contessa, più spostato ad Ovest. Opera quest’ultima da lui ritenuta necessaria, oltre che per mettere a coltura i suoi vasti domini feudali anche per fermare l’espansionismo feudale del Monastero di Santa Maria del Bosco, che godeva di ampio favore regio, ai danni -in quello specifico quadro territoriale- proprio dei domini fondiari dei Cardona.

 Il ruolo politico rilevante della dinastia dei Cardona perdurò nell’area feudale di sua pertinenza fino al 1535, quando morto il barone Alfonso, il controllo passo’ alla zia Caterina Cardona, sposata con Lorenzo Gioeni. Il nuovo casato dei Gioeni non avrà più quella forza necessaria per dispiegare l’influente potere che aveva invece posseduto, per certi versi anche a beneficio della comunità arbereshe, il barone Alfonso.

Gli arbereshe

 Gli esuli arbereshe di oltre cinque secoli fa fuggendo dall’Albania sapevano che la loro destinazione era il Regno di Sicilia, uno dei tanti domini d’Occidente degli Aragonesi, ma non sapevano nulla ne’ dei Peralta, né di Calatamauro e ancor meno del regime socio-economico e politico di tipo feudale dominante nella terra che il destino stava assegnando loro per sopravvivere lontani dalla terra di origine.

Riflessioni sulla Storia: verità, esaltazioni e alterazioni

 L'Egitto dei Faraoni 

e l'Egitto arabo

Le strumentalizzazioni della Storia

occasione per il Blog per ripercorrere i millenni


Gli Europei hanno sempre immaginato l'Egitto come una terra biblica in quanto evocata come la temporanea  prigione degli ebrei secondo quanto riporta l'Antico Testamento. Per temperare, se non annullare quell'interpretazione, dall'Ottocento fino ai nostri giorni, e soprattutto dal politico egiziano Nasser in poi, la Repubblica egiziana "araba" ha iniziato a fare della figura del "faraone" un simbolo dell'unità nazionale e testimonianza della passata grandezza del paese.


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 Dati reali storici sull'Egitto
    Gli storici fissano come punto di partenza del popolamento della Valle del Nilo il periodo definito "Abbasia pluviale" che inizia 120mila anni fa e termina 90mila anni prima di Cristo (si è trattato di un tempo di massima piovosità e umidità per l'intero Nord Africa). Le testimonianze su cui gli archeologi fondano le loro convinzioni sono i ritrovamenti di  manufatti litici a forma di mandorla e lavorati su due lati in modo simmetrico, che essi associano all'Homo erectus. Si tratta comunque di un periodo che corrisponde alla fine del passaggio dall'homo erectus all'homo sapiens.
  
   Sempre gli archeologi asseriscono comunque che tra i 50mila ed i 30mila anni prima di Cristo l'ambiente del deserto occidentale del Nilo continua a presentare elementi della cultura musteriana (quella caratterizzata da manufatti litici a forma di mandorla e lavorati su due lati in modo simmetrico, associati all'Homo erectus) e successivamente ateriana (i cui manufatti sono più leggeri, piccoli e resistenti rispetto a quelli fino ad allora utilizzati. I ritrovamenti sono -in questa diversa fase- punte peduncolate, raschiatoi, raschietti, punte di trapano e bulini. Quasi certamente i peduncoli servivano per adattare agli attrezzi manici di legno o d'osso).
 
  Gli archeologi, alla luce dei rinvenimenti accennati, asseriscono ancora che in quell'area dell'Egitto viene via via a cessare la vita degli antenati, quella fino ad allora basata sulla caccia nella savana, per avviare il periodo del Paleolitico (collocata fra i 40.000 anni fa e i 10 000 anni fa), che terminerà prima dell'avvento, finalmente, dell'agricoltura, il cui avvio, lungo il Nilo, viene (sempre indicativamente) fissato attorno al 3500 a.C..

martedì 27 agosto 2024

A chi tocca formare buoni cittadini nel crescente contesto multietnico ?

Si parla tanto di ius scholae.  

In linea di principio, l’idea che, la cittadinanza sia il contesto ed il luogo in cui vengono apprese (in cui si dovrebbero apprendere) le regole della convivenza civile di ciascun paese, va, può accogliersi. 

Può accogliersi l’intenzione secondo cui  attraverso un percorso di formazione scolastica si possa diventare buoni cittadini italiani.

 Dobbiamo ricordarci  che e’ alla scuola che si affida il compito di 

(1) diffondere conoscenze e di 

(2) educare al rispetto delle norme sociali vigenti.

  La scuola è quel lungo in cui si decide il futuro di una società  che va diventando via via sempre più multi-etnica, e da essa può dipendere

 (a) una pacifica convivenza 

oppure

 (b) un conflitto fra l’etnia maggioritaria e le altre. 



Agricoltura. In ottica giuridica, economica e sociale (8)

 Il Registro delle Imprese

Gli imprenditori agricoli, i coltivatori diretti e le società semplici in conformità all'art. 2 d.lgs n. 228/2001 hanno l'obbligo di iscrizione nella sezione speciale  del registro delle imprese di cui all'art. 2188 Cod. Civ.  

  A loro volta le società di capitale, le cooperative e le società in nome collettivo (art, 2200 Cod.Civ.) non vengono iscritte nella sezione degli imprenditori agricoli.

  Ai sensi della legge 77 del 1977 sono, comunque, esonerati dall'iscrizione alla Camera di Commercio quegli imprenditori agricoli  che rientrano nei limiti del regime di esonero dagli adempimenti Iva (ossia coloro che non raggiungono il volume di affari di Euro 7.000,oo). E però, devono essere iscritti alla Camera di Commercio coloro che nell'attività agricola intendono ottenere  il carburante agevolato tramite il servizio UMA.

Riflessioni sulla Storia: verità, esaltazioni e alterazioni

Iniziamo dal periodo "neolitico"

 

Da oltre diecimila anni l'umanità ha avviato la coltivazione della terra e proprio su questa circostanza ha iniziato a vivere comunitariamente all'interno di insediamenti stabili. E' il caso comunque di ricordare che da due secoli, più o meno, l'agricoltura -in Occidente- non è più la colonna portante dell'economia e dell'occupazione della forza lavoro. In questa parte del pianeta è stato avviato ormai il processo lavorativo -in parte significativo- affidandolo a quella che chiamiamo l'Intelligenza Artificiale, di cui ad oggi non conosciamo il futuro che ci riserva.

 Ai nostri giorni, da quando l'uomo esiste, la stragrande maggioranza delle persone vive nelle città e nei sobborghi, e non più come da millenni è avvenuto nelle campagne. Ed ancora, sempre per la prima volta, il mondo (il nostro pianeta) ha assunto le connotazioni di un unico "villaggio globale", in cui ciò che capita in un punto del pianeta non tarda a produrre effetti su un altro punto; e ciò avviene senza che il mondo abbia perso i connotati specifici dei vari popoli e comunità che sappiamo bene -noi di Contessa Entellina-  affondano a molto indietro nel tempo.

 Chissà se continuando a condurre ricerche, leggere libri, seguire convegni, conoscere sempre più gente (per farne amici o per tralasciarla) ciascuno riuscirà mai nel corso di una vita a conoscere e capire chi è l'uomo e perchè è.

  Ci proponiamo, sul blog, come da sempre abbiamo fatto, semplicemente di riflettere.

lunedì 26 agosto 2024

Agricoltura. In ottica giuridica, economica e sociale (7)

Il regime Iva in agricoltura

-Il Produttore agricolo ordinario,

-il Produttore agricolo professionale,

 -il Coltivatore diretto,

 che svolge, ciascuno nella propria azienda, attività produttiva con carattere di continuità pluriennale fa scattare nell’Ordinamento italiano l’obbligo di attenersi alla previsione fiscale di cui all’art. 9 della Direttiva del 2006/112CE, riportate nell’Ordinamento italiano nel decreto 633/1972.

 = In pratica chi esercita con carattere di continuità pluriennale attività in proprio in campo agricolo deve sempre munirsi della partita Iva.

=L’ordinamento prevede ancora che ove l’attività sia svolta entro margini e giro d’affari limitati si viene esonerati dalla quasi generalità’ degli adempimenti, salvo quello della conservazione delle fatture di acquisto. 

 Fino a €. 7.000,00 di volume d’affari annui -infatti- non occorre impiantare i prescritti sistemi contabili ne’ adempiere ad alcun periodico versamento iva, fermo restando -come ricordato- l’onere di dotarsi della partita Iva e di curare la conservazione delle fatture di acquisto. Dal momento in cui dovesse -però- in un determinato periodo  dell’anno superare il volume di affari di €. 7000,00, quell’operatore deve dispiegare tutti gli adempimenti prescritti. In pratica deve allinearsi al prescritto sistema contabile dotandosi di registri e calcolare gli eventuali importi periodici da versare al fisco.

(Segue)

A chi tocca fare qualcosa sugli effetti del cambiamento climatico?

Su una rivista, non ricordo in quale, ne’ dove, ne’ quando, ho letto nella formulazione che - più o meno - suona in questi termini:

 Ogni mese, ogni stagione, ogni anno, sono tutti periodi di tempo via via più caldi, più bollenti, dei precedenti. Ogni record dura poco. 

 L’umanità pare sia divenuta sonnambula e va scendendo le scale lastricate di buone intenzioni: ma -intanto- scivoliamo verso l’inferno climatico ed in pochi, in pochissimi, ci interroghiamo: come vivremo in questa anormale normalità?

La scienza, la cultura, la politica

  Carlo Cattaneo (Milano15 giugno 1801 – Lugano6 febbraio 1869) è stato un patriotafilosofopoliticopolitologolinguista e scrittore italiano, esponente del pensiero repubblicano federalista..dovette però cedere il campo ai moderati filo-piemontesi e nel 1848 si ritirò a Parigi e quindi in Svizzera. Eletto nel 1860 deputato, non entrò mai alla Camera per non prestare il giuramento monarchico. Fu Napoli consigliere di G. Garibaldi, sperando di affermare il principio federale. Prevalso però il partito dell'annessione, ritornò in Svizzera. 
Nel 1867 accettò di nuovo la candidatura a deputato, sempre tenendosi lontano dai lavori parlamentari. C. diede al positivismo italiano un carattere prettamente sociale. L’attenzione, nei suoi scritti, al legame tra Europa e moto italiano e al significato politico delle vicende del ‘48, rende la sua opera un capitolo molto importante della storiografia sul Risorgimento

Col testo proposto qui di seguito Cattaneo intendeva esaltare l’importanza delle “autonomie locali cittadine” rispetto all’assenza di dibattito nelle campagne frustrate per secoli dai regimi feudali.

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Il rapporto 

campagna-città 

in Italia

Ed ora, per quanto l’angustia dello spazio il consente, vorremmo ampliare questo vero fino al punto di dire che la città sia l’unico principio per cui possano i trenta secoli delle istorie italiane ridursi a esposizione evidente e continua.

 Senza questo film ideale la memoria si smarrisce  nel labirinto delle conquiste, delle fazioni, delle guerre civili e nell’assidua composizione e scomposizione degli Stati; la ragione non può vedere lumi in una rapida alternativa di potenza e debolezza, di virtù e corretela, di senso e imbecillità, d’eleganza e barbarie, d’opulenza e desolazione; e l’animo ricade contristato e oppresso dal sentimento d’una tetra fatalità. 

Fin dai primordi, la città è altra cosa in Italia  da ciò ch’ella è nell’oriente o nel settentrione.

Politica dell’inganno e della demagogia: il Ponte sullo Stretto

Una cattedrale nel deserto ?

 Le infrastrutture stradali e viarie in Sicilia, comprese quelle sul territorio di Contessa Entellina,   sono fra le più carenti di tutt’Italia, un vero calvario per tutti noi che nell'Isola residiamo e viviamo, e per i turisti, sia che viaggino in treno o in auto. Questa è, purtroppo, la certezza di una dura realtà surreale. Ed è probabilmente pure la certezza di quel politico che sa benissimo di stare ingannando una intera regione promettendo un ponte che -forse-  pure lui sa che comunque non inciderà sul buon futuro dell’Isola.

Noi di Contessa E. sappiamo quanto difficile sia la mobilità sulle strade provinciali che insistono sul territorio. Sono in condizione, peraltro, di  abbandono. La Provincia dovrebbe avere il compito di curarne la manutenzione, ma essa possiede ormai strutture decapitate e dove interviene fa 10 o 20 metri di tappare buchi, immaginando che gli intervalli fra i buchi siano ottimali. E’ incredibile -per chiunque lavori, paghi le tasse e desideri servizi- che la Sicilia abbia una viabilità provinciale da terzo mondo.  

 Una classe dirigente dell’Isola che trascura di occuparsi dell’assetto ottimale della viabilità interna, -ci chiediamo- come fa ad assecondare Salvini ben sapendo che il progetto del “ponte” rimarrà monco, poco sfruttato e forse del tutto inutile a parte l’aspetto monumentale?

  Non sarebbe buona politica prioritariamente sistemare e potenziare l’esistente ? Gli ambienti della politica sanno o no che gli agricoltori e complessivamente i cittadini siciliani trovano difficoltà a percorrere le tante strade dissestate?

domenica 25 agosto 2024

La domenica: serve anche per riflettere

 
Stando ad Albert Einstein «la scienza senza la
religione è zoppa; la religione senza la scienza
è cieca».
* * * 
Stando a più  storici della scienza l’albero
della scienza occidentale, così come oggi si
conosce, affonda ampiamente le sue radici
 (euristiche ed epistemologiche) sul fertile
terreno della teologia.








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Il rapporto Scienza-Religione

 La scienza e la religione sono due facce della vita sociale dell'uomo: la prima è sorta definitivamente nel sedicesimo secolo (dopo iniziali esperienze fra gli antichi greci e poi fra gli arabi), la seconda accompagna l'uomo sin dall’alba del suo porsi domande.

   È stato Galileo Galilei a dimostrare -pure- l'importanza del rapporto tra la scienza e la tecnologia da un lato e la religione dall’altro lato. Egli credeva e sosteneva con molta franchezza che la Bibbia era stata scritta, secondo l'espressione del Baronio (cardinale della Chiesa 1538-1607), «per insegnarci come si vada in cielo e non come si muova il cielo».

   In altre parole, la Sacra Scrittura spesso utilizza espressioni del linguaggio in uso senza intenzione di affermare una particolare teoria scientifica. 


Una riflessione di Egar Nahoumcentotreenne, suona in questi termini: 

Siamo nati nella crudeltà, ed è il prezzo ineliminabile della vita umana: è la crudeltà del mondo e della vita, cui abbiamo aggiunto quella dell’essere umano e della società umana. … Solo le forze della cooperazione, della comunicazione, dell’amicizia, del senso della comunità, dell’amore, continuano a resistere (…)  sono queste deboli forze che ci permettono di credere alla vita ed è la vita che ci permette di credere a queste deboli forze.  Nell’uomo convivono la crudeltà e la bontà del mondo:  così il Vangelo del perdersi da’  vita all’etica della solidarietà, che è l’etica della resistenza all’immensa crudeltà del mondo. Il suo eccesso nutre, per saturazione, l’egoismo, il disincanto (…). Cosi’, la tecnica e la burocrazia producono un’umanità di ghiaccio meccanica, disintegrando con le aride misure  quantitative le realtà vissute dagli esseri pensanti, in carne e ossa.

Il pensiero complesso non cancella lo stupore, sopratutto lo stupore della coscienza  che si ridesta dinanzi all’ignoto..

Sono circondato dal mistero


Chi è  Edgar Nahoum?

Edgar Morin, pseudonimo di Edgar Nahoum (Parigi, 8 luglio 1921), è un filosofo e sociologo francese, oggi 103enne. È noto soprattutto per l'approccio transdisciplinare  con il quale ha trattato un'ampia gamma di argomenti, fra cui l'epistemologia (= i limiti della conoscenza umana).

Durante la sua carriera accademica ha lavorato principalmente presso l'École des hautes études en sciences sociales (EHESS) e il Centre national de la recherche scientifique (CNRS). Particolare attenzione hanno ricevuto le sue ricerche sulla complessità e il cosiddetto "pensiero complesso".

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Spazio alla Storia

EVOCAZIONI STORICHE: Il Battesimo


Il battistero di San
Giovanni
 è uno dei
monumenti della 
piazza dei Miracoli,
Pisa.




 Fino al Medio Evo inoltrato la liturgia del battesimo coinvolgeva, nell’Occidente cattolico-romano, gli adulti che si immergevano interamente in una grande vasca, nel ricordo del battesimo di Cristo nelle acque del Giordano: la vasca si trovava di solito in un battistero, un edificio a se stante, costruito appositamente per questo fondamentale  atto liturgico.

 Battezzarsi da adulti comportava una decisione personale e libera che obbligava la persona a rispettare gli obblighi assunti (come non ricordare --- quell’interrogatorio nel rito bizantino rivolto al padrino del bimbo, a cui viene ripetutamente chiesto "rinunci a Satana ?"-).

 Considerando che il Battesimo avveniva in età avanzata, cosa succedeva a coloro che fossero morti prima di diventare uomini, ai bambini e ai neonati innoccenti che il battesimo non era giunto in tempo a lavare la macchia del peccato originale ?

 Fu con l’epoca carolingia, in Occidente, che si ottenne che il battesimo fosse consequentemente amministrato ai neonati. E a poco a poco si prese l’abitudine di battezzare in chiesa, dove l’acqua santa veniva consacrata  e conservata per tutto l’anno ed una piccolo fonte rese inutile il grande battistero.