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C’è equilibrio quando
nessuno migliora a
scapito dell’altro
Le guerre che ci circondano ci condizionano al punto da indurci a pensare esclusivamente nei termini di una logica conflittuale, dimenticando l’insegnamento di John Nash, la «mente meravigliosa» dell’omonimo film (A Beautyful Mind), che gli valse il premio Nobel per l’Economia del 1994, basato sulla nozione di equilibrio e sull’importanza della cooperazione tra i giocatori.
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A suo parere (di John Nash) un gioco può essere descritto in termini di strategie che i giocatori devono seguire nelle loro mosse: l'equilibrio c’è quando nessuno riesce a migliorare in maniera unilaterale il proprio comportamento. Per cambiare, occorre agire insieme. Unilateralmente possiamo solo evitare il peggio, mentre per raggiungere il meglio abbiamo bisogno di cooperazione.
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Forse per questo vizio di fondo riusciamo a pensare alla relazione tra intelligenza naturale e Intelligenza artificiale solo in termini competitivi. È proprio il nome dell’IA, del resto, a suggerire una forma di antropomorfizzazione, insinuando l’idea di una possibile sostituzione degli esseri umani da parte delle macchine, per cui siamo indotti a chiederci con angoscia chi è destinato a prevalere alla fine.
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