Sappiamo che ai giovani non piace la politica, o comunque non li entusiasma. Riteniamo però che chi non segue le vicernde pubbliche favorisce il governo dei peggiori, di coloro che più che adoperarsi per la collettività e per la terra su cui operano, coltivano semplicemente il proprio orgoglio personale.
La Storia che ci precede è Storia da conoscere. Essa congiuntamente alle vicende giornaliere a cui tutti nel nostro piccolo partecipiamo, costituisce l'enciclopedia che attesta se siamo diventati o meno buoni cittadini e veri difensori della cosa pubblica.
Una pagina al giorno... o quasi
di Storia contemporanea.
1816
(dalla fine dell'ancien régime fino ai giorni ...)
L’8 dicembre 1816, grazie alla Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia vennero uniti in un’unica entità statale. |
30. Si dimette il principe di Canosa. Il ministro di polizia napoletano è obbligato a presentare le sue dimissioni al re, Ferdinando IV di Borbone, per volere del primo ministro Luigi de’ Medici, favorevole al mantenimento delle riforme del periodo francese e all’ “amalgama” fra i murattiani e il personale che aveva seguito il re nell’esilio. Cessa la politica di persecuzione verso chi aveva seguito i francesi.
Luglio
6. Papa Pio VII riorganizza l’amministrazione pubblica e le strutture giudiziarie e finanziarie dello Stato della Chiesa. Il territorio viene diviso in diciassette province, affidate a cardinali legati o delegati apostolici ecclesiastici , assistiti da congregazioni di carattere consultivo formate in parte anche da laici. Ogni comune è amministrato da un consiglio misto di laici ed ecclesiastici. Viene abolita la maggior parte dei privilegi e delle giurisdizioni baronali; sono riconosciute le alienazioni di terre ecclesiastiche e da parte dello Stato sono concesse indennità agli enti espropriati. E’ riformato il sistema fiscale con l’imposizione di una tassa fondiaria senza immunità, ma regolata in base al vecchio contestato catasto di Pio VII; sono abolite la tassa personale, quella sul commercio e sulle professioni, e viene adottato un sistema doganale uniforme e moderatamente protezionistico. Sono aboliti i codici napoleonici ed è rimessa in vigore, con poche eccezioni, la vecchia legislazione papalina.
25. La politica giurisdizionale e’ ripresa da Ferdinando IV. Il re di Napoli rifiuta alla Santa Sede il tradizionale tributo feudale della chinea, un mulo o una cavalla donati annualmente in cambio dell’investitura reale ricevuta per mano del papa. Si apre una nuova contesa fra lo Stato pontificio e la corte napoletana.
Agosto
8. Promulgata a Napoli per volere del ministro Luigi de Medici, una legge che proibisce tutte le società segrete. E’ sciolta la setta reazionaria dei Calderari, mentre la Carboneria continua segretamente la sua attività. Intanto una grave carestia incomincia a colpire tutto il regno e viene vietata l’esportazione del grano.
Settembre
16. Riforma del sistema amministrativo toscano. Si abolisce l’ampia autonomia comunale creata con l’amministrazione di Pietro Leopoldo; i sindaci “gonfalonieri” non sono più elettivi, ma sono nominati per tre anni dal governo, e anche il consiglio dei priori e’ per metà di nomina governativa. Vengono create cinque sovraintendenze comunicative , sorta di prefetture napoleoniche, a Firenze, Pisa, Siena, Grosseto e Arezzo.
Ottobre
15. Vittorio Emanuele I istituisce in Piemonte un ministero di Polizia generale.
Dicembre
8. Nasce il regno delle Due Sicilie. I regni di Napoli e di Siciliasono unificati sotto la sovranità dei Borboni. Ferdinando IV , assume il nome di Ferdinando I. E’ abolita la costituzione siciliana del 1812 e vengono estesi alla Sicilia la legislazione e l’amministrazione napoletana. Sono aboliti l’esercito e la bandiera siciliana. In compenso, ai siciliani sono riservati tutti gli uffici civili ed ecclesiastici dell’isola ed un quarto di quelli di tutto il regno
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