StatCounter

giovedì 31 gennaio 2013

Municipi di Sicilia. Arrivano nuovi amministratori

A differenza che nel resto d'Italia, dove si voterà il prossimo 26 e 27 maggio, in Sicilia le elezioni comunali e provinciali si terranno il 21 e 22 aprile. Lo ha deciso la Giunta di Governo Regionale presieduta da Rosario Governo.

Campofiorito. Divieto di dimora per il sindaco

Indagato Giuseppe Sagona, sindaco di Campofiorito
Indagato per truffa, abuso d'ufficio, falso ideologico e falso materiale il sindaco di Campofiorito, Giuseppe Sagona, nei cui confronti i carabinieri hanno eseguito l'ordinanza di divieto di dimora nel Comune. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Termini Imerese su richiesta della Procura della Repubblica.
I reati contestati al primo cittadino sarebbero stati commessi per ottenere un finanziamento per la ricostruzione di un immobile rimasto danneggiato durante il terremoto del Belice. L'abitazione destinataria del finanziamento è stata acquistata da Sagona nel 2009 e per quell'immobile già i precedenti proprietari avevano richiesto i fondi per la ricostruzione subito dopo il sisma, ma negli anni gli erano stati sempre negati dall'amministrazione comunale che adduceva numerosi impedimenti burocratici. Nella documentazione sequestrata dai carabinieri, infatti, emerge come i vari sindaci susseguitisi non sono riusciti a trovare riscontro della presenza dell'istanza di contributo al Protocollo del Comune, non potendo quindi evadere favorevolmente la pratica.
Nel 2008 però la situazione si sblocca. Sagona, infatti, con nota ufficiale da lui sottoscritta comunica alla commissione competente all'elargizione dei fondi, che era stata rintracciata la richiesta di contributo, rendendo di fatto evadibile la pratica. Contemporaneamente il sindaco ha firmato il preliminare di vendita con gli stessi proprietari dell'immobile con i quali stabiliva un prezzo di acquisto di 26.000 e nel 2009 ha concretizzato la vendita.
 
Indagato Giuseppe Sagona, sindaco di Campofiorito
Così Sagona era divenuto di fatto il destinatario dei fondi per la ricostruzione, concessi dalla commissione comunale competente, e tra il 2010 e il 2012 ha percepito 89.000 euro di anticipo a fronte dei 107.000 spettanti. Le indagini dei militari hanno permesso però di appurare che in realtà non vi è conservata agli atti del comune alcuna richiesta di contributi idonea a finanziare la ricostruzione di quell'immobile e che il registro di protocollo del Comune di Campofiorito era stato abilmente falsificato al fine di far risultare regolarmente registrata la richiesta e quindi poter accedere ai benefici della legge. Al sindaco di Campofiorito è stato sequestrato anche parte dell'immobile in questione per un valore equivalente alla somma di denaro illecitamente percepita.


La nuova Pac in vigore solo dal 2015

ALPA SCILIA INFORMA
È quanto emerso dopo i lavori del Comitato speciale Agricoltura. Necessarie misure transitorie per il 2014.
La nuova Politica agricola europea non potrà entrare in vigore prima del 2015.
È la posizione ufficiale emersa a conclusione dei lavori del Comitato speciale Agricoltura che ha riunito i rappresentanti dei 27 Stati membri, in vista del Consiglio dei ministri dell'Agricoltura fissato a Bruxelles per il 28 gennaio.
Un dato di fatto che non può essere modificato nemmeno nel caso in cui i capi di Stato e di governo raggiungessero un'intesa sul bilancio 2014-2020 al vertice europeo dei prossimi 7 e 8 febbraio, e se i ministri dell'Agricoltura trovassero un compromesso sulla Pac alla fine giugno, come auspica la neopresidenza irlandese dell'Ue.
Motivo: sono necessarie misure transitorie per il 2014, in modo da garantire la continuità degli aiuti ai produttori europei.
In buona sostanza, nel 2014 la Pac potrebbe sì avere un nuovo bilancio, ma nel quadro delle vecchie regole.
In concreto, la Commissione Ue prevede di prorogare per il 2014 i regimi dei pagamenti diretti ai singoli produttori agricoli.

PALERMO 18.01.20213                       

IL PRESIDENTE

Salvatore Sparacio

In arrivo la patente per i trattori

ALPA SICILIA INFORMA

A febbraio 2013 entra in vigore l’accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 che recepisce la direttiva comunitaria 59/2003 sull’abilitazione all’uso delle attrezzature professionali. Per guidare un trattrice agricola sarà quindi necessario o dimostrare di avere una esperienza documentata di almeno due anni, che comunque non svincola dall’aggiornamento, oppure conseguire il “patentino” attraverso un percorso formativo che prevede tre ore d’aula e cinque di pratica.

Nel 2013 per guidare un comune trattore non basterà più la patente. Un provvedimento concordato in conferenza Stato-Regioni per attuare il decreto 81/2008 sulla sicurezza nel lavoro impone infatti l'ottenimento di una specifica abilitazione per guidare i mezzi agricoli. Se i nuovi agricoltori dovranno seguire un corso e passare un esame per poter guidare trattori e affini, anche gli agricoltori con esperienza dovranno tornare all'autoscuola: a loro sarà infatti imposto un corso di aggiornamento di quattro ore. Dettaglio importante, infine, è che tutti gli operatori agricoli (anche quelli già abilitati) dovranno seguire un corso di aggiornamento di sette ore ogni cinque anni. E questo riguarda non solo i titolari di aziende agricole, ma qualsiasi loro dipendente e collaboratore familiare. Unica comodità è che la parte teorica del corso potrà essere seguita via internet.
La formazione, infatti, permette agli utilizzatori di macchine agricole di usare i propri strumenti di lavoro in modo più produttivo ma, soprattutto, più sicuro. Su questo fronte, i dati Inail parlano chiaro: nel triennio 2009 -2011 si sono verificati oltre 420 infortuni mortali con le trattrici (61 nel primo semestre 2012), con una media di 140 incidenti l’anno. Il fatto poi che gli incidenti mortali mostrino una maggiore incidenza nelle classi d’età “senior” – 56-64 e 65 e oltre -, dimostra che l’esperienza nella guida di questi mezzi non è mai abbastanza e che, in materia di sicurezza, non si deve mai abbassare la guardia.
Palermo 21.01.2013                           
IL PRESIDENTE
Salvatore Sparacio

Assemblea Regionale Siciliana. Seduta sul DPEF rinviata al 6 febbraio quando verrà pure discussa la "riprogrammazione dei Fondi Comunitari"

L'Assemblea Regionale oggi avrebbe dovuto varare l DPEF (Documento di Programmazione Economico Finanziaria). Come ormai succede da tre sedute, al momento di votare, manca il numero legale.
Segno che attorno a Rosario Crocetta ancora non si è definita una maggioranza parlamentare.

Monte Paschi. Il saccheggio ai danni della collettività è miliardario: nessuno finora è finito in galera. Eppure nelle patrie galere vivono 35.000 immigrati alla ricerca di un tozzo di pane

“Un’associazione a delinquere” ai vertici di Banca Monte dei Paschi di Siena: sarebbe quella della gestione precedente ad Alessandro Profumo e Fabrizio Viola secondo i pm che indagano sull’acquisto di Antonveneta, scrive il Corriere della Sera.
Della presunta “associazione a delinquere” avrebbero fatto parte, secondo l’accusa, l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex capo dell’area finanza Gianluca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi, oltre a “quei manager che si occuparono dell’acquisto di Antonveneta e delle successive operazioni finanziarie collegate a quell’affare”.
Tutti questi manager avrebbero “siglato il patto segreto con i vertici del Banco Santander per truccare i conti” e far salire il prezzo provocando una plusvalenza di oltre due miliardi.
Quindi non si tratterebbe più “solo” di aggiotaggio, turbativa, truffa e false comunicazioni. I manager accusati dovranno spiegare perché nel novembre del 2007 “decisero di pagare Antonveneta 9,3 miliardi di euro” più un miliardo di oneri, considerato che in settembre di quell’anno lo spagnolo Banco Santander l’aveva comprata dall’olandese Abn Amro per 6,3 miliardi.
Oltre ai vertici nel mirino della Procura di Siena è finita la banca nel suo complesso, iscritta nel registro degli indagati per responsabilità amministrativa: si starebbe ipotizzando, secondo quanto scrive Repubblica, il sequestro conservativo di fondi per un valore di circa 1,2 miliardi di euro.
Un altro fascicolo, questa volta contro ignoti, è stato aperto anche dalla Procura di Trani. In questo caso il reato ipotizzato è quello di omesso controllo. E il riferimento pare diretto alla Banca d’Italia e alla Consob, cui spettava il compito di vigilare sull’acquisizione di Antonveneta e sul prestito mascherato che Mps ha avuto da Jp Morgaa per rispettare (in apparenza) i vincoli patrimoniali chiesti da Bankitalia) e risultare idonea all’acquisto di Antonveneta.

 

Mussari, come quasi tutti i componenti del precedente CdA del Monte Paschi è ancora iscritto al Partito Democratico

Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, intervenendo a ''La Telefonata di Belpietro'', su Canale 5, e rispondendo a una domanda sull'eventuale espulsione dal partito di Giuseppe Mussari, l’ex Presidente del Monte dei Paschi che era solito versare nelle casse del partito €. 100.000,oo annue (si ritiene attinti dal reddito del suo duro lavoro), ha risposto:
''Vedremo quali sono i carichi giudiziari che lo riguardano, abbiamo un codice etico che ha dimostrato di funzionare bene quando si sono verificate vicende giudiziarie''.

Assemblea Regionale Siciliana. Impegni fra DPEF (Documento di Programmazione Economico Finanziaria)

Nella seduta di martedi' sera il presidente Ardizzone ha dovuto prendere atto che in Aula mancava il numero legale.
Il M5S che finora aveva assecondato la linea aperturista di Crocetta ha voluto mostrare, in vista delle elezioni politiche, di non potere solamente condividere "annunci" senza la conseguenti atti di  concretezza.
In Sicilia tutto cambia al fine di
lasciare immutata la realtà.
I deputati vengono corrotti allo stesso
modo in cui accadeva secoli e decenni fà
Tutti i giornali danno la sensazione che questa mattina il governo Crocetta in Aula si presentera' con una maggioranza piu' o meno ufficializzata, seppure non conquistata nelle urne.  Le opposizioni hanno infatti denunciato lo svolgimento in questi giorni del "mercato delle vacche", ossia l'acquisto -con promesse di posti di governo e sottogoverno- di uno schieramento ai danni di un altro di "deputati". Si, in Sicilia i deputati "dalle forti motivazioni politiche" si offrono al miglior offerente ed in effetti -in appena tre mesi dalle elezioni regionali- ben otto deputati hanno cambiato casacca; segno di grande rispetto per gli elettori che li hanno votati.
Pare che  all’Ars potrebbe nascere, non si capisce se adesso o nel dopo elezioni politiche, un nuovo gruppo parlamentare. Ne farebbero parte i quattro deputati ex Movimento del Territorio (Alice Anselmo, Marcello Greco, Salvatore Lo Giudice e Gianfranco Vullo), i due onorevoli fuoriusciti da Grande Sud (Michele Cimino ed Edy Tamajo), Riccardo Savona al momento transitato al gruppo Misto, Giuseppe Picciolo e Pino Federico del Pds-Mpa. Il tutto sotto l'egida di un ex ministro della Prima Repubblica (Cardinale) e per sostenere il governo di Crocetta.

Unione europea e le guerre di Rosario Crocetta

Shirin Wheeler, portavoce del commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hann, replica con decisione a Rosario Crocetta che vorrebbe cambiare gli obiettivi strategici dell'Unione Europea per piegarli alle necessita' immediate dell'isola.
In Europa si lavora col metodo della programmazione mentre noi, in Sicilia, siamo abituati a fare cio' che ci garba la mattina, quando ci alziamo dal letto.
Dice il portavoce: “Non applichiamo ciecamente una politica della ‘taglia unica’. Al contrario, vogliamo che le regioni di tutta Europa si concentrino sui propri punti di forza. Ci preme che gli investimenti Ue siano usati nel modo migliore per creare posti di lavoro duraturi e promuovere la crescita della Sicilia”. “Naturalmente c’è anche posto e necessità di progetti infrastrutturali. Ma quello che ci interessa è che nella riprogrammazione degli investimenti Ue, si ottenga il giusto mix di politiche. Per questo consideriamo, per esempio, che il sostegno alle energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la promozione dell’ambiente, la ricerca e lo sviluppo, siano strategie che dovrebbe aiutare regioni come la Sicilia a sviluppare il proprio potenziale di crescita per diventare più competitiva”. “La definizione delle strategie e dei programmi si basa sulla collaborazione tra le autorità nazionali, regionali e la Commissione europea. Il lavoro di selezione dei singoli progetti spetta alle autorità siciliane. Ma la strategia globale e la selezione delle principali aree di investimento è al centro di un dialogo, e di scambio tra i partner. Non abbiamo alcun dubbio – conclude Wheeler – che potremo continuare le discussioni in corso con questo spirito di collaborazione in maniera che i fondi comunitari siano spesi nel modo più efficace per la Sicilia. Condividiamo gli stessi obiettivi, per migliorare la vita delle persone, dare loro la speranza nel futuro e per creare posti di lavoro”.
Crocetta pur condividendo gli obiettivi attuali dell'Unione Europea (energie rinnovabili, efficienza rinnovanili, promozione dell'ambiente, ricerca e sviluppo) vorrebbe che gli finanziassero alcuni investimenti su gomma (autostrade) e pertanto non fa mancare le accuse di burocraticismo.
La verità più vera è che Crocetta vorrebbe che fossero finanziate opere e servizi degli anni scorsi, curate dai passati governi, che portano più il segno dello sperpero (p.e. comparto Formazione) che dello sviluppo.
Per coprire i buchi, adesso, serve quasi un miliardo di euro.
In dettaglio la questione è spiegata dal Giornale di Sicilia:
Si profila un altro buco da 800 milioni nelle casse regionali, infatti fra gli anni 2002 e 2006 sono stati finanziati progetti che l’Europa ora non vuole rimborsare» e Rosario Crocetta solleva il caso delle rendicontazioni irregolari per i contributi della vecchia Agenda 2000.
Il riferimento è a circa 340 milioni di progetti portati avanti dagli assessorati al Lavoro e alla Formazione con il Fondo sociale europeo, ma nel mirino ci sarebbero anche corsi fantasma e cantieri per precari.

Altri 500 milioni di spese che Bruxelles non vuole riconoscere riguardarebbero i piani per agricoltura, pesca e infrastrutture. Il problema - ha detto Crocetta - è che per evitare di perdere somme non spese, i precedenti governi hanno dirottato verso i fondi europei progetti che dovevano essere pagati direttamente dalla Regione sgravando così il bilancio siciliano e che Bruxelles ora contesta. «Se queste somme non verranno riconosciute - ha detto Crocetta - dovremo impiegare fondi regionali per coprire il buco. Noi stiamo avviando tagli per un miliardo sul nostro bilancio che così, quasi per intero, verrebbero invece assorbiti dal nuovo buco».
 

mercoledì 30 gennaio 2013

Equilibrio finanziario, residui attivi ed entrate nel Comune di Contessa Entellina

Il Comune di Contessa Entellina ha perso la pazienza ! Roba da non crederci !
Stando a quanto è dato leggere in una determinazione assunta nei giorni scorsi dagli uffici amministrativi e resa pubblica adesso, ci sarebbero -nel nostro paesino- utenti dell’acquedotto comunale che sin dal 2002 non pagano il relativo canone.
L’Ente -adesso-, dopo avere per lungo tempo atteso che il relativo credito venisse inizialmente incamerato con la cosiddetta Riscossione Spontanea (la spontanea tendenza al pagamento da parte dei cittadini ed utenti) e dopo avere constatato che l’incasso non è purtroppo nemmeno avvenuto con la Riscossione sollecitata (quella riscossione connessa all’attività di accertamento finalizzata a contrastare l’evasione e la morosità della riscossione spontanea) ha deciso di passare alla Riscossione coattiva (iscrizione a ruolo coattivo che si attiva necessariamente mediante agente di riscossione: Equitalia).
Però !
Dal 2002 al 2013 sono passati 11 anni ed è spontaneo pensare che nel nostro Comune i soldi non servono, ovvero, che nel nostro Comune a non servire sono gli assessori alle finanze, quei signori interessati alla loro "pensioncina".
 
Complessivamente il Comune con la riscossione coattiva si propone adesso di ricavare, per tutti questi anni, €. 43.000,oo, di cui €, 9.000,oo per interessi e sanzioni a carico degli utenti morosi.

Contessa E., elezioni politiche del 24 febbraio ed emigrazione

Contessa Entellina, piccolo centro di Sicilia, conta meno di 1.900 abitanti però nelle liste elettorali gli iscritti sono oltre 2100.
L'apparente incongruenza è tutta conseguenza dell'emigrazione, fenomeno che dalla fine del Settecento caratterizza questo centro abitato.
 
I contessioti iscritti all'Aire (Anagrafe Italiani residenti all'Estero) e che pertanto voteranno in Germania, Svizzera, etc sono esattamente 576. In gran parte sono emigrati degli anni sessanta del secolo scorso e loro figli nati colà, ma non mancano fra essi le leve recenti di nuova emigrazione.
E comunque costoro non costituiscono la totalità degli emigrati e loro discendenti, infatti la maggior parte di essi non si preoccupa di mantenere regolari contatti con le sedi consolari italiane, avendo ormai deciso di recidere i legami con il paese di provenienza. Eloquente è il numero di iscritti (12.000) all'Associazione Contessa Entellina di New Orleans.
Questo territorio, il nostro territorio, non ha mai, nella sua lunga storia, infatti dato di che vivere a tutti i suoi figli.
 
I votanti locali -iscritti nei due seggi elettorali- sono 1550, distinti in 745 maschi e 805 femmine.

Assemblea Regionale Siciliana. Commemorazione delle vittime della Shoah

PRESIDENTE ARDIZZONE: Onorevoli colleghi, prima di proseguire oltre nell’ordine del giorno, permettetemi di volgere il pensiero alle vittime della Shoah.
Due giorni fa si è celebrata la giornata della memoria, in ricordo delle vittime della Shoah..Trovo doveroso soffermare la nostra attenzione sul ricordo di quell’immane tragedia ma, ancora di più, rivolgermi da questo scranno prestigioso ai nostri giovani, alle ragazze ed ai ragazzi della nostra regione.
Anche la Sicilia pagò il suo caro prezzo ed è per questa ragione che il nostro imperativo, oggi, a decenni di distanza, è quello di non minimizzare quanto accaduto, di coltivare con costanza la memoria dell’olocausto per preservarla dalla violenza di chi nega, o peggio ancora, minimizza la portata di quei tragici eventi. La Sicilia è sempre stata terra di incontro e fusione feconda tra le diverse culture, terra di scambio e di dialogo, ed è studiando e dialogando che si spuntano le armi dei rigurgiti antisemiti.
Conoscendo la storia si sconfiggono i vecchi e nuovi estremismi e non posso non rifarmi con gratitudine al pensiero del Presidente della Repubblica che proprio oggi ci ha fatto arrivare alto e chiaro il suo monito.
Non possiamo lasciare spazio all’oblio o campo aperto all’odio e al razzismo, purtroppo nella nostra società non mancano né i segnali, né gli episodi inquietanti.
Per questa ragione la guardia della politica deve restare sempre alta. Vorrei chiudere questa mia brevissima riflessione con una citazione di Elie Wiesel che spero ci spronerà ancora di più nel nostro sforzo di politici del dialogo.
Prendi posizione - diceva Wiesel - la neutralità favorisce sempre l’oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato.
”.
Vi invito ad osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento nel ricordo delle vittime della Shoah.

Cose da conoscere ..

Secondo l’Istat.
Campanile Chiesa della Martorana
Palermo
Nel 2011 il PIL (Prodotto interno lordo), ossia la ricchezza prodotta in Sicilia, è stato di circa 76,4 mld pari al 5,3%, di quello italiano.

Ogni punto di Pil in più rispetto a quello nazionale, corrisponde a circa 15 miliardi.
Ogni miliardo di Pil prodotto genera 8 mila posti di lavoro. Ergo ogni punto di PIL in Sicilia aumenta i posti di lavoro di 120 mila unità. E si tratta di occasioni vere di lavoro (dipendente e autonomo), non di finto lavoro nella Pubblica Amministrazione.

Hanno detto ....


ANNA FINOCCHIARO, deputata Pd
Dibattendo a Porta a Porta: Qua stiamo parlando di parlamentari della Repubblica, non stiamo parlando di bidelle.
MARIO ADINOLFI, deputato Pd trasmigrato nella lista del premier Monti
Unite la vicenda Monte Paschi a quel "stiamo parlando di deputate, mica di bidelle" e saprete più o meno tutto della crisi della sinistra italica.

MASSIMO D’ALEMA, uomo che viene da lontano e che va lontano
Non mi candido al governo, ma se vogliono conoscono il mio indirizzo.
ALESSANDRA MUSSOLINI, nipote del Duce e deputata PDL
“Sei una testa di c…”, rivolta al  giornalista Scanzi del Fatto Quotidiano che aveva dichiarato di non portare “rispetto per suo nonno”,

ANTONIO INGROIA, magistrato passato alla politica
 "E’ anche vero che è già successo ad altri e più autorevoli magistrati come Falcone: quando iniziò un’attività di collaborazione con la politica venne criticato soprattutto dai colleghi”, ma subito è intervenuta
ILDA BOCASSINO, magistrato
“Come ha potuto Antonio Ingroia paragonare la sua figura a quella di Falcone? La sua è una piccola figura rispetto a quella del magistrato”.

ROBERTO SAVIANO, scrittore
Giovanni Falcone non fece mai politica.
Ilda Bocassini a La7 ristabilisce la verita'.

martedì 29 gennaio 2013

Monte Paschi. Per il ministro del Tesoro Bankitalia ha assolto al dovere di vigilare. Figuriamoci cosa sarebbe successo se non l'avesse fatto

L'Italia dell'ipocrisia. La nave di Schettino affonda, ma lui è tranquillo
Il ministro dell'economia Grilli, riferendo alle commissioni finanza riunite di Camera e Senato, ha sostenuto che i 3,9 miliardi di Monti bond liberati dal governo per il Monte dei Paschi non si configurano come «un salvataggio di una banca insolvente, ma come un rafforzamento del capitale» e che la banca è solida, tanto che è «indispensabile non insinuare dubbi sulla solidità del sistema bancario italiano» a seguito dello scandalo derivati esploso a Siena.
Grilli parla dopo che si è svolta una riunione del Comitato di stabilità finanziaria (di cui fanno parte gli stessi protagonisti e cioè il ministro Grilli, il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, e il presidente dell'Ivass - la neo autorità di vigilanza delle assicurazioni - Fabrizio Saccomanni) che ha ribadito a sua volta il fatto che l'istituto nell'occhio del ciclone «ha una situazione patrimoniale complessiva solida» e «le tensioni che lo hanno riguardato non producono effetti sul sistema bancario nel suo complesso».
L'aiuto finanziario a Mps, insomma, «non è dunque a favore dei manager o degli azionisti, ma dei risparmiatori della banca»; si tratta di «un prestito ad un tasso di interesse del 9% e non a fondo perduto». Per la banca, una volta che avrà richiesto ufficialmente il prestito, ci saranno condizioni «pesanti e con onerosità crescente per incentivare il rimborso nel più breve tempo possibile», che includono anche «limiti alle strategie commerciali e acquisizione di partecipazioni». E' previsto inoltre il divieto di «distribuire dividendi, e vincoli a remunerazioni».
E' il concetto ripetuto più volte da Monti.
Sono in pochi però quelli disposti a scommettere che Monte dei Paschi sarà in grado di ripagare il debito con lo Stato (il calcolo parla di 400 milioni l'anno di soli interessi). Non sono all'orizzonte nuovi ingressi nel capitale; tanto meno la banca è in grado, per i prossimi due/tre anni di generare profitti. Dunque sarà quasi impossibile che Mps possa restituire al Tesoro il prestito ad un tasso del 9%.
Se non nella forma, nella sostanza questo prestito è un salvataggio; è una «nazionalizzazione di risulta», come la chiama, sottovoce, Monti. Cioè se dopo i tagli ai costi, la riduzione delle filiali, l'accordo con i sindacati la banca non sarà in grado di farcela da sola, i bond saranno convertiti in azioni facendo diventare il Tesoro il primo azionista, giusto per il tempo necessario a rivenderla al miglior offerente.

E i guardiani? Grilli non ha dubbi, la difesa di Draghi è a oltranza. «Anche grazie alle informazioni fornitemi dal Governatore, a mio parere l'azione di vigilanza è stata continua, attenta, appropriata e via via si è intensificata negli anni: è iniziata nel 2010 con il governatore Draghi e proseguita poi nel 2012 e nel 2013 con il governatore Visco».
Nella vicenda Mps, è la versione di Grilli, «vanno tenute distinte le responsabilità individuali» da quelle della banca. Ripercorrendo poi l'attività svolta dagli uomini di Bankitalia negli anni passati, Grilli ha precisato che sono stati bloccati «comportamenti anomali a elevata rischiosità. Nel complesso - ha detto il ministro - Monte Paschi è stata sottoposta a un'intensa attività di vigilanza», che ha indotto «la banca a rafforzare i presidi organizzativi di controllo».
Leggendo in Commissione la relazione di vigilanza, Grilli ha detto che Bankitalia ha avviato una procedura sanzionatoria nei confronti degli ex vertici, sulla scia dell'ispezione del 2011, conclusa il 9 marzo 2012, quando furono riscontrate «gravi carenze nei controlli interni».
Due anni fa, cioè, non erano state superate le «tensioni sulla situazione di liquidità e un'elevata esposizione ai rischi di tasso» già segnalate l'anno prima.

Chiesa della Martorana. Le foto di Teodoro Schirò dopo l'avvenuto restauro

Chiesa di SS. Maria dell'Ammiraglio
Parrocchia di S. Nicolò dei Greci
P.zza Bellini - Palermo
 
 
 
 
 



 
 
 



Cose da conoscere ...

La Regione Sicilia ha debiti per 5,3 miliardi di euro.
I Comuni dell'isola sono indebitati per 6,5 miliardi di euro.
Le Province Regionali Siciliane hanno debiti per 1 miliardi di euro.
Gli enti regionali: Istituti Case Popolari, Consorzi di Bonifica, Asi sono indebitati per 1 miliardo di euro. 
Le Aziende Sanitarie provinciali, modestamente, sono indebitate per 2,5 miliardi di euro.

Il Financial Time su Monte Paschi: Bankitalia sapeva

NEL PAESE DEI POLITICANTI-LADRI
 
Lo scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena si guadagna oggi la prima pagina dell'edizione europea del Financial Times. Oltre a ripercorrere i fatti degli ultimi giorni - dalla complessa operazioni sui derivati fino ai Monti Bond concessi dal governo uscente - il giornale si chiede
I vertici che hanno negoziato queste operazioni - la maggior parte dei quali ora ha lasciato l'istituto - sono indagati. Sono accusati di aver nascosto informazioni ai controllori e ai revisori dei conti. Trattandosi di un reato, se le accuse dovessero rivelarsi fondate, i manager dovrebbero essere puniti.
Ma ci sono alcuni interrogativi anche sulle autorità di controllo e vigilanza. La Banca d'Italia sapeva dei due derivati fin dal 2010, dovrebbe rispondere pubblicamente delle azioni che ha o avrebbe messo in campo una volta emerse queste operazioni sospette.
Non solo, il Financial Times punta anche il dito sul complesso sistema di controllo degli istituti o sul ruolo attribuito alle fondazioni dalla Legge Amato.
Questo assetto bizantino - che si ritrova anche in molte altre banche - porta i manager a privilegiare gli interessi dei politici che li sostengono invece che gestire la banca nel modo più efficiente. Il prossimo governo deve valutare la possibilità di rimuovere questo collegamento.

Hanno detto ....

GIOVANNI PITRUZZELLA, presidente Antitrust
Va detto che la Banca d’Italia ha sempre operato in modo assai efficiente come riconosciuto a livello internazionale; pero’ certamente tanto va fatto ancora per rendere il settore bancario piu’ concorrenziale e trasparente’.
PIER LUIGI BERSANI, segretario nazionale Pd
Compito del governo è orientare il cambiamento, dire dove si deve andare, trovando un terreno dove tutti si possano ritrovare .
MARIASTELLA GELMINI, già ministro pubblica istruzione pdl
Noi (Centrodestra) al 32,4% la sinistra al 35%;  occhio! Due punti e sei ed è fatta!
LUCA BIANCHI, assessore economia regione Sicilia
Serve una politica nazionale più favorevole al Mezzogiorno. E’ scomparso dai programmi elettorali di moltissimi partiti.

GIORGIO BENVENUTO, già segretario generale UIL
Monti continua a promettere diminuzioni di tasse. Parla di sogni. Viviamo però di incubi. A giugno aumenterà di un altro punto l'iva.

FRANCESCO BOCCIA, deputato Pd
La vicenda Mps non è solo fondazioni ma anche gestione atipica della finanza. La riforma delle Fondazioni va completata, è necessario fissare un tetto oltre il quale la fondazione non deve andare nel controllo azionario di una banca.
Il primo prestito (al Monte Paschi) sono stati i Tremonti Bond del 2009, 1,9 miliardi concessi parallelamente ad altri bond sottoscritti dalla Banca popolare di Milano e Verona per altri 500 milioni a testa. Servivano a costruire un ponte verso il risanamento di banche che si erano esposte per operazioni non molto oculate.
È evidente che i Tremonti-bond sono serviti solo come ossigeno e le riorganizzazioni non sono state fatte. Oggi 3,9 servono a rinnovare i Tremonti bond che scadono a luglio.
Per l'esponente Pd, "la richiesta del Monte Paschi deve essere accompagnata al rigore molto forte. Nel tempo un ingresso dello Stato nel capitale della banca non è escluso. È nei patti, se la banca non sarà in grado di restituire il prestito, questo si trasformerà in azioni.

Gesip. Punto e a capo: sono finiti i soldi della cassa integrazione in deroga

Un centinaio di operai della Gesip sta manifestato a Palermo.
I lavoratori sono divisi in diversi gruppi e hanno bloccato il traffico nella zona di corso Vittorio Emanuele, con cortei lungo il Cassaro dalla Cattedrale, in via Roma, ai Quattro Canti e in via Crispi.

Il dovere della memoria

Il dovere della memoria, lo ricordava due giorni fà il titolo di apertura di un quotidiano.
Ai nostri giorni la Chiesa cattolica e il popolo ebraico sperimentano un avvicinamento e una comprensione impensabili appena qualche decennio fa.
Il 27 gennaio,  nei paesi Occidentali si ricorda lo sterminio sistematico che il Nazismo (ed anche il Fascismo) sin dagli anni trenta del Novecento ha intrapreso ai danni del popolo ebraico.
Il riepilogo di quella inaudita violenza, a fine guerra, è stato condensato nell’avvenuto assassinio di sei milioni di persone.
^^^^
Il Blog, volendo restare fedele alla sua missione di aderenza alla storia locale, vuole ricordare un avvenimento non dissimile da quello nazista di persecuzione ai danni del popolo ebraico: l’espulsione degli Ebrei dalla Sicilia nel 1492, proprio nel periodo in cui  nell’isola si stabilizzavano le comunità arbëreshë.
Sul finire del Quattrocento la Sicilia è un regno, una articolazione, uno dei tanti domini aragonesi in Europa. Nel 1492 in Sicilia, come nel resto dei domini aragonesi si festeggia la presa di Granada, l’ultimo caposaldo mussulmano in terra iberica. A Palermo, a Catania e nei grossi centri si svolgono processioni, le strade sono addobbate, e musiche e canti si elevano in segno di giubilo per la liberazione di Granata.
In questo contesto festivo arriva dalla Spagna l’ordine di procedere all’espulsione degli ebrei che non accetteranno di convertirsi al cattolicesimo.
La comunità ebraica era insediata in Sicilia da oltre mille anni e faceva parte dell’assetto sociale ed economico dell’isola. Certo la convivenza con la comunità cristiana avveniva su basi di minorità (gli ebrei erano tenuti a pagare la tassa detta gizia, avevano l’obbligo di portare come contrassegno  la ‘rotella’, nei loro confronti vigeva l’inibizione ad esercitare certe professioni  nei confronti dei cristiani), ma essi erano conterranei al pari dei cristiani. Essi erano attivi nel commercio, nell’artigianato, nella finanza, nella professione medica  e godeva di una sorta di autogoverno comunitario.
Certo, quelli erano tempi di fanatismo cattolico e spesso essi subivano gli effetti dell’intolleranza indotta periodicamente dalle predicazioni quaresimali e pasquali in quel modello di società ancora sostanzialmente violenta. Mai però era esistita una persecuzione vera e propria promossa dalle Autorità.
Generalmente gli ebrei nelle città abitavano in quartieri tutti loro, le giudecche, con uno stato giuridico particolare che inibiva loro la proprietà di immobili, di schiavi cristiani e il divieto di esercitare pubblici uffici o curare i cristiani.
Il loro autogoverno prevede un consiglio di dodici notabili coadiuvati da contabili, auditori, esattori etc. mentre l’autorità rabbinica centrale è rappresentata dal dienchelele.
Il decreto di espulsione giunse in Sicilia inaspettato e fu diffuso in tutte le 57 comunità locali in cui gli ebrei erano insediati. Da un giorno all’altro migliaia di persone furono poste davanti all’alternativa di abbandonare la terra dei loro padri che da oltre un millennio erano vissuti nell’isola oppure di rinunciare al credo trasmesso e custodito da sempre.
All’inizio i baroni e le autorità dell’isola mostrarono solidarietà agli ebrei ma non poterono far nulla rispetto alla disposizione emessa da Isabella e Ferdinando d’Aragona.
In breve iniziarono i sequestri dei beni e l’accompagnamento degli ebrei nei porti di imbarco verso terre mai immaginate.
Furono periodi e circostanze di umiliazione e di depradazione da parte di tutti coloro che in quella drammatica situazione si ritennero autorizzati ad inferire su un popolo abbandonato al suo destino.
Pochi furono gli ebrei che accettarono, o finsero di accettare, la conversione e quei pochi non furono mai sottratti all’occhiuta vigilanza dell’Inquisizione.
Tutte le giudecche di Sicilia si spopolarono, vennero meno tante attività economiche e fu un danno immenso per l’isola che invece necessitava  di uomini e di energie.

sabato 26 gennaio 2013

Hanno detto ....

ENZO MATTINA, già  segretario confederale Uil
Mussari ex Presidente e Vigni ex Direttore Generale di Monte dei Paschi ricevevano 714.500,oo euro e 1,4 milioni euro al  mese. Vigni ha avuto anche un'indennità di € 4.000.000,oo. Il sequestro dei loro furti preceda il salvataggio.
ROBERTO SAVIANO, scrittore
Le banche in Italia hanno avuto possibilità di agire senza regole e veri controlli. Ora rispondano di riciclaggio e tangenti.
ENRICO ZANETTI, responsabile fisco di Italia Futura
Alfano: "Senza Berlusconi il PDL non è". Orgoglioso di non contare nulla al punto da compiacersene. Bestiale !

Monte Paschi. I giornali descrivono gli elementi che inducono a pensare alla maxi-tangente per ladri-politicanti

La procura di Siena lavora da qualche tempo su una ipotesi di lavoro che ieri e' stata diffusa  dal Giornale e oggi e'  stata ulteriormente approfondita da Repubblica e Corriere della Sera.
Qualche anno fa', quando Monte dei Paschi di Siena acquisto' dalla spagnola Santander la banca Antonveneta 2 miliardi del prezzo pattuito siano stati “parcheggiati” a Londra in attesa di farli rientrare in Italia. E poi, prosegue Repubblica, sarebbero stati dirottati a politici e manager.
Riferisce Repubblica che i 9 miliardi del prezzo pattuito per comprare Antonveneta dal gruppo bancario Santander “vennero versati in due tranche e su due conti distinti: 7 miliardi direttamente agli spagnoli di Santander, e gli altri due su un conto, sempre nella disponibilità di Santander, ma presso una banca londinese”.
Secondo Repubblica, la Procura della Repubblica di Siena  ha ipotizzato che quei due miliardi potessero essere una tangente. Il perché è semplice: Santander sarebbe stata disposta a vendere Antonveneta per 7 miliardi. Dunque, perché sborsarne 9?
E perché con questa modalità di pagamento?
A rafforzare l’ipotesi si aggiunge l'articolo del Corriere della Sera.  Secondo quanto scrive il Corriere, l’ipotesi degli investigatori è che alcuni manager del Monte dei Paschi abbiano ricevuto premi in denaro per aver ben condotto l’operazione.
Per il Corriere della Sera “l’ipotesi di reato è appropriazione indebita e falso in bilancio” e  spiega che l’interesse giudiziario va anche aldilà di Siena: “Anche la procura di Milano si era interessata a Mps, aprendo autonomamente un fascicolo su Alexandria affidato al pm Giordano Baggio per appropriazione indebita e truffa da parte di alcuni funzionari della banca.” 
L’ipotesi, continua l’articolo, “è che vi siano state retrocessioni, ovvero presunti premi in denaro a manager Mps per aver realizzato l’operazione”. L'ipotesi investigativa si chiude col rientro della maxi tangente in Italia grazie allo scudo fiscale varato da Giulio Tremonti quando furono graziati, sul piano tributario, i capitali italiani illegalmente ospitati all'estero.
Sembra la traccia di un giallo; ma conoscendo i politicanti italiani ...

Rosario Crocetta. La Regione è cambiata, non è più quella di prima.

Rosario Crocetta, il governatore della Sicili, vuole dare la sensazione di non ritrovarsi in primavera senza avere completato le "pulizie" all'interno dell'apparato organizzativo della Regione.
Dopo l'intervento di qualche giorno fa all'Assessorato Formazione e Pubblica Istruzione, che ha coinvolto 60 persone, 7 dirigenti e 53 funzionari, ieri è stata la volta dell'assessorato Territorio e ambiente. Un maxi trasferimento che avrebbe avuto come causa scatenante i ritardi nell'approvazione delle pratiche Vas (valutazione ambientale strategica) – Via (valutazione impatto ambientale), ovvero quei processi di valutazione preventiva e sistematica degli effetti sull’ambiente che possono derivare da attività di trasformazione del territorio.
Il trasferimento di ieri ha riguardato il 30% del personale dell’assessorato Territorio e Ambiente (7 dirigenti e 80 funzionari).
Nel mirino di Crocetta le autorizzazioni Via-Vas inevase. “C'e gente che sta in quei posti da decenni, hanno fatto le radici eppure abbiamo scoperto che ci sono 3 mila autorizzazioni Via-Vas”.
Il governatore ha spiegato che “per il mal funzionamento dell'amministrazione, nessuno li criminalizza, andranno a svolgere altri compiti: avevamo chiesto agli uffici l'elenco delle pratiche ferme, il metodo d'esame dei pareri. ma nessuno ha risposto”.
Si tratta soltanto di un primo passo, perché nel mirino ci sono tutti gli uffici dell'assessorato. “La rotazione è prevista anche dalla legge sulla trasparenza – ha spiegato Crocetta - e non si è mai fatta. La Regione è cambiata, non è più quella di prima”.

Palermo. Affonda nei rifiuti

Oggi cade l'innaugurazione dell'anno giudiziario nelle Corti di Appello e sta venendo fuori l'increscioso stato della Giustizia nel nostro paese, peraltro già trattegiato ieri dal Primo Presidente della Corte di Cassazione.
Stamattina a Palermo il rappresentante della Procura Generale, Ignazio De Francisci, durante la cerimonia di apertura dell'Anno Giudiziario del Distretto di Palermo ha voluto, fra l'altro, denunciato con forza le disfunzioni e l'illiceità nella
gestione dell'AMIA, l'azienda di raccolta rifiuti cittadina,  negli ultimi anni e ancora oggi.

Il Sindaco Orlando è subito intervenuto con una dichiarazione: "L'attuale disastrosa condizione chiama in causa anche la responsabilità degli Amministratori straordinari nominati dal Ministero dello Sviluppo Economico e tutt'ora in carica,  nonostante la  mia forte e circostanziata denuncia invita a con note formali al Ministero fin dal mese di agosto."

"L'Amministrazione comunale - prosegue Orlando - pur non essendo titolare del controllo sull'operato dell'Azienda e non essendo quindi responsabile degli attuali disservizi, chiede scusa a tutti i cittadini per la non adeguatezza dei servizi di igiene ambientale resi dall'AMIA e intende costituirsi parte civile in ogni eventuale procedimento a carico dei responsabili di questa situazione."

"L'Amministrazione comunale si è adoperata e si adopererà per liberare la città e l'AMIA da una cappa soffocante di illegittimità, ruberie e sprechi."

Giorno della Memoria: Nessuno ricorda i soldati italiani deportati in Germania e trattati da "modernin schiavi"

Domani,  27 gennaio,  in tutta Italia si svolgono incontri, e manifestazioni  in ricordo delle vittime del Nazifascismo e delle persone che hanno lottato, anche a costo della vita, contro le barbarie dello sterminio.
A volere questa ricorrenza è stata la legge 20 luglio 2000, istitutiva della “giornata della memoria”:
“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

A subire la deportazione, la prigionia e la morte in Germania nel corso della seconda guerra mondiale non sono stati solamente gli ebrei, che hanno pagato comunque il prezzo più alto alla furia nazista, ma anche centinaia di migliaia di soldati italiani fatti prigionieri nei giorni successivi all’8 settembre 1943, trasportati in carri bestiame in territorio tedesco e trasformati -nei campi di concentramento- in schiavi costretti a lavorare nelle industrie e nei posti di lavoro per far funzionare la macchina da guerra del terzo Raich.
A Contessa sono  ancora in vita alcuni delle decine e decine di concittadini che sono stati deportati nei campi di concentramento tedeschi in quanto militari dell’esercito italiano e che hanno opposto rifiutato alla proposta di  arruolamento nell’esercito di Salò. Nitida è ancora oggi la loro memoria sulle spaventose condizioni sopportate.

La Storia degli Internati Militari Italiani è una vicenda largamente affossata nel corso degli anni del dopo-guerra. E’ una storia dolorosa , piena di ferite fisiche e morali, che è stata subita da 600.000 italiani.

Chi scrive queste righe rievocative, fin da bambino, sulle ginocchia del padre ha potuto conoscere la storia personale di uno di questi internati, il proprio padre, appunto. Quella storia rischia di finire in oblio all’interno di tutta la vicenda più articolata della seconda guerra mondiale.

E’ opportuno ricordare che esistono pesanti e precise responsabilità storiche e morali a fondamento della condizione  in cui si trovarono i soldati italiani dopo la dichiarazione di armistizio del settembre 1943. Senza voler togliere nulla alle responsabilità della Germania Nazista, che trattò i soldati italiani alla stregua di moderni schiavi, dobbiamo tenere sempre presente che in quell’8 settembre il Re savoiardo ed il maresciallo Badoglio –dopo aver lanciato messaggi equivoci ai comandi militari italiani- fuggirono al sicuro e abbandonarono al proprio destino 800.000 soldati italiani, che non ebbero nemmeno il tempo per organizzare una difesa ed in numero di 600.000 caddero nelle successive ventiquattro ore prigionieri delle truppe tedesche. L’esercito italiano si dissolse come neve al sole.

Hitler decise che i soldati italiani finissero nei lager tedeschi con la qualifica di “traditori” e destinati a subire la violenza, il lavoro duro e la privazione. Non furono nemmeno contemplati come prigionieri di guerra e pertanto esclusi da ogni tutela della Convenzione sui diritti dell’uomo.

50.000 soldati internati persero la vita nei lager tedeschi per gli stenti e la fame e fra essi alcuni contessioti.

Domani rievocheremo i 6 milioni di ebrei che non sono mai tornati dai campi di sterminio nazista; oggi abbiamo ritenuto doveroso dedicare un pensiero ai 600 mila militari italiani internati per l’inettitudine della classe politica del tempo, un re ed un primo ministro, che pur di mettersi al sicuro personalmente ha lasciato senza disposizioni 800.000 uomini del fu Esercito Italiano.