Fuori dalle liste per “dare un segnale di rinnovamento”. Anzi no, dentro le liste perché ”non si può tradire la nostra storia per un sondaggio”.
Un vertice durato tutta la notte, quella tra sabato e domenica, non scioglie ancora tutte le riserve sulla composizione delle liste Pdl e sui nomi dei cosiddetti “impresentabili”, da Nicola Cosentino a Marcello Dell’Utri, passando per i vari Alfonso Papa, Mauro Milanese, Amedeo Laboccetta.
E' successo tutto nella serata di sabato a Palazzo Grazioli. Va in scena un vertice che dovrebbe essere decisivo e che invece, stando a quanto raccontano oggi Repubblica e Corriere della Sera, si trasforma in uno scontro. Da un lato c’è Silvio Berlusconi che si presenta con un’idea precisa, e diversa rispetto a quella di qualche giorno fa: tutti fuori, compreso Cosentino (su Dell’Utri il Cavaliere era stato chiaro già durante Italia Domanda). Il perché, spiega Paola di Caro sul Corriere è semplice:
Da giorni oscillava Silvio Berlusconi, come dicono i suoi «con il dolore nel cuore». Ma le ultime ore — la notte tra venerdì e sabato e la mattinata di ieri — sembravano aver portato a una decisione: «Dobbiamo dare un segnale di rinnovamento, gli impresentabili non possono essere candidati».
Fuori tutti, dunque: Dell’Utri, Cosentino, Milanese, Papa, Laboccetta, Landolfi, Nespoli.
I più attaccati, a torto o a ragione quelli con la nomea di «impresentabili».
C’è però un problema.
Problema che si chiama Nicola Cosentino e che deflagra poco dopo le 22 di sabato quando lo stesso Cosentino, avvertito della probabile esclusione, irrompe sulla scena. Qui le ricostruzioni divergono.
Secondo il Corriere della Sera il Senatore, che senza posto in Parlamento finirebbe in carcere, si precipita a palazzo Grazioli e difende la sua causa con Silvio Berlusconi: “Non si può tradire la nostra storia per un sondaggio, io devo essere ricandidato, non c’è alternativa”. Quindi Cosentino e persino Dell’Utri sarebbero stati reinseriti nelle liste.
Parzialmente diversa invece la ricostruzione di Repubblica che parla di uno scontro duro tra Angelino Alfano, che vuole le liste “pulite” e Denis Verdini che difende la posizione di Cosentino.
La sola certezza, insomma, è l’incertezza. Il Pdl ha tempo fino a lunedì sera. Berlusconi ha da una parte i sondaggi, che dicono che senza quei nomi si prendono più voti, dall’altra le amicizie.
Lo scontro, nel Pdl, non è ancora finito.
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