L’esercito francese e' impegnato da alcuni giorni in un intervento militare in Mali teso a bloccare l’avanzata delle milizie islamiste che (ci viene detto) vogliono imporre la sharia in una vasta area dell’Africa occidentale.
Lo stato maggiore della difesa italiana pare debba fornire un contributo logistico alla Francia. Oltre ad assicurare collegamenti aerei e rifornimenti in volo, si ipotizza anche la messa a disposizione di droni e di alcune basi aeree.
Tra gli aeroporti militari, quello di Trapani sembra essere la soluzione più probabile.
In pratica potrebbe essere replicata l’esperienza già vissuta nel 2011, in occasione della missione multinazionale in Libia. Gli altri scali che potrebbero essere utilizzati sono quelli di Gioia del Colle (Bari), Brindisi o Amendola (Foggia).
Da qualche tempo l’attività militare all’interno dell’aerostazione di Birgi si è intensificata.
Tutto ciò, a seguito dell’esplosione del conflitto in Siria, delle nuove tensioni interne in Libia e nel Corno d’Africa che hanno comportato l’intensificazione delle missioni e dei raid di velivoli a guida remota da parte dell’US Air Force e dell’US Navy.
Trapani-Birgi potrà operare in pratica 24 ore su 24 nel servizio di sorveglianza dello spazio aereo nazionale e NATO e rispondere prontamente alle “più impegnative attività di mantenimento della sicurezza nel bacino del Mediterraneo”.
La guerra in Libia ha comportato per un lungo periodo lo stop del traffico aereo civile con effetti devastanti sull’economia e l’occupazione di parte della Sicilia occidentale.
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