StatCounter

martedì 31 ottobre 2017

Mamma Regione. Riflessione sulla classe dirigente di una regione saccheggiata.

Giudizio di un imprenditore
La Sicilia non offre futuro ai giovani. Nell'ultimo anno sono andati via in undicimila ed hanno contribuito a gonfiare l'AIRE, l'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, che conta adesso più di 700mila iscritti.
In Sicilia tutto invoglia la gente a "fare valigia" e partire: politicanti arruffoni di destra, di centro e di sinistra hanno devastato la "formazione professonale", la "scuola", la "burocrazia mastodontica, inefficiente e parassitaria" ed hanno resa vana ogni politica degna sull'occupazione e sul lavoro.

E' incredibile che gli stessi politici, e gli stessi partiti, responsabile del disastro  si ripresentano in questi giorni per essere riconfermati alla conduzione dell'isola, per il rinnovo dell'Ars. 

744mila siciliani iscritti all'Aire costituiscono il 15% della popolazione residente. Nell'agrigentino ci sono comuni in cui il 45% della popolazione è iscritta all'AIRE:
-Licata su 16mila residenti, il 45% è iscritta al'Aire;
-Palma Montechiaro su 11mila residenti, il 48% è iscritta all'Aire;
-Favara su 10mila abitanti residenti, il 31% è iscritto all'Aire.

Gli storici che si occupano della Sicilia, compattamente, evidenziano la paradossalità: l'isola è ricca di risorse da esportare perché apprezzate ovunque e però non riesce ad esportare nient'altro che manodopera; grazie alla classe politica più inconcludente del continente.

Molti media, soprattutto esteri,  sottolineano come la classe politica sia tanto inetta da non individuare i fenomeni che stanno alla base del mancato decollo.

Nessun politico -infatti- si sofferma su queste sfaccettature:
--La Sicilia è la regione con la più alta dispersione scolastica (tasso di dispersione 24%),
--Possiede la percentuale di tempo pieno più basso nella scuola (8% contro il 31% della media nazionale),
--In Sicilia meno di un ragazzo quindicenne su tre raggiunge un livello discreto di conoscenze matematiche, e quasi identico è il livello di capacità di "lettura".    
-- Il sistema della "formazione professionale", che funziona coi finanziamenti comunitari, non è mai decollato come dovrebbe perchè il denaro è finito nelle tasche dei politicanti appartenenti alla Destra, al Centro e alla Sinistra. 

Eppure i politicanti si ripresentano ed osano sollecitare -per la consultazione del 5 novembre- la fiducia della gente. 

Elezioni Siciliane. Micari contesta il M5S


"Cancelleri cacci l'assessore hater che vuole bruciare vivo Ettore Rosato. Chi odia è impresentabile tanto quanto chi ruba". Lo scrive su Twitter il candidato presidente della Regione siciliana del centrosinistra Fabrizio Micari a proposito del tweet del futuro assessore del M5S, Angelo Parisi, indicato nella squadra di governo da Giancarlo Cancelleri, che ha scritto: ''Rosato facciamo un patto, se questa legge sarà cassata dalla Consulta, noi ti bruceremo vivo, ok?".
    ''Posso capire che Cancelleri non sapesse di avere a che fare con un odiatore di professione - aggiunge - ma adesso che lo sa lo deve cacciare".

Sanità in Sicilia. Molti preferiscono farsi curare altrove

I pazienti siciliani non si fidano della sanità dell'isola. Sui 777.739 siciliani che hanno avuto necessità di affidarsi al sistema sanitario poco meno di 63mila hanno preferito rivolgersi alle cure dei sistemi sanitari di altre regioni.

Sono quasi duecentomila gli italiani di altre regioni che prediligono il sistema sanitario lombardo. Altra regione d'eccellenza in materia sanitaria è l'Emilia Romagna che accoglie 130mila pazienti provenienti da altre regioni italiane, di cui 8.3630 sono i siciliani.    

Il sistema sanitario siciliano oltre che far espatriare i residenti nell'isola riesce ad attrarre poco più di 10mila malati provenienti da altre regioni. 

lunedì 30 ottobre 2017

Economia. Nel mondo globalizzato ... ... la democrazia

Liberismo. Cosa è ?

E' il modello di società in cui viviamo, affermatosi in tutto l'Occidente ed anche oltre dopo la presidenza Regan negli Usa e il premierato in Gran Bretagna della Thacher e che col capitalismo globale ha adescato pure i paesi che ancora si dichiarano comunisti, come la Cina. 

Obiettivo dell'economia globale è di massimizzare la ricchezza e il potere delle élite. Grazie alle sofisticate tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni degli ultimi decenni, il capitale finanziario si sposta rapidamente da un punto all'altro del pianeta alla ricerca di nuove e crescenti opportunità dii investimento.
Tutto ciò giustifica la vasta politica di deregolamentazione legislativa portata avanti in tutti i paesi e che coglie l'attenzione dell'uomo comune solamente quando nei posti di lavoro -con i vari job act alla Renzi- vengono meno le tutele degli operai e degli impiegati e si moltiplicano -di contro- per 30, 70, 200 volte le retribuzioni dei dirigenti. 
Il processo dell'economia globale, connessa alle teorie liberiste, ha conseguenze non solamente sul sistema economico ma anche su quello politico. Se fino agli anni '80 del secolo scorso sul piano internazionale i governi europei erano prevalentemente di orientamento laburista/socialdemocratici oggi nessun paese è retto su quelle visioni che privilegiavano il fattore lavoro. 

Il sistema liberista annulla il significato e la grande dignità che nel corso del '900 aveva acquisito il mondo del lavoro e con esso il fronte sindacale, quelle componenti che costituivano la Sinistra politica. La grande turbolenza prodotta dai modelli informatici è all'origine della rapida deregolamentazione e della infinita varietà degli strumenti finanziari. Strumenti finanziari gestiti da grosse banche di investimento, multinazionali e fondi aperti che possono manipolare e trasferire immense masse finanziare da un mercato all'altro senza dover ubbidire a nessun governo.
Si sta assistendo ormai in questi decenni ai governi che si piegano e/o allineano a desiderata dei grandi centri finanziari.

La liberalizzazione, oltre che avere asservito i governi di tutti i paesi, ha escluso ogni dimensione etica dei mercati, compreso e anzi tutto quello del mondo del lavoro. 

Pietro Gullo. Per la dignità dell'uomo

LA POLITICA, n. 10

E' doveroso informare i lettori
che il Sindaco (Sergio Parrino)
non ha accolto finora l'invito del Blog
a spiegare -possibilmente su queste pagine-
le ragioni della mancata erogazione idrica a b.go Pizzillo
da due anni. 



^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

L'omelia di p. Pietro Gullo della XXVII domenica










Elezioni Regionali. Un elettore su quattro non sa nemmeno che il 5 novembre si vota alle regionali (Sole 24Ore)

Dice Andrea Orlando, ministro Pd
«Quale che sia il risultato in Sicilia non ci sarà nessun “golpe” per cambiare il segretario del Pd. Lui ha vinto le primarie, non sarebbe giusto e neppure possibile da statuto. Il punto è dar vita a un nuovo centrosinistra: una linea che al congresso non era quella di Renzi, ma che lui ha detto di voler fare propria». Andrea Orlando, leader della sinistra Pd, parla in una pausa della conferenza programmatica del suo partito a Napoli. «Abbiamo costruito una legge elettorale che prevede le coalizioni. Ora servono azioni concrete da parte nostra. Dalla relazione di Renzi di domani (oggi,ndr) non mi aspetto segnali o generici appelli, ma una road map precisa: come, quando, con chi e su quali contenuti. Abbiamo già perso troppo tempo. Ed è stato un grave errore non cogliere l’invito ad un incontro arrivato nei giorni scorsi da Roberto Speranza, anche soltanto per misurare le distanze». 

Da La Repubblica
Da un lato c’è Fabrizio Micari, che descrive Nello Musumeci come un "dottor Faust che ha venduto l'anima al diavolo pur di candidarsi un'altra volta". Dall’altro c’è Gianfranco Miccichè, che invece difende Forza Italia, che a suo dire "non ha un problema di candidature impresentabili". Al pronti-via dell’ultima settimana di campagna elettorale per le Regionali di domenica si alzano i toni sulle candidature discutibili: per il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione "Musumeci è in enorme difficoltà. Ieri – ha detto a un forum dell’Agenzia Italia – è apparso evidente sulla Rai, da Lucia Annunziata. Si è accollato gli impresentabili pur di provare a farcela. Ieri si è dissociato totalmente dalle sue liste, le ha scaricate. È in grande difficoltà. Ha persino detto di avere saputo degli impresentabili dai giornali... sì, evidentemente dalle pagine di cronaca nera".

Pochi minuti dopo, Miccichè risponde senza battere ciglio. "Anche tra gli alleati – ammette il commissario di Forza Italia in Sicilia – c’è chi si fregia di liste più cristalline. Ma più che di cristallo, parlerei di vetro di bassa qualità. A differenza di altre forze politiche, infatti, abbiamo lavorato selezionando e filtrando tantissime candidature affinché si presentassero liste competitive in tutte le nove province pur mantenendo un alto livello di qualità attraverso nomi che sono garanzia di capacità ed esperienza amministrativa".

Non un cenno a Riccardo Pellegrino, fratello di un imputato per mafia, né a Luigi Genovese, figlio dell’ex sindaco di Messina Francantonio condannato a 11 anni per i corsi d’oro, ma solo a chi ha accuse rivolte direttamente: "Se non hai mai amministrato nulla - continua Miccichè - nessuno potrà mai contestarti un reato amministrativo. Si tratta, peraltro, degli unici reati che vengono contestati a un nostro candidato. Insomma, proporre liste di perfetti sconosciuti, senza alcuna esperienza nell'amministrare qualcosa, non garantisce nulla se non una bassissima qualità dei candidati".

Zef Chiaramonte. 80° anniversario della creazione dell’Eparchia di Piana degli Albanesi

Prof Zef Chiaramonte: 80° anniversario della creazione dell’Eparchia di Piana degli Albanesi,  centro di identità etnica e spirituale. 
^^^^^^^^^^^

L’Eparchia di Piana degli Albanesi, che celebra l’80 anniversario della fondazione, è un centro di forte identità etnica e spirituale. Col Prof. Zef Chiaramonte parliamo del programma previsto per celebrare tale evento e per percorrere le tappe fondamentali del cammino storico degli Arbëreshë di Sicilia-

L’Eparchia di Piana degli Albanesi in Sicilia celebra l’80-mo anniversario della fondazione. 
L’Eparchia, ovvero Diocesi, di Piana degli Albanesi fu fondata con la Bolla “Apostolica Sedes” del 26 ottobre 1937 dal papa Pio XI. 
Tale istituzione ecclesiastica fu creata per i fedeli di tradizione bizantina della Sicilia. 
Con detta Bolla la cittadina di Piana degli Albanesi diventava sede della nuova Eparchia e la chiesa di San Demetrio veniva elevata alla dignità di Cattedrale.  
Questa Eparchia, dopo quella di Lungro in Calabria, costituisce la seconda componente della Chiesa Italo-Albanese e  è  composta dalle cinque cittadine arbëreshe di Sicilia. 
Ricordiamo che queste due Epachie di tradizione bizantina in Italia rappresentano il coronamento di una secolare aspirazione nello sviluppo della presenza storica degli Arbëreshë.       
Giunti in Italia a partire dalla fine del XV secolo, solo nel XVIII  poterono avere dei Vescovi propri, i quali, tuttavia non erano ordinari, non avevano potere di giurisdizione né di direzione della loro vita spirituale, ma si limitavano a ordinare il nuovo clero e a salvaguardare e perpetuare la tradizione culturale ed ecclesiastica arbëreshe.
In seguito, nel 1919, la comunità arbëreshe di Calabria ottiene l’Eparchia con un vescovo ordinario, con sede a Lungro (CS), mentre la comunità di Piana degli Albanesi (PA) ottiene tale diritto nell’anno 1937.
Quando parliamo del mondo arbëresh sotto l’aspetto ecclesiastico, dobbiamo anche ricordare la comunità monastica di Grottaferrata, dove la maggioranza dei monaci è di origine arbëreshe. Tale Monastero è legato alle due Eparchie arbëreshe in quanto tutte e tre queste circoscrizioni ecclesiastiche seguono la liturgia e la tradizione bizantina.

Il riconoscimento canonico degli Arbëreshë da parte della Santa Sede di Roma è l’apprezzamento di una storia semimillenaria dei fratelli Arbëreshë a partire dall’epoca di Giorgio Castriota Scanderbeg, quando, minacciati come popolo e come cristiani dall’occupatore ottomano, sono stati costretti ad abbandonare la Patria.
Da allora ad oggi, la storia degli Arbëreshë si snoda sul suolo italiano, mantenendosi fedele al ricordo dell’antica patria e all’ubbidienza verso la Santa Sede, dando inoltre uno straordinario contributo in campo culturale e patriottico.

Nel 1999 gli Arbëreshë sono stati riconosciuti come Minoranza linguistica dalla Repubblica Italiana, mentre dal punto di vista ecclesiastico, secondo il Prof. Chiaramonte, coltivano l’aspirazione a costituirsi in Metropolia della Chiesa Arbëreshe  d’Italia.
Kisha shqiptare
24/10/2017 11:41
(traduzione italiana dall’originale in lingua albanese)

domenica 29 ottobre 2017

La nuova legge elettorale. Fa vincere il Centro-Destra, ma per raggiungere la maggioranza serve l'intesa col pd


Le forze in Parlamento

Proiezioni in termini di seggi in Parlamento con la nuova legge elettorale (legge peraltro già impugnata dinnanzi la Corte Costituzionale).


Secondo i più recenti sondaggi il Rosatellum assegna 248 seggi al centrodestra178 al M5s162 al centrosinistra (inteso come Pd e Ap), 25 alla Sinistra e i restanti ad altre forze politiche minori.

Nel centrodestra 109 deputati sarebbero eletti con il maggioritario uninominale (cioè i collegi dove chi arriva primo prende tutto), mentre nel proporzionale Forza Italia conquisterebbe 63 eletti, la Lega 59, Fratelli d’Italia 17. I Cinquestelle a Montecitorio raccoglierebbero 71 parlamentari con l’uninominale più altri 107 con i listini del proporzionale. Nel centrosinistra il Pd prenderebbe 100 seggi dal proporzionale, mentre Ap 11; nell’uninominale metterebbero insieme solo 51 deputati. I 25 parlamenti della Sinistra sarebbero tutti dal proporzionale.

Ciò che emerge è -inoltre- che l'intera Italia padana sarebbe dominata dal Centro-Destra, l'intero Sud dal M5S, e il Centro dal Pd. Avremmo 3 Italie con sentimenti differenziati. 

Stili di vita. Come condurre una vita sana

Mi ha sempre incuriosito che fine fanno i fondi stanziati nei bilanci pubblici (soprattutto della Regione Sicilia) finalizzati ad avvicinare i consumatori ai prodotti agricoli che la nostra terra offre. Sfogliando i bilanci di Mamma Regione è facile scoprire che i fondi che dovrebbero diffondere la cultura alimentare sana, la conoscenza della coltivazione e il sapere del mondo agricolo sono tanti e tali che qui, nell'isola, tutti dovremmo o potremmo essere dottori agrari. 

L'attuale governo di Crocetta, tramite i suoi assessori, fino a pochi giorni fa ci ha inondati di decreti e provvedimenti che spargono "mance" ad associazioni e organismi parassitari rivestiti qua e là di parole magiche "sagre", "feste", "eventi". 
Parassitismi e null'altro ! 
Sperperi che fanno impallidire le di gran lunga meglio "impupate" iniziative degli ormai lontani assessori della democrazia cristiana. 
Il denaro pubblico -lo sappiamo- è stato sempre utilizzato come, o peggio, dello sterco a soli fini clientelari. Fino al punto da avere "sagre" del grano con programmi ben stampati e realtà ... che vedono arrivare dall'estero il grano che consumiamo e la nostra produzione "depressa" dai prezzi sotto-costo.
Però finanziamo a favore di clientele politiche "sagre" della vergogna. 

Sarà sempre l'isola degli imbrogli ?

Ci piace immaginare un futuro in cui nelle scuole pubbliche elementari e medie, specialmente nelle aree interne dell'isola e nei paesi prettamente agricoli, sia insegnata una materia per la trasmissione dei saperi (e dei sapori) che dalla terra derivano. L'educazione alimentare -fra gli altri benefici- inevitabilmente conduce all'adozione di stili di vita orientati al rispetto dell'ambiente, e ci fa scoprire l'antica saggezza dei nostri nonni su come si abita sulla terra.
(segue)

Catalogna. Il mondo è piccolo ma tutti cercano contesti ancora più piccoli

La Catalogna è indipendente. Fino a quando dal momento che non si può essere indipendenti se nessuno stato riconosce questo intendimento ?
Al momento indipendenza è. Il Parlamento catalano ha approvato a scrutinio segreto la risoluzione che dichiara l'indipendenza dalla Spagna e la costituzione della Repubblica catalana. 
Queste le reazione di Madrid:
--il premier Rajoy ha annunciato che il governo centrale ha destituito tutti i vertici della Generalitat, a iniziare dal presidente Carles Puigdemont,
--sciolto il Parlamento catalano e deciso di indire nuove elezioni regionali il 21 dicembre. 
La dichiarazione d'indipendenza è passata con 70 voti a favore, dieci contrari e due schede bianche. I deputati indipendentisti hanno salutato il risultato cantando in piedi l'inno Les Segadores; i partiti unionisti avevano lasciato l'aula prima del voto. 
Ue e Stati Uniti hanno espresso il loro sostegno a Madrid. "La Spagna resta il nostro unico interlocutore", è la risposta di Bruxelles. "L'Ue non ha bisogno di altre crepe", ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker. 
La posizione dell'Italia: "L'Italia - ha dichiarato Angelino Alfano - non riconosce e non riconoscerà la dichiarazione di unilaterale di indipendenza".

Elezioni Regionali. Viene da chiedere perché il Pd, artefice del governo quinquennale di Crocetta, resti ancora in gioco: rischia di consegnarci ai populisti

DOMENICA PROSSIMA SI ANDRA' AI SEGGI
Questo Blog non è mai stato populista, presume di non esserlo e comunque non intende esserlo, ma come non 
prendere atto di come il governo attualmente in carica (sia a Roma che a Palermo) abbia ridotto l'isola ?

Quello in carica, sebbene guidato dai post-comunisti in giacca e cravatta, non è stato assolutamente un governo di Sinistra.
Sinistra storicamente e politicamente si intende voler cambiare l'esistente, in direzione di una società più equilibrata socialmente, più giusta, in contrasto con l'egoismo su cui oggi si regge
la società liberista.
Sinistra in ogni angolo del mondo significa Socialismo-democratico, Riformismo graduale e continuo salvaguardando dignità dell'uomo e democrazia del sistema.
Le altre esperienze sono tutte destra, anche se vengono camuffate con centro-sinistra.

Manifestazione del M5S a Catania.
(=Il risultato dell'inconcludenza di 5 anni di governo a guida Pd)

sabato 28 ottobre 2017

Comuni siciliani allo sbando. Chi ha governato finora non si è occupato di nulla, se non di .... scaldare la sedia

Il 2017 si avvia ormai al fine anno, eppure ben 87 comuni ad oggi non dispongono del bilancio di previsione dell'anno corrente. Il che significa che hanno operato, sempre che abbiano operato, alla cieca, senza alcuna programmazione. Un tempo si diceva "sono vissuti alla giornata".
Il termine ultimo per varare il bilancio di previsione era fissato al 31 marzo.

A fronte di questi enti, evidentemente affidati ad amministratori incompetenti e, in ogni caso, non rispettosi delle norme pubbliche c'è stato un governo regionale retto dal Pd che, oltre che inadeguato, si rivela inconcludente ed inaffidabile nel far rispettare le regole predisposte per la trasparenza e il buon uso del denaro pubblico.

Nella Sicilia di Crocetta, ad oggi, esistono ancora 145 comuni che devono presentare i rendiconti dell'anno 2016. Comuni pure essi, in buona misura, retti da amministratori del Pd.

Se questi sono i numeri sui comuni che si fanno un "baffo" delle norme di legge, è evidente che esiste una Regione di inconcludenti che non fa rispettare la legislazione e la serietà istituzionale. 
La situazione è ancora più grave, sotto il profilo della "credibilità" delle istituzioni, se si pensa che da agosto passato la Regione ha nominato una sfilza di commissari (funzionari regionali) che avrebbero dovuto  varare bilanci e consuntivi.
Eppure i dati di fine ottobre sono quelli sopra riportati.

Viene da chiedersi: se una classe dirigente non sa far rispettare le regole che essa si è data e non sa essere c-r-e-d-i-b-i-l-e, con che coraggio affronta le piazze dell'isola per chiedere in campagna elettorale la riconferma di un governo a guida Pd ?   

Cimiteri. La maggioranza parlamentare pur di racimolare soldi scomoda pure i defunti

ADNKRONOS
"Se fosse uno scherzo, sarebbe di cattivo gusto. Purtroppo non lo è: alla vigilia del prossimo 2 novembre, giorno in cui si celebrano i defunti, ci troviamo a dover denunciare l'arrivo di una incredibile 'tassa sui morti'". Sono le parole del presidente nazionale del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongosul disegno di legge Disciplina delle attività funerarie che, proprio in questo giorni, si sta esaminando in Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato. "Si tratta di una proposta che vuole riorganizzare il settore dei funerali, riordinare il sistema cimiteriale e combattere l'evasione fiscale, ma che in sostanza introduce nuovi costi per i cittadini per il funerale e la sepoltura dei propri cari – denuncia Luongo -. La nuova 'tassa' prevede innanzitutto l'applicazione dell'Iva al 10% sui servizi funerari, fino a oggi esenti dall'imposta e persino il pagamento di una sorta di affitto sulla tomba", un contributo annuale che dovrebbe essere pari a 30 euro, destinato a finanziare la vigilanza e il controllo da parte delle aziende locali. Il disegno di legge introduce anche l'obbligo per i Comuni di destinare il 20% della TASI incassata ai cimiteri monumentali affinché possano coprire i loro costi".
Un'altra conseguenza del ddl, aggiunge Luongo, sarà "la riduzione delle agenzie funebri presenti sul territorio in quanto si stabilisce che le imprese che organizzano più di 300 funerali l'anno (fino a 1000) dovranno avere almeno 3 mezzi di proprietà, 6 dipendenti assunti a tempo indeterminato e un direttore tecnico, mentre quelle che organizzano più di 1.000 funerali dovranno possedere 4 carri funebri e avere 12 dipendenti".
Le aziende, ipotizza il presidente del Movimento Difesa del Cittadino, che "non si adegueranno alle nuove norme saranno inesorabilmente costrette a chiudere o a essere assorbite da altre imprese più grandi". "Tutto questo comporterà inevitabilmente un aumento dei costi dei funerali e del mantenimento dei loculi e cappelle in cui sono sepolti i nostri cari estinti – calcola l'associazione -.

Partito democratico. Matteo Renzi non ha remore: un comizio dal pulpito

Matteo Renzi nella basilica (attiva e consacrata) della Santissima Annunziata di Paestum tiene la sua omelia.
Un comizio in chiesa in presenza del governatore pd della Campania De Luca che ha scatenato polemiche al punto che parroco e diocesi hanno preso le distanze, spiegando di non avere mai autorizzato manifestazioni politiche in luoghi
Matteo Renzi predica il suo vangelo (messaggioal popolo
in una lunga 
omelia dal pulpito
della chiesa della Santissima Annunziata
di 
Paestum: “Abbiamo sbloccato
cantieri e procedure, ancora
non è tutto quello che
volevamo fare
”, dice al termine
del comizio.
religiosi, dall'altare.

Matteo, l'uomo senza limiti e confini, a parlato di:
-“masterplan per il Sud”, 
-benedizioni al sindaco di Salerno e al governatore della Campania Vincenzo De Luca. 
-stoccate al M5s “superficiale” e “contro i vaccini”
-crescita dell’aeroporto di Capodichino, 
-investimenti in cultura 
-dati “incredibili” dell’Istat sulla produzione industriale. 

Sfogliando gli annali pare che nè il Fascismo nè la Democrazia Cristiana avevano osato tanto. Matteo è ... ben oltre.

venerdì 27 ottobre 2017

Pietro Gullo. Per la dignità dell'uomo

La Politica n. 9
P. Pietro introduce l'omelia della XXVI-A domenicale ricordando con G. La Pira che nella crocifissione e nella resurrezione del Cristo dovremmo riconoscerci tutti. 
Forse vuole dirci che negli affanni della vita e nei successi di questa, chi più e chi meno, tutti capitiamo, compresi coloro che alla politica dedicano il loro impegno. Se la politica si occupa dell'intera gamma delle attività e della stessa esistenza umana altrettanto fa -infatti- il Vangelo. 

In fondo la Liturgia (che nel rito romano oggi è contratta quasi esclusivamente nella ... messa) nel rito bizantino si propone di scandire le ore, i giorni e i mesi di ogni anno ricordandoci "dove abitiamo" e come e dove ci imbattiamo nel corso della vita, come singoli (persone), come collettività, come Comune, Regione, Stato e pure come Pianeta. 
Padre Pietro dice che il Vangelo, quello che sostanzialmente spiega all'uomo "dove abita", leggendolo bene apre percorsi e prospettive più utili a chi si occupa di "politica" e quindi di uomini, che a chi, magari per abitudine, varca ogni giorno le soglie delle chiese. 
La Liturgia della vita dell'uomo allo stesso modo della vita politica si svolge più all'esterno delle mura delle chiese che al loro interno.

Se politica e religione hanno fini paralleli nessuno dei due può comunque appropriarsi dell'inalienabile dignità della persona umana. Eppure di Erode, per usare i riferimenti usati da p. Pietro, ne troviamo molti, moltissimi nella politica corrotta dei nostri giorni  e pure negli ambienti religiosi insospettabili.

















giovedì 26 ottobre 2017

Davide Faraone. Un referendum sì, ma non per chiedere a Roma maggiori poteri: piuttosto per abolire l'autonomia.

Pensavamo ed abbiamo scritto fosse una "cattiveria"
sostenere che in Sicilia
se fosse messo a "referendum" lo Statuto Specale
ci sarebbe la quasi unanimità dei residenti.

No, pure i politici (di governo) ritengono che
lo "Statuto" è servito per creare inconcludenza
e parassitismo. 

DAVIDE FARAONE, sottosegretario alla Salute
Il Veneto e la Lombardia sono già due Ferrari, non hanno bisogno dell'autonomia. 

La Sicilia, con la sua autonomia, è stata un triciclo. Non è detto che maggiore autonomia corrisponda per forza ad un migliore governo. Nella mia regione, per colpa dello Statuto tutte le riforme nazionali, di destra o di sinistra, o non sono state recepite o sono state applicate con i piedi, se mi passa il termine. Una barzelletta, insomma".

Lei dice: meglio abolirlo, questo Statuto.
"Può stare certo che l'unico referendum che avrebbe successo, nell'isola, sarebbe quello per abolire l'autonomia e il "parlamento siciliano", rigorosamente fra virgolette, con tutte le sue ridicole liturgie. Ed è questo referendum che voglio proporre dopo le elezioni regionali. Non sarà l'unico".

Nell'isola non mancano le risorse, né nazionali, né comunitarie, mancano progetti, idee e dirigenti all'altezza. Detto ciò, credo che l'autonomia alle Regioni non sia affatto un bene per alcuni settori importanti quali la sanità e i beni culturali. Le faccio un esempio: le sembra normale che in Sicilia non si possa nominare un sovrintendente o un direttore di museo con un bando internazionale e che si debba per forza attingere alla platea di dirigenti regionali? E' questa l'autonomia che si vuole?".

"Io credo che senza il paravento dello Statuto molte cose sarebbero state fatte. Forse non avremmo i cumuli di rifiuti lungo le strade, non avremmo un sistema che fa ancora leva sulle discariche ma i termovalorizzatori e una raccolta differenziata diffusa. Fino a quando non è intervenuto il governo nazionale, in Sicilia, si utilizzavano i fondi di sviluppo e coesione non per realizzare strade e reti idriche, ma per coprire i buchi di bilancio. 
E in agricoltura? Gli addetti ci chiedono l'acqua, il ministro Delrio stanzia 180 milioni per le infrastrutture e i capi dei consorzi di bonifica, della Regione "speciale", neppure rispondono. Sono questi i guasti dell'Autonomia. Sono fatti sui quali tutti devono riflettere. Anche al Nord".

La cattiveria (pigiare per leggere)

Elezioni Regionali. Si va scaldando la ricerca dei consensi

Ansa
"Tutti a pietire voti, come se fosse un elemosina: è una logica da bottegai. Chiedete i voti per voi, per ciò che siete e per ciò che sapete fare". 

Così il candidato della Sinistra alla presidenza della Regione siciliana Claudio Fava, nel corso del forum all'ANSA, parlando degli inviti al "voto utile" fatto dai suoi rivali agli elettori.

Claudio Fava
"Mi sembra che Micari e i vari ministri del Pd da due mesi siano a corto di argomenti, quando dicono che non bisogna votare Fava: sono un disco rotto. Dalle indicazioni che ci arrivano non potendo rendere noti sondaggi è che l'unico voto sprecato è quello per Micari", ha sostenuto Fava.

"Spero che la commissione Antimafia produca il lavoro fatto sulle liste, che ritengono importante, prima delle elezioni del 5 novembre". Lo ha affermato Fava in merito alle liste dei cosiddetti "impresentabili" su cui l'Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ha aperto una pratica dopo le audizioni dei prefetti e dei responsabili degli uffici elettorali.

"Girando per la Sicilia alcuni elettori di centrodestra mi dicono che voteranno per me come presidente senza che io faccia appelli o inviti: io non chiedo i voti come fa Musumeci invitando gli elettori di centrosinistra a scegliere lui", ha concluso Fava.

Eparchia. Compie 80 anni


Secondo il calendario liturgico del rito bizantino oggi ricorre la festa di S. Demetrio Megalomartire, in onore del quale è dedicata la Cattedrale di Piana degli Albanesi. 

Il 26 Ottobre di ottanta anni fa con con la  bolla Apostolica Sedes di papa Pio XI veniva eretta l'Eparchia dei cattolici-bizantini d Sicilia e successivamente veniva consacrato Vescovo Mons. Giuseppe Perniciaro, inizialmente quale ausiliario e poi titolare.















mercoledì 25 ottobre 2017

La lettera di Gaspare, un giovane come tanti: "Una laurea in tasca e tanti sogni in un cassetto che non si aprirà mai. Perché pure all'estero il lavoro non si trova"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di
un giovane emigrato in Svizzera

LETTERA DI UN ITALIANO IN SVIZZERA 

Sono un italiano: fin qui, nessuna colpa. 
Appartengono alla “classe 1984”: nemmeno questa una colpa. Una “sfiga” forse si: quella di appartenere ad una generazione di mezzo, quella generazione “Y” nata a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90: né “figli dei fiori” (per lo più “figli di papà” in lotta per superbi ideali, almeno finché non entrati in banca o ottenuto un posto fisso); né figli della globalizzazione (svezzati a pane e smartphone e quanto mai “cittadini del mondo”). Una generazione “ibrida” cresciuta in un mondo jurassico ormai estinto, dopato da un benessere diffuso e indottrinato dal mito della crescita felice. “Studia e farai strada”, dicevano in tanti; “una laurea in Legge è meglio di un’assicurazione sulla vita”, aggiungevano altri. 
Ed eccomi qui, a 33 anni, crocifisso dal mercato del lavoro, con una Laurea (cum Laude) in tasca e tanti sogni in un cassetto che non si aprirà mai… Il miraggio resta sempre lo stesso: né la fama, né il successo, né la ricchezza, nemmeno il famigerato “posto fisso”… Semplicemente un lavoro, un dignitosissimo lavoro, che consenta finalmente di esclamare: “ce l’ho fatta!”. Una doverosa puntualizzazione -per tutti i tastieristi seriali pronti a sparare giudizi come sentenze-: non datemi del “choosy” o “kippers” o “neet”, per favore! In primis, perché odio l’esterofilia imperante: quantomeno usiate un epiteto nostrano (“sfaticato”, “fannullone”…); in secundis, poiché non mi sono di certo adagiato sugli allori. 
La laurea è stata un traguardo raggiunto dopo anni di fuori corso, ma al costo di mantenersi a tutti i costi da solo, alternando lavoretti in nero e tirocini “aggratis” (anzi, a proprie spese): per definire al meglio la mia posizione, conierei il neologismo di “diversamente occupato”! Dimenticavo: oltre ad esser figlio degli anni ’80, sono un figlio del Sud: la medaglia al petto di “sfigato”, dunque, me la sono meritatamente conquistata! 
Cosa vuol dire, per un giovane -non raccomandato e senza un’impresa di famiglia alle spalle- cercare lavoro al Sud? Il più delle volte, un gioco al lotto: con la differenza, in questo caso, di giocare sulla propria pelle! Arrivati al primo bivio della propria vita (i trent’anni), così, è facile voltarsi indietro ed accorgersi di aver sprecato i propri anni migliori tra cumuli di libri e lavoretti eternamente precari, temporanei, a scadenza… Il prezzo necessario da pagare per non essere scavalcati da chi gioca al rialzo nella disperazione! Si superano i trent’anni, poi, e si scopre d’improvviso di esser troppo presto invecchiati per il mondo del lavoro: bonus a go-go per l’assunzione di under-29, con buona pace per chi non è né tanto giovane né tanto vecchio! Allora ci si ributta nuovamente a capofitto negli studi, preparandosi per un concorso pubblico. Peccato che, eliminati tutti quelli per i quali vige il solito dolente limite d’età, di corposi ne restano ben pochi. E quando per mesi ti prepari per uno dei pochi concorsi a cui aspirare (si veda quello per Assistenti Giudiziari), ti ritrovi a tirare le somme con altri 300 mila candidati per poche centinaia di posti! Giunge inesorabile, così, il momento di pensare alla fuga, a scappare all’estero! Quale meta migliore della vicinissima Svizzera (e dell’italianissimo Canton Ticino)? Ripensi ai tanti che ce l’hanno fatta, trovando la loro fortuna tra la Svizzera, il Belgio e la Germania, e molli tutto -gli affetti e le amicizie di una vita- per partire, pronto a sfidare la sorte per un tozzo di pane. Passano i mesi, e ti rendi però conto che il Paradiso non è di questa Terra… Cerchi un lavoro attinente ai tuoi studi? Ben presto ti accorgi che qui la tua laurea è fondamentalmente “carta straccia”! Cerchi un qualsiasi lavoro, pur umilissimo, che ti permetta di vivere dignitosamente? Nella migliore delle ipotesi, qualora non si richieda il Tedesco Madrelingua (un’oscenità per qualsiasi italiano medio!), o uno dei tanti attestati federali immaginabili (anche per un posto di lavapiatti!) o un permesso di soggiorno (un miraggio senza prima un contratto in mano…), ti rispondono: “ma lei è sprecato per questa posizione…”. Col morale a terra, continui ancora a cercare la tua strada, tra cartelloni pubblicitari che raffigurano gli italiani come “ratti” e, un po’ ovunque, giornali che sfoggiano titoli a tutta pagina del tipo “Costretti ad emigrare!” (riferiti, stavolta, ai Ticinesi, a causa dell’immigrazione italiana). Sconfortato, sull’orlo di una crisi di nervi, chiudi gli occhi, e ti accorgi di vivere con un pugno di mosche in mano… ma un tesoro inestimabile attorno: la tua Famiglia, gli affetti più cari, sempre al tuo fianco, comunque pronti a sorreggerti. Ed è in questi momenti che un dilemma, come una preghiera, ti scuote brutalmente la coscienza: si può certamente vivere “per” la Famiglia; ma fin quando si può sopravvivere “di” Famiglia??? 
Gaspare 
(Un italiano in Svizzera)