Perchè e come l'euro ?
Oggi sentiamo parlare tanto di "sovranismo", di "intangibili confini della Patria", di "acque marittime territoriali", di "nazionalismo". Alcuni scrivono pure di stirpe e persino di razza dando -col loro linguaggio- la sensazione di ritrovarci a vivere in altri tempi nonostante gli sforzi che tante forze politiche hanno compiuto per costruire, decennio dopo decennio, una identità europea, senza che mai -comunque- esse intendessero trascurare e/o dimenticare le peculiarità specifiche di ogni territorio e di ogni etnia del vecchio cntinente (peraltro valorizzati più dall'U.E. che dai singoli stati).
Per alcune pagine ci piace scrivere sul Blog sulle ragioni per cui l'U.E. è insoddisfatta, anzi è critica, su come il governo dei due partiiti populisti (oscillanti fra l'incompetenza e la demagogia) tiene i "conti pubblici" del nostro paese.
La materia contabile-gestionale per la conduzione con criteri unici della moneta unica (l'Euro) è stata liberamente sottoscritta alcuni decenni fa dai paesi aderenti in due trattati: Maastricht e Lisbona.
Essendo stati, quei trattati, liberamente sottoscritti, i paesi che si impegnarono sono tenuti a rispettarli; chi non si attiene ad essi deve consapevolmente subirne le conseguenze (=procedura di infrazione). I trattati non prevedono infatti che uno o due super-ministri di uno dei paesi aderenti li possano modificare prescindendo dal consenso di tutti i paesi membri.
Circostanza questa ovvia e di buon senso.
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Un po di Storia
Quarant'anni fa (il 9-Novembre 1989) cade sotto il muro di Berlino, irreversibilmente, l'illusione del comunismo e tutti i governi, sia ad est che all'ovest, si ritrovano a dover dare una soluzione alla questine tedesca. Circolava il timore che una Germania unita e forte potesse perdere interesse per l'unificazione europea; alcuni paesi confinanti addirittura temevano come potenziale minaccia la presenza del gigante/economico, loro vicino.
I paesi già aderenti al mercato unico accellerarono le trattative per dare significato più incisivo all'esistente mercato unico eurpeo: si puntò non solamente all'area economica unica ma pure alla creazione di una moneta unica, proprio -nelle intenzioni- per imbrigliare il gigante tedesco.
Ad avere indviduato e ad avere operato in questa direzione fu sopratutti il presidente francese Mitterand: i paesi europei avrebbero assecondato l'unificazione tedesca in cambio della rinuncia della Germania alla sua solida, anzi, forte moneta: il marco.
Le trattative furono intense e alla fine la Germania acconsentì alla "europeizzazione della sua moneta: il marco". Riuscì comunque a far valere i criteri di rigore di gestione monetaria che avevano ispirato la Repubblica Federale Tedesca:
1) una banca centralizzata indipendente dalla politica (=Bce)
2) orientamento avverso all'inflazione (vizio che, allora caratterizzava la "lira italiana".
Fu quindi la Germania soprattutto ad esigere:
-la rigorosa convergenza economica/finanziaria finalizzata a ridurre il differenziale inflazionistico fra un paese e l'altro;
-i paesi "mai virtuosi" in materia monetaria si dovevano -per questa via- sentire costretti ad una rigida disciplina di bilancio, condizione imprescindibile per avere una moneta unica.
Paesi come la Gran Bretagna, in quel dopo crollo del muro di Berlino, pur rimanendo a far parte dell'Unione economica preferirono non aderire all'Unione monetaria e conservare, conseguentemente, la sterlina.
Il periodo antecedente al varo della moneta unica (1989-1991) fu caratterizzato peraltro da vicende internazionali che spinsero i governi ad una sempre più stretta cooperazione politica (oltre che economica e finanziaria). Avvennero: la guerra del Golfo, il tracollo definitivo del comunismo non solo nell'est europeo ma pure nell'Unione Sovietica, la disintegrazione della stessa Unione Sovietiva e della Jugoslavia in più stati.
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Avremo modo di capire come col trattato di Maastricht (07.02.1992) ha operato l'Europa.