StatCounter

lunedì 7 aprile 2025

Un Personaggio

 

Nouriel RoubiniEconomista statunitense di origine iraniana (n. Istanbul 1958). Dopo aver vissuto a Teheran e Tel Aviv, si è trasferito in Italia dove si è laureato in economia presso l’Università Bocconi di Milano. Recatosi negli Stati Uniti, ha quindi conseguito il PhD in politica internazionale presso la Harvard University. È professore di economia presso la New York University. 




Al tempo di Trump



Questo è il tempo in cui vale il 

diritto del più forte, l’interventismo 

invece del mercato, il controllo 

politico al posto dell’efficienza, i 

dazi invece della 

globalizzazione.


Prima dell’era contemporanea

 La Modernità 

Gli avvenimenti che sono
ritenuti “pietre miliari” della
Storia non sono, di fatto, gli
stessi per le diverse civiltà.
La scoperta dell’America e
la Rivoluzione francese sono,
pero’ ritenuti riferimenti 
“pilastri” e riferimenti del
mondo e della cultura 
occidentale moderna.
Kuntisa sorge all’alba
della modernità 






I secoli Millecinquecento, Milleseicento e Millesettecento (sostanzialmente dalla scoperta dell’America alla Rivoluzione francese), nella partizione che fanno gli storici vengono definiti il tempo della Modernità. Si tratta di un modo di periodizzazione da non ritenere con significato preciso, o scientifico. Tanti autori fanno iniziare la modernità dal 1453, dal crollo di Costantinopoli ossia dall’esodo degli studiosi, gli uomini di cultura di allora, in direzione dell’Italia dove stimolarono la nascita del Rinascimento. Altri autori fanno fissare l’inizio della  Modernità al 1492, anno della scoperta delle Americhe ad opera di Cristoforo Colombo. Ancora, i protestanti fissano come inizio dell’era moderna nel 1517, data in cui Martin Lutero affisse le sue Tesi alla porta della chiesa di Wittenberg, simbolo dell’inizio della Riforma.

Nel mondo della scienza, in tanti fra gli intellettuali e gli scienziati, tratteggiano la nuova era in termini tecnologici, ovvero con riferimento a tre nuove invenzioni : 1) l’invenzione della stampa, 2) l’invenzione della polvere da sparo, 3) l’invenzione della bussola. 

La conclusione della Modernità con lo scoppio della Rivoluzione Francese, intesa come cambiamento radicale e irreversibile fu fissata, quasi all’unanimità  dagli studiosi, al 1789.

  Scandire il tempo, la Storia, come l’abbiamo tratteggiata noi “occidentali” non è -ovviamente- calzante con le culture diverse dagli europei. Ad imporsi tra il 1492 ed il 1789 fu sempre il dominio degli europei sulle “civiltà” scoperte. Quell’intervallo temporale fra i due riferimenti (scoperta dell’America e Rivoluzione francese) fu caratterizzato dagli interessi “economici” che prevalsero su quelli che fino ad allora erano stati gli “interessi culturali”. L’ansia delle ricchezze e del potere coloniale cominciarono a prevalere sia sul buon senso e sugli atteggiamenti di fede e religiosi che avevano in qualche modo caratterizzato il Medio Evo.


domenica 6 aprile 2025

Il 27 aprile elezioni di secondo grado per le Provincie siciliane

  I partiti politici della Provincia di Palermo hanno depositato la lista dei candidati per le elezioni dei componenti il Consiglio Provinciale. L’elezione si svolgerà il prossimo 27 aprile ed il corpo elettorale è limitato ai consiglieri dei singoli comuni della Provincia palermitana. Pare che le liste in corsa siano otto. 

Verosimilmente non avremmo dovuto definirle elezioni provinciali, bensì per quanto riguarda Palermo, Messina e Catania la dizione ufficiale è “ elezione dei componenti delle assemblee delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina”. Nelle altre sei province la dizione ufficiale è “elezioni di secondo livello per scegliere i presidenti e i consiglieri dei Liberi consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani”.

 Trattandosi di elezioni di secondo livello avranno diritto di voto gli organi elettivi comunali in carica alla data delle elezioni degli enti di area vasta. Le operazioni elettorali si svolgeranno nell'intera giornata del 27 aprile, dalle 8 alle 22.

  Ci viene segnalato che alcuni amministratori e consiglieri di Contessa E. sono candidati in una lista promossa dal sindaco di Palermo: il Vice Sindaco Antonio Cicchirillo, il sindaco Leonardo Spera, i consiglieri Anna Maria Caruso e Alfonso Colletti.

  Liste complete hanno presentato la Democrazia Cristiana e la LegaFratelli d’Italia, Lavoriamo Per Palermo, Noi ModeratiPD e L’Alternativa hanno optato per gruppi più ristretti di candidati. 

  

La domenica serve anche per riflettere

Ci piace richiamare un recente articolo sul Corriere della Sera di un grande giornalista, Paolo Mieli, del 3 aprile 1925
Una regola, una fede: 
La svolta di Nicea
Nella primavera di mille e settecento anni fa, arrivarono a Nicea vescovi da ogni parte del mondo all’epoca conosciuto. Probabile che molti di quegli uomini sapessero a malapena dove fosse quella città che oggi si chiama Iznik e si trova in Turchia a un centinaio di chilometri da Istanbul, scrivono Gian Guido Vecchi e Giovanni Maria Vian in La scommessa di Costantino. Come il concilio di Nicea ha cambiato la storia, in uscita per Mondadori martedì 8 aprile. 
Per monsDonato Oliverio,
Eparca di 
Lungro:
Il Credo che i Padri
di Nicea “donarono alla Chiesa
Una, è caratterizzato dal fatto
che sottolinea ‘l’uno’ in ogni articolo
di fede e pertanto l’unità”.






All’epoca era vicina a Nicomedia. A convocarli era stato l’imperatore Costantino che nel giro di pochi mesi aveva posto fine all’ultima grande persecuzione contro i cristiani, si era convertito al cristianesimo e nel 324 aveva deciso di fondare una nuova capitale nell’antica colonia di Bisanzio. Costantino, ha scritto Santo Mazzarino in L’Impero romano (Laterza) è stato l’uomo politico «più rivoluzionario» della sua epoca. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che fosse poco più che un politico, solo capace di cogliere al volo le opportunità che gli si presentavano. No, ha replicato Mazzarino, «in realtà un freddo calcolo politico non basta a svegliare in un uomo, sia pure un grande uomo, le energie che occorrono per cambiare il volto del mondo». Per questa ragione, Costantino, secondo Mazzarino «non può essere considerato un puro politico». Egli «ha certamente creduto nel Dio dei cristiani».
Ma i cristiani, acquisita capacità di movimento e legittimità dopo tre secoli di intermittenti persecuzioni, avevano iniziato a litigare tra loro. Riferisce Eusebio di Cesarea, l’unico testimone diretto di quei giorni: «In ogni città i vescovi si scagliavano contro i vescovi, i popoli insorgevano contro i popoli e per poco, nel conflitto, non si massacrarono a vicenda». Il concilio nelle intenzioni dell’imperatore doveva servire proprio a comporre queste lacerazioni.
Nicea è il primo concilio imperiale, cioè, convocato e presieduto dall’imperatore. E imperiali saranno tutti i concili ecumenici sino all’ottavo. Tutti si svolgeranno alla presenza del Papa di Roma o saranno comunque da lui approvati. L’ottavo concilio — quarto di Costantinopoli (869-870) — non verrà riconosciuto in Oriente. I successivi concili ecumenici saranno tali solo per la Chiesa cattolica. Se ne contano tredici: dal Lateranense I (1123) al Vaticano II concluso nel 1965. In tutto, dunque, sono stati ventuno.
«La scommessa di Costantino. Come il concilio di Nicea ha cambiato la storia», esce per Mondadori martedì 8 aprile (pp. 180, euro 20). Ma torniamo a Nicea. Eusebio racconta che «tutti si precipitarono con il massimo zelo, quasi che scattassero da una linea di partenza». I vescovi — concordano Arnaldo Marcone in Costantino il grande (Laterza) e in Pagano e cristiano. Vita e mito di Costantino (Laterza) nonché Alessandro Barbero in Costantino il vincitore (Salerno) — provenivano da Egitto e Palestina, Siria e Fenicia, Grecia e Macedonia, Persia e Mesopotamia. Dell’Occidente latino, precisano Vecchi e Vian, erano rappresentate soltanto sei diocesi. Mancava il vescovo di Roma, Silvestro, che aveva però delegato i suoi preti Vito e Vincenzo. E poi, proseguono Vecchi e Vian, c’erano cinque vescovi, «uno dei quali aveva tuttavia un ruolo decisivo»: lo spagnolo Ossio di Cordova, uomo di fiducia dell’imperatore che, però, con ogni probabilità si trovava già alla corte imperiale di Nicomedia. Gli altri latini erano Ceciliano di Cartagine, Nicasio di Die (in Gallia), Marco di Calabria e Domno di Sirmio (dalla Pannonia danubiana). Secondo Eusebio di Cesarea erano più di duecentocinquanta. Eustazio di Antiochia parla di duecentosettanta. Costantino ne ricordava trecento.
Francesco Berlingieri ne Il concilio di Nicea (Eretica) pone al centro di quel consesso — come tutti gli studiosi che se ne sono occupati — la «questione ariana». Ario era attento «in modo esasperato» — scrive Massimo Guidetti in Costantino e il suo secolo. L’editto di Milano e le religioni (Jaca Book) — alla trascendenza di Dio. Lo muoveva la preoccupazione di salvaguardarne l’unità, secondo il precetto biblico: «Ascolta, Israele, il signore, tuo Dio, è uno». Tanto accentuò questo concetto da porre una «radicale diseguaglianza» tra il Padre e il Figlio, «insopportabile», afferma Guidetti, «per quanti vedevano invece Cristo generato dalla sostanza stessa del Padre». Alessandro, vescovo di Alessandria, dapprincipio fu un estimatore di Ario soprattutto per «l’ascesi personale e la capacità dialettica» da lui dimostrata. Ma quando si rese conto delle possibili conseguenze politiche della dottrina di Ario (il prete libico minimizzava la figura di Cristo, scrivono Vecchi e Vian, «facendone di fatto un dio minore»), lo scomunicò assieme ai chierici che lo seguivano. Malgrado questa scomunica, l’insegnamento di Ario si diffuse al punto da coinvolgere numerose personalità dell’epoca tra i quali Eusebio capo della chiesa di Nicomedia e l’altro Eusebio, vescovo di Cesarea. La tensione, prosegue Guidetti, giunse al punto di creare fronti dottrinali contrapposti tra la chiesa d’Antiochia e quella di Alessandria.
Ma chi era Ario? Era stato negli anni giovanili un discepolo di un famoso martire palestinese, Luciano di Antiochia. Quasi sicuramente — ma la notizia non è certa — era stato poi un «meleziano», vale a dire un seguace di Melezio di Licopoli. In quanto tale era stato dapprima scomunicato, poi perdonato da Alessandro vescovo di Alessandria. Che, come si è detto, ne aveva individuato le qualità fino a metterlo a capo di una delle comunità più importanti, quella di Baucalis, il quartiere del porto alessandrino. Un autore a lui avverso, Epifanio di Salamina, lo descriverà più tardi come orgoglioso e subdolo. Talché presto Alessandro sarà portato a diffidarne. E a chiedergli di ritrattare alcune sue posizioni. Ma Ario, nel frattempo, è diventato assai popolare e decide di continuare la sua predicazione senza piegarsi ad Alessandro. Anzi intensifica questa predicazione, scrivono Vecchi e Vian, con grande abilità perché diffonde le sue idee in modo originale. Le trasforma, cioè, in canzoni che imitano le melodie più conosciute. Arrivando in tal modo — scrive Manlio Simonetti in un libro fondamentale per capire ciò di cui ci stiano occupando, La crisi ariana nel IV secolo (Pubblicazioni agostiniane) — ad «ambienti difficilmente raggiungibili dalle consuete opere teologiche: marinai, mugnai, commercianti». Con il coinvolgimento dei due Eusebi di cui si è detto, «l’incendio» oltrepassa i confini di Alessandria e dell’Egitto per propagarsi all’intero Oriente.
Costantino, scrivono Vecchi e Vian, non aveva idea di chi potesse essere Ario quando fu informato della sua esistenza. E soprattutto era lontano dal prevedere che burrasca avrebbe costituito il problema ariano, motivo della convocazione del concilio niceno, «una burrasca durata oltretutto decenni con strascichi che sono arrivati fino all’Alto Medioevo».
Quando nel 324 Costantino apprese per la prima volta del dissidio tra Ario e Alessandro — scrive Manfred Clauss in Costantino e il suo tempo (il Mulino) — credette d’istinto che si trattasse di una «scaramuccia tra due intellettuali eccentrici». In una lettera ai due ecclesiastici, Costantino li ammonì considerando il loro come «un dissenso su sofisticherie che nessuno capiva». Cosa su cui, per quanto lo riguardava, aveva certamente ragione. Dopo che divenne sovrano anche dell’Oriente greco, però, le prime esperienze in loco gli mostrarono, secondo Clauss, «che le richieste di composizione amichevole non erano servite a molto». Adesso Costantino aveva scelto un dio che, annota Clauss, diversamente da Giove o dal dio del sole, «non tollerava più al proprio fianco altre divinità». La conseguenza fu che, scrive Clauss, «il cammino verso la Chiesa cristiana di stato cominciò inesorabilmente e fu improntato alla connaturata intolleranza e aggressività che il cristianesimo mostrava nei confronti di altre divinità, di altri culti nonché dei loro seguaci».
Fin qui gli studi precedenti. Nicea, scrivono adesso Vecchi e Vian, doveva risolvere, nelle intenzioni di Costantino, la divisione causata dalla predicazione di Ario che finiva per «svuotare la divinità di Cristo». E fissare la data della Pasqua. Ci fu una fase iniziale del Concilio in cui sembrò che il sovrano avesse raggiunto i suoi obiettivi. Ma non fu così.
In merito alla disputa ariana, secondo Manfred Clauss «il concilio di Nicea non valse a chiarire gran che». La formula che fu trovata — «consustanziale al padre» — all’epoca non aveva molto senso, «perché non si era provveduto a definire in modo più preciso tale consustanzialità». Non può sorprendere perciò, prosegue Clauss, che la controversia teologica e le sue ripercussioni non ebbero termine con il concilio e continuarono da subito dopo la sua conclusione.
Quanto alla Pasqua, proseguono, Vecchi e Vian, preceduta dieci anni prima da misure legislative ostili al proselitismo ebraico, la decisione di fissarne la data in una diversa da quella israelitica «avrà l’effetto di allargare il fossato — già molto grande — che divideva i cristiani dagli ebrei». Quella decisione ha ancor più allontanato il cristianesimo dalla sua radice ebraica, «con conseguenze nefaste i cui strascichi», secondo Vecchi e Vian, «si prolungano ancora oggi». Poi, a partire dal V secolo, la separazione e le misure antiebraiche verranno ancora più accentuate dalla legislazione ecclesiastica e imperiale per crescere ulteriormente nel Medioevo.
In realtà, dopo Nicea, Costantino lascia presto cadere la condanna nicena dell’arianesimo, con la conseguenza che «la crisi ariana continua con vicende alterne per oltre mezzo secolo». Solo il concilio di Costantinopoli del 381 conclude la controversia sul piano teologico e pone termine alle discussioni sulla Trinità. Da tempo però missionari ariani avevano cristianizzato i goti e altre popolazioni barbariche che dalla fine del IV secolo avrebbero dilagato nelle parti occidentali dell’impero. E, con i vandali, gli ariani sarebbero arrivati in Africa settentrionale dove avrebbero perseguitato con ferocia i cattolici. Talché l’arianesimo sopravviverà fin verso la fine del VII secolo quando i Longobardi si convertiranno mentre «la vivace cristianità africana» verrà «del tutto sommersa dalla marea islamica».
Nicea, sostengono Vecchi e Vian, ha rappresentato una vera e propria svolta nella storia del cristianesimo, «prima e unica religione a stabilire formalmente cosa credere». Ma non ha certo «inventato il cristianesimo», come spesso si ripete in alcuni dei libri di cui si è detto. Né ha costituito una frattura: «Una svolta sì, una frattura no», secondo Vecchi e Vian. Per la prima volta il concilio niceno ha elaborato una «regola di fede» che sviluppa certo formulazioni precedenti e per di più sarà presto contestata. Ma, comunque «l’ha stabilita, per tutti i cristiani». Per la prima volta ha dettato un serie di norme, a cominciare dalla fissazione della data comune per la Pasqua che fino a quel momento le comunità cristiane celebravano in tempi diversi.
Nelle società occidentali odierne, scrivono gli autori, la religione è relegata nel privato e teoricamente separata dalla politica. Le due dimensioni invece si intersecano soprattutto dopo la svolta costantiniana e con il progressivo inserimento del cristianesimo nelle strutture imperiali come appare già durante la «crisi ariana» e nel corso delle successive controversie sulla figura di Cristo. Nicea inizia così, secondo Vecchi e Vian, un processo di «romanizzazione dei cristiani» e di «cristianizzazione dell’impero» che si prolungherà nell’impero bizantino e culminerà in Occidente con Carlo Magno e il Sacro romano impero, soppresso formalmente soltanto da un altro imperatore, Napoleone Bonaparte.

Flash dalla stampa

1)

Il 23,1% della popolazione italiana è a rischio povertà, in grave deprivazione materiale e sociale o a bassa intensità di lavoro e secondo l’Istat nel 2024: sono stati 13,5 milioni di persone.

2) 

Massimo Cacciari: Siamo diventati tutti conservatori, pensiamo solo a proteggerci da nemici e immigrati. L’opposto dell’Occidente.

 3)

L’oro continua la sua corsa come bene rifugio. Il caos dei dazi avviata dall’autocrate americano Trump arriva sui mercati internazionali con effetti diversi sui vari settori finanziar

I dazi sono motivo di preoccupazione

 La guerra commerciale

L’elenco completo dei Paesi colpiti dai dazi americani, in ordine alfabetico:


Algeria 30%
  Angola 32%


Bangladesh 37%
Bosnia Erzegovina 36%
Botswana 38%
Brunei 24%


Cambogia 49%
Camerun 12%
Ciad 13%
Cina 34%
Corea del Sud 26%
Costa d’Avorio 21%


Filippine 18%
Fiji 32%


Giappone 24%
Giordania 20%
Guinea Equatoriale 13%
Guyana 38%


India 27%
Indonesia 32%
Iraq 39%
Isole Falkland 42%
Israele 17%


Kazakistan 27%


Laos 48%
Lesotho 50%
Libia 31%
Liechtenstein 37%


Macedonia del Nord 33%
Madagascar 47%
Malawi 18%
Malesia 24%
Mauritius 40%
Moldova 31%
Mozambico 16%
Myanmar 45%


Namibia 21%
Nauru 30%
Nicaragua 19%
Nigeria 14%
Norvegia 16%


Pakistan 30%


Repubblica Democratica del Congo 11%


Serbia 38%
Sudafrica 31%
Sri Lanka 44%
Svizzera 32%
Siria 41%


Taiwan 32%
Thailandia 37%
Tunisia 28%


Unione Europea 20%


Vanuatu 23%
Venezuela 15%
Vietnam 46%


Zambia 17%
Zimbabwe 18%

sabato 5 aprile 2025

Nostri giorni

 La   Guerra dei dazi: la lettura di Giannelli



Il mondo investito dallo tsunami dei dazi.

Sono arrivati i giorni dell’inflazione.

I dazi di Trump

 Donald Trump ha disposto:

 34% sulle importazioni dalla Cina ,

20% su quelle dall'Unione europea,

Addirittura 46% per il Vietnam

32% per Taiwan

24% per il Giappone

26% per l'India

25% per la Corea del Sud;

36% per la Thailandia

31% per la Svizzera

49% per la Cambogia;

10% per il Regno Unito.

 Tutti i Paesi dovranno pagare dazi di almeno il 10%

Trump aveva già imposto dazi del 25% su molti prodotti di Canada e Messico, i due maggiori partner commerciali degli Stati Uniti. 

Le tasse doganali di base del 10% entreranno in vigore da sabato, la restante parte dal 9 aprile (per imporre le tariffe Trump ha dichiarato un'emergenza economica nazionale).

La Nato

 La Nato

Gli ultimi paesi che
hanno fatto richiesta
di adesione sono stati
Finlandia e Svezia
.

L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del 
Nord è un'alleanza militare internazionale 
composta da 32 Stati membri provenienti da 
Europa, Nord America e Vicino Oriente che 
venne istituita con la firma del Patto 
Atlantico il 4 aprile 1949.




 Il 4 aprile 1949,  nel contesto e nel clima della guerra fredda, e’ nata la NATO. Dodici Paesi nordamericani ed europei si sono uniti per garantire la loro sicurezza  collettiva di fronte alla minaccia sovietica.

 Questo trattato segnò un punto di svolta nelle relazioni internazionali del secondo dopoguerra. L’Ucraina ha da tempo chiesto di aderire alla NATO ma l’attuale quadro bellico che interessa quel paese non consente che venga presa in considerazione la richiesta.

 L'articolo cinque del trattato afferma che se si verifica un attacco armato contro uno degli Stati membri, sarà considerato un attacco contro tutti i membri e gli altri membri assisteranno il membro attaccato, con le proprie forze armate se necessario.

32 Stati membri
Albania, Belgio, Bulgaria, Canada, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del nord, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia,
 Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania,
 Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Turchia, Ungheria.

11 Membri associati
Armenia, Assemblea del Kosovo, Austria, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Georgia, Malta, Moldova, Serbia, Svizzera, Ucraina.

4 Membri associati del Mediterraneo
Algeria, Giordania, Israele, Marocco.

Un Personaggio

Carlo Galli. Già venti anni fa "Carlo Galli, un politico, filosofo e politologo italiano, editorialista politico del quotidiano La Repubblica e deputato nella XVII legislatura", individuava i nuovi critici della democrazia, coloro che noi oggi individuiamo alla Putin e alla Trump.

Proviamo di seguito a ricalcare una linea interpretativa di un suo testo

di un ventennio fa.

= = = = 

 A seguire i media di questi giorni il trumpismo comincia a trasmetterci insieme sentimenti di spaesamento e di disincanto due sentimenti di per sè contrapposti ma che segnano -oggi-  congiuntamente lo spaesamento e la difficoltà del nostro comprendere ed agire pubblico. Eravamo convinti, da decenni, che con gli Usa ci univa l'identità democratica, l'unità difensiva e la comune visione delle cose del mondo.

 Dalla seconda metà del Novecento, la politica in Occidente è consistita, al di là delle denominazioni dei tanti partiti politici, dal confronto fra la liberaldemocrazia e la socialdemocrazia, cioè fra una destra e una sinistra  che sono in realtà riformismi di specie diverse ma del medesimo genere. Rivali, certo, ma uniti nel riferirsi a due varianti -liberale e liberal- della medesima corrente  razionalistica e illuministica e nel riconoscere che la politica non può che collocarsi nell'orizonte dei diritti, e oscillare fra la valorizzazione della libertà individuale da una parte e della giustizia sociale dall'altra.  

  La riflessione sulla politica -per quanto differenziata in scuole rivali- ha in qualche modo elaborato il politicamente corretto, e anche il tabù, l'impensato e l'impensabile: è la logica stessa delle culture politiche dominanti, liberali o democratiche, a determinarli.  E quindi esiste anche la possibilità, o il bisogno -critico, liberatorio, espressivo-, di sottrarre la riflessione filosofico-politica  all'ipoteca liberale e liberal, innescando effetti di scandalo  e di spiazzamento. Questa trasgressione -alimentata anche dalle nuove configurazioni del mondo- puo essere definita neo reazionaria non tanto perchè sia di destra nel senso classico del termine, ma perchè reagisce  al termine comune filosofico cercando la provocazione, cercando argomenti non allineati e interpretando i nostri tempi  in modo alternativo. E il principale punto di vista eterodosso che viene imponendo alla filosofia non è più quello  del marxismo ma quello identitario simbolico-culturale.   

I critici della democrazia



I neo reazionari sono quindi

una delle pattuglie, vivace ma

non monolitica, di un esercito

composito che si affaccia, nel

tempo nuovo  dell'età globale,

in uno spazio intellettuale altrettanto

nuovo, in cui i fronti e le alleanze

assumono configurazioni ormai

post-moderne. Uno spazio e un

tempo che -piaccia o no- sono

ormai i nostri.          

                                            

venerdì 4 aprile 2025

Europarlamento per il sostegno all’Ucraina

 La Lega e M5S contro gli aiuti all’Ucraina

  • La maggioranza di governo si è spaccata a Strasburgo, mentre le opposizioni hanno votato in ordine sparso. L’Europarlamento ha approvato (con 399 voti a favore, 198 contrari e 71 astenuti) l’attuazione della politica di sicurezza e difesa della Ue. Tra i vari punti il documento ribadisce il pieno sostegno all’Ucraina e rilancia il piano di riarmo europeo. Il Pd (spiazzando chi si aspettava plateali spaccature) e FI hanno votato a favore. M5S Avs hanno invece deciso per il no così come la Lega. Mentre Fratelli d’Italia, il partito della premier, ha scelto una clamorosa astensione.

I rischi dei governi “autocrati” (3)

L’atomica
un’arma capace di uccidere,
con un sol colpo, a Hiroshima
140.000 persone, di cui 71.000
immediatamente e il resto nel giro
di alcuni mesi, e a Nagasaki
35.000-40.000 all’istante e
complessivamente circa 80.000.



Le TRAGEDIE NELLA TRAGEDIA DELLA 

SECONDA GUERRA MONDIALE.

Leggi la precedente pagina 

Abbiamo ricordato nella precedente pagina che nel febbraio 1942 a Stalingrado l’esercito tedesco subì la prima gran dell’avanzata con il conseguente iniziò della controffensiva russa che ricaccio’ indietro l’esercito tedesco. 

 Nel giugno del 1940, prima della resa della Francia, l’Italia fascista entrò in guerra in alleanza con la Germania nazista (il Patto d’acciaio). Mussolini immagino’ di poter condurre la “guerra parallela” a quella tedesca in Africa Settentrionale ed in Grecia. In Africa gli inglesi tennero testa efficacemente all’offensiva dell’esercito italiano, al punto che in soccorso dovettero intervenire i tedeschi dell’Afrika korps comandati da Rommel.   Nella battaglia di El Alamein (primi di  Ottobre  1942) gli inglesi sconfissero le truppe Italo-tedesche, quando in Africa cominciavano ad arrivare i primi contingenti americani.

 Intanto in Asia i giapponesi -dopo l’entrata in guerra degli USA- attaccarono (7 dicembre 1941) la base americana di Pearl Harbor. Dopo iniziali difficoltà nella battaglia delle Midway (4-6 giugno 1942) gli USA cominciarono ad avere il sopravvento sui giapponesi sino a raggiungere, nella primavera 1945, il territorio giapponese, e dopo avere attraversato il territorio delle Filippine. Il 6 ed il 9 agosto 1945 per costringere alla resa l’esercito giapponese sganciarono due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

 La bomba atomica era stata opera, se così si potrà scrivere, di iniziative scientifiche, e nel contempo, purtroppo, strumento di immense tragedie di quel tempo.

Un personaggio

Antonio Polito, Giornalista e uomo politico italiano (n. Castellammare di Stabia, Napoli, 1956). Ha iniziato l’attività giornalistica a soli diciannove anni presso l’Unità, nelle redazioni prima napoletana, poi dell’Emilia Romagna e poi presso la sede romana. Nel 1988 ha cominciato a lavorare presso la Repubblica di cui è stato anche vicedirettore. È stato il fondatore e direttore del giornale della sinistra moderata Il Riformista (2002-2010).  Dal 2006 al 2008 è stato senatore eletto nelle fila de La Margherita. Dal 2014 al 2015 è stato direttore del Corriere del Mezzogiorno.



La liberaldemocrazia


Da molto tempo … democrazia e liberalismo, 

il dominio della «volontà generale» di Rousseau 

e la «rule of law»  (la supremazia della legge) di 

Montesquieu, non proprio  alleati all’inizio della loro 

storia, avevano imparato a convivere in Occidente. 

Per questo i nostri sistemi sono definiti 

«liberaldemocrazie». Anche in Russia si vota, 

anche in Iran; ma perché non ci sogneremmo 

mai di definirle democrazie? 

Perché lì la legge non è uguale per tutti, 

il potere non è subordinato 

alla  legge, e può mandare in carcere, 

o all’esilio, o uccidere chi gli si oppone.

giovedì 3 aprile 2025

Viviamo in Occidente: scrutiamo aspetti del sistema (20)

 Il credito

Ai nostri giorni la gran parte
dei pagamenti avvengono mediante
carta di credito.



La tradizione contadina nella letteratura di Verga ed altri autori siciliani e’ frequentemente tratteggiata nei comportamenti delle famiglie nei riguardi del consumo e del risparmio (parsimonia). E’ più che scontato che quel comportamento delle famiglie e’ parzialmente, se non completamente, mutato. 

 Ai nostri giorni l’indebitamento consente di integrare i flussi finanziari delle famiglie -a parità di reddito- e può consentire, nel breve termine, una maggiore possibilità di spesa. E’ tuttavia ovvio che l’indebitamento di oggi influisce nella possibilità di spesa futura (e non soltanto per il pagamento degli interessi ma anche per i rimborsi delle quote capitali).

 Generalmente le modalità di indebitamento si distinguono in due grandi categorie: a) a breve termine per soddisfare esigenze di consumo; b) a medio e/o a lungo termine  per finalità connesse all’acquisto di beni durevoli (automobili, arredi etc.), e sopratutto per l’acquisto di beni immobili (case, terreni etc.).

 In Italia, segnalano i dati statistici, il credito alle famiglie ha un’incidenza superiore a quanto si rivela nei paesi europei, dove il credito ha incidenza maggiore in direzione dei processi produttivi (industria, artigianato, commercio etc.).

 E’ ovvio ed è scontato che le famiglie e sopratutto le aziende che fanno ricorso al “credito” presso il sistema bancario, devono badare a “fare il passo secondo la gamba”. Ogni eccesso nell’indebitamento delle famiglie (e delle aziende) da fattore di sviluppo rischia di trasformarsi in fattore di crisi.

  Le autorità pubbliche avvedute e consapevoli dedicano grande attenzione  all’andamento del credito bancario;  questo nella macro-economia di un paese stimola la crescita economica ed è suscettibile di equilibrare il mercato immobiliare. Ma su questi aspetti che sanno di politica economica avremo modo di intrattenerci.

Euroscetticismo

 

euroscettico

Termine che ha iniziato ad avere rilevanza nel dibattito pubblico all’inizio degli anni ‘90 agli esordi del processo di integrazione europea e indica chi ha un atteggiamento critico nei confronti dell’Unione europea e delle politiche di Bruxelles.

La decisione dei giudici francesi su Marine Le Pen divide anche il panorama politico italiano. Da un lato, la maggioranza, riserva all’ex presidente del Rassemblement national solo parole di solidarietà e inviti a non farsi da parte: ieri c’è stato uno «scambio di messaggi affettuosi tra Matteo Salvini e Marine Le Pen. Salvini le ha ribadito amicizia, stima e totale sostegno della Lega», leggiamo sui giornali. Il vicepremier, ha aggiunto che Le Pen «si è dimostrata combattiva e determinata». Dall’altro schieramento il Partito democratico sottolinea la contraddizione tra i fatti che hanno portato alla condanna di Le Pen e l’euroscetticismo da sempre suo cavallo di battaglia.

Un Personaggio

 Dacia Maraini, Autrice di narrativa, poesia, teatro e saggistica, acuta e sensibile indagatrice della condizione della donna, ha spesso delineato nei suoi testi figure femminili complesse e determinate, inserite in una più ampia riflessione su molteplici temi sociali, affrontati in un prospettiva storica. Con la raccolta di racconti Buio (1999) si è aggiudicata il premio Strega.




Il delicato equilibrio della

Terra


Non vedete che la natura stessa si 

rivolta? Guardate i terremoti che stanno 

scuotendo la terra: quello dei Campi Flegrei 

di poche settimane addietro e quello di 

Myanmar di questi giorni.


Palazzi che crollano, fiumi che debordano, 

terre che si spaccano. Non assomiglia 

tutto questo alle terrificanti punizioni che 

racconta la Bibbia?


Gli scienziati più semplicemente ci 

dicono che la Terra è un corpo in movimento, 

che rotola nell’universo e vive tenendosi in 

un delicato equilibrio fra un gelido contorno 

di stelle prive di vita e un fuoco che brucia 

nelle sue viscere.

Ci dicono che con una enorme presunzione 

stiamo rovinando il delicato equilibrio e 

se non ci fermiamo e non cominciamo a porre 

rimedio finiremo per autodistruggerci.

mercoledì 2 aprile 2025

I rischi dei governi “autocrati” (2)

Chi si immaginava, un decennio fa,
che un presidente russo potesse
minacciare l’Europa e invadere
l’Ukraina come Hitler la Polonia e
uno americano potesse maltrattare
la premier danese perché vuole
occupare la Groenlandia? I mass
media non possono che subirli,
ma la Storia li conosce bene.



 
Nel marzo 1940 l’Unione Sovietica di Stalin invadeva e costringeva alla resa la Finlandia e nel contempo l’esercito tedesco di Hitler , con incursioni rapide e tuttavia efficaci -secondo la strategia della guerra lampo-  invadeva via via la Danimarca e la Norvegia (aprile), il  Belgio e l’Olanda (maggio), e a completamento la Francia. A fermare l’avanzata tedesca non bastò il contrasto franco-britannico ed il 14 giugno 1940 le truppe tedesche entrarono a Parigi. Il maresciallo Petain, che assunse la guida del governo collaborazionista francese firmò la resa. A resistere contro il Reich tedesco, in Europa, rimase solamente la Gran Bretagna guidata da Winston Churchill.

 Hitler ormai convinto della invincibilità tedesca comincio’ a preparare il piano “Leone Marino” per invadere la Gran Bretagna. A metà agosto del 1940 inizio’ con bombardamenti aerei la cosiddetta  “battaglia d’Inghilterra” che si protrasse per due mesi. La resistenza inglese, assistita dall’appoggio degli Stati Uniti, si dimostrò abbastanza incisiva ed Hitler penso’ di rinviare l’operazione “Leone d’Oro”  per dedicare maggiori forze nell’invasione dell’Unione Sovietica.

 Il 22 giugno 1941 inizia quella che fu definita l’Operazione Barbarossa intesa a conquistare l’Unione Sovietica. Nel settembre 1941 fu cinta d’assedio Leningrado. Due mesi dopo Stalingrado,  insieme a Mosca, resistette ai tedeschi e nel febbraio 1942, l’esercito sovietico inflisse un duro colpo a quello hitleriano che fu ricacciato indietro. I russi da quei successi procedette nella liberazione dei paesi balcanici fino ad arrivare nella primavera 1945 al confine tedesco.

= = =

 In una successiva pagina vedremo cosa accadeva -in quei mesi- nell’Italia mussoliniana.

Benefici per famiglie con ISEE fino a €. 25.000,oo

 Bonus bollette

Col 1° di aprile è entrato in vigore il contributo straordinario per ammorbidire l’impatto delle bollette energetiche sulle famiglie. 

 Il sostegno economico, pari a 200 euro, spetterà alle famiglie con indicatore Isee inferiore a 25mila euro.  Non è previsto alcun rimborso sul conto corrente. Il Bonus sarà applicato come sconto cumulativo sulle bollette energetiche nel periodo compreso tra aprile e luglio. 

 L'impatto giornaliero "teorico" del bonus sarà di 1,64 euro. Per chi già beneficia del Bonus sociale, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) garantisce il rimborso in breve tempo.

  Dal 1° di aprile il prezzo dell’energia elettrica per un cliente tipo sarà, imposte comprese, di 30,54 centesimi per kWh.

Un Personaggio


Beppe Servegnini. Giuseppe Severgnini, detto Beppe (Crema26 dicembre 1956), è un giornalistasaggistaopinionista e conduttore televisivo italiano. È editorialista del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1995 e per cui ha creato il blog/forum Italians, ha diretto il settimanale 7-Sette e ha ricoperto la carica di vicedirettore. È stato corrispondente in Italia per The Economist dal 1996 al 2003 e opinionista per The New York Times dal 2013 al 2021.


La democrazia



La democrazia è come la vecchiaia: 

faticosa, ma l’alternativa è peggio. 

Proviamo a spiegarlo ai nostri figli?