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sabato 28 febbraio 2015

La Sinistra. Non esiste piu' in Italia; per fortuna c'e' Papa Francesco che parla contro il liberismo

 "Quando il denaro diventa un idolo, comanda le scelte dell'uomo. E allora rovina l'uomo e lo condanna". Papa Francesco ha ripetuto la sua forte denuncia contro il capitalismo nel discorso rivolto a 7 mila soci della Confcooperative, citando San Basilio di Cesarea, Padre della Chiesa Bizantina del IV secolo, ripreso poi da san Francesco d'Assisi, che diceve "il denaro e' lo sterco del diavolo". "Lo ripete ora anche il Papa: il denaro e' lo sterco del diavolo. Ma - ha aggiunto - per fare tutte le cose che fate ci vuole denaro!".
  Secondo Bergoglio, infatti, "il denaro a servizio della vita puo' essere gestito nel modo giusto dalla cooperativa, se pero' e' una cooperativa autentica, vera, dove non comanda il capitale sugli uomini ma gli uomini sul capitale". Francesco ha ricordato che "le cooperative in genere non sono state fondate da grandi capitalisti, anzi si dice spesso che esse siano strutturalmente sottocapitalizzate". "Per questo e forse vi sorprendera', il Papa - ha scandito - vi dice: dovete investire, e dovete investire bene!". "In Italia, ma non solo - ha poi osservato - e' difficile ottenere denaro pubblico per colmare la scarsita' delle risorse". "La soluzione che vi propongo - ha detto ancora - e' questa: mettete insieme con determinazione i mezzi buoni per realizzare opere buone".
  Il suggerimento di Francesco e' stato molto pratico: "collaborate di piu' - ha esortato - tra cooperative bancarie e imprese, organizzate le risorse per far vivere con dignita' e serenita' le famiglie; pagate giusti salari ai lavoratori, investendo soprattutto per le iniziative che siano veramente necessarie". 

"E' noto - ha denunciato in proposito il Papa - che un certo liberismo crede che sia necessario prima produrre ricchezza, e non importa come, per poi promuovere qualche politica redistributiva da parte dello Stato: prima riempiamo i nostri bicchieri, poi pensiamo agli altri, si dice". "Altri - ha elencato - pensano che sia la stessa impresa a dover elargire le briciole della ricchezza accumulata, assolvendo cosi' alla propria cosiddetta responsabilita' sociale". Ma, per Francesco, in questo modo "si corre il rischio di illudersi di fare del bene mentre, purtroppo, si continua soltanto a fare marketing, senza uscire dal circuito fatale dell'egoismo delle persone e delle aziende".
  "Se ci guardiamo attorno non accade mai - ha poi sottolineato - che l'economia si rinnovi in una societa' che invecchia, invece di crescere". Dunque, "il movimento cooperativo puo' esercitare un ruolo importante per sostenere, facilitare e anche incoraggiare la vita delle famiglie". "So bene - ha dato atto Francesco alla Confcooperative - che le cooperative propongono gia' tanti servizi e tante formule organizzative, come quella mutualistica, che vanno incontro alle esigenze di tutti, dei bambini e degli anziani in particolare, dagli asili nido fino all'assistenza domiciliare".
  "Questo - ha concluso - e' il nostro modo di gestire i beni comuni, quei beni che non devono essere solo la proprieta' di pochi e non devono perseguire scopi speculativi".

Il Pd che arruola il centro-destra

 Poca sinistra ma in compenso tanti vecchi e nuovi volti del centrodestra si aggirano tra la sala e i corridoi della Leopolda siciliana, la kermesse in corso a Palermo organizzata dal sottosegretario Davide Faraone, braccio destro di Renzi nell'isola. Ci sono anche quattro parlamentari regionali di Articolo 4, il movimento creato dall'ex Mpa ed ex Udc Lino Leanza che poi ha abbandonato il progetto per fondare Sicilia democratica: Paolo Ruggirello, Luca Sammartino, Valeria Sudano e Alice Anselmo pronti ad aderire al Pd e transitare nel gruppo parlamentare dell'Assemblea regionale. Un 'salto' che sta creando non pochi malumori tra i 'cuperliani', grandi assenti al momento alla Leopolda siciliana (oggi e domani) e soprattutto tra i civatiani con decine di iscritti che hanno lasciato il partito per abbracciare un nuovo progetto politico di sinistra assieme a Sel. In attesa del governatore Rosario Crocetta in prima.fila c'e' Alessandro Baccei, luogotenente di Palazzo Chigi sbarcato nell'isola per rimettere in sesto i conti del bilancio colabrodo della Regione, nel suo ruolo di assessore all'Economia,ma soprattutto per avviare le riforme chieste da Roma e seguite in prima persona dal sottosegretario Graziano Delrio, sul palco a fianco di Faraone per una kermesse che riaccende di colpo i riflettori sul Pd siciliano ancora una volta alle prese con equilibri e assestamenti di partito.
(testo Ansa)

venerdì 27 febbraio 2015

La Storia. Perchè fa paura a certi sistemi politici ?


Le Statue di Mosul spaventano lo stato islamico tanto che li riduce a pezzi,  li getta al suolo sbriciolati come se fossero nemici armati o ribelli.

Il motivo ?
La Storia è il principale avversario dello stato totalitario, di ogni Stato totalitario. Per il califfato c’è, infatti, una Storia impura come ci sono uomini impuri: ed è tutto quello che è esistito prima della linea tracciata sul passato.
Le pietre, le statue, i templi parlano. Tutti li possono leggere. Parlano più dei libri e dei discorsi: sono lì, esistono per smentire chi vuole semplificare, annullare, maledire; chi esige un passato senza sfumature, senza periodi, senza svolte.
Ecco perche' bisogna ucciderle, quelle pietre, polverizzarle per affermare che la Storia è stata scritta di nuovo e definitivamente.

Gli islamisti hanno scelto proprio la terra tra i due fiumi (Tigri ed Eufrate) dove la Storia è nata, si è composta e scomposta mille volte, ha cancellato imperi e città, invasori e vittime nutrendosi delle pietre dove passavano il vento e la sabbia, ne ha consumato le brevi glorie per trasformarsi e costruire di nuovo. Continuamente.

Senza questo spazio fisico non si potra' leggere ciò che nei millenni è stato costruito, ricostruito, copiato.
La Storia non esiste più, è iniziata la Storia nuova, assoluta e unica, che è quella dello Stato islamista.

E' proprio cosi ?
Forse i fanatici possono cacciare e uccidere tutti i cristiani, gli alauiti, gli yazidi, i musulmani tiepidi. Ma la Storia è troppo grande per essere uccisa. Ogni qualvolta, grattando la terra come accade in Siria e in Iraq, spunta un frammento di argilla o di arenaria, essa grida la irrevocabile complessità del Tempo dell’uomo.

Piana degli Albanesi. Sabato i funerali di Damiano Lo Greco ucciso nel 1951 in una manifestazione per la pace

A Piana degli Albanesi si svolgeranno sabato 28 febbraio 2015, a 64 anni di distanza dalla sua morte, i funerali di Damiano Lo Greco, bracciante ucciso dalle forze dell’ordine il 18 Gennaio 1951 durante una manifestazione per la pace in occasione della visita in Italia del generale Eisenhower. Ai tempi i funerali non vennero svolti per problemi di ordine pubblico e la salma fu tumulata di fretta e furia nella notte. 
Domani ad officiare la messa sarà pure Don Luigi Ciotti.
La salma verrà spostata dalla parte vecchia del cimitero, dove la tomba si trova da diversi anni in pessime condizioni, alla cappella dove sono sepolte le vittime di Portella della Ginestra e il sindacalista Vito Stassi Carusci ucciso dalla mafia nel 1921.
"Oggi finalmente l’Amministrazione Comunale, in accordo con l’Associazione Portella della Ginestra e i familiari della vittima, ha fatto realizzare da una ditta locale una tomba monumentale per dare una degna sepoltura alla salma di Damiano Lo Greco che, per il modo in cui è stato ucciso e le motivazioni per cui era sceso in piazza a protestare, merita di essere ricordato dall’Italia intera come “martire per la pace”. Forse troppo poco è stato fatto dalle istituzioni nei decenni passati, e oggi noi siamo pienamente soddisfatti per aver sanato questa mancanza storica". Così si legge in un comunicato emesso dall'Amministrazione Comunale  di Piana degli Albanesi.

Jobs Act. Esaminiamo alcuni contenuti

Contratto a tutele crescenti.
Nei giorni scorsi sono stati varati i decreti delegati, attuativi della riforma del mercato del lavoro. Come certamente tutti i lettori sapranno è stata cancellata una delle più grandi conquiste del mondo del lavoro risalente ai primi anni settanta del Novecento: l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Era una norma che garantiva i lavoratori dai capricci palesi o occulti dei datori di lavoro di disfarsi dei lavoratori che, possedendo uno spiccato senso "critico" conoscevano nei dettagli la disciplina lavorativa.
Non c'è dubbio che si tratta di una carica contro la tradizionale visione della Sinistra, contro cui non era riuscito a raggiungere risultati nemmeno il governo Berlusconi.

Cosa esiste adesso ?
Dal primo marzo scatterà il contratto a tutele crescenti. Detto molto in breve, si tratta dei contratti a "tempo indeterminato" per i quali, mancando la tutela dell'art. 18 del reintegro disposto dal giudice, sul posto di lavoro è, invece, previsto un indennizzo economico contro "l'ingiusto licenziamento". Chi quindi viene ingiustamente licenziato non sarà reintegrato sul posto di lavoro ma "indennizzato".
A tutela crescenti vuole significare che l'indennizzo è proporzionato agli anni di servizio: più sono gli anni e più consistente è l'indennizzo.

Il reintegro di cui all'art. 18 è previsto solamente se il licenziamento, in sede di giudizio, si appalesa come discriminatorio o  usato come strumento disciplinare ai danni del lavoratore, in luogo di altre sanzioni minori.
(segue)

Sicilia. La ripresa ha da venire

La Fondazione Curella analizza i dati dell'economia siciliana.

L'economista Pietro Busetta sui social networks denuncia il silenzio
della stampa regionale (Giornale di Sicilia, La Repubblica etc.).
Libertà di stampa e amicizia col potere -diciamo no- non vanno d'accordo.

Le conseguenze. E' cessato di piovere e si contano i danni

La rete stradale in Sicilia è un colabrodo a causa delle frane e smottamenti dovuti alle forti piogge di questi giorni.
Nel Corleonese però le piogge non hanno fatto altro che evidenziare la disattenzione decennale dei politicanti e delle istituzioni in generale. 
Colpa quindi della politica ? no, colpa della popolazione. 
Nel corleonese, a Contessa Entellina, quando ancora la crisi non c’era, l’istituto provinciale non era messo in discussione, gli elettori votavano al 75% un certo Avanti, uomo di Cuffaro. Competitore era una delle persone più serie della città di Palermo. Eppure a Contessa gli elettori hanno votato massicciamente un signore che Contessa nemmeno sapeva dove fosse ubicata.
Adesso addebitiamo tutto alle piogge. 
Noi di strade decenti non ne abbiamo avute forse mai; lamentiamoci quindi di noi stessi e dei politici finora scelti.

Vediamo il quadro più complessivo del Corleonese.
L'Anas appena le conseguenze delle piogge saranno meno insistenti, promette di riaprire non solo i tratti autostradali (quelle dei litoranei), ma anche le tantissime statali chiuse. Forti disagi, infatti, si rilevano sulla 188 e la 189. Nel primo caso per la caduta di massi, nel secondo per la presenza di fango e detriti. Nella zona di San Carlo, fra Chiusa Sclafani e Caltabellotta è pure crollato un ponte.
 A parte le 29 famiglie di Bisacquino, fuori dalle case già da domenica scorsa, tre case e due negozi sono stati evacuati in via precauzionale a Corleone. 
La strada che collega Palazz Adriano col bivio Tortorici (fra Chiusa e Bisacquino) per tratti misurabili in chilometri pare che sia scomparsa.
I ragazzi di Contessa, Bisacquino, Campofiorito, Chiusa e Giuliana che frequentano le scuole superiori di Corleone vengono ritenuti assenti giustificati dalle lezioni in quanto il Prefetto ha emesso una ordinanza valevole fino al 23 maggio di chiusura della statale Campofiorito-Corleone.

I volontari della Protezione civile regionale lavorano su tutto il territorio, in particolare –maggiore attenzione è in effetti dedicata- fra Bisacquino e Corleone. 

Uomini, fatti, eventi. Come li ricordiamo oggi

27 Febbraio
Muore il 27 febbraio 1960 a Milano Adriano Olivetti, poliedrico imprenditore e uomo di cultura. La morte improvvisa lo colse durante un viaggio in treno da Milano a Losanna.
La sua azienda-modello, presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all’estero abbinava la logica ed i successi dell’impresa ad un progetto sociale che risulta, ancora oggi, innovativo.
Si tratta dell’azienda dove nacquero le famose macchine da scrivere Olivetti,  la Lettera 22, mito e oggetto di culto degli anni ’60 e di cui molti conservano ancora degli esemplari.
Imprenditore, è stato anche uomo di cultura, politico, intellettuale, editore ed urbanista. Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l’apprendistato nell’azienda paterna come operaio. A questo proposito, molti anni più avanti, e quando l’azienda sarà un colosso internazionale, dirà al giovane giornalista Furio Colombo: “[...] io voglio che lei capisca il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri.
L’anno seguente, Olivetti compie un viaggio negli Stati Uniti dove visita decine di fabbriche fra le più avanzate, sia sotto il profilo della concezione che del rapporto con i dipendenti. Per la sua sensibilità estrosa e ricettiva questo è uno stimolo fortissimo.
La sua famiglia, di origini ebraiche il padre e valdese la madre, è di idee antifasciste ed è protagonista della fuga dall'Italia del leader socialista Filippo Turati.
Tornato in Italia, si mette in testa di aggiornare e modernizzare la Olivetti, con una serie di progetti appositamente pensati da lui. Fra le novità introdotte si trovano idee originalissime e all’avanguardia, caratterizzate da un’attenta e sensibile gestione dei dipendenti, sempre guardati dal punto di vista squisitamente umano prima che come risorse produttive. Ecco allora prendere corpo un’organizzazione decentrata del personale, una diversa strutturazione delle funzioni direttive, la razionalizzazione dei tempi e metodi di montaggio, lo sviluppo della rete commerciale in Italia e all’estero e altro ancora.

 La nuova organizzazione fa aumentare in maniera significativa la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti. Alla fine del 1932 è nominato Direttore Generale dell’azienda, di cui diventerà Presidente nel 1938, subentrando al padre Camillo. 

giovedì 26 febbraio 2015

Ruolo religioso, culturale e sociale delle suore a Contessa Entellina ... ... di Calogero Raviiotta

"Carissime famiglie, amici e benefattori, la Provvidenza di Dio, tramite la decisione presa da papas Jani Stassi, ha disposto per ognuna di noi diverse missioni e così noi suore abbiamo dovuto partire definitivamente da Contessa per continuare a fare del bene in altri posti"………. (Madre Maria Eleusa, Suor Maria del Dulce Nombre, Suor Maria della Tenerezza).
Questo testo è la parte iniziale della comunicazione  del 20 febbraio 2015, indirizzata ai contessioti dalla superiora e dalle due suore, che recentemente hanno posto fine alla loro missione svolta a Contessa dal 2012.
Non conosco le motivazioni di questa partenza improvvisa, ignoro inoltre sia quanto finora riportato al  riguardo nei blog e da altri strumenti di comunicazione sia quanto in questi giorni viene riportato  a Contessa nei colloqui privati e nei luoghi di ritrovo,  tuttavia tale evento non mi lascia indifferente, anzi, leggendo attentamente la citata breve comunicazione del 20 febbraio e tenendo presente alcuni documenti del mio archivio, ho pensato di fare cosa utile ai lettori riportare di seguito brevi notizie sulla presenza delle suore a Contessa ed una brevissima personale  riflessione sul ruolo religioso, culturale e sociale svolto dalle suore dal 1937 ad oggi a Contessa: nel secolo XX dalle Suore Basiliane e dalle Suore Francescane, in tempi più recenti dalle Suore Carmelitane Messaggere dello Spirito Santo e dalle Suore Serve del Signore e della Vergine di Matarà.

Suore Basiliane di S. Macrina (1937 - 1997)
Le Suore Basiliane “Figlie di S. Macrina” avviano la loro attività a Contessa nel 1937, nell’ambito della parrocchia greca. La loro prima sede è un edificio, donato da Maria Pumilia, alla cui memoria viene intitolato l'asilo infantile. Danno un importante contributo alla formazione religiosa e culturale dei contessioti: la maggior parte dei bambini, nati tra il 1934 ed il 1983, frequenta l'asilo delle suore.
L'asilo nel primo anno di attività  registra 81 iscritti, negli anni successivi gli iscritti aumentano raggiungendo il massimo (125) nel 1958, mentre dal 1974 inizia una progressiva riduzione, con 15 iscritti nell'ultimo anno di attività (1986/87).
I contessioti  conservano ancora vivo nella mente e nel cuore il ricordo del prezioso apporto dato, in 60 anni di presenza (1937 – 1997),  dalle Suore Basiliane nella educazione e nell’istruzione di tanti bambini e giovani: asilo per oltre 1100 bambini, catechismo per centinaia di ragazzi e ragazze, organizzazione di  molti corsi professionali per le giovani, assistenza agli ammalati, agli anziani ed agli invalidi.
Questa utile e preziosa opera di educazione, di istruzione, di formazione religiosa, di assistenza, ecc. purtroppo cessa con la partenza definitiva delle suore nel 1997.

Suore Francescane di S. Chiara (1959 - 1981)
Il primo luglio 1959 giungono a Contessa le suore di S. Chiara, per svolgere la loro missione con attività di supporto alla parrocchia latina  (asilo, educazione, catechismo, ecc.). La loro presenza è frutto dell'impegno del parroco Antonino Lala.
La loro permanenza a Contessa termina nel 1981, essendo venuto meno il principale impegno (scuola materna). La loro presenza e attività pastorale fa maturare alcune vocazioni religiose tra le giovani di Contessa (Bruno, Guzzardo, Raviotta,  Tamburello), che iniziano la loro formazione nel noviziato delle Suore Francescane e  successivamente, con i voti solenni, fanno parte a pieno titolo della comunità francescana e svolgono la loro missione in varie comunità in Italia ed all'estero.

Suore Carmelitane Messaggere dello Spirito Santo (2004 - 2009)
Su invito del parroco  arrivano a Contessa nel mese di luglio 2004 alcune suore della Congregazione “Carmelitane Messaggere dello Spirito Santo”, per avviare la loro missione nella comunità contessiota. La loro sede è l’edifico della parrocchia greca in via Scanderbeg, già sede delle Suore Basiliane fino al 1997.
Le Suore Carmelitane Messaggere dello Spirito Santo, presenti il parroco e numerosi fedeli, il primo ottobre 2005 (Santa Teresa di  Gesù Bambino)  celebrano nella loro sede, accanto alla parrocchia greca, la festa della loro comunità religiosa con la S. Messa solenne. Svolgono la loro attività di supporto pastorale e liturgico sia per la parrocchia greca sia per la parrocchia latina. La loro missione a Contessa cessa nel 2009.

Suore Serve del Signore e della Vergine di Matarà (2012 - 2015)
Il 22  settembre 2012, nella parrocchia bizantina di Contessa Entellina, alla presenza di mons. Sotir Ferrara, Eparca della diocesi di Piana degli Albanesi, è ufficialmente aperta la sede della comunità delle suore Serve del Signore e della Vergine di Matarà,  ramo femminile della famiglia religiosa del Verbo Incarnato, fondata in Argentina dal sacerdote Carlos Miguel Buela il 25 marzo 1984. Il percorso che porta alla loro presenza stabile a Contessa inizia nel 2010 con saltuarie presenze di collaborazione nella parrocchia greca  in occasione di alcuni particolari momenti pastorali  (Natale, Pasqua, colonia estiva, festa della Madonna della Favara). La congregazione, di cui fanno parte oltre mille suore presenti in vari paesi del mondo, opera nel campo dell’evangelizzazione della cultura, della liturgia, della catechesi, dei malati, della formazione dei laici, dell’educazione della gioventù, dell'assistenza dei bambini orfani, abbandonati, disabili o con problemi familiari, dell'insegnamento nelle scuole, ecc. utilizzando anche  i mezzi di comunicazione sociale, (pubblicazione di riviste, libri, siti internet, ecc.). Dal 2012 in parrocchia a Contessa le suore hanno avviato alcune iniziative (oratorio per bambini, gruppo giovani, gruppo per signore, visita agli anziani), una attività di servizio a favore della comunità locale.

Riflessione conclusiva
La presenza a Contessa delle Suore Basiliane, delle Suore Francescane, delle Suore Carmelitane Messaggere dello Spirito Santo e delle Suore Serve del Signore e della Vergine di Matarà, ha certamente lasciato un vivo ricordo personale in molti contessioti, che non dimenticheranno il loro operato svolto non solo in ambito parrocchiale.
La loro assenza nella nostra comunità rende Contessa sempre più povera di persone e istituzioni, il cui impegno, la cui testimonianza e la cui opera contribuisce significativamente alla sua crescita religiosa, sociale e culturale.
Al messaggio delle suore "Sappiate che resterete sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere quotidiane " avrei preferito la decisione di  "continuare a fare del bene" a Contessa (non "in altri posti").

Imu terreni agricoli. Il decreto è in discussione nell'Aula del Senato: il governo ed il Pd tirano dritto e vogliono che il mondo agricolo paghi

Contessa Entellina non è più
classificato nè montano nè
svantaggiato. 

Ci voleva un governo di
pseudo-Sinistra per negare che la
secolare emigrazione era
legata ad un territorio povero
e arretrato dal punto di
vista socio-economico

Il decreto sull'Imu agricola e' passato dalle Commissioni alla discussione in Aula, al Senato.
Le opposizioni FI, Lega e M5S hanno puntato -in via preliminare- sull'abolizione integrale dell'imposta, ma sono state battute con lo scarto di 9 voti.
Sono passati invece gli ementamenti che prevedono:
- il rimborso per i contribuenti che hanno pagato l'Imu in base al criterio "altimetrico" del Dm di novembre e poi superato dal d.l. N. 4/2015.
- per il 2015 viene prevista una detrazione di €. 200 per i coltivatori ed imprenditori professionali per i territori di collina svantaggiata  ( ossia quelli esenti nel periodo pre-riforma).

Maltempo. Spunta quà e là qualche raggio di sole

A Muricchio sarebbe utile un sopralluogo tecnico

Il Belice esonda in alcuni punti (Foto La Repubblica)Eson

Cristiani in Medio Oriente. In quelle condizioni di persecuzione, se mantengono la loro identità devono essere veri cristiani

Continua a crescere il numero di cristiani assiri rapiti dall'Isis in Siria. 
L'Osservatorio Nazionale per i Diritti Umani (Ondus), spiega che i jihadisti hanno catturato altre decine di persone da 11 villaggi nella provincia di Hassakeh, negli ultimi tre giorni. Le stime precedenti parlavano di 150 cristiani sequestrati nella stessa provincia, nel nord-est del Paese.
Sono circa una dozzina i foreign fighters di nazionalità italiana, tra vivi e morti (è il caso del genovese Giuliano Delnevo, ucciso in Siria nel 2013). Complessivamente per l'Italia è passata circa una sessantina di combattenti occidentali andati nei teatri di guerra, la maggiora parte stranieri.
La Santa Chiesa Cattolica e Apostolica Assira d'Oriente  (questa è la dnominazne ufficile) è una Chiesa cristiana che affonda le sue radici nella chiesa di Babilonia, forse fondata dall'apostolo Tommaso.
La chiesa si definisce "chiesa ortodossa assira". Esistono comunità pure in India.
La chiesa assira orientale è nota e così  è stata definita da papa Giovanni Paolo II come la "chiesa dei martiri", poiché nessun'altra chiesa annovera un eguale numero di martiri.
E' la chiesa più radicata in Iraq e in Iran
Nel medioevo si estendeva fino alla Cina e all'India. 

Hanno detto ... ...

GUSTAVO  ZAGRELBESKI, costituzionalista

”Viviamo un tempo esecutivo. “L’esecutivo” vorrebbe tutto. “Il legislativo” e “il giudiziario” dovrebbero essere nulla. Se vogliono contare qualcosa, sono d’impiccio.

Il loro dovere è di adeguarsi, di allinearsi, di mettersi in riga. L’esecutivo deve “tirare diritto” alla meta, cioè deve “fare”, deve “lavorare” (e più non domandare). Il legislativo e il giudiziario, se non “si adeguano”, costringono a rallentamenti, deviazioni, ripensamenti, fermate: cose che sarebbero normali e necessarie, nel tempo degli equilibri costituzionali; che sono invece anomalie dannose, nel tempo esecutivo.
Il tempo esecutivo è anche, e innanzitutto, un tempo in cui la politica è messa in disparte. Chi parla di politica è sospettato d’ideologia. La politica è innanzitutto discussione e scelta dei fini in comune. Il tempo esecutivo annulla il discorso sui fini e si concentra sui soli mezzi. Concentrarsi sui soli mezzi significa assumere come dato indiscutibile ciò che c’è, l’esistente, il presente. Il fine unico del momento esecutivo è la necessità che obbliga.
Le parole seduttive e di per sé vuote come “innovazione”, “riforme”, “modernizzazione”, “crescita” sono parole non di libertà, ma di necessità, necessità che non lascia spazio alla scelta del perché, ma solo del percome. Gli esecutivi del tempo attuale dove dominano gli interessi finanziari, nelle posizioni-chiave sono occupati da uomini d’affari e di finanza perché essi, con tutti i mezzi, anche con i più amari per i cittadini e per le loro condizioni di vita, devono essere garanti di assetti ed equilibri che s’impongono perentoriamente come se fossero fatalità. Sono anch’essi, a modo loro, vittime della necessità.

Con le immagini ... ... è più facile

Al di là di ciò che i giornali ed i media ci propinano sulla Grecia,
sulla Spagna e pure sull'Italia,
la realtà è che questi paesi non possono reggere, nè nel breve periodo nè nel lungo, il
peso del loro debito.


La Grecia ha avuto tempo e la soluzione di compromesso tra le richieste
di Alexis Tsipras e la diga rigorista capeggiata dalla Germania,
sono solo una conferma che l’Europa non ha ancora
per nulla sciolto il nodo della uscita dalla crisi finanziaria
ed economica scoppiata nel 2008.
Il debito della Grecia è unanimamente considerato
ormai inesigibile e qualcuno dice lo stesso anche di quello italiano.
Fino alla sopravvivenza della Prima Repubblica, Progresso era l'allargamento dei diritti.
Oggi con un governo falsamente di Sinistra per Progresso si fa intendere il restringimento dei diritti.

Il Cdm ha varato i primi decreti del Jobs Act (che mutano poco 
e soprattutto confermano le norme sui licenziamenti collettivi), 
quelli cioè sul nuovo contratto a tutele crescenti e sugli ammortizzatori. 
Sono pure state emanate nuove liberalizzazioni, 
che interesseranno librai e notai. 
E' stato invece rinviato il pacchetto di misure fiscali 
che il ministero dell’Economia aveva già preparato: saltano quindi
 le disposizioni sul nuovo catasto, ma anche quelle che fissavano 
il calendario per arrivare alle fatture elettroniche 
utili per il superamento dello scontrino fiscale. 
Proveremo a capire -in altre pagine- cosa è il Jobs Act

mercoledì 25 febbraio 2015

Febbraio 2015. Mai tanta pioggia


Portella della Ginestra. “Due giorni” a Viterbo dedicati alla strage

COMUNE DI PIANA DEGLI ALBANESI
Bashkia e Horës së Arbëreshëvet
(PROVINCIA DI PALERMO)

Viterbo: due giorni dedicati alla strage di Portella della Ginestra, presente anche Francesco Guccini che presenta il testo di una canzone sulla Strage di Portella

Si è svolta a Viterbo il 21 e 22 Febbraio una “due giorni” dedicata alla strage di Portella della Ginestra, promossa dall’Archivio di stato di Viterbo. All'iniziativa ha partecipato anche lo scrittore Loriano Macchiavelli prossimo alla presentazione di un romanzo su Portella che andrà ad affiancare altre due opere (su strage di Ustica e di Bologna) che comporranno una trilogia; presente anche il cantautore bolognese Francesco Guccini che ha presentato il testo di una canzone su Portella "Avevo la bocca piena di sole" scaldando i cuori del nutrito pubblico, e altri esponenti del mondo culturale, il regista Paolo Benvenuti, e lo scrittore Fabio Stassi, Viterbese e cittadino onorario di Piana degli Albanesi da pochi mesi. In un altro incontro si sono confrontati sulla necessità di creare rete tra vari soggetti per il mantenimento della memoria, rappresentanti istituzionali e del mondo Sindacale: il Sindaco di Piana degli Albanesi Vito Scalia, rappresentanti della Cgil di Viterbo e del Lazio, il Segretario della Camera del lavoro di Palermo Enzo Campo, il Segretario dello Spi Sicilia Maurizio Cala', Manuela Claudiani dell’Archivio di Stato di Viterbo, Carlo Ghezzi della Fondazione Di Vittorio, Ilaria Moroni coordinatrice della “Rete degli Archivi per non Dimenticare”, il Direttore Generale degli Archivi e altri.
Piana degli Albanesi, 25/02/2015                                            Salemi Alessia
Assessore alla Comunicazione

Trasformismo siciliano. Nel Pd di Renzi stanno entrando tutti gli ex-centrodestra; vanno via quelli che desiderano "una società migliore"



Uomini, fatti, eventi. Come li ricordiamo oggi

25 Febbraio

Nasce il 25/02/1866 a Pescasseroli, in Abruzzo, Benedetto Croce, filosofo, storico, scrittore e politico italiano, principale ideologo del liberalismo novecentesco italiano e “rifondatore” del Partito Liberale.

Ministro della Pubblica Istruzione nell’ultimo governo Giolitti, elaborò una riforma della pubblica istruzione che fu poi ripresa ed attuata da Giovanni Gentile.
Ruppe col fascismo, dopo il delitto Matteotti (10 giugno 1924). 


Nello stesso anno interruppe la sua amicizia con Giovanni Gentile, per discrepanze filosofiche e soprattutto politiche. Gentile infatti, con la pubblicazione del Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925, si era infatti schierato definitivamente dalla parte del fascismo.

Croce rispose aderendo all’invito di Giovanni Amendola, pubblicando a sua volta su “Il Mondo” il 1º maggio 1925, il Manifesto degli intellettuali antifascisti nel quale veniva denunciata la violenza e la soppressione della libertà di stampa da parte del regime.
 Il fascismo riteneva Croce un avversario poco temibile, sostenitore com’era di un fascismo inteso come “malattia morale” inevitabilmente superata dal progresso della storia.
Inoltre la fama di Croce presso l’opinione pubblica europea lo proteggeva da interventi oppressivi da parte del regime.
Nel 1944 fu Ministro senza portafoglio nel secondo governo Badoglio. Subito dopo la liberazione di Roma (giugno 1944) entrò a far parte del secondo governo Bonomi, sempre come ministro senza portafoglio, ma diede le dimissioni qualche mese dopo, il 27 luglio.
Eletto all’Assemblea Costituente, non accettò la proposta di essere candidato a presidente provvisorio della Repubblica, così come avrebbe in seguito rifiutato la proposta, avanzata da Luigi Einaudi, di nomina a senatore a vita.
Nel 1946 fondò a Napoli l’Istituto Italiano per gli Studi Storici destinando per la sede un appartamento di sua proprietà, accanto alla propria abitazione e biblioteca, nel Palazzo Filomarino.
Per un ictus cerebrale, sopravvenuto nel 1949, semiparalizzato si ritirò in casa continuando a studiare: morì seduto in poltrona nella sua biblioteca il 20 novembre 1952.

Imu sui terreni agricoli. I produttori sardi protestano

I produttori agricoli della Sardegna protestano a Roma contro il  balzello ingiusto che rischia di uccidere tante aziende anche in Sardegna: l'Imu sui terreni
Organizzati dal Copagri regionale essi pare che non abbiano dubbi   -nè allevatori nè agricoltori- che «È un'imposta che nessuno riconosce, né i Comuni, che con l'Anci hanno presentato ricorso al Tar, né le associazioni di categoria». 
Sono esclusi -è vero- dal pagamento coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, «ma l'imposta è iniqua perché oltre a colpire le aziende agricole a partire dai fabbricati e dai beni strumentali, compresa la terra va ad aggravare una situazione diventata insostenibile. Quest'anno, infatti, è stata ridotta del 23% la quota delle agevolazioni sui consumi medi di gasolio ed è stata cancellata la deduzione del costo del lavoro agricolo a tempo determinato dalla base imponibile Irap». 
Al Governo Copagri chiede la cancellazione di un'imposta che, salvo ripensamenti, dovrà essere pagata entro il 31 marzo.

Strade Provinciali. Interpellanza con primo firmatario on.le Ribaudo; firmataria pure Gea Schirò



La Sicilia del maltempo e quella di noi che qui viviamo

Francesco Graffeo, giornalista, ha diffuso l'incoraggiante ... messaggio

Leggiamo oggi su un giornale le denunce della Coldiretti
 “La mancata manutenzione degli argini ha comportato l’esondazione e determinerà ulteriori costi per la pulizia visto che con l’acqua arrivano spazzatura e detriti di tutti i tipi".
Oltre alla pioggia l’apertura della paratia della diga ha determinato danni ingenti all’agrumicoltura della zona di Ribera. Si tutta di una situazione gravissima le cui responsabilita’ dovranno essere accertate”.

Altrove leggiamo
Cavalli, pecore e bovini che pascolavano nei terreni vicino ai torrenti del Corleonese sono ancora dispersi mentre non accenna a diminuire la pioggia che sta provocando milioni di euro di danni al settore agricolo. Lo afferma la Coldiretti siciliana che ribadisce la necessita’ di proclamare lo stato di calamita’ naturale.

I terreni sono allagati e si rischia di azzerare la produzione della provincia.

Le strade chiuse (La Repubblica)L'ondata di maltempo che in questi giorni ha colpito la Sicilia ha costretto l'Anas a chiudere al traffico alcuni tratti stradali. Chiusa la Ss 188/C, al km 12, nel Comune di Corleone (Palermo), a causa di una frana. Situazione analoga al km 16, nel comune di Campofiorito. Al km 18,900, nel Corleonese, per il cedimento di un tombino, è stato istituito invece il senso unico alternato. Senso unico alternato sempre sulla Ss 188, al km 106,700, e al km 108,700, nel comune di Giuliana.
Sempre lungo la Ss 188, al km 118,800, nel comune di Chiusa Sclafani, a causa di una frana sulla carreggiata, con caduta massi sul piano viabile, la strada è attualmente chiusa al transito. Dal km 126,700 al km 127, nel comune di Palazzo Adriano, per una frana sulla carreggiata con presenza di detriti e massi sul piano viabile, la strada è attualmente chiusa (aperto un varco per i soli mezzi di emergenza).
Resta ancora chiusa al transito la statale 188 che collega Bisacquino a Corleone. In questa strada ci sono diverse frane in più punti nei territori di Giuliana, Campofiorito, Bisacquino e Corleone.

Hanno detto ... ...

CRISTIANO VIDALI, giornalista
Se la storia ci ha insegnato qualcosa, è l’estremo polimorfismo delle interpretazioni dell’Evento da parte dell’uomo, oltre alle infinite manifestazioni espressive di quest’ultimo. Si può intimidire con le parole e con il silenzio; si può perdonare con una mano, con uno sguardo, con un rasserenato tono di voce; si può fare una guerra con il pensiero, con le armi, con i fiori.
E la storia non smette di stupirci, perché, anche e soprattutto nei momenti di più profonda crisi politica ed antropologica, la reazione degli uomini può rivelarsi travolgentemente ingenua, quanto incontenibilmente intensa. In una contemporaneità smarrita nelle crisi identitarie, sugli aperti conflitti religiosi c’è chi misconosce le guerre concettuali seminate irresponsabilmente dalle mortifere ideologie e manifesta la propria presa di distanza con gesti dall’inesausto coinvolgimento umano.

GIAN CARLO CASELLI, magistrato
L'attività politica e religione devono rimanere distinte, altrimenti c’è il rischio di un corto circuito, di sostituire le leggi dello Stato con il Vangelo. Ma distinzione significa che la politica, pur dovendo restare autonoma (non è nel Vangelo che si possono trovare le soluzioni tecniche dei vari problemi che essa deve affrontare), può trovare orientamenti anche nell’omelia del Papa. Specie se si va in massa (guai a mancare …) a prendere messa da lui. 
Nei tantissimi interventi di papa Francesco in tema di corruzione abbondano le parole chiare ma dure, spesso spietate. I corrotti sono “putredine verniciata, devoti delle dea tangente”. Corruzione è “non guadagnare il pane con dignità” e ai figli dei corrotti tocca “ricevere come pasto dal loro padre sporcizia”. 
Dopo la tratta delle persone il delitto più grave è proprio la corruzione, “cancro sociale profondamente radicato nei governi, nell’imprenditoria e nelle istituzioni; una pratica abituale nelle transazioni commerciali e finanziarie, negli appalti pubblici, in ogni negoziazione che coinvolga agenti dello Stato”.
ROBERTO MARCHESI, studioso di macroeconomia
Renzi sa benissimo che la riforma più urgente da fare in Italia sarebbe una buona legge contro la corruzione, la piaga più grave dell’Italia, ma non la fa, e nemmeno ne parla. 
Perche? Chi glie lo impedisce?

Nel freddo febbraio quando tutto sembra riposare, l'inverno già apparecchia il rifiorire della natura

Nel freddo febbraio quando tutto sembra riposare, l'inverno già apparecchia il rifiorire della natura.
Anche un forzato anno sabbatico ti rende spettatore attento del lento fluire della vita.
Altri con dissimulate ansie appaiono non più frenetici automi ma solitudini empatiche.
Fra poco lo scheletrito albero si vestirà con i colori della festa della vita.
Paolo Borgia

Gerbidi e maggesi
E’ trascorso più di un secolo dai forse dimenticati “Moti di Palazzo Adriano”: una sollevazione contadina contro il padronato, motivata dalla ‘pretesa’ d’aumentare la propria quota spettante in grano dal 25% al 30% del raccolto, sollevazione sedata nel sangue. Allora la terra del mio paese dava da vivere ad una popolazione doppia rispetto a quella attuale. Purtroppo però l’inevitabile incremento demografico, dovuto a migliori condizioni igieniche e sanitarie e alla diminuzione della mortalità infantile, produceva una lenta ma continua emigrazione verso ‘il nuovo mondo’.
Jean Tirole, il premio Nobel che ha capito 
come funziona davvero il mercato
Da ormai cinquant’anni, il plurimillenario sistema economico, fondato da ‘sempre’ principalmente sull’autoproduzione e sul baratto, non solo del mio paesino ma di tutto il bacino mediterraneo, che aveva fatto di questa area il principale crogiolo della crescita culturale della umanità, si è spento. E’ inevitabile chiedersi il perché di questo disastroso crollo economico. Nonostante la ostentata pronta reazione, nel primo dopoguerra, dello stato con i suoi enti di riforma agraria e dei singoli con la costituzione di cooperative e con l’introduzione di macchine che altrove venivano impiegate  già da molto tempo. L’esito fu un epocale fallimento economico e forse sociale e chi fallisce, si sa, pensa inevitabilmente anche ad una propria incapacità.
Credo che una sensata risposta ora ci venga dall’Accademia reale svedese delle scienze con l’assegnazione il 13 ottobre 2014 del premio Nobel per l’Economia al francese Jean Tirole. "Uno dei più influenti economisti del nostro tempo", egli "più di ogni altra cosa ha chiarito come capire e regolamentare i settori industriali con poche, potenti imprese dominanti" e i rispettivi ‘fallimenti dei meccanismi di mercato’", che generano prezzi più alti rispetto a quanto sarebbe motivato dai costi, o la sopravvivenza di imprese improduttive attraverso meccanismi di blocco all'ingresso di aziende nuove e più produttive.
“Dalla metà degli anni ’80 in avanti, egli ha dato nuova vita alla ricerca su questo tipo di fallimenti di mercato”, cercando di rispondere a una domanda per tutte: "come devono i governi trattare con i cartelli di imprese? e come devono regolamentare i monopoli?". Il suo lavoro ha una forte influenza sui modi con cui i governi gestiscono le fusioni o i cartelli e come dovrebbero regolare i monopoli. “In una serie di articoli e libri, Jean Tirole ha presentato una struttura generale per identificare tali politiche”, sostenendo che le migliori politiche della concorrenza "devono essere attentamente adattate alle condizioni specifiche di ciascun settore industriale". “E l’ha applicata ad un numero di industrie, da quelle delle telecomunicazioni a quelle bancarie”.
Tirole, che è direttore della fondazione Jean-Jacques Laffont della Toulouse School of Economics e direttore scientifico dell’Istituto di economia industriale (IDEI) di Tolosa, oltre che degli studi sull’economia industriale, si occupa di micro e macroeconomia. Per lui, che non frequenta la corte dei ‘global village owners’, questo premio, aldilà del significato in sé, rappresenta una boccata di ossigeno per la prosecuzione dei suoi studi. Per noi, per il vecchio mondo frustrato, perché tacciato delle più infamanti accuse, ora si prospetta la possibilità, specie per le nuove generazioni, di una puntuale investigazione sulle remote e prossime cause e sulla ricerca dei rimedi più idonei al superamento delle fraudolente azioni, esterne ed interne, responsabili del nostro declino.
Ormai l’uomo è cambiato, sembra agire come ‘dopato’ da un scienza che gli conferisce una forza senza precedenti e da una economia che imprime un impulso incessante (H. Jonas) ma che non è tuttavia in grado di assumere una responsabilità costituita da nuova sostanza e finalità. Quando, poi, l’agire umano non è quello di una persona fisica ma di un ente anonimo, di un grande gruppo finanziario chi risponde? A chi? Di che cosa? Di chi? Di una impresa dove è l’anima: il luogo interiore non delegabile in cui la persona umana si dà e si riconosce responsabile?
Lo strapotere dei grandi gruppi sui governi o dei governi forti sui governi deboli, specie dopo il recente fallimento della allegra finanza, spinge l’uomo, a passi rapidi, dalle guerre locali verso il baratro della guerra totale e rende inutili le maschere con cui si travestono i lupi da teneri agnellini. 
Occorre richiamare, tallonare chi può e deve discernere e decidere contenuti, modalità, direzione e conseguenze dell’agire per conto della Società affinché riemerga il principio ‘responsabilità’ nelle relazioni tra ‘gruppi’ e la Società e le sue istituzioni allo scopo di condurli a quell’esser-io partecipe che è se stesso solo nella condizione del suo vivere con gli altri e per gli altri. 
P. Borgia