A
conclusione del primo ciclo di testi dedicato a S. Maria del Bosco e ad
integrazione di quanto finora proposto ai lettori del blog, per quanti sono
interessati ad approfondirne alcuni aspetti vengono riportati di seguito: testo
di papas Nicola Cuccia; brevi notizie su convegni svoltisi nei due chiostri del
monastero; bibliografia.
Nei prossimi mesi, dopo aver preso
visione di alcuni originali documenti d'archivio, altri testi saranno dedicati
a S. Maria del Bosco con particolare riferimento a: giurisdizione ecclesiastica;
Rettore e Abate; situazione attuale e prospettive.
FEC,
Giurisdizione ecclesiastica, Bolla di Giovanni XXIII
Il testo di seguito riportato di papas
Nicola Cuccia, già parroco greco di Contessa e Rettore di S. Maria del Bosco,
integra quanto esposto nelle due monografie citate nella bibliografia (una di
C. Raviotta e l'altra di G. Glaviano e M. Migliore) e risulta molto
interessante per la descrizione riguardante la giurisdizione ecclesiastica, cui
afferisce S. Maria del Bosco.
In
realtà, una nuova fase storica si è aperta con l’erezione dell’Eparchia di
Piana degli Albanesi (1937) e successivamente con la Bolla Papale (Orientalis
Ecclesiae, otto luglio 1960), che
stabilisce la nuova giurisdizione sui territori in precedenza sottoposti
all’Arcivescovo di Monreale:
“…tutte le parrocchie, chiese, oratori pubblici e semipubblici, le case
religiose sia maschili che femminili ivi esistenti siano posti sotto la potestà
e la giurisdizione del solo Vescovo di Piana dei Greci, cessando del tutto la
giurisdizione… dell’Arcivescovo di Monreale sul comune di Contessa Entellina…”.
Trattandosi
di un bene del FEC, la Curia dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, avrebbe
dovuto far pervenire la Bolla agli organi competenti del Ministero dell’Interno
rappresentato dalla Prefettura di Palermo. Questo passaggio è avvenuto
solamente nel luglio 2002 quando, dalle mani di Papàs Nicolò Cuccia, Rettore
dell’Abazia di Santa Maria del Bosco, e Parroco pro-tempore di SS. Annunziata e
San Nicolò e il Sindaco del comune di Contessa Entellina, Rag. Pietro Cuccia,
la Dott.ssa Donatella Ferrera, Vice-Prefetto ha acquisito ufficialmente la Bolla
pontificia attestando che:
“La presente è trascrizione fedele del testo
originale da me visionato e restituito al Papàs Cuccia. Nell’originale risulta
presente il sigillo originale di Papa Giovanni XXIII.”
L’acquisizione
del documento non ha comportato ipso facto il riconoscimento alla Eparchia di
Piana dell’amministrazione ordinaria e straordinaria del bene del FEC in quanto
l’ulteriore e definitivo atto amministrativo è di autorità del Ministero
dell’Interno. Il Ministero ha riconosciuto alla Conferenza Episcopale Siciliana
(CESI) la competenza per l’applicazione della Bolla. La CESI ha coinvolto la
Conferenza Episcopale Italiana (CEI) chiedendo delucidazione e informazione
sulla retta applicazione della detta Bolla e la CEI, considerando l’argomento
materia del Concordato tra Stato e Chiesa ha trasmesso gli atti alla Segreteria
di Stato Vaticana.
Da
allora, dopo quattro anni, ufficialmente non si hanno risposte.
Circa la giurisdizione, la Curia di
Monreale ha riconosciuto alla Curia di Piana la facoltà di vidimare lo Stato
dei Documenti per la valida celebrazione dei matrimoni all’interno dell’Abazia,
di fedeli non residenti nei comuni della stessa Eparchia e il tentativo di
ottenere l’istituzione di una “isola territoriale rituale”, per la
celebrazione dei matrimoni dei fedeli di rito latino di altra diocesi,
richiesta dalla Curia di Monreale, è stata respinta dalla Congregazione
per le Chiese Orientali. (cfr. archivio della cancelleria della Curia di Piana
degli Albanesi).
Questo
stato di cose ingenera una confusione nei ministri sacerdotali e nei
fedeli circa i diritti legati all’uso-possesso e alla giurisdizione
dell’Ordinario del luogo che deve autorizzare celebrazioni o manifestazioni
religiose.
L’anomalia
di questa situazione meriterebbe una piena ed esatta interpretazione ed
applicazione della Bolla Papale di Giovanni XXIII che a riguardo recita:
“Ordiniamo
pertanto che se qualcuno, qualunque sia l’autorità di cui è rivestito, dovesse
operare contro quanto abbiamo stabilito, sia scientemente che inscientemente,
il suo agire sia ritenuto senza effetto e senza valore.
…se
qualcuno disprezzerà o comunque rifiuterà questi nostri decreti sappia che
incorrerà nelle pene stabilite dal diritto per color che non attuano gli ordini
dei sommi Pontefici.” (Papàs Nicola Cuccia)>
Due convegni della Provincia Regionale di Palermo a S. Maria del Bosco
Convegno di studi (17-18 aprile 2004) "L'Abbazia di Santa Maria del Bosco
tra memoria e recupero". Due giorni di relazioni, precedute
dall'introduzione di Cataldo Naro (arcivescovo di Monreale) e dall'intervento
di Vittorio Sgarbi, hanno offerto l'occasione di conoscere vari aspetti della
Chiesa, del Monastero e della Comunità monastica di S. Maria del Bosco.
Gli ATTI del convegno, la
cui pubblicazione è stata curata dal prof. Antonino G. Marchese, sono stati
stampati dalla Provincia Regionale di
Palermo e presentati a Palermo, presso la sede del Liceo Scientifico “Benedetto
Croce”, il 28 aprile 2006.
Il volume (circa 600 pagine
di testi, fotografie, disegni e grafici) risulta particolarmente interessante
per chi vuole approfondire la conoscenza di S. Maria del Bosco, descritta dagli
interventi di 45 relatori, ciascuno dei quali, nell'ambito della tematica
generale del convegno, ha trattato un argomento specifico sotto l'aspetto, storico,
territoriale, economico, sociale, religioso, artistico, paesaggistico,
letterario, architettonico, ecc.
In occasione del convegno "Archeologia dei Monti
Sicani” (16 giugno 2006), presenti il
vescovo di Monreale, il vice-presidente della Provincia Giuseppe Colca ed i sindaci dei comuni limitrofi, dopo le
relazioni scientifiche, è stato evidenziato
che il recupero di S. Maria del Bosco,
finalizzata alla sua valorizzazione turistica, culturale e religiosa, è di
interesse sia dell’Unione dei comuni del Sosio sia dell’Unione dei comuni del
Corleonese.
BIBLIOGRAFIA
Antonino
G. Marchese "L'Abbazia di Santa Maria del Bosco di
Calatamauro", Provincia regionale di Palermo, 2006, Atti del convegno di
studi (S. Maria del Bosco e Chiusa Sclafani, 17 - 18 aprile 2004).
Mariny
Guttilla "Tesori ritrovati (1968 - 2008): Storia
e cultura artistica nell'abbazia di S. Maria del Bosco di Calatamauro e nel suo
territorio dal XII al XIX secolo" (Mostra, dicembre 2008, Monreale -
Contessa Entellina).
Atanasio Schirò, “Il Monastero di S. Maria
del Bosco di Calatamauro in Sicilia” (Tipografia
e legatoria del Boccone del Povero - Palermo, 1894).
Anton Blok,“La mafia di un villaggio siciliano.
1860-1960” (Edizione di Comunità -
Torino, 2000).
Giovanni Glaviani e Michele Migliore, "Santa
Maria del Bosco" (Nuovi Segni Editore, Contessa Entellina, 2008).
Calogero Raviotta, "S. Maria del Bosco di
Calatamauro ed i paesi limitrofi: un antico legame territoriale, culturale,
religioso, economico e sociale (Associazione Culturale "Nicolò
Chetta" - Contessa Enntellina - Agosto 2009).
Calogero
Raviotta,
Atti del convegno "Significato di un recupero" (primo chiostro del
Monastero, 6 settembre 1985), pubblicati dall'Associazione Culturale
"Nicolò Chetta nel 1986.
Calogero
Raviotta,
Atti del convegno "Verso il
recupero" (primo chiostro del Monastero, 15 settembre 1986),
pubblicati dall'Associazione Culturale "Nicolò Chetta nel 1987.
Calogero Raviotta, Atti del convegno “Recupero e valorizzazione” (Palazzo comunale di
Contessa Entellina, 24 aprile 1988), pubblicati dall'Associazione Culturale
"Nicolò Chetta nel 1989.
* * *
*
Il testo italiano ed arbëresh
(l’albanese parlato ancora a Contessa da
oltre cinque secoli) esprime il ricordo nostalgico di quanti, come l'autore,
hanno vissuto l'esperienza della vita in campagna ed hanno avuto l'occasione di
sentire in estate i rintocchi del campanone di S. Maria del Bosco.
Kumbora
kumendit Il
Campanone di S. Maria del Bosco
Nga herë çë varrenj kumendin, Ogni volta che guardo S.
Maria del Bosco,
te mali çë i bën kurorë me lise të
lertë, immersa nel verde che le fa
corona,
kujtonj kur djalë, ricordo
con nostalgia quando ragazzo
veja përjashta me tatën, andavo con mio
padre in campagna,
ku kishim kofshtin, vrestën e kroin. Dove c'era l'orto, la vigna, la
sorgente.
Kujtonj se mezditë, Ricordo che
a mezzogiorno
gjegjejë kumbora e madhe kumendit, il campanone diffondeva i suoi
rintocchi,
e gjithë përjashta mbahshin sa shubejn, e tutti
in campagna sospendevano il lavoro,
parkalesin T‘Inzot
e vejn e hajn. Pregavano il
Signore e consumavano il pranzo.
Nanì ngë rri më njerì përjashta, Adesso i contadini non stanno
più nei campi,
nanì ngë bie më kumbora kumendit, adesso il campanone non diffonde più
i rintocchi,
klisha pak e pak gorramiset gjithë. la chiesa a poco a poco sta
crollando tutta.
Thon se ka t’e stisën pameta, Dicono che devono
ricostruirla,
Thon se kumbora ka zënj e bienj pameta, dicono che il campanone suonerà ancora,
Gjithë presën atë ditë sa ken haré. tutti attendono quel dì per
gioirne.
C. Raviotta, Contessa, 1987)
Nota
- Al termine della celebrazione (21 giugno 2009) del VII centenario di
consacrazione della chiesa di S. Maria del Bosco, eccezionalmente su iniziativa
di alcuni giovani contessioti presenti, il
campanone ha diffuso i suoi rintocchi suscitando ricordi ed emozioni, in particolare tra i più
anziani.
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