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sabato 21 settembre 2024

Ricorrenze

 Oggi 21 Settembre

Giornata Internazionale della PaceGiornata Internazionale della Pace

La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita dall’Assemblea Generale (A.G.) delle Nazioni Unite nel 1981, con Risoluzione A/RES/36/67, con l’obiettivo di rafforzare la volontà di pace tra le nazioni e i popoli. Dal 2001 le celebrazioni per la pace sono state fissate per il giorno 21 Settembre di ogni anno, tramite la Risoluzione A/RES/55/282, ed è stato convenuto che questa sarebbe stata la giornata in cui sospendere tutte le ostilità e la violenza nel mondo.

Una risoluzione ONU che esorta gli Stati membri, le organizzazioni governative e non e gli individui a concentrarsi in questo giorno nella promozione di azioni educative per fare sensibilizzazione sul tema della pace globale.

La ricerca e la sorpresa

 Nel corso di alcune ricerche






















  L’aver rinvenuto la foto sopra riportata è stata una sorpresa. Ad attirarmi è stato il testo che accompagna la “foto”: Cozzo Tondo…..e … Portella del Caprifico.
* * * 

Il Caprifico (per la Trecani) è  una varietà spontanea del fico (Ficus carica var. caprificus), diffusa in tutto il Mediterraneo, nelle fessure di rupi e di muri, distinta dal fico coltivato, o domestico, per il minore sviluppo vegetativo e per i frutti (in realtà infruttescenze) asciutti, stopposi, di solito non commestibili. E’  detto  fico selvatico, sebbene anche il fico coltivato possa trovarsi allo stato selvatico.

Quanto al Cozzo Tondo …?

Riflessioni sulla Storia: verità, esaltazioni e alterazioni

Leggere: Introduzione

 Dalla Preistoria alla Storia

Stando a quanto abbiamo potuto intuire studiando più libri e più autori relativi alla preistoria, l'uomo, gli antenati degli uomini, ancora nel V secolo a.C. sapevano più di caccia che di agricoltura. Sapevano migliorare le punte delle frecce per renderle più efficaci nella caccia delle prede che avere intuito la bontà dell'agricoltura.  L'aratro o la zappa non era ancora stato intuito.

Tutto ciò che sappiamo su quanto accadde prima del
5.000 A.C. è preistoria
*  *  *

La comparsa dei primi ominidi (circa due
milioni e mezzo di anni fa) all'8.000-5.000 a.C.
 (epoca in cui si iniziarono a forgiare iprimi metalli),
viene a sua volta tradizionalmente suddivisa
 nei tre periodi:
Paleolitico, Mesolitico e Neolitico 



Già in quella fase evolutiva  pare però che si fosse già al passaggio e all'effettuazione delle pratiche funerarie. Pare che nella fase iniziale dell'evoluzione della specie il seppellimento consisteva semplicemente nell'avvolgere il defunto con una pelle di animale. Doveva passare ancora del tempo nell'immaginare la tomba come un qualcosa di "costruito", in attesa che nascesse e si sviluppasse quella che, oggi, definiamo la civiltà egizia. 

E' con la quasi nascente civiltà egizia che inizieranno ad usarsi ceramiche con bordi neri che via via danno il via ad ulteriori oggetti sempre più raffinati e lavorati  di ossa di animali e poi in avorio (=ricavati dalle zanne e denti di animali come elefanti, trichechi e ippopotami). Da qui, da questi primi passi, ha inizio l'uso dei primi pettini, dei cucchiai, delle prime forme di gioielli e amuleti a forma di figura umana e animale.

Per poter parlare di inizio della Storia dell'uomo dovrà passare ancora del tempo, ma molto meno dei 120.000 anni prima di Cristo, il periodo che ci separa dall'inizio del Paleolitico (2,5 milioni di anni fa, per concludersi 10mila anni fa con i primi inizi dell'agricoltrura).

venerdì 20 settembre 2024

Ricorrenze

Oggi 20 Settembrte

Il 20 settembre 1870 un "Corpo d'Esercito" al comando del Ten. Generale Raffaele Cadorna conquistava Roma che diventerà la Capitale del Regno d'Italia. L'evento fu immortalato da una famosa tela del Cammarano che riprende la famosa carica dei "Fanti Piumati" che entrano nella Città dalla Breccia di Porta Pia.

Ing. Luigi Cannella

Verso la società dei consumi

L’avvento dello Stato sociale,
l’urbanizzazione, e la standardizzazione
della produzione, ma anche la
straordinaria forza del modello
americano, furono i fattori che
riuscirono a favorire
l’avvento dell’età di un 
maggiore benessere diffuso
un poco su tutte le fasce
sociali, se non purtroppo
uniformemente.
Chi è nato a ridosso degli anni cinquanta del Novecento ha potuto assistere all’intero processo introduttivo, nelle case degli italiani (e … nelle case del meridione della penisola e isole, con qualche decennio di ritardo), della tecnologia digitale. Ha potuto assistere alla rivoluzione delle abitudini e dei consumi delle famiglie e -via via- dello stile di vita delle famiglie. E, chi e’ nato nelle zone interne dell’Isola, ha potuto memorizzare il graduale svuotamento delle abitazioni in conseguenza dell’inarrestabile flusso migratorio. 

 Su questa pagina non ci proponiamo di affrontare gli aspetti sociali-economici che hanno dato avvio alla “rivoluzione tecnologica”. Avremo tempo per affrontarli, ci auguriamo. Ci piace invece affrontare quella che alcuni hanno definito la “rivoluzione dei consumi e delle abitudini connesse alla tecnologia”.  Dagli anni cinquanta in poi si è potuto assistere 

=== all’avanzata inesorabile del mondo dei computer, fino al loro affermarsi all’inizio del terzo millennio di dominio universale,

===all’affermarsi delle telecomunicazioni, della musica, della televisione, della fotografia e della cinematografia a disposizione di tutti,

=== all’affermarsi della posta elettronica e della prima generazione di Internet, e dei relativi apparati (Pc, stampanti) e alla conseguente graduale scomparsa delle vecchie macchine da scrivere (le Olivetti) che in tanti ormai conservano a modo di soprammobile.

===allo spuntare dei registratori digitali, ormai soppiantati da HI-FI, e ancora i giradischi fino ad arrivare ai CD e DVD che hanno soppiantato le audio e le videocassette a nastro magnetico.

===SMS ed e-mail hanno drasticamente ridotto l’uso di lettere, telegrammi e pure dei biglietti di auguri

  Con questa pagina introduttiva vogliamo proporci di descrivere -gradualmente nel tempo- la “rivoluzione” nel vivere a cui abbiamo, senza accorgersene e senza avere probabilmente mai riflettuto sull’attraversata, tutti coloro che sono nati nella seconda metà del Novecento.

Come funzionava il sistema feudale nel Cinquecento (3)

  Fra i propositi di svolgimento sulle pagine che seguiranno punteremo a focalizzare  i punti più anacronistici, più aspri e più iniqui del sistema feudale in terra di Sicilia, quello che gli antenati arbereshe arrivati dai Balcani, fuggendo sia dalle violenze che dalle angherie turche, vennero poi a ritrovarle, in qualche modo ed in forme semplicemente più edulcorate, anche in terra di Sicilia.

Durante il feudalesimo non esisteva
la proprietà privata (se non l'enfiteusi)
....
Nel periodo successivo al feudalesimo
si affermò il latifondismo (= le masserie
venivano affidate dai proprietari ai 
massari 
(o “curatoli) come venivano chiamati
nell’area di Contessa, i capi dei salariati.
 Vi
lavoravano prevalentemente braccianti,
reclutati all'alba sulle piazze dei paesi
dai massari, i quali a sera distribuivano
paghe  da fame.





 Ci proponiamo di evidenziare, pigliando a riferimento la baronia dei Cardona e dei loro successori, come nel corso di tre secoli il regime feudale venne via via corroso nei suoi pilastri portanti e come dalle sue ceneri avanzò quello che fu definito il “ceto medio”, ed ancora, come  venne definendosi su quei presupposti una società in più strati sociali, ossia di gente più fortunata e di meno fortunata, nel corso della “modernità “. A guidare, a Contessa, la lunga e travagliata transizione furono, in ambito “istituzionale”, civile e pure religiosa sempre componenti della famiglia LoJacono, originari dal messinese dove Don Alfonso Cardona, per un qualche periodo ebbe ruoli rilevanti di rappresentanza e di governo per conto della monarchia spagnola, essendo Messina -congiuntamente a Palermo- capitale del Regno di Sicilia. 

 Avremo tempo e spazio sul blog per soffermarci sul ruolo dei LoJacono, da cui alcuni rami della discendenza sono ancora presenti nella vita sociale di Contessa Entellina.

   L’area del messinese nel XV secolo, e sin dal periodo dell’Impero bizantino, praticava la religiosità cristiano-bizantina e rientrava nel campo d’influenza di Costantinopoli. Fu su questo presupposto che il Cardona scelse, per la guida sia civile che religiosa della nascente comunità arbereshe contessiota, pure questa di religiosità Cristiano-bizantina, amministratori-notai, clero e gestori dei singoli feudi i LoJacono che, avremo modo di rilevarlo, segneranno per più secoli, la Storia di Contessa.

  Tratteremo sul blog, nelle settimane prossime, di mappe censuarie, estimi catastali, di imposizione fiscale e sostanzialmente del sistema tributario siciliano gestito dai baroni, medianti i “personaggi civili”, figure -come ricordato- di loro nomina e fiducia. E se qualcuno pensa che questo percorso narrativo potra’ essere poco interessante, diciamo invece che esso consentirà di conoscere la strumentazione legalistica della comunità cinquecentesca cui erano obbligati gli arbereshe, sino al sorgere del latifondismo e per certi aspetti sino a tempi ben oltre.

giovedì 19 settembre 2024

Lo dice l’Istat

Lo dice l’Istat ma lo sappiamo tutti noi residenti.

 

Flusso migratorio della popolazione

Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Contessa Entellina negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune.

Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

Flussi migratori della popolazione Comune di Contessa Entellina (PA)

La tabella seguente riporta il dettaglio del comportamento migratorio dal 2002 al 2022. Vengono riportate anche le righe con i dati ISTAT rilevati in anagrafe prima e dopo il censimento 2011 della popolazione.

Anno
1 gen-31 dic
IscrittiCancellatiSaldo Migratorio con l'esteroSaldo Migratorio totale
DA
altri comuni
DA
estero
altri
iscritti
(a)
PER
altri comuni
PER
estero
altri
cancell.
(a)
2002161111410+10+13
2003291012310+9+16
2004141603750+11-12
2005232302630+20+17
2006131923822+17-8
2007321104040+7-1
2008281903310+18+13
200926414250-1-16
201023734240+3-13
2011 (¹)143030110-8-24
2011 (²)601530-3-1
2011 (³)203135140-11-25
2012234226400-1
201329243653-3-9
201427322782-5-5
2015143031300-17
201619743921+5-12
2017113124104-7-23
2018*242237170-15-26
2019*12104720-1-36
2020*13002950-5-21
2021*174126110-7-15
2022*110-142--2-5
(a) sono le iscrizioni/cancellazioni in Anagrafe dovute a rettifiche amministrative.
(¹) bilancio demografico pre-censimento 2011 (dal 1 gennaio al 8 ottobre)
(²) bilancio demografico post-censimento 2011 (dal 9 ottobre al 31 dicembre)
(³) bilancio demografico 2011 (dal 1 gennaio al 31 dicembre). È la somma delle due righe precedenti.
(*) popolazione post-censimento

Regimi autoritari e democrazie

 

    Secondo il Rapporto di Freedom House 2024, solo il 20% della popolazione mondiale vive in Stati a regime democratico, mentre il 38% — la percentuale più alta dal 1997 — si trova in condizioni di totale assenza di libertà e il 42% vive in regimi parzialmente autoritari. 

   Dal 2014 al 2023, in media esistono 39 regimi democratici in più, ma sono ben 60 i nuovi regimi autoritari. Putin, capofila, può contare su un vasto bacino potenziale di ascolto illiberale, al quale si presenta asserendo di essere il garante dei valori della tradizione.

   Non c’è solo Putin. La Cina, ad esempio, ha investito quest’anno 85 milioni di dollari per finanziare la ricerca per la guerra cognitiva, che consiste nel condizionamento mentale dei cittadini propri e di altri Stati. E poi c’è Orbán, addirittura all’interno dell’Unione Europea.

mercoledì 18 settembre 2024

Lo dice l’Istat

Andamento demografico storico dei censimenti della popolazione di Contessa Entellina dal 1861 al 2021. Variazioni percentuali della popolazione, grafici e statistiche su dati ISTAT.

Grafico andamento storico popolazione Comune di Contessa Entellina (PA)

censimenti generali della popolazione italiana hanno avuto cadenza decennale a partire dal 1861 fino al 2011, con l'eccezione del censimento del 1936 che si tenne dopo soli cinque anni per regio decreto n.1503/1930. Inoltre, non furono effettuati i censimenti del 1891 e del 1941 per difficoltà finanziarie il primo e per cause belliche il secondo.

Dal 2018 l'Istat ha attivato il censimento permanente della popolazione, una nuova rilevazione censuaria che ha una cadenza annuale e non più decennale. A differenza del censimento tradizionale, che effettuava una rilevazione puntuale di tutti gli individui e le famiglie, il nuovo metodo si basa sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati provenienti da fonte amministrativa trattati statisticamente.

A partire dal 2021 la popolazione legale sarà determinata con cadenza quinquennale e non più decennale con decreto del Presidente della Repubblica sulla base dei risultati del censimento permanente della popolazione.

 Variazione percentuale popolazione ai censimenti dal 1861 al 2021

Le variazioni della popolazione di Contessa Entellina negli anni di censimento espresse in percentuale a confronto con le variazioni della città metropolitana di Palermo e della regione Sicilia.

Grafico variazione percentuale della popolazione Comune di Contessa Entellina (PA)

L’Italia che invecchia

 A quaranta giorni del decesso di France LoJacono,

la ultra centoseienne contessiota, ci piace riflettere sulla vecchiaia

Secondo le previsioni Istat, l’Italia avrà un
calo di 5 milioni di abitanti entro il 2050
;
gli ultrasessantacinquenni passeranno dal 25%
al 34% della popolazione, portando con sé
interrogativi su come invecchiare nel migliore
dei modi.


La vecchiaia dei nostri giorni rievoca
la generazione passata dai carretti trainati
da cavalli (o muli) alla quasi conquista
della luna.






  Oggi il 25% di chi vive in Italia ha più di 65 anni. Secondo l’Istat nel 2050 saranno il 36%. 

 L’aspettativa di vita media ai nostri giorni è di 84 anni. Dovrebbe crescere di altri 5 anni entro metà del secolo. Il che vuol dire che vivremo mediamente molto di più di quanto sia mai accaduto a qualsiasi generazione passata, ma molti -dicono gli esperti- di questi anni «extra» saranno in condizioni più o meno gravi di non autosufficienza. 

   Ai nostri giorni 3,9 milioni di persone vivono nell’impossibilità di svolgere autonomamente molte attività quotidiane. Chi non è da solo riesce a compierle grazie a oltre 7 milioni di caregiver, tra familiari e badanti, che garantiscono una cura continua a integrazione dell’assistenza pubblica, che però non coinvolge tutti.

 La vita degli anziani

=== La fascia degli anziani può essere scomposta in almeno tre fasi. La prima, 65-74 anni, comprende chi è ancora pienamente autosufficiente, accede poco ai servizi di cura e soprattutto, se si mantiene sano e attivo, può addirittura essere caregiver per altri. 

 ===  La seconda (75-84) include chi necessita più spesso di interventi esterni che aiutino la mobilità, favoriscano la socialità, evitino il decadimento psico-fisico. 

===   La terza (over 85) è composta da anziani a maggior rischio di non autosufficienza o già in tale condizione, che richiedono assistenza continuativa.

  Le esigenze di chi invecchia sono ampie, diversificate, mutevoli nel tempo. Richiedono un approccio che tenga insieme tante dimensioni. Non si tratta di doversi concentrare solo sui bisogni che si manifestano nella parte finale della vita, ma anche sulle azioni necessarie per prevenirli. Ed occorrerebbe migliorare la capacità dei sistemi di welfare di intervenire sui bisogni emergenti, e valorizzare le competenze di territori e comunità.
  Servirebbero veri servizi sociali, sanitari e culturali finalizzati al benessere delle persone anziane e alla loro partecipazione attiva a ciò che accade tutt’attorno a loro nel mondo civile.
   Serve un approccio integrale in grado di tenere insieme tutte le complesse dimensioni e specificità che dovrebbe coinvolgere gli anziani. 

   Un approccio integrale in grado di cambiare, soprattutto, la cultura intorno al tema dell’invecchiamento. Che, volenti o nolenti, prima o poi sperimenteremo tutti, compresi coloro che oggi ignorano la realtà della fascia degli anziani. Si dovrebbe decidere come affrontare insieme, in tempo, e sapendo indicare da prima l’assetto sociale e civile che dovrebbe e come dovrebbe essere.
 Le conquiste di civiltà richiedono sempre un prezzo di civiltà che politici e politicanti pare non mostrano allo stato di voler essere coinvolti.

Ritagli di giornali

 L’Italia è il Paese europeo destinatario di più soldi ma il totale di questi soldi è addirittura cresciuto – da 191,5 a 194,4 miliardi - rispetto alla «vecchia» versione. 

Il Pnrr si compone in totale, quanto all’Italia, di 265 misure tra investimenti e riforme. 

martedì 17 settembre 2024

Parole ricorrenti sui media

 

hub

In informatica, quando si parla di reti, un hub (letteralmente in inglese fulcro, mozzo, elemento centrale) rappresenta un concentratore ovvero un dispositivo di rete che funge da nodo di smistamento dei dati. Da qui è passato a indicare, nell’espressione «innovation hub», uno spazio fisico o virtuale che favorisce la trasformazione digitale di startup e aziende.

La morte non esiste: a dirlo è Stéphane Allix, giornalista di lungo corso

   Reporter di guerra per oltre quindici anni, Stéphane Allix ha cambiato improvvisamente direzione dopo un evento tragico: la morte del fratello nella primavera del 2001. Da allora si è dedicato a indagare i misteri della coscienza e della morte.

 

Le TestAprès... e Nos Âmes oubliées.

Sostiene l’autore che «quando si muore non 

si smette di vivere, si cambia mondo». Cosa 

glielo fa pensare dal momento che l’approccio 

non è di tipo religioso ?






 Ideatore e conduttore della serie di documentari televisivi “Enquêtes extraordinaires”, fondatore dell’INREES (Institut de Recherches sur les Expériences Extraordinaires), fondatore e direttore editoriale della rivista “Inexploré”, Stéphane Allix ha pubblicato in Francia numerosi bestseller, tra cui Le TestAprès... e Nos Âmes oubliées.

 «Ho preso in prestito l'espressione “non locale”» dice Stéphane «dalla fisica quantistica. Per secoli abbiamo creduto che l'atomo fosse una sorta di piccolissimo pezzettino di materia che poteva essere localizzato in un unico punto nello spazio e nel tempo. Ora invece sappiamo che questo piccolissimo pezzo non è materia e non è localizzato nello spazio e nel tempo: è “non locale”, e non segue le stesse regole degli oggetti macroscopici, compreso il nostro corpo. Quindi “coscienza fondamentale non locale” per me descrive lo stato che la coscienza può raggiungere quando moriamo, quando è liberata dall'attività cerebrale e riconquista tutte le sue capacità».     

Stéphane Allix, l'autore del libro, è un giornalista di lungo corso ed in una intervista al Corriere della Sera afferma: «Non è che io lo pensi, non è una credenza. Sono arrivato a questa conclusione dopo anni di indagine, tra ricerche scientifiche ed esperienze personali. La mia è un'inchiesta giornalistica, e mi ha portato alla convinzione che la coscienza non scompare nel momento della morte. Esiste un aspetto più profondo e misterioso della coscienza, e sembra che continui a esistere quando il cervello non funziona più. Questa non è un'idea, né qualcosa che vada contro l'osservazione scientifica; è un'esperienza che possiamo fare in molti ambiti legati alla coscienza», come i «vissuti soggettivi di contatto con un defunto» (Vscd), i fenomeni di lucidità terminale, gli stati di coma vigile, le percezioni extrasensori
 «Cosa chiamiamo morte? È solo un'interruzione del funzionamento del corpo e del cervello. Ma noi non siamo solo corpo, e questo lo sappiamo da millenni anche grazie ai diversi insegnamenti spirituali. C'è qualcosa molto in profondo nel nostro essere che possiamo chiamare anima o coscienza, e che continua a esistere quando corpo e cervello smettono di funzionare». Nel libro è definita come «coscienza fondamentale non locale».