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martedì 3 settembre 2024

Agricoltura. In ottica giuridica, economica e sociale (10)

 Uliveti

 La lunga storia degli uliveti e dell’olio registra in territorio italiano alterni usi-impieghi che vanno dal prevalente, se non esclusivo, uso cosmetico di millenni fa fino al passaggio -lentamente- nel corso di parecchi secoli ad essere un alimento. Capito’ finalmente, nel 1700, che re Carlo lll di Spagna promulgò nell’ambito dei suoi domini dell’Italia Meridionale e Sicilia alcune disposizioni di esonero dai tributi a beneficio di quei  proprietari terrieri (che poi erano signorie feudali) che si dedicassero ad impiantare nuovi uliveti con l’intento di  incrementare la produzione dell’olio lampante da esportare ovunque in Europa, per fini esclusivi energetici/di illuminazione.

 Il primo Stato che punto’ ad incrementare gli impianti di uliveti per fini alimentari -ed eravamo già nell’Ottocento- fu lo Stato Pontificio.

  Curiosando e studiando l’interesse dei vari Stati circa l’espansione degli uliveti in agricoltura si scopre che l’olio, dopo essere stato finalmente riconosciuto per le bontà alimentari rispetto ad altri prodotti concorrenti,   nel XX secolo si trova a doversi confrontare con la concorrenza degli oli di semi (e siamo al 1910).

 Ai nostri giorni il nostro Paese si è accorto di essere fortemente deficitario nella produzione dell’olio d’olivo rispetto alla “domanda”, ossia rispetto al fabbisogno nazionale. Da qui sono stati varati incentivi e politiche di sostegno per incrementarne la produzione.

 Nel contesto tracciato e sintetizzato al massimo per uso del blog su questa pagina sono emerse le tante e varie bontà, peculiari,  della produzione di olive nazionale. 

  Nostro proposito resta quello di volerci molto addentrare nella problematica olearia in tutti i suoi aspetti agrari, commerciali e di consumo, senza escludere successivi pari interesse per  la viticoltura ed altri comparti agrari, compresa la cerealicoltura, che caratterizzano particolarmente il territorio di Contessa Entellina.

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