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mercoledì 13 novembre 2024

Il mondo contadino, quello conosciuto prima del terremoto '68

 La casa del piccolo mezzadro (4)

 Stiamo provando a descrivere le case contadine, riprese da atti notarili settecenteschi/ottocenteschi (qualcosa proviene dal secolo anteriore), del nostro centro agricolo nel periodo feudale e poi nel periodo latifondistico.

=  Molte abitazioni contadine (ossia oltre l’ottanta/novanta per cento delle residenze) non disponevano di pavimentazioni curate se non con terra battuta. Rarissimi sono negli archivi gli atti li’ conservati che evocano pavimenti mattonati.

 =  Nelle case contadine rarissimamente sono descritti “banchi-cassapanche” fruibili, all’occorrenza, come posti per sedere. Sono riportati di contro sgabelli, firliczu, quelli che oggi chiamiamo “firlizu” di ferula, bassi e poco pratici, o anche qualche chipirellu di sediri (ceppetto) rustico.  Mai negli atti capitatici si fa riferimento a sedie (chiera), che invece sussistono solamente nell’abitazione del barbiere del paese. Parlando con qualche esperto/storico e’ stata fatta l’ipotesi che nelle case contadine si facesse uso solo di sgabelli di firliczu, di banchi murali e di cuscini per sedere a terra.

=. La quasi totalità delle abitazioni disponevano dell’illuminazione artificiale: uno o due candelabri di legno, rame o ottone (candeleri, blanduneri), o una lampada di bronzo (lamperium).

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 Contiamo, in prosieguo, di poter capire come, nei paesi feudali dell’interno della Sicilia, vivevano i nostri trisnonni ed, ancora, come vivevano i loro antenati nel cinque/seicento. Lo stiamo facendo sulla scorta di studi e documentazioni provenienti da storici e da cattedre universitarie che hanno passato in rassegna gli archivi dell’Isola.

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