StatCounter

sabato 23 novembre 2024

Terzo millennio: il mondo è globalizzato, parliamo di economia

 Ricchezza e felicità 

Se gli studiosi di “economia” coltivassero un sogno, sognerebbero un mondo dell’abbondanza per tutti e su tutto. Ed invece la loro scienza, l’economia, e’ tutta basata sul concetto di scarsità. Quel sogno sull’abbondanza sarebbe conseguentemente autodistruttivo se essi -come missione- non puntassero alla moltiplicazione dei beni e delle opportunità.

Nel processo di avanzamento della realtà  sociale gli economisti sono stati frequentemente accusati di gretto materialismo, e  però ciò è sempre capitato proprio quando, grazie alla loro insistenza sui beni “materiali”, l’umanità ha potuto raggiungere gradi di benessere finora mai prima immaginati e servizi sociali a beneficio delle collettività. Tutto ciò ovviamente è stato perseguito e portato avanti dalla “politica”, definita a secondo della politica governativa, ora liberista ed ora dirigista, almeno nella parte occidentale del pianeta.

Ci piace, per qualche giorno, intrattenerci sul blog sui capisaldi della scienza economica che, sopratutto in Occidente,  vengono ritenuti fondamentali per mantenere il sistema in condizione di produrre ricchezza.

Il presupposto su cui si regge l’economia, quanto meno in Occidente, è- implicitamente o esplicitamente- che una società e’ da ritenere ricca se e’ prossima all’ideale di una società felice. Far accrescere la ricchezza nazionale, o quella comunitaria locale, è la via regia per conseguire la soddisfazione dei bisogni sociali e persino… la felicità.

Più cresce la ricchezza di un paese, di una comunità, più si è prossimi all’ideale di una società sodisfatta, o addirittura felice. Ovviamente stiamo riferendoci alla soddisfazione, alla felicità, sociale/pubblica; la felicità privata è tutt’altra cosa, tutt’altra situazione e non rientra comunque nello spazio che ci stiamo assegnando.

Quanto sopra non è sempre condiviso da tutti. E però, come non cogliere che le nostre società sono più prospere di quelle di cento anni fa? Come non condividere che avere l’acqua corrente a casa è un grande progresso rispetto a settant’anni fa quando bisognava andare ad attingere a Canale o a Giarruso o nelle poche fontanelle pubbliche situate in alcuni quartieri?

====

Dopo questa prima pagina improntata a chiacchiere da bar o da circolo, proseguiremo affrontando alcuni concetti consolidati nei paesi Occidentali rispetto alla gran parte dei paesi del pianeta dove molti servizi sociali e molte opportunità di vita -frutto delle scienze sociali- risultano ancora da cogliere, da applicare, da desiderare.


Nessun commento:

Posta un commento