La casa del piccolo mezzadro. (1)
Contessa, e con essa l'intera Valle del Belice, ha subito, al di là del trauma conseguente al terremoto che si è verificato in tutta l'area occidentale dell'Isola nel gennaio '68, una sorta di rivoluzione culturale nel senso che dopo quell'evento l'intera punta occidentale dell'Isola non si è più caratterizzata come area rurale, contadina, portatrici di visioni, tradizioni e culture che alcuni autori e storici definivano di tardo Medio Evo.
Fabbricati rurali diffusi nella Sicilia ottocentesca |
Sull'arretratezza dell'agricoltura siciliana esistono molte fonti che si fermano all'inizio del Novecento, ma chi oggi è avanti negli anni ricorda fin troppo bene che se non ci fosse stata, all'inizio degli anni sessanta del Novecento, la valvola dell'emigrazione verso il Nord Europa e verso il Nord Italia la situazione socio-economica di questa parte di Sicilia sarebbe rimasta più che desolante e in condizioni non dissimili dal periodo del profondo Medio Evo.
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La nostra Isola conserva parecchie tradizioni etnografiche che, per chi ama la Storia e la vicenda umana in generale, costituiscono fonti ispiratrici e sopratutto di rievocazione. Scriviamo ciò perchè il Medio Evo, in questa parte di Sicilia, sotto più aspetti di vita, di costumi e di visioni e soprattutto di assetto socio-economico si è trascinato, pochi ci crederanno, fino a quel gennaio '68. Ben poco aveva infatti inciso la troppo tardiva Riforma Agraria dei primi anni cinquanta del Novecento e meno ancora il processo politico unitario iniziato nel 1860.
Questo sommariamente evocato e' stato il contesto sociale e l'assetto umano che ha comportato oltre 300 morti in quel sisma del 14 gennaio nell'area del Belice.
(Segue)
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