La casa del piccolo mezzadro. (3)
Nella memoria di tanti residenti a Contessa Entellina, e pure in certi atti notarili (sopratutto testamenti) conservati negli archivi pubblici, stanno tante memorie sul vivere all'interno delle abitazioni pre-terremoto. Condizioni quelle che caratterizzavano tutti i centri agricoli della Sicilia Occidentale.
Nelle case dei contadini il materasso quasi sempre consisteva in un "sacco da letto" ripieno di paglia. Veniva identificato con un termine arabo: "farsium". |
Gli inventari descrivono i mobili (che nel tempo in cui venivano redatti) sia che fossero preziosi o meno e fra tutti spuntano sempre i letti composti da due cavalletti (trispides) di legno (raramente di ferro) ed ancora da più tavole (a volte 3, o 4 e raramente da 5 tavole). Nelle famiglie discretamente più prospere sono descritte le cannare o le gissarie del letto (= si tratta appunto delle tavole da letto e delle canne o stuoia). Sono riportati i "trispidi" con le relative tavole che costituivano, appunto, il letto che si ritrova in tutte le classi sociali siciliane. Nelle classi sociali borghesi (pochissime a Contessa E.) si trovano pure descrizioni su tende di seta preziosa per la decorazione della casa; la decorazione però non coinvolgeva gli elementi costitutive, bensì la frinza a modo di decorazione dei bordi di un capo.
Sopra le tavole e la cannara, c'era non proprio in tutte le case il materasso che -appunto- quando c'era era riempito di lana, rivestito di "burdo purpurigno", quindi le lenzuola di tela bianca, qualche volta di seta (che in molti casi provenivano dai contratti dotali, casi però rari che provenivano da fasce sociali professionali).
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Proseguiremo nell'esplorazione. Approfondiremo in prosieguo le copie di carteggi delle fasce sociali contadine, ossia di oltre il 90% della popolazione.
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