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mercoledì 1 dicembre 2021

Politica in Italia. Cosa significa essere populisti? Essere privi di cultura politica

I Cinque Stelle -leggiamo sui giornali- sono cambiati. Erano nati per contestare il finanziamento dei partiti attraverso una minima percentuale dell’Irpef che ciascuno può o meno segnare sul modello di dichiarazione IRPEF, e si sono sempre  vantati di averlo rifiutato, adesso hanno cambiato idea, con buona pace di Giuseppe Conte. Vogliono il finanziamento.

 Hanno capito che per far politica occorrono soldi. Prima, in verità,  li avevano perché la Casaleggio srl era uno sportello, dove confluiva  qualcosa degli stipendi dei loro parlamentari.

Si sono quindi omologati alla logica dei partiti: nella campagna elettorale del 2018 dicevano  “non ci alleeremo con nessuno”. Ad elezioni concluse  si sono immediatamente alleati con tutti, restando ininterrottamente al governo, prima solo con la Lega, poi col Pd, e adesso con la Lega, il Pd, Forza Italia, Leu, Italia viva.  Conte é stato l’unico presidente del Consiglio passato da un governo di centro-destra a uno di centro-sinistra nel giro di un "bau"

Di Maio e' stato un ministro degli Esteri prima filo cinese, adesso filo americano, ma sempre saldamente al suo posto.   I 5Stelle volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Ma la logica del potere ha evidenziato la loro assoluta fragilità umana. Avevano salutato, sul balcone, la legge sul reddito di cittadinanza come quella che avrebbe abolito la povertà, e adesso sono costretti ad accettare una sua sostanziale revisione. Avevano sfilato in Francia coi gilè gialli e adesso Di Maio dichiara, che se fosse francese voterebbe Macron. Avevano in mente tante pregiudiziali sull’Europa e adesso chiedono l’adesione al gruppo parlamentare europeo socialista, che ovviamente li terrà per lungo tempo sotto esame. Esami che da ex populisti non supereranno mai.

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