Ci avviamo alla fine del 2021, un anno che è stato caratterizzato dall'emergenza sanitaria e dalle difficoltà di ordine sociale ed economiche da essa derivanti. Al livello nazionale e sul piano politico abbiamo un governo che sia pure fra polemiche e punti di vista spesso divergenti vede il Paese condividere l'operato del ministero Draghi. La gente apprezza oltre che la linearità di guida politica soprattutto la serietà del personaggio che non fa alcun uso delle sparate alla Salvini e nemmeno del linguaggio equivoco alla Letta.
In cosa possiamo e dobbiamo sperare dall'anno nuovo che arriva ? Dovremmo subito rispondere che vorremmo vedere la nostra terra, quest'angolo di Sicilia beneficiata concretamente e materialmente dell’applicazione accurata del PNRR e delle relative agevolazioni ad esso collegate. Tuttavia, ad oggi, risulta molto complicato capire come verranno strutturate concretamente le misure agevolative con le quali verranno utilizzati i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, negli ambiti a noi vicini. E su questo aspetto non possiamo non ricordare come il metodo Di Martino sia da più decenni scomparso dal modo di gestire la cosa pubblica locale. Chi c'era ricorda bene, negli anni successivi al sisma '68, come ogni quindici giorni nell'Aula Consiliare e poi, quando questa si dimostrò piccola, nel grande "baraccone" di via Palermo, si tenevano Assemblee Cittadine dove minutamente venivano illustrate e commentate -ed eventualmente modificate- le iniziative finanziate coi Fondi per il Belice. Certo, non dispiacerebbe a nessuno se le iniziative da portare avanti col PNRR invece che essere affidatre alle esclusive scelte dei tecnici fossero -quantomeno- affiancate dalle esigenze che provengono dai territori.
In attesa di capire come verranno strutturate le misure da attuare nei prossimi anni, sarebbe interessante approfondire quel che sta accadendo oggi sul tema delle agevolazioni e degli stimoli alle imprese e alle realtà produttive, che in Sicilia sono piuttosto fragili e/o quasi inesistenti soprattutto nelle aree interne della Sicilia, su cui noi contessioti ricadiamo.
Ci auguriamo che i politici siciliani non trasformino le ingenti risorse di origine europee in "ristori" permanenti.
Gli auguri che rimettiamo ai lettori è che la saggezza e la consapevolezza dei politici aiuti tutti noi italiani, siciliani e contessioti a saper tenere il passo con i paesi del Nord Europa,
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