Anni Cinquanta del Novecento
E' difficile, per le generazioni giovanili più recenti, poter cogliere la rilevanza delle manifestazioni di questo genere (delle fiere di bestiame) nel mondo di allora, in quel dopo-guerra, quando quest'angolo di Sicilia Occidentale -entro cui ricade Contessa Entellina- era esclusivamente caratterizzato in senso agro-pastorale.
Un ruolo rilevante aveva nelle fiere di bestiame la figura del sensale, "u senzali". Sul blog nè abbiamo ricordato varie figure locali, di Contessa Entellina, su pagine divenute lontane del Blog. Qui istantaneamente -mentre scriviamo- ci viene in mente la figura di don "Cocò Vidusa", ossia Nicola LoIacono, persona ben nota a chi scrive, e di Manale Benone; ma vi erano a Contessa tante altre figure di sensale, che adesso ci sfuggono. I mediatori, "i sensali", combinavano le compra-vendite, su percentuale del prezzo convenuto: la "senzalerìa". I contadini, giunti alla fiera dei grossi centri rurali -dalle loro campagne anche distanti decine di chilometri- riuscivano a trovare in breve tempo (nell'arco della stessa mattinata della giornata) il venditore o l'acquirente della giumenta, del mulo, dell'asino o della vacca. Erano però i sensali (che frequentavano tutte le fiere dell'area occidentale della Sicilia) ad avere il polso della situazione dei prezzi correnti e ad essi i contadini acquirenti si rivolgevamo, quasi come oggi i risparmiatori si rivolgono agli agenti ed intermediatori dei prodotti finanziari. Da parte loro i "sensali", per non perdere la reputazione e con essa la clientela, dovevano obbligatoriamente essere persone corrette (anche se molto amanti della chiacchiera). |
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