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martedì 28 dicembre 2021

Vocabolario del feudo. Quando a Contessa pochi vivevano e tanti sopravvivevano

Feudo e latifondo non hanno lo stesso significato.

 Dal latifondo alle proprietà familiari

Riforma agraria è stata
quella del 1812 come lo è stata
quella degli anni cinquanta
del Novecento.

La prima ha reso proprietari
i precedenti "baroni", che
diventano latifondisti
(ossia, grandi proprietari),
la seconda i discendenti
degli antichi coloni che prima
nei feudi e poi nei latifondi
avevano lavorato prima
per i baroni e poi per i
latifondisti.

La Riforma degli anni '50
non ha sortito gli effetti
sperati in termini
socio-economici  in quanto
le assegnazioni familiari di
terra, oltre che poco estese,
non furono accompagnate
dalle ancora oggi assenti 
infrastrutture nelle
campagne dell'Isola.

 In genere quando si parla di "riforma agraria"  si va con la memoria, almeno nelle realtà che l'hanno vissuta più da vicino come è accaduto a Contessa Entellina, agli anni cinquanta del Novecento. Si trattò -come è risaputo- di un grosso fallimento e lo attesta la circostanza che ad appena cinque anni da quell'intervento legislativo iniziò all'interno dell'Isola il massiccio flusso migratorio che dura tutt'ora. Non servono dati statistici per attestarlo: basta girare per le strade deserte di Contessa Entellina che fu -in teoria- uno dei centri agricoli più beneficiati da quella Riforma in tutta l'Isola, per rendersi conto  che nella testa di quei legislatori non c'era il benessere delle realtà agricole, ma l'interesse dei latifondisti, a cui furono concessi oltre cinque anni dal varo della Riforma per spartire fra eredi, parenti e lontani, le terre migliori e per vendere vaste parti del latifondo, parti che vennero sottrate alla riforma e che erano le più feconde. Le parti ammesse alla riforma furono comunque ben compensate con le risorse pubbliche ai latifondisti.

  Esiste comunque una precedente riforma agraria che all'alba dell'era moderna provò ad abolire la "feudalità". Feudalità che è concetto diverso da latifondo.

Dalla feudalità al latifondo

Con la riforma borbonica del 1812 nella  Sicilia del feudo in cui primeggiava -sia nelle istituzioni che negli assetti di vita privata dell'industria, dell'agricoltura e del commercio- il  barone del luogo, fu  introdotta  una significativa trasformazione  (Riforma). Gli antichi feudi appartenevano teoricamente tutti all'autorità regia (statuale), che storicamente (nel periodo normanno) li aveva affidati ai baroni sia per il governo civile che per lo sfruttamento delle rendite della terra e dei commerci. I baroni delle origini erano stati compagni di conquista dei Normanni. 

I feudi che nel 1812 divennero, nell'espressione socio-economica e giuridica, latifondi. Divennero per meglio intenderci proprietà privata degli eredi degli antichi baroni. Da quell'anno, costoro, gli eredi dei baroni, poterono vendere porzioni degli antichi feudi. Questi da realtà pubblicistiche, erano, nello spirito dell'età moderna,  divenuti loro proprietà privata

Feudi e latifondi hanno -quindi- profondi significati differenti. I  feudi che i baroni possedevano su concessione regia divennero come evidenziato -con un solo tratto di penna- (in realtà con disposizione regia e consenso degli ex baroni) proprietà privata (*latifondi). In quanto proprietà privata i feudi poterono -da allora- essere frazionati e venduti sul mercato. 

 La Storia locale di Contessa E. e quella dell'intera Sicilia, ci fanno sapere  che nessun contadino che era vissuto sui precedenti feudi potè mai acquistare parti degli antichi feudi (ndr. l'enfiteusi non implicava proprietà). Latifondo sta infatti a significare grande estensione di terra a cui potevano accedere -per l'acquisto- generalmente i rami cadetti dell'aristocrazia o figure della nascente finanza o commercio, nello spirito della Rivoluzione borghese francese. 

I latifondi, i loro titoli di proprietà, rispetto ai precedenti feudi erano divenuti beni commerciabili, vendibili, trasferibili.

Le conseguenze sociali furono enormi. Per il momento ci fermiamo qui con la nostra rievocazione. Diciamo semplicemente che quella riforma per le popolazioni siciliane che fino ad allora erano vissute sui feudi e nei centri abitati pertinenti ai feudi, l'innovazione portò al loro accellerato impoverimento. E' da quel 1812 che tanti antenati contessioti -arrivati due/tre secoli prima dai Balcani- iniziarono a prendere la via dell'emigrazione, verso il nuovo continente (America).

Avremo modo di capire meglio.

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