Il Castello di Giuliana Pure esso appartenne, fra i tanti casati baronali, ai Peralta ed ai Cardona |
“il sito d’impianto del primo embrione castellano viene scelto nel punto più alto del sedime prescelto; un acrocoro rupestre, una cresta rocciosa, un colle posto a dominio visivo e di quota, della zona circostante. Se necessario questo elemento naturale sporgente viene ulteriormente elevato gettandovi sopra e tutt’intorno terra di riporto.[...]. La collina - naturale o artificiale - prenderà il nome latino medievale di mocta e la turris (il dongione) che vi si eleverà sopra sarà, in sostanza, la prima forma di castello feudale. La base della motta verrà recintata, in un primo tempo, con una palizzata di legno identificando così il futuro perimetro della cinta castellana. I villani costruiranno le loro prime misere abitazioni oltre questa palizzata, oppure continueranno a vivere nelle grotte scavate sui fianchi della rupe sulla quale il loro nuovo padrone sta innalzando la sua torre in muratura”.
“La difficile riconquista catalano-aragonese e quindi, al principio del XV secolo, l’organizzazione dell’amministrazione viceregia aprono una pagina nuova della storia siciliana. La feudalità isolana viene profondamente rinnovata dall’afflusso di nuove casate iberiche e vedrà ridimensionate, dopo gli ultimi assestamenti, le proprie ambizioni politiche. Si pongono le basi di una lunga, sostanziale e duratura fedeltà del regno e della sua nobiltà alla corona d’Aragona e poi alla Spagna”.
“La Sicilia è pacificata e i castelli dell’interno - tanto feudali che demaniali - perdono progressivamente rilevanza militare e strategica. Le coste dell’isola al contrario, rimangono una zona ’calda’ e pericolosa, esposta all’aggressività dei nemici dell’Aragona e quindi della Spagna, primi e più temuti fra tutti i barbareschi e i turchi. Quando, tra la fine del ’400 e i primi del ’500, si delinea lo scontro fra i due imperialismi ispanico e ottomano, la Sicilia si ritroverà, ancora una volta, su una faglia geopolitica più che mai in movimento.
La risposta all’espansione turca nel Mediterraneo sarà una straordinaria fase di fortificazione delle città portuali e delle coste isolane: come è stato ben scritto, in Sicilia il “secolo di ferro farà onore al suo nome”.
(testi ripresi dai lavori di Rodo Santoro).
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