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domenica 12 febbraio 2023

Alle radici dell'Umanità (6)

 IL MONDO ALL'ALBA DELL'UMANITA' pag. 6

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Eden pare 
voglia significare
"steppa"


Genesi ad un certo punto affronta e riporta lunghi elenchi di personaggi e di comunità forse da interpretare ..figli di Dio ... come "re delle prime città-stato" sorti nel periodo dei Sumeri (3.000 a.C.).  
Numeri 13,33 riferisce di giganti che vivevano a Canaan, che però Genesi definisce "eroi dell'antichità, uomini famosi" e un  manoscritto del Mar Morto (4Q417) tratta di Nephilim come figli di Set, che Dio aveva condannato. 
Gli studiosi in questo contesto associano gli antichi richiami agli "angeli caduti" che compaiono nel Libro di Giobbe ("creature celesti" o angeli) Giobbe 1,6;2,1.

Quanto semplicemente accennato finora non può essere considerato che un tempo, un periodo, turbolento segnato da semidei, eroi e mortali che condussero la Terra alla corruzione.  "La malvagità degli uomini era grande sulla terra" (Genesi 6,5)

 Via via che dalla preistoria si passerà alla Storia, le vicende cominceranno ad essere lette (interpretate) con logica più leggibile e comprensibile.

I Tempi scientifici:

Circa 500.000 a.C        Circa 100.000 a.C.    Circa 12.000 a.C.   Circa 7.000 a.C.     Circa 6500 a.C.

Homo erectus               Homo erectus            Termina l'ultima       Ha inizio il             Data legendaria

compare in Africa        compare in Europa    era glaciale             Neolitico o età        fondazione di Ur

                                     Africa e Asia.                                             nuova della pietra

                                                                                       Segue)

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 Il credente cristiano: 

OLIVER CLEMENT

dal testo "I volti dello Spirito"

 Lo Spirito è inafferrabile, non ha né nome né volto, non si sà "di dove viene e dove va" ma "ne senti la voce" Gv 3,8): senza il vento, l'albero o il mare non innalzerebbero il loro canto. Lo Spirito tende a confondersi con l'interiorità più intima, più personale dell'uomo, come con il mistero di Dio, poiché "Dio è Spirito" (Gv 4,24). Orbene,  dicevano i padri, se Dio si è incarnato, è perchè l'uomo possa ricevere lo Spirito. Il fine dell'incarnazione, della croce, della resurrezione e dell'esaltazione di Gesù è la pentecoste; in Cristo, la chiesa è "chiesa dello Spirito santo".

 Nella Bibbia, lo Spirito di Dio è il Soffio vivificante, che era già all'opera durante la creazione, "covando" maternamente come un uccello le acque primordiali (cf. Gen 1,2), in una sorta di pentecoste cosmica. Egli infonde nell'uomo la vocazione a essere "immagine di Dio" (Gen 1,17). In ebraico, il termine ruach è sia femminile che maschile. Vi è quindi una sorta di complicità tra l'economia dello Spirito e la femminilità.

 Lo Spirito "ha parlato attraverso i profeti" (Ef 3,5), unto i re, ispirato i sacerdoti. Gesù, re, sacerdote e profeta, si presenta come il "consacrato" dello Spirito: "Lo Spirito del Signore è sopra di me" (Lc 4,18). Lo Spirito rende possibile l'incarnazione, è unzione messianica di Gesù e incessantemente riposa in lui, è la sua forza, la sua fede. E' nello Spirito che Gesù trasale di gioia (cf. Lc 10,21). E' in lui che il Padre ama Gesù e che Gesù ama il Padre, come mostrano le grandi epifanie trinitarie del battesimo nel Giordano e della Trasfigurazione sul Tabor. Nell'evangelo secondo Giovanni, nei discorsi d'addio, Gesù completa la rivelazione della missione dello Spirito: "un altro Paraclito" (Gv 14,6) -un avvocato, un consolatore che protegge e vivifica, questo farà sì che gli uomini interiorizzino la presenza di Cristo e comunicherà loro l'amore trinitario.

 Di fatto, dopo che lo Spirito ha vegliato su Gesù morto, l'ha resuscitato e glorificato; il corpo "pneumatico" di Cristo -non smaterializzato ma pienamente vivificato (e vivificante), pienamente liberato (e liberante) dalle modalità del tempo e dello spazio, che sono fonte di separazione -diventa corpo ecclesiale, luogo sacramentale nel quale lo Spirito può spirare in tutta la sua forza. Ed è la pentecoste: vento e fuoco, manifestazione personale in pienezza dello Spirito, inaugurata in un momento ben preciso della storia, ma da allora divenuta continua nella preparazione, nella lenta maturazione della parusia.

 In Dio, nell'Uni-Trinità, lo Spirito è quel misterioso "Terzo" nel quale la dualità del Padre e del Figlio è superata non con un'assimilazione indifferenziata, bensì attraverso la totale diversità personale nella complessiva "sovraunità", cioè attraverso il compimento dell'amore. Lo Spirito è "il Regno del Padre e l'Unzione del Figlio": è quanto suggerisce questo passo dell'ufficio di Pentecoste, nella liturgia bizantina:

Venite, popoli,

adoriamo la Divinità trisipostatica:

il Figlio nel Padre, insieme al santo Spirito.

Il Padre infatti

ha intemporalmente generato il Figlio,

coeterno e con lui regnante,

e lo Spirito santo era nel Padre,

glorificato insieme al Figlio,

una sola potenmza,

una sola sostanza,

una sola diovinità,

che noi tutti adoriamo dicendo:

Dio Santo,

che tutto hai creato mediante il Figlio,

con la sinergia del santo Spirito;

Santo Forte,

per il quale abbiamo conosciuto il Padre

e per il quale lo Spirito santo

è venuto nel mondo;

Santo immortale, Spirito paraclito,

che dal Padre procedi e nel Figlio riposi.

Trinità santa, gloria a te. 

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