La baronia cinquecentesca è quella
ispanica, insediatasi nel dopo Vespri Siciliani
Abbiamo nella precedente pagina riportato la mappatura, più o meno completa, della Sicilia trecentesca affidata ai baroni, quella del dopo Vespro Siciliano.
Gli storici sul baronaggio della Sicilia si sono quasi sempre espressi negativamente, addebitandogli tutti i mali possibili, dalla mancata affermazione di un'etica pubblica al mancato sviluppo del senso di cittadinanza collettivo.
Più o meno tutti i baroni in qualche modo gestivano il divenire sui loro territori a furia di prepotenze nei confronti delle masse sottomesse e a furia di usurpazione dei ruoli e dei poteri del Viceregno dell'Isola. Ma, con tutto ciò non tutti i baroni erano omogenei nei loro comportamenti sul territorio.
Abbiamo già riferito che la gran parte dei baroni arrivarono sull'Isola nel dopo Vespro Siciliano dalla Spagna, e loro primo fine fu di eliminare, cancellare il precedente baronaggio normanno-svevo-angioino. Tutti i testi di Storia mettono in risalto come nel dopo Vespro chi non si trovò ad essere d'accordo con gli Aragonesi -come Alaimo da Lentini- venne ben presto eliminato. Quello fu infatti il tempo di intromissione nelle vicende siciliane della componente ispanica.
(Segue)
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