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giovedì 23 febbraio 2023

Il Cinquecento e il Feudalesimo. La Sicilia baronale

 I malèfici medievali

Le superstizioni affondano origini lontane nei secoli e l'uomo medievale credeva fermamente che ci fossero, al di fuori da esso, delle potenze occulte che operassero  contro la sua volontà. Il vivere e l'operare dell'uomo siciliano medievale, che vivesse in città, nei borghi o in campagna nei pressi dei castelli presidiati (p.e. Calatamauro) consisteva nel cercare quel qualche cosa che servisse a neutralizzare l'azione malefica del potere occulto il cui unico scopo era di fargli del male e/o di non consentirgli di sollevarsi dalla sua condizione di non-uomo.

Uno dei mezzi per scampare il male era lo scongiuro (invocazione magica), la cui origine affondava addirittura nei secoli, ai tempi dei Greci, dei Romani e che nella religione del tempo si serviva di amuleti, riti incantatori etc. C'è da dire che pure i manuali di esorcismo e di benedizione della Chiesa Romana riportano esorcismi  e scongiuri per impedire a lupi, volpi, cavallette di recare danni agli allevamenti, alle cattive annate granarie ed ad altre avversità.

In quel medioevo le orazioni per scongiurare qualunque avversità di carattere collettiva  avvenivano con la partecipazione delle Autorità, quelle delegate dai baroni dal momento che questi raramente si univano ai sudditi. Ed in fondo quelle manifestazioni pubbliche servivano per tenere sotto controllo lo stato d'animo dei contadini e delle loro famiglie e quindi, come diremmo ai nostri giorni, assolvevano al ruolo di mantenimento dell'ordine pubblico nelle circostanze di grande miseria, addebitate -viene da dire- alle cavallette piuttosto che a ben altro.

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