Gli investigatori puntano ad accertare l’origine
dei documenti contraffatti ed intestati
al boss, Matteo Messina Denaro.
Le indagine, dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro, inevitabilmente puntano a scoprire i favoreggiatori che indiscutibilmente hanno coperto decenni e decenni di latitanza. E' ovvio che le cinque carte di identità contraffatte rinvenute nel covo di vicolo San Vito lasciano parecchio da riflettere. I media riferiscono che le indagini conducono a Trapani (in ragione di furti che nel corso degli anni avrebbero intreressato -addirittura- migliaia di carte di identità) e ad Alcamo.
Le cinque persone la cui identità è stata usata da Messina Denaro erano a conoscenza dell’operazione? Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l'idendità (quella con cui il boss si recava in clinica La Maddalena) attualmente sta in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.
Gli intestatari di tutte cinque le carte di identità -con la foto di Messina Denaro- ignoravano l'operazione o hanno consentito e quindi favorito la latitanza del boss? Su questo interrogativo, vertono, stando ai giornali, le indagini.
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