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giovedì 9 dicembre 2010

L'Italia dei politici che non sanno amministrare

Daniel Barenboim, il grande maestro che ha inaugurato l’anno operistico alla Scala di Milano è un argentino figlio di russi, prima di dare avvio all’esecuzione di un’opera di Wagner (Walkiria) ha voluto leggere l’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione).
Non poteva pervenire messaggio più chiaro, da un uomo di grande spessore culturale, agli italiani rappresentati in quel momento al teatro la Scala dal presidente Napolitano. Gli stranieri sono infatti preoccupati perchè gli italiani non sanno custodire i loro immensi patrimoni culturali (che peraltro sono classificati patrimonio dell’Umanità, ossia non sono proprietà esclusiva dell’Italia ma dell’intero mondo degli uomini interessati). Il richiamo probabilmente non era rivolto solamente all’incuria e ai recenti scempi accaduti a Pompei, ma anche al basso livello culturale delle nostre scuole pubbliche e al taglio alle spese per la ricerca scientifica e all’Università. Non solo alla trascuratezza che il governo nazionale ha per la Storia, la Cultura ed i tesori del passato, ma anche all’incompetenza per non dire all’ignoranza palpabile anche al livello degli enti locali per tutto ciò che di specifico, di esclusivo, conserva il territorio che compete alla loro giurisdizione.
Guardiamo il nostro operato di Contessioti.
1) Abbiamo un Sindaco che non ha mai voluto dare seguito ad un progetto redatto, finanziato e pronto per l’affidamento alla costruzione di un Museo dove conservare il vasto patrimonio archeologico proveniente da Entella e per la realizzazione, all'interno, di un salone per la Storia Contessiota degli ultimi cinquecento anni. Occorreva solamente adottare una deliberazione di variante allo strumento urbanistico e sbloccare l’opera. Però l’attuale Sindaco, assessore ai lavori pubblici nel precedente mandato, aveva da rispettare un impegno “Quel Museo non si ha da fare” perché il promotore, il patrocinatore, era stato il prof. Nenci che aveva commesso l’errore di sollecitarlo al Sindaco Piero Cuccia e non ad altri pseudo politici locali. La verità è che simili piccoli uomini in Italia riescono a bloccare, pur in presenza dei finanziamenti, iniziative che il mondo della cultura, di cui il prof. Nenci è stato uno dei massimi esponenti, ritiene opportuni, necessari ed utili.
Il nostro Sindaco, con orgoglio da persona incolta nell’ultima seduta di Consiglio Comunale ha fatto sapere che essendo trascorsi dieci anni da quando l’opera non è riuscita a decollare quei soldi ormai non sono sufficienti per il fine originariamente immaginato e quindi egli vedrà, tenterà, di ridestinarli ad altro uso, sempre che gli venga concesso dall’ente finanziatore.
2) Potremmo continuare con l’ignoranza diffusa fra gli amministratori degli enti locali.
Il sindaco ha condotto una campagna elettorale all’insegna della conservazione della cultura arbëresh che ancora, nonostante tutto, resiste sul nostro territorio. Al momento in cui doveva mostrare la sua passione e la sua intelligenza in favore della promessa elettorale, quando un incolto di Cianciana ha mostrato di voler tagliare tanti fili della tradizione religiosa, che non aveva valenza solamente religiosa, egli, il sindaco, ha in tutti i modi cercato di defilarsi perché un Sindaco, è stato il messaggio, deve essere “imparziale” ossia fra la “CULTURA” e l’IGNORANZA non può prendere posizione. Il rischio sarebbe stato, aggiungiamo noi, che avrebbe potuto perdere i voti dei sostenitori dell’ignoranza culturale, religiosa e del fanatismo che come ovunque nel mondo è sempre privo di valori.

Ma torniamo al messaggio trasmesso dal maestro Daniel Barenboim.
Uno straniero, un uomo di cultura, ha voluto dire agli Italiani: Svegliatevi ! Avete il 60% del patrimonio culturale dell’Umanità e non sapete valorizzarlo e nemmeno tutelarlo.
In Germania il governo di Angela Merkel ha effettuato in questi ultimi due anni il taglio della spesa pubblica improduttiva per tenere in ordine i conti pubblici ed evitare di coinvolgere anche quel paese nella crisi finanziaria-economica che affligge le economie mondiale. Quel Governo ha tagliato spese su più fronti ma non un euro sulla Cultura perché le spese sulla cultura non sono spese improduttive. La Signora Merkel ha detto al suo ministro dell’economia di “tagliare dovunque ma non sulla cultura, l’istruzione e la ricerca”.
Noi italiani siamo amministrati da ministri che prendono nome di “Bondì” e da sindaci che prendono nome di “Sergio Parrino” che ritengono, questi ultimi, che investire sugli edifici scolastici, sugli Scuolabus, sia uno sciupio. Meglio stanziare fondi sui capitoli delle “missioni agli amministratori”; meglio destinare ottantamila euro per realizzare un dvd ed un libro di pseudo-storia da distribuire niente di meno che in Lituania.
Che vergogna per i politici italiani farsi leggere, recitare, proclamare, da un argentino, figlio di russi, l’articolo 9 della Costituzione; un articolo che né il ministro Bondì, né Tremonti, né Sergio Parrino hanno mai letto a giudicare dalle loro scelte. Personaggi questi che nel loro vagare non capiscono, non sanno, che i pozzi di petrolio, l’oro nero dell’Italia, non sono altro che la Storia, il patrimonio culturale, le tradizioni sparse lungo lo stivale.
Gli stranieri, è palese, sono purtroppo preoccupati che gli italiani, i politici italiani, non sappiano amministrare.
Pompei crolla, Napoli affonda nell’immondizia, Contessa Entellina è indifesa dagli amministratori nei confronti degli ignoranti della cultura, delle tradizioni e purtroppo della religione (si, perchè il fanatismo non ha nulla a che fare col Cristianesimo).
L’inettitudine dei politici italiani è fatta apposta per far ridere (ma anche piangere) il mondo che ci osserva.
Come sarebbe bello se i Daniel Barenboim fossero tanti, migliaia, milioni, e ricordassero in continuazione ai politici -che gli italiani liberamente si scelgono- che l’immenso patrimonio culturale che è nelle nostre mani non è solo nostro: appartiene all’Umanità e noi ne siamo custodi. Custodi diligenti, si vorrebbe.

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