I siciliani d'America che inventarono il jazz
La Repubblica 09 ottobre 2008
Senza nulla togliere ai grandissimi e insuperabili maestri neri come Louis Armstrong, Count Basie, Duke Ellington, Charlie Parker, il contributo dei siciliani alla nascita e alla crescita del jazz è stato davvero imponente. Lo dimostrano i recenti approfonditi studi di Bruce Raeburn, responsabile dell' Hoogan Jazz Archive della Tulane University, e del musicista e ricercatore Jack Stewart.
La sconvolgente novità emersa pochi anni fa dalle ricerche degli studiosi americani è che il primissimo jazz fu prodotto dalle comunità francofona, ispanica e siciliana di New Orleans. Un tema, quello del sangue siciliano di tanto jazz, tornato recentemente d'attualità con l'omaggio al teatro Golden dedicato a Tony Scott, ovvero Anthony Joseph Sciacca, il clarinettista originario di Salemi, dove ha scelto di essere sepolto. Già nel 1910 gli italo-americani nell'area di New Orleans erano circa ventun mila e gran parte di loro erano siciliani, provenienti in genere dalle province di Palermo, Trapani e Agrigento; molti musicisti siciliani o di discendenza siciliana erano membri di spicco delle "Reliance bands" di Papa Jack Laine (ovvero George Vitale): fra essi Giuseppe Alessandra (nato a Palermo nel 1865 e morto a New Orleans nel 1950), Lawrence Veca, Manuel e Leonce Mello, Nick La Rocca (originario di Salaparuta, che incise nel 1917 il primo disco della storia del jazz), Arnold "Deacon" Loyacano, e molti altri. Altri come Leon Rappolo (Roppolo), John Provenzano, Wingy Manone (Mannone), Sharkey Bonano (Joseph Bonanno), Louis Prima, Johnny Lala, Tony Schirò, John «Bud» Loyacano, Joe "Hook" Loyacano, suonavano in altre orchestre e gruppi. Una cosa interessante della etnicità di Lala, Schirò e dei Loyacano (Lojacono), era che essi erano Arbresh, discendenti cioè degli albanesi scampati dall'invasione del loro paese da parte dei Turchi e fuggiti nel quindicesimo secolo in Sicilia, dove si stabilirono a Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Prizzi, Mezzojuso e Palazzo Adriano; essi conservarono la loro lingua e la loro religione come proprio carattere distintivo anche da emigrati all'interno della comunità siciliana di New Orleans.
Nel 1886 la "Società di Beneficenza Contessa Entellina", fondata dagli Arbresh alla Italian Hall in Esplanade Avenue per controbattere la loro sistematica esclusione dalle altre società di mutuo soccorso italiane, aveva una banda che forniva oltre ad esibizioni concertistiche anche istruzione musicale, segnatamente il «solfeggio» una cosa che pochissimi a quel tempo a New Orleans conoscevano e praticavano. Altri siciliani, abitanti nel quartiere francese, come il clarinettista Tony Parenti, e il trombonista Santo Pecora (Pecoraro) suonarono con la banda italiana affiliata alla Chiesa Cattolica di Santa Maria in Chartres Street. Lasciata la banda uno dei primi ingaggi importanti di Santo Pecora fu con il violinista Joe Fulco al Palace Theater in Dauphine Street, dove lavorò con il bassista Joe Maggio (arbresh), il batterista Emil Stein (ebreo) ed il clarinettista Joseph Bovinetto (siciliano). Siciliani, arbresh, ebrei e, in certe situazioni, anche afro-americani o creoli, stabilirono ottimi rapporti fra loro attraverso la collaborazione musicale. Tony Schirò studiò la chitarra ed il banjo con il suo vicino di casa Johnny St. Cyr (che sarà poi uno dei famosi Hot Five di Louis Armstrong), e suonò con i fratelli Margiotta (Sal, Joe e Tony, tutti e tre provenienti dallo stesso quartiere, l'Irish Channel) e con Santo Pecora nella Triangle Band che aveva dipinta sulla grancassa della batteria la Trinacria siciliana. In periodi differenti diversi fratelli Loyacano lavorarono nella Halfway House Orchestra, che includeva anche il clarinettista Charlie Cordella (Cardella), il trombonista Angelo Palmisano e il clarinettista Leon Rappolo (originario di Salaparuta). Salaparuta quindi non fu solo il paese originario di Nick La Rocca, ma anche quello di Leon Rappolo e di Louis Prima. Il nonno di Louis Prima, Leonardo «Di» Prima, nato a Salaparuta ed emigrato nel 1876 a New Orleans ebbe come terzogenito Anthony, padre di Louis, che sposò Angelina Caravella, nata ad Ustica; proprio la famosa "Angelina" che ispirò una delle canzoni di maggiore successo di Louis Prima assieme a "Ohi Marì", "Just a gigolò" e a tante altre che oscurarono le sue grandi doti jazzistiche sia come solista di tromba che come compositore (fu l' autore fra l' altro del brano "Sing, sing, sing" con cui Benny Goodman concluse il suo storico concerto alla Carnegie Hall nel 1938). Nell' elenco sterminato di siciliani di seconda e terza generazione diventati stelle di varia grandezza negli Stati Uniti ne spiccano tre, fisicamente nati invece in Sicilia e cioè: Vito «Vido» Musso, primo saxtenore solista di grandi orchestre come quelle di Benny Goodman, Harry James, Gene Krupa e Stan Kenton, nato nel 1913 a Carini, in via Roma 27, Pete (Pietro) Rugolo, mitico arrangiatore dell' orchestra di Stan Kenton, nato nel 1915 a San Piero Patti, in viale Elena, e George Wallington, grande pianista e compositore il cui vero nome era Giacinto Figlia, nato nel 1924 a Palermo, in via Perez 105. Tutta la storia del jazz nel dipanarsi attraverso i decenni è costellata da artisti importanti: il pianista Chick Corea, di madre messinese, il clarinettista sassofonista e compositore Jimmy Giuffrè, originario di Termini Imerese, il sassofonista Joe Lovano, originario di Alcàra Li Fusi, il chitarrista Joe Pass (il cui vero nome era Giuseppe Passalacqua) originario di Gualtieri Sicaminò, Frank Rosolino, primo trombone solista dell' orchestra di Stan Kenton, originario di Partinico, il clarinettista Tony Scott (Anthony Sciacca) originario di Salemi, il violinista Joe Venuti, originario di Spadafora, per finire al mio compianto amico batterista Phil Zito, originario di Bisacquino, un paese distante un tiro di schioppo da Chiusa Sclafani, paese d'origine della mia famiglia.
- CLAUDIO LO CASCIO
Nel 1886 la "Società di Beneficenza Contessa Entellina", fondata dagli Arbresh alla Italian Hall in Esplanade Avenue per controbattere la loro sistematica esclusione dalle altre società di mutuo soccorso italiane, aveva una banda che forniva oltre ad esibizioni concertistiche anche istruzione musicale, segnatamente il «solfeggio» una cosa che pochissimi a quel tempo a New Orleans conoscevano e praticavano. Altri siciliani, abitanti nel quartiere francese, come il clarinettista Tony Parenti, e il trombonista Santo Pecora (Pecoraro) suonarono con la banda italiana affiliata alla Chiesa Cattolica di Santa Maria in Chartres Street. Lasciata la banda uno dei primi ingaggi importanti di Santo Pecora fu con il violinista Joe Fulco al Palace Theater in Dauphine Street, dove lavorò con il bassista Joe Maggio (arbresh), il batterista Emil Stein (ebreo) ed il clarinettista Joseph Bovinetto (siciliano). Siciliani, arbresh, ebrei e, in certe situazioni, anche afro-americani o creoli, stabilirono ottimi rapporti fra loro attraverso la collaborazione musicale. Tony Schirò studiò la chitarra ed il banjo con il suo vicino di casa Johnny St. Cyr (che sarà poi uno dei famosi Hot Five di Louis Armstrong), e suonò con i fratelli Margiotta (Sal, Joe e Tony, tutti e tre provenienti dallo stesso quartiere, l'Irish Channel) e con Santo Pecora nella Triangle Band che aveva dipinta sulla grancassa della batteria la Trinacria siciliana. In periodi differenti diversi fratelli Loyacano lavorarono nella Halfway House Orchestra, che includeva anche il clarinettista Charlie Cordella (Cardella), il trombonista Angelo Palmisano e il clarinettista Leon Rappolo (originario di Salaparuta). Salaparuta quindi non fu solo il paese originario di Nick La Rocca, ma anche quello di Leon Rappolo e di Louis Prima. Il nonno di Louis Prima, Leonardo «Di» Prima, nato a Salaparuta ed emigrato nel 1876 a New Orleans ebbe come terzogenito Anthony, padre di Louis, che sposò Angelina Caravella, nata ad Ustica; proprio la famosa "Angelina" che ispirò una delle canzoni di maggiore successo di Louis Prima assieme a "Ohi Marì", "Just a gigolò" e a tante altre che oscurarono le sue grandi doti jazzistiche sia come solista di tromba che come compositore (fu l' autore fra l' altro del brano "Sing, sing, sing" con cui Benny Goodman concluse il suo storico concerto alla Carnegie Hall nel 1938). Nell' elenco sterminato di siciliani di seconda e terza generazione diventati stelle di varia grandezza negli Stati Uniti ne spiccano tre, fisicamente nati invece in Sicilia e cioè: Vito «Vido» Musso, primo saxtenore solista di grandi orchestre come quelle di Benny Goodman, Harry James, Gene Krupa e Stan Kenton, nato nel 1913 a Carini, in via Roma 27, Pete (Pietro) Rugolo, mitico arrangiatore dell' orchestra di Stan Kenton, nato nel 1915 a San Piero Patti, in viale Elena, e George Wallington, grande pianista e compositore il cui vero nome era Giacinto Figlia, nato nel 1924 a Palermo, in via Perez 105. Tutta la storia del jazz nel dipanarsi attraverso i decenni è costellata da artisti importanti: il pianista Chick Corea, di madre messinese, il clarinettista sassofonista e compositore Jimmy Giuffrè, originario di Termini Imerese, il sassofonista Joe Lovano, originario di Alcàra Li Fusi, il chitarrista Joe Pass (il cui vero nome era Giuseppe Passalacqua) originario di Gualtieri Sicaminò, Frank Rosolino, primo trombone solista dell' orchestra di Stan Kenton, originario di Partinico, il clarinettista Tony Scott (Anthony Sciacca) originario di Salemi, il violinista Joe Venuti, originario di Spadafora, per finire al mio compianto amico batterista Phil Zito, originario di Bisacquino, un paese distante un tiro di schioppo da Chiusa Sclafani, paese d'origine della mia famiglia.
Nessun commento:
Posta un commento