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mercoledì 22 dicembre 2010

Mons. Tamburrino. "prestu la vinuta, prestu la iuta"

  Cosa sia venuto a fare Mons. Tamburrino in Sicilia non è dato sapere a nessuno. Nemmeno lui in effetti, probabilmente, lo sa.
E' venuto a fare gli auguri di Natale ai pochi componenti del clero convocati ?
   Ci chiediamo cosa il Vaticano si sia proposto come obiettivo con la nomina di un "delegato".
Con bonaria diceria un carissimo amico conviene che la "nomina" di cui scriviamo serva soltanto al monsignore per poter soddisfare la "vanità" di essere stato per sedici anni "delegato pontificio" nel monastero di Grottaferrata e per un anno (o giù di lì) "delegato pontificio" a Piana degli Albanesi.
   Il monsignore ha incontrato, ieri e l'altro ieri, pochi membri del clero per trattare questioni, che, in via analogica, in una azienda seria, verrebbero affidati al massimo ad "un seminarista" prossimo ad essere ordinato suddiacono (p. es.: questo o quel locale è lecito che sia in uso a papas CiccoPeppe o a papas Vadalapescva ?).
  Il tutto, l'onda umiliante, ovviamente serve ad offuscare una realtà eparchiale per additarla come realtà inadatta ad autoreggersi. In pratica, stando a quanto ci è dato intercettare sull'operato del "delegato", a Piana degli Albanesi nessuno saprebbe leggere un atto pubblico per capire a chi compete l'assegnazione di questa o quella stanza, questo o quel sottotetto. Decidere queste problematiche compete, nel mondo dell'Istituzione, niente meno che a un "delegato pontificio" !.
   La verità più vera, la vera circostanza indegna, è che costui non sente il bisogno di sentire l'animo dell'Eparchia, ossia non ritiene necessario un giro delle parrocchie, nè sente l'esigenza di sentire quanto meno ristrette delegazioni "laiche" dei vari paesi che dell'Eparchia fanno parte.
  Quant'arroganza da parte di questi prelati che, superbamente, ritengono di rappresentare la Chiesa.
  Che presunzione !
  Ognuno pensi che questi personaggi, simili personaggi, carichi di tanta boria, nei secoli trascorsi si sono resi responsabili della separazione fra le masse, la gente umile, e l'Istituzione.
  Simili uomini "chiusi nella propria boria" hanno procurato "scismi", "proteste" e "movimenti illuminati"; tutti accadimenti necessari per scappare da una "cappa" oppressiva, assolutista, lontana dallo Spirito del Vangelo, anzi antievangelica. 
  Per fortiuna che, in realtà, questi "arroganti" non rappresentano nessuna "Chiesa".
  Chiesa infatti significa aggregazione di due-tre credenti che fanno popolo, non di certo burocrati-funzionari interessati solamente ad arricchire il "curriculum".

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