Ieri pomeriggio Mario Bellanca si è scaricato finalmente dalla detenzione della "canonica" annessa alla Chiesa della Favara. Ha lasciato trascorrere sessantatre giorni dalla prescrizione eparchiale ma, alla fine, ha adempiuto. Ormai nessuno può dire che gli restano inadempienze nei confronti di chichessia. Ha pure sottoscritto il verbale di consegna ed ha per questa via evidenziato di avere consegnato tutto quanto gli competeva. Nei giorni scorsi, il trasloco ha interessato tutto ciò che deteneva a titolo personale. Quindi tutte le suppelletili e gli arredi acquisiti da padre Antonio, dieci anni fà, sono stati elencati nell'inventario (accanto agli inevitabili "buchi" che a dire di qualcuno della "cerchia" non dovrebbero impressionare nessuno nell'Italia tremontiana del 2010).
C'è stato qualche momento di amarezza e rabbia (giustificata, diciamo noi, tenuto conto di come questa vicenda è stata gestita e di come si è trascinata da lungo tempo non solo per responsabilità del Bellanca ma soprattutto dei "prelati"), da parte di alcuni "fedelissimi" presenti per l'occasione in Chiesa, prima che il nuovo Amministratore Parrocchiale iniziasse la "novena dell'Immacolata".
Tutto sommato da oggi inizia per quella parrocchia, ma soprattutto per Contessa, un nuovo periodo che ognuno auspica migliore; periodo dove nessuno osi più interferire nelle tradizioni e nelle scelte religiose di questa comunità per reputarle "superate". E' davvero tramontata invece la teologia delle porte chiuse ed il Blog, verosimilmente, potrà cominciare ad occuparsi con maggiore impegno dei temi civici, sociali, culturali, economico-produttivi. Dovrà tuttavia comunque -di tanto in tanto- fare delle puntate sul campo religioso lungo la direttrice che deriverà dal commento degli atti del Sinodo.
A tutti coloro che ritengono che il Blog in questa vicenda sia sempre stato parziale rispondiamo che hanno ragione e non sbagliano: il Blog non poteva, in maniera assoluta, schierarsi dalla parte della Teologia delle porte chiuse. Non poteva.
Da oggi ciascuno di noi sul piano personale perseguirà comunque l'interrotta amicizia che fino a qualche anno fà lo legava al Bellanca. Ovviamente se egli lo vorrà; e' infatti nostra convinzione che anche dalla sua amicizia, dallo scambio con la sua persona, potrà venire un arricchimento a noi e a chiunque voglia avere animo sincero. E' dall'essere aperti a tutti che si diventa "ricchi". Noi, che si sappia, non abbiamo mai condannato nessuno, abbiamo condannato -e continueremo a farlo ogni volta che si presenta l'occasione- i comportamenti che a nostro giudizio (purtroppo) ci sono sembrati difformi dalle regole comunitarie. Con questo non escludiamo di avere talvolta sbagliato.
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