Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, nel rivolgere
il suo discorso-appello ai componenti l'Assemblea Regionale ha fra l'altro
detto: «Non sono un santo, ma vorrei governare come un santo, vorrei che
governassimo tutti insieme. Non ho alcuna intenzione di andare a casa, ho una
percezione del dolore molto alta e un livello di resistenza inimmaginabile.
Mi
piacerebbe molto che le divisioni che ci sono in tutti i partiti, a destra e a
sinistra, rimanessero fuori all’aula e che non pesassero nei rapporti tra forze
politiche e governo».
«Le riforme si fanno insieme, insieme si deve tentare di
uscire dalla crisi profonda della società e del sistema finanziario siciliano.
Nessuno pensi di bloccare l’azione del governo facendo leva sulle divisioni nei
partiti, e ciò nel rispetto della coalizione che ha vinto le elezioni e nel
confronto costante con le opposizioni».
Rivolto ai deputati M5S, che contestavano l'intervento, ha
detto «Ma quali denunce avete fatto? Fate un solo nome. Avete perso le
elezioni e io vi scavalco nelle denunce. Sapete solo fare interrogazioni sul
segretario generale della Regione ma non capite nemmeno il significato della
Corte dei Conti».
Rivolto ai deputati Pd ha rimarcato: «Nessun organismo
di partito può impormi gli assessori, difendo il principio dell’autonomia del
presidente della Regione eletto direttamente dal popolo e non accetto il
sistema della nomenclatura e posizioni extra-istituzionali».
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