I sondaggi anche per il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana, in linea ai sondaggi per le elezioni nazionali, danno avanti i partiti del Centro-destra.
Anche se la legge elettorale dell'Isola vorrebbe essere, rispetto a quella nazionale, proporzionale, proprio così non è.
Nell'Isola i deputati vengono eletti su base provinciale.
Per capire il meccanismo prendiamo il caso della provincia di Palermo: toccano 16 seggi sui 70 complessivi stabiliti per l'Ars, ossia per l'intera Isola. Spetta però un premio -denominabile pure esso di maggioranza- connesso al neo Presidente eletto, a colui che andrà a sedere a Palazzo d'Orleans. La sua vittoria implicherà infatti che entreranno in parlamento (all'Ars) anche i 7 nomi inseriti nel cosiddetto suo listino; listino che nessun elettore ha manifestato di preferire.
Conclusione: non proprio di sistema proporzionale si tratta dal momento che il dieci per cento dei neo parlamentari (senza essere stati votati dal corpo elettorale) seguiranno il destino (di vincitori o meno) del candidato presidente a cui erano collegati.
Ciascun deputato per essere eletto e sedere a Palazzo dei Normanni dovrà far parte di uno schieramento che superi il 5% in almeno 5 province e poi deve aver ottenuto più voti nella lista provinciale che ha superato lo sbarramento. I seggi scattano in base alla percentuale di preferenza ottenuta, più è alta più deputati vengono eletti nella stessa lista.
I seggi:
A Palermo toccano 16 seggi, 13 a Catania, 8 a Messina, 6 ciascuno ad Agrigento e Siracusa, 4 a Ragusa e Trapani, 3 a Caltanissetta e 2 a Enna, per un totale di 62. I restanti 8 seggi sono così suddivisi: uno al secondo candidato presidente più votato, 7 ai componenti del listino come premio di maggioranza assegnato alla coalizione del governatore eletto.
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