In quest’ultima tornata elettorale non è stato possibile mettere in atto il solito gioco all’italiana nel commentare i risultati: tutti hanno vinto. Da sempre, alla tirata dei risultati, tutti i partiti ci hanno abituato nell'ascoltare che la loro parte politica era uscita vincitrice.
In quest’ultima tornata non c’è stato alcun dubbio: Berlusconi ha perso.
Per Berlusconi stavolta non ci sono scuse. Perdere a Milano e Napoli, oltre che in altri Comuni, è un schiaffo che non può rimanere confinato nell'ambito comunale.
Dopo anni di dominio, ciò che è accaduto nelle due importanti città è un segnale che l'elettorato ha voluto mandare a un leader che non ha saputo dare quella prospettiva attesa dal Paese, in maggioranza composto da gente senza grandi ambizioni se non quella di tirare decentemente la propria vita.
Oggi tutti dicono che Berlusconi ha sbagliato a governare ed anche a gestire la campagna elettorale.
Il Cavaliere è rimasto prigioniero dei suoi guai che in verità per un premier non sono da poco: numerosi processi in corso per corruzione e persino per prostituzione minorile; rischio di una condanna penale che si tradurrebbe in una spallata politica; sentenza in arrivo per oltre 500 milioni di euro da dare al suo nemico De Benedetti per il lodo Mondadori.
Il risultato di Milano e Napoli è il segno che la gente chiede di cambiare. Come?
C'è un dato che va analizzato col tempo: a vincere non è stato tanto il Partito Democratico quanto la sinistra. Bersani e compagni si sono dovuti giocoforza accodare a Pisapia-Vendola e a De Magistris-Di Pietro. Se dovesse rimanere in vita il bipolarismo, assemblare più partiti di diversa identità (ad esempio Vendola, Casini e Di Pietro), potrebbe certamente costituire una maggioranza ma col rischio di abortire una volta al governo. Come, infatti, è accaduto a Prodi, al quale, ironia della sorte, diede la mazzata finale proprio De Magistris con l'incriminazione dell'allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella.
Resisterà il governo Berlusconi?
Il premier si dice fiducioso di poter continuare. L'uomo ha mille vite, però da oggi dovrà subire gli assalti di una opposizione galvanizzata dal successo;
Per quanto riguarda i due sindaci eletti, siamo convinti che Pisapia, garantista da sempre, sarà un buon primo cittadino, nel solco del tradizionale riformismo milanese che dal 1945 al 1992 ha sempre avuto buoni sindaci socialisti; c'è tra l'altro una parte dei poteri forti che lo tutela; mentre sono tutte da scoprire le capacità amministrative dell'ex pm De Magistris. Napoli è una città difficile da gestire, quasi irredimibile, se dovesse riuscirvi sarebbe il vero miracolo di San Gennaro.
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