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sabato 13 luglio 2024

Viviamo in Occidente: scrutiamo aspetti del sistema (14)

  La mobilità (2)

Piggia se vuoi leggere La mobilità (1)

Il governo in carica, quello della Meloni, si impegna e si dà da fare nel fronteggiare l’immigrazione di gente che dall’Africa prova a trovare fortuna in Europa. Ciò su cui il governo italiano non si impegna e forse non coglie in pieno la gravità e’ -invece- l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani italiani che lasciano il nostro Paese per cercare fortuna, per cercare il lavoro che qui -sopratutto nel Meridione- manca. Ad emigrare, ai nostri giorni, non sono poveri operai con la valigia di cartone che caratterizzarono l’emigrazione italiana fino agli anni sessanta/settanta  del Novecento. Si tratta di giovani laureati, addirittura con due e tre lauree, che cercano fortuna oltre le Alpi.


Negli ultimi 15 anni quasi due
milioni di meridionali si sono
spostati al Centro Nord Italia.

In sostanza, sono di più i meridionali
che 
emigrano dal Sud per andare
a lavorare o a studiare 
al Centro
Nord  e all’estero che gli stranieri
immigrati regolari che scelgono di
vivere  nelle regioni meridionali.
 


Il giornale della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, scrive che ciò  di cui si dovrebbe preoccupare il governo è l’emigrazione dei nostri giovani, non l’immigrazione di povera gente che cerca riscatto.

 Tra le motivazioni che spingerebbero tanti giovani a trasferirsi all’estero ci sono i “salari più alti” (45 su 100) e le “opportunità di lavoro migliori” (44 su 100), ma non vanno trascurati segnali differenti, meno direttamente legati a un percorso professionale o a una certa idea di qualità di vita, e più rapportabili a un travaglio esistenziale, a un desiderio di scenari differenti, alla scarsa attrattività del Paese nel quale si è nati, caratterizzato dai privilegi, dalle raccomandazioni, dall’ illegalità persino nel mondo del lavoro. Il 14% dei nostri giovani sognano di voler vivere “in un paese con una diversa cultura e un diverso stile di vita”, ovvero (11 su 100) “in un paese con un diverso clima e diversi paesaggi naturali”.

 Il governo e tutti coloro che hanno responsabilità di guida politica ed amministrativa dovrebbero cercare  tutte le soluzioni possibili per rendere più attrattivo il Paese, dovrebbero rimettere a posto il suo ascensore sociale, e rendere più corretta la gestione dei rapporti fra le generazioni. 

I problemi e le difficoltà ovviamente esistono, e nessuno intende negarli, ma li si deve affrontare, occorre cercare di rimuovere ogni ostacolo affinché la fuga dei cervelli - ed anche quella delle braccia - si arresti. A Contessa Entellina, ci fa sapere l’Istat, esiste una capienza abitativa di circa 8mila persone e di contro, a stento, siamo poco più di un migliaio.

Grande è la responsabilità dei politici, degli amministratori, dei padri, delle madri, fratelli e sorelle maggiori. È tempo di ricominciare a trasmettere entusiasmo e speranza.  

La fuga dei giovani non si arresterà solo con un posto di lavoro meno precario, bensì con un’iniezione di corresponsabilità e di realistica speranza nel domani.


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