"Quando un popolo non ha più senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori anche noi, quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia". Cesare Pavese
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Compito di ciascun cittadino è, dovrebbe essere, la conservazione, il ripristino e la salvaguardia del patrimonio storico-culturale. Non dovrebbe -come alcuni pensano- essere solamente compito dei pubblici amministratori. Ciascuno nei limiti delle proprie possibilità è chiamato ad essere cittadino attivo, magari segnalando, presentando dimostranze e se necessario protestando su ciò che sembra abbia preso una brutta piega nella "cosa pubblica". Per esempio, qui sul blog -nelle settimane prossime- ci interrogaremo e evidenzieremo come mai e perchè da decenni vigga il massimo disinteresse degli amministratori su quelli che avrebbero dovuto essere il caseificio di Piano Cavaliere o/e il mattatoio di "Puiata Brignano".
Siamo consapevoli che la Pubblica Amministrazione ha i suoi tempi ed i suoi ritmi. Per intervenire sul centro storico bombardato di Palermo nel corso della seconda guerra mondiale sono stati necessari 50-60 e 70 anni. E ancora c'è tanto da fare, a Palermo. Il risanamento è tutto da completare; fermo restando che è grandissimo il merito del sindaco Orlando su quanto finora realizzato nel quadro del "risanamento" della città.
LA ZISA
Fino al periodo precedente la seconda guerra mondiale era divenuto un edificio affittato e abitato da varie famiglie, fra cui da uno dei rami dei LoJacono di Contessa che gestiva allora vasti giardini ad agrumi, nell'allora Conca d'Oro. Alla fine degli anni trenta del Novecento quel ramo dei LoJacono vendette tutti i campi ed i beni che possedeva a Palermo e a Contessa e si trasferì a New Orleans.
Negli anni della seconda guerra mondiale la Zisa fu, tutt'attorno, soggetta a bombardamenti aerei da parte degli alleati e lo stesso edificio fu abbandonato alla massima incuria fino agli anni sessanta ed in parte settanta del Novecento.
La Zisa è testimonianza della civiltà araba in terra di Sicilia ed in quanto monumento, come mostra la prima foto di questa pagina non ha avuto alcun riguardo nè dalla politica, nè dai cittadini, nè -viene da scrivere- dalla coscienza pubblica. E' stata per decenni, nel dopoguerra, ritenuta un mondezzaio e quasi con compiacimento condannato alla rovina. Negli anni sessanta mentre a Palermo con la compiacenza della politica prosperava il "sacco della città", costruendo senza programmazione edilizia, alla Zisa crollarono alcune strutture interne e parte della facciata. Solo quando finalmente certa politica perse il controllo della città si arrivò al restauro del prezioso e rilevante monumento cittadino. Ciò che si è perduto, ovviamente, è stato perduto per sempre.
PS- Piccola curiosità: una concittadina di Contessa negli anni trenta del Novecento visse per qualche mese in uno degli appartamenti del palazzo della Zisa, presso parenti che lì abitavano, e ricorda ancora la strutturazione interna di allora.
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