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mercoledì 18 novembre 2020

Terra e Vita. Storia siciliana per immagini. (7)

  "Quando un popolo non ha più senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori anche noi, quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia". Cesare Pavese

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Conoscere la Sicilia di ieri 

per Conoscere

La Sicilia di oggi.

L'immagine mostra gli archi del
cosiddetto "Ginnasio di Tindari": una
costruzione di epoca romana,
connessa al teatro di origine
greca.

E' interessante segnalare che all'interno
di questo prezioso monumento di
origine greco-romano si trovi ancora
ai nostri giorni sui mosaici la
rappresentazione della testa 
gorgonica circondata da tre
gambe.



Immagini e descrizioni

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Chi volesse leggere, cogliere lo spirito profondo della Sicilia difficilmente -oggi- lo coglierebbe attraverso le immagini e la lettura dei giornali dei nostri giorni. Sanno infatti di politici che tutto sono tranne che politici, di monumenti ed opere pubbliche recuperate dopo decenni di lavori e infiniti ri-finanziamenti che vanificano i progetti ed i piani economici delle origini. Ecco perchè per alcune pagine ci proponiamo di fare un giro lungo l'isola attraverso fotografie di altri tempi e attraverso dichiarazioni di grandi siciliani di tempi trascorsi.  

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   Secondo Santi Correnti, storico e autore di interessanti ricostruzioni storiche, la vicenda medievale della nostra isola che ci conduce ai nostri giorni comincia con la pace (trattato) di Caltabellotta, che nel 1302 imponeva a Federico III d'Aragona il titolo di rex Trinacriae mentre quello di rex Siciliae rimaneva agli Angioini di Napoli. 

Questa circostanza spiegherebbe la vitalità che ancora ai nostri giorni possiede il simbolo della Trinacria, che sarebbe rimasto impresso nelle coscienze delle masse popolari e contadine fino alla rivoluzione 1848-49. In quest'ultima occasione nei municipi, compreso in quello di Contessa, sventolò, sì il tricolore ma con sul bianco di mezzo ben evidente il simbolo triscelico.
   Pare che nel corso di quei giorni rivoluzionari i contadini dell'isola iniziarono -per la prima volta- a rivendicare il diritto alla terra finita con la riforma del 1820 esclusivamente nelle mani dei latifondisti e che all'insegna  di quel simbolo cantarono:
E ccu virdi, biancu e russu
la bannera si innalzò!
E focu supra focu,
s'havi a vinciri o morir!

All'insegna dell'antico simbolo iniziarono quindi le battaglie contadine nell'isola; iniziarono soprattutto a Contessa, un'area dove il latifondo imperversava oltre ogni decenza e con esso la mafia; conseguenza appunto della riforma borbonica del 1820 di cui abbiamo dato qualche cenno su altre pagine del blog. Si tratta di problematica che affronteremo più accuratamente non solo sulla scorta del prezioso libro dell'antropologo Anton Blch centrato proprio su Contessa ma con decine di ulteriori altri libri recenti di autori siciliani che sulla vicenda che va dai primi decenni dell'ottocento ampliano il percorso che conduce alla riforma agraria.

   Per chiudere questa pagina di amore verso la Storia ricordiamo che ai nostri giorni il vessillo ufficiale della Regione Sicilia è un drappo bicolore: giallorosso che esprime il giallo della bandiera civica di Palermo e il rosso della bandiera civica di Corleone, primo comune questo che al seguito della sollevazione di Palermo si mosse contro gli angioini arrerragliati -in quel marzo del 1282- nel Castello di Calatamauro. Sui libri di storia questa circostanza costituisce parte dei meglio noti Vespri Siciliani.

==Stiamo seguendo

un percorso di riflessioni

e considerazioni tutto nostro tenendo

a base le fotografie e ovviamente,

i libri di storia sull'isola

di cui daremo conto periodicamente

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