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martedì 24 novembre 2020

Riflessioni sulla Storia (8)

Trattegiamo il sistema feudale: 

il sistema che gli arbëreshë 

sconoscevano prima di arrivare in Sicilia

Continuiamo a scavare nella vita sociale (e culturale) dei secoli successivi al crollo dell'Impero Romano d'Occidente, nel periodo storico delle invasioni barbariche e nel tempo della nascita, crescita e sviluppo del "feudalesimo" di cui abbiamo finora trattegiato solamente alcuni aspetti.

Avremo modo su altre pagine del blog di soffermarci sul monachesimo orientale-bizantino, qui per intanto vogliamo invece fotografare lo sviluppo e l'affermarsi del monachesimo occidentale (o latino).

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Le invasioni barbariche non lasciarono -ovviamente- indifferenti le comunità urbanizzate della penisola italiana del tempo. Nelle campagne non molto cambiò nello stile di vita ma nelle città o comunque nei centri urbanizzati si aperse un grande crisi non solamente sociale ed economica, ma soprattuto nelle fasce più alte della popolazione, quelle che avevano sempre rappresentato il potere, crebbe una crisi umano-culturale profonda. Uno degli aspetti della grande crisi fu la nascita dell'ascetismo: il rifiuto a trovare piacere nel cibo, nel vestiario, nel sesso. Si verificò, in contemporaneità con quanto avveniva nel ricco e potente Impero Romano d'Oriente, che le classi più elevate della società, o comunque singoli esponenti di spicco del mondo dirigente,  abbandonarono il trambusto delle città per rifuggiarsi in piccoli gruppi o -spesso- da soli in luoghi remoti, dando luogo all'emergere della figura, fino ad allora, sconosciuta del monaco. Mentre nell'ancora prospero oriente bizantino gli "anacoreti" si rifuggiavano nei deserti, in occidente chi decise di darsi alla vita solitaria si inoltrò nelle vastissime, integre ed incontaminate -da millenni- foreste dove, da uomini appunto solitari edificarono rudimentali capanne, eremi e poi nel lungo tempo comunitari monasteri.

 Il Monastero che acquisì rilevanza -primo fra altri in Italia- fu Montecassino (VI sec.). Nel tempo prolungato le comunità monastiche cominciarono un pò ovunque ad essere sostenute dagli stessi regni di origine barbarica, fino al punto che divennero uno dei capisaldi del sistema socio-economico feudale. Cosa che, come avremo modo di vedere in appresso, non accadde nell'Impero Romano d'Oriente, dove monaci ed eremiti rimasero sempre tali, e tali sono ancora oggi. In che senso in Occidente i monasteri divennero capisaldi del sistema socio-economico del tempo ? capisaldi del sistema come, in circostanze completamente diverse, oggi banche, borse, gruppi finanziari, holding etc. lo sono del vigente sistema socio-economico liberista.

Il sistema "feudale" non si reggeva quindi solamente sui baroni, di cui alcuni cenni già abbiamo dato su alcune pagine del blog, ma anche e talvolta soprattutto sulle Abbazie. Se barone si  diventava per successione, da primogenito a primogenito, abate si diventava con la provenienza da famiglie nobiliari, se si era secondo o terzo genito o comunque prossimo. I monasteri, al pari dei baroni esercitavano, il potere e la giurisdizione non solo sui feudi rustici di loro pertinenza ma anche, e frequentemente, su intere cittadine e borghi rurali, proprio come i primogeniti dei Peralta, Cardona e ... gestivano Kuntissa, Giuliana, Chiusa, Burgio .... etc.

 Torniamo un poco sul sotto-titolo che diamo a queste pagine: Trattegiamo il sistema feudale: il sistema che gli arbëreshë sconoscevano prima di arrivare in Sicilia. A Santa Maria del Bosco gli abati non vi risiedevano costantemente e nemmeno regolarmente. Erano frequentemente toscani o di altrove. Il monastero -o meglio l'Abbazia- non eleggeva l'abate che, invece, regolarmente proveniva da famiglie nobiliari, non sempre siciliane.

 Non sempre i monasteri godettero di prestigio e ammirazione. Succedeva che venissero date in commenda*  ad abati commendatari che potevano essere cardinali, vescovi o semplici sacerdoti o, addirittura, laici di grandi e potenti famiglie del tempo che si limitavano a godere, in senso economico-finanziario, del patrimonio del monastero senza risiedervi e delegando un sostituto per esercitare le funzioni abbaziali.

La prassi ora riportata influì, e non poco,  a screditare la Chiesa del tempo agli occhi dei credenti e dei miseri e a deporre a favore -nel XVI secolo- della Riforma protestante.

Conclusione che ribadiamo: il feudalesimo in Occidente, e non nell'Impero bizantino, si resse oltre che sui baroni anche sul sostegno  e sulla prassi della Chiesa Occidentale che del sistema baronale-feudale copiò per intero tutte le prassi.

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