Con la bocciatura del testo legislativo sulla "governance" dei Liberi Consorzi in Sicilia cadono anche i tagli ai costi della politica, cioè ai consiglieri comunali, Sindaci e assessori. Erano stati inseriti nella bozza della Finanziaria. Poi sono stati stralciati e messi, più correttamente, nel disegno di legge sulla riforma degli enti locali in Sicilia. Ma, cadendo questo, sono decaduti anche loro. Erano previsti tagli ai gettoni dei consiglieri, alle indennità di Sindaci e assessori, e anche ai permessi retribuiti. Tutto saltato. E finisce per l’ennesima volta il sogno di una Sicilia più “italiana”, dato che si trattava, in realtà, di adeguare gli emolumenti percepiti dai politici locali a quelli degli altri Comuni italiani. Secondo le intenzioni i gettoni di presenza dei consiglieri comunali dovevano scendere in media del 20 per cento. Un taglio lineare voluto dall´assessore all´Economia Alessandro Baccei che voleva l´accoglimento della norma nazionale.
Sarebbero stati meno numerosi anche i consigli comunali. A Palermo scendevano da 40 a 38, Nei comuni tra i 50 a i 99 mila abitanti, da 30 si passava a 28, quelli superiori ai 30 mila abitanti 26, quelli oltre i 10 mila abitanti ne avrebbero eletti 16 invece degli attuali 20. I Comuni oltre i tremila abitanti avrebbero eletto 12 consiglieri, e sotto questa soglia solo 10. Tutto saltato.
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