GIORNALE DI SICILIA
Ambiente SpA". Ma ieri è stata bagarre tra i sindaci sui criteri di
assegnazione dei lavoratori in esubero. Le urla tra i primi cittadini, riuniti
in assessorato regionale, hanno surclassato quelle dei lavoratori che
protestavano davanti ai cancelli di viale Campania. Tanti i nodi da sciogliere
per tentare di salvare i 275 lavoratori della società fallita. Il primo era
legato alla distribuzione del personale per ogni Comune. Due le ipotesi: per
«centro di costo» o per numero di abitanti. La prima ipotesi piaceva a Monreale,
San Giuseppe Jato, Piana degliAlbanesi, Santa Cristina Gela e Belmonte
Mezzagno. Tutti gli altri - ovvero Bisacquino, Campofiorito, Camporeale,
Corleone, Prizzi, Palazzo Adriano, Giuliana, Chiusa Sclafani, Contessa
Entellina, Roccamena e San Cipirello - pressavano per la seconda ipotesi.
Altofonte invece, che fa parte di un'altra Srr, non ha mai preso parte alle
riunioni dedicate a questa vertenza. Il criterio di assegnazione in base alla
popolazione residente potrebbe mettere in difficoltà soprattutto Monreale. La
cittadina normanna dovrà infatti farsi carico di una ventina di lavoratori in
più rispetto agli attuali 69. Cinque in più per Belmonte e tré a San Giuseppe
Jato. L'altro nodo da sciogliere era legato al costo del personale: per non far
lievitare la spesa, il tavolo dei sindaci chiederà ai sindacati e ai lavoratori
un ulteriore sacrificio, dopo quello di febbraio. La proposta prevede una
riduzione del 40% delle retribuzioni degli amministrativi e del 12% per gli
operatori. Ipotesi ritenute «irricevibili» da parte di molti lavoratori. Lunedì
è previsto comunque l'incontro con le organizzazioni sindacali. «Facciamo
appello al loro senso di responsabilità», dice l'assessore Contrafatto. C'è
tempo, infatti, solo fino all'8 maggio, termine ultimo per trovare l'intesa e
far confluire i dipendenti nella società di scopo «Belice impianti». Che
assicurerà il servizio fino al 30 giugno, data in cui dovrebbero subentrare i
nuovi Aro. Se non si dovesse raggiungere un'intesa con i sindacati e i
lavoratori, bisognerà invece fare i conti con gli esuberi, che saranno almeno
una settantina. E a quel punto non varrà più il criterio di scelta nominativa
per il rientro in servizio, proposto dalla curatrice fallimentare Cristina
Bonomonte e poi accantonato, ma verrebbe applicata la norma che da priorità ad
anzianità di servizio e carichi familiari.
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