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venerdì 17 aprile 2015

Raccolta Rifiuti. I Comuni dell'entroterra palermitano ... ...

Giornale di Sicilia
















zi, Palazzo Adriano, Campofiorito, Chiusa Sclafani, Giuliana, Bisacquino, Contessa Entellina e Camporeale, riunitisi a Palazzo per mettere appunto un documento congiunto sul dopo-Ato 2. La prima obiezione al progetto riguarda l'individuazione e l'assunzione dei dipendenti, l'altra attiene invece al costo presunto del servizio per i Comuni, non ancora determinato. Insomma, un intricato nodo difficile da sciogliere. Sul primo punto i sindaci mandano a dire al presidente della Ssr «Palermo provincia ovest», Filippo Di Matteo, al commissario straordinario della «Alto Belice ambiente» in procedura fallimentare, Giuseppe Taverna, al curatore fallimentare Cristina Bonomonte e all'assessore regionale all'Energia Vania Contraffatto, che in «in particolare, giova rammentare che in ottemperanza alle vigenti disposizioni di legge i Comuni non possono prowedere ad individuare nominativamente i lavoratori che verranno avviati al lavoro, ne tantomeno si può procedere alla esclusione ed in buona sostanza al licenziamento dei restanti lavoratori m quanto ciò comporterebbe un palese licenziamento collettivo in violazione alle disposizioni di cui agli articoli 4, 5 e 24 della legge 223 del 1991»: questo si legge nel documento. Inoltre, «si contestal'aspetto relativo alla definizione dell'ammontare del costo del servizio per i Comuni scriventi visto che, ancora una volta, quest'ultimo non viene determinato sulla scorta del criterio del centro di costo adoperando invece criteri perequativi che penalizzano i Comuni minori a vantaggio dei Comuni con un maggior numero di cittadini utenti». I sindaci in sostanza chiedono la riapertura del tavolo tecnico, anche alla presenza di giuristi, al fine di indicare percorsi «rispettosi delle disposizioni normative vigenti» circa le modalità di affidamento del servizio di raccolta, con l'awertimento che in caso contrario i Comuni saranno costretti anche a valutare l'opportunità di recesso dalla società, e quindi a individuare percorsi alternativi. In altre parole, si chiede la gestione di un servizio improntato ai cri teri di «efficacia ed efficienza», nonché a garantire per intero i livelli occupazionale esistenti, cosi come stabilito del re sto nella fase iniziale di costituzione della «Belice impianti». «Le delibere di individuazione se adottate sarebbero illegittime. I Comuni non possono individuare a propria discrezione i lavoratori. Per il personale non impiegato si tratterebbe di licenziamento collettivo illegittimo», dice l'avvocato degli enti locali firmatari, Giuseppe Ribaudo, A stretto giro di posta la risposta del presidente della Srr «Palermo provincia ovest», Di Matteo. «Io posso fare poco - dice -. Se i sindaci non riescono a garantire il posto di lavoro dei 276 lavoratori non è colpa della società. I Comuni hanno ricevuto le direttive per mantenere i lavoratori in forza il 22 dicembre scorso. La società - aggiunge - è stata costituita per venire incontro ai lavoratori consentendo il transito nella gestione in house». Entro ieri sera, peraltro, si doveva consegnare l'elenco dei dipendenti che manterranno il posto di lavoro. 

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