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venerdì 19 agosto 2011

Piccoli Comuni. Contessa Entellina per il momento è fuori dalla lista, ma ...

L'Anci, l'associazione dei comuni italiani, non ci sta a far passare l'idea che siano i piccoli comuni, quelli sotto i 1.000 abitanti (al momento), che hanno messo in crisi la finanza pubblica italiana. I sindaci italiani, peraltro comunque penalizzati dal taglio dei trasferimenti previsti nella manovra, stanno ricevendo in questi giorni una lettera sulla seguente falsariga:
“Caro Sindaco, siamo ad un passaggio decisivo per il futuro delle nostre comunità. Per questo mi rivolgo direttamente a te per chiederti di partecipare ad una grande manifestazione di Sindaci e amministratori dei piccoli Comuni che Anci ha indetto per il giorno 29 agosto a Milano”.  
Lo scrive il presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli, e il coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni, Mauro Guerra, in una lettera inviata appunto a tutti gli amministratori comunali.
L’Anci si scaglia così contro la manovra del governo, che fa passare gli accorpamenti dei piccoli Comuni “come uno dei piatti forti dei tagli ai costi della politica”: il provvedimento più contestato è quello che prevede l’accorpamento dei comuni al di sotto dei 1000 abitanti, con conseguente eliminazione di giunte e consigli comunali.
Nella lettera viene precisato che “un consigliere comunale guadagna 17 euro lorde a seduta, mentre un assessore, nei comuni sotto i mille abitanti, percepisce un massimo di 130 euro lorde al mese. Indennità che spesso – dicono Napoli e Guerra – non vengono neppure percepite o che risultano ulteriormente dimezzate quando l’amministratore, come nella maggioranza dei casi per i piccoli comuni, è un lavoratore dipendente”.
Che a mettere in difficoltà la finanza pubblica sia colpa dei cattivi governi che si sono susseguiti negli ultimi decenni nessuno ha dubbi.
Per quanto riguarda la Sicilia, che tanti cattivi sindaci abbiano copiato i cattivi comportamenti dei politici romano-palermitani non c'è alcun dubbio. Proprio stamane abbiamo narrato come nell'Unione dei comuni del corleonese per spendere "in spese correnti" (che poi si significa sperpero) 60.000,oo euro, quell'Unione, tenga in piedi una struttura che costa per il solo apparato (Esecutivo, ragioniere, segretario, 4 dipendenti con distacchi dal comune di Corleone, revisore dei conti, incarichi etc.) €. 100.000,oo.
Esclusi i casi limiti, i piccoli comuni, come in fondo è Contessa Entellina, non hanno grossi costi (escluso l'organico che supera le 40 unità, e tuttavia affidatogli dalla Regione Sicilia).
Certo, a Contessa, è assurdo e nel contempo vergognoso avere 4 assessori che, in Sicilia, costano più dei 130 euro mensili ricordati dalla lettera Anci; si arriva a 600 euro mensili, infatti.
A Contessa Entellina sarebbe sufficente avere un sindaco, e se proprio si vuole un vice sindaco, tutti gli altri assessori sono sicuramente superflui.
Che il Consiglio rimanga con dodici componenti o venga ridotto a cinque unità (come ipotizza Tremonti) non comporta nessuna significativa variazione di costi.
L'esperienza ci dice che esso (il Consiglio) si riunisce più o meno dodici volte all'anno (quando non ci sono le "furbate" dei due "assenteisti dal lavoro" che fanno mancare il numero legale pur firmando il registro delle presenze).
Eliminati gli assessori ed elegendo in Consiglio persone serie, i piccoli comuni non hanno "i costi" che Tremonti vuol far credere.
C'è semmai la cattiva politica; ma questa è colpa degli amministratori e degli elettori che li scelgono, purtroppo.

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