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domenica 13 dicembre 2020

Una foto alla settimana: La Sicilia è cresciuta, ma non tanto quanto avrebbe dovuto

Gregge di pecore all'imbocco di Corso Tukory, a Palermo
Immagine di Ettore Martinez


 Spesso noi siciliani, tutti, compreso chi del Blog si occupa, descriviamo i politici come degli inetti, dei personaggi interessati ai loro orticelli più che alla cosa pubblica.

  Frequentemente è stato cosi nel dopo-guerra e continua ad esserlo fintanto che il fenomeno non cade nello spazio sociale di interesse degli organi di controllo: la magistratura in primo luogo.

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Dal momento che siamo entrati nel clima natalizio e tutti siamo chiamati a guardare le cose del mondo con occhio benevolo e ad essere fiduciuosi l'uno con l'altro, anche con i politici, ci piace evidenziare che il quadro di partenza della Sicilia dal secondo dopo-guerra era veramente da "piangere". Il Fascismo consegnava alla nascente democrazia repubblicana una situazione veramente arretrata.

Evidenziamo qui alcuni passaggi socio-economici della nostra Isola.

1) Il 2 giugno 1946, per quanto interessa la Sicilia, viene meno, se non proprio scompare,  il Movimento Separatista. Il risultato elettorale per quella realtà politica fu catastrofico e ciò che di esso sopravvisse ebbe immediatamente la volontà di rinunciare al "separatismo" dal resto del Paese Italia.

2) Oggi nessun siciliano, a parte l'ovvia appartenenza a partiti diversi, si sente diverso dai piemontesi o dai veneti. Tutti noi siciliani tuttavia notiamo che la nostra realtà sociale-economica è nettamente diversa, più fragile, da quella delle regioni del Nord. 

3) E' però scontato che una immagine come quella che riportiamo su questa pagina, datata proprio nei mesi post-seconda guerra mondiale, non è data ritrarla in alcun centro abitato dell'Isola. Neppure nei centri-agricoli di provincia. Eppure quella foto risale al 1946 e ritrae un gregge di pecore poco distante dalla Stazione Centrale e all'imbocco del Corso Tukory.

Chiunque negli anni quaranta ed in parte cinquanta del Novecento fosse venuto, come turista, a Palermo avrebbe trovato questo quadro sociale nel contesto urbanistico.

Conclusione:

Nonostante banditismo, separatismo, mafia, ruberie politiche e non, da quel 1946 la nostra terra è comunque cresciuta. Moltissima altra strada resta da fare. Sta a noi scegliere veri politici piuttosto che quelli che ci suggeriscono amici, amici quando sono troppo interessati.

Oggi i greggi e gli allevamenti in Sicilia sono più floridi di allora e occupano contesti e ambienti appropriati. I politici dovrebbero davvero interessarsi e creare condizioni opportune. Non è stato davvero un buon investimento di denaro pubblico l'impianto di raccolta latte di Piano Cavaliere. Non  lo è stato l'inedeguatezza della struttura e non lo è stata la mancata attenzione dei "politici" di curare l'avvio organizzativo della gestione. 

Ma di questo avremo modo di ragionale.

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