Ci piace riportare qui, sul nostro modesto Blog, il sentimento di amore per la terra di Sicilia e nel contempo il rammarico per le misere condizioni in cui si è ritrovata l'isola dopo la interminabile guerra del Vespro (1282-1372).
Un contesto nel quale il territorio di Contessa ha avuto un coinvolgimento e delle conseguenze rilevanti e dannosissime sia sotto il profilo socio-economico che ambientale; territorio che in quegli anni, non essendo sorta ancora la "Terra" di Kuntissa, faceva però riferimento al Castello di Calatamauro, la cui zona per mesi e mesi martoriata è -pure essa- da leggere in quel “Patria mia gentile, quanto fosti messa al fondo!”.
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1 -- Ajo visto el mapamondo
Et la carta da navicare,
Ma Sicilia ben me pare
più bel isola del mondo,
2-- Viddi Corsica et
Sardigna,
viddi l’isola di Medea,
non sia alcuno che me
insigna
Cipri, Candia et la
Morea.
3-- Io cercai con la galea
Le nove isole di
Castella,
ma Sicilia è tanto
bella,
che pensando mi
confondo,
4-- Ajo visto l’Inghilterra
et la Scotia sua vicina,
bel paese e bella terra,
ma Sicilia n’è regina,
se l’amore non me inchina.
5-- Quando penso ben sottile
dico: “Patria mia
gentile,
quanto fosti messa al
fondo!”
6-- Io cercai a la pedagna
l’Aragona con la Spagna,
belle donne in Alemagna,
ma la Sicilia è tanto
magna
che ella non si trova al
mondo.
7-- Tre Sicilie sonno et non
piui,
tucte tre se incoronaro,
re Alfonso ne ha le due
Citra Faro et Ultra Faro
et la terza in
Kalendaro.
8-- Nui diremmo de la
quarta,
non si trova scripta in
carta,
ma è venuta de l’altro mondo.
Secondo lo storico Santi Correnti il "canto" è conosciuto ancora ai nostri giorni in Spagna; lo stesso storico ritiene che esso risalga a prima del 1458, data di morte di re Alfonso V.
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