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martedì 8 dicembre 2020

Poche righe. Alle origini di Contessa E. (2)

Comunità di ieri e di oggi. Albanesi (d'Albania) in Italia 

E' intento del Blog rievocare la Storia degli arbëreshë di Contessa attingendo ai dati e alle cronache del tempo andato. Sappiamo bene comunque che attingendo ai medesimi dati e alle medesime cronache c'è chi trae conclusioni entusiastiche e trionfalistiche fino al punto da lasciare intendere che tutti origineremmo dai cugini, dai parenti e dai generali di Scanderbergh e c'è chi arriva a conclusioni più realistiche e più aderenti alle circostanze storiche del tempo e fa degli arbëreshë dei profughi costretti dagli eventi della Storia a cercare una nuova Patria, una nuova dimora sia pure in terre allora non proprio ospitali. Noi procederemo sulla base dei dati che gli "storici" hanno finora fotografato sulle terre dei Balcani dal crollo di Costantinopoli (1453) fino alla fondazione di tante colonie albanesi in Sicilia, e non solamente qui. Sulle tracce di ciò che gli storici hanno appurato collocheremo i frutti di decennali ricerche "private" raccolte in termini di appunti privati.

 Dal momento che abbiamo programmato una serie di "Poche righe" da pubblicare lungo il 2021, ci piace in questo fine anno soffermarci su coloro che tutti conveniamo sono stati dei "certi" profughi albanesi nel XX secolo, vittime del sistema socio-politico instauratosi in Albania nel secondo dopoguerra. Prima di occuparci degli arbëreshë, stiamo scegliendo di trattegiare gli albanesi, quelli dei nostri giorni.

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Subito dopo l'abattimento del comunismo in Albania alcune decine di cittadini di quel paese, esuli, sono state ospitate a Contessa. In quell'occasione tutti localmente ci siamo mostrati ospitali e benevoli, specialmente nelle prime settimane dal loro arrivo. Eravamo curiosi di capire in cosa il nostro arbëreshë coincideva con la loro lingua e in cosa essi potessero rinverdire le lontane origini di Contessa e delle altre realtà arbëreshë di Sicilia. Col trascorrere del tempo, dei mesi e in alcuni casi col trascorrere degli anni, via via, tutti quei nostri ospiti -allogiati in locali di proprietà pubblica- andarono liberamente via da Contessa e dagli altri comuni in cui le autorità italiane li avevano sistemati. Avevano colto lo spirito "occidentale" secondo cui lo Stato fornisce elementi di base per essere "cittadini" e -dopo- ciascuno deve adoperarsi per realizzare se stesso. Essi assaporarono la "libertà", colsero lo spirito nuovo occidentale ed infatti via via andarono, ciascuno indipendentemente dalle scelte altrui, verso il Nord Italia e/o all'estero per cercare fortuna, per realizzarsi.

Ad oggi fra noi è rimasto solamente l'amico Vladimiro; amico perchè a Contessa non c'è individuo che non lo conosca e che con lui non si sia incontrato o scontrato sul piano delle convinzioni politiche. Quegli albanesi furono profughi, ospiti, e -finalmente per loro- uomini liberi. Non sappiamo se alcuni di loro sono o meno tornati nel loro paese d'origine, l'Albania, dopo l'avvenuto cambio di regime; Albania che subito dopo il crollo della locale dittatura comunista immediatamente si è dotata di sistemi istituzionali democratici, all'Occidentale. Sappiamo inoltre che a più riprese gruppi di Contessioti, parlanti chi più e chi meno ancora oggi arbëreshë, hanno sentito la forte tensione e il nobile sentimento di visitare la terra dei loro lontani antenati, di coloro che oltre cinquecento anni fa dovettero o (forse alcuni vollero) trasferirsi nei domini degli Aragonesi, in Italia,  abbandonando luoghi, abitudini e simboli che erano stati loro.

Comunità (recenti) albanesi in Italia

Una indagine recente di due anni fa "rapporto comunità albanese in Italia" scrive in apertura che "L'Italia rappresenta .. una meta di immigrazione da quasi 50 anni, risalendo agli anni Settanta i primi flussi migratori in ingresso in un paese fino a quel momento considerato principalmente punto di partenza dei molti emigranti diretti oltre oceano o in altri Paesi europei". Il rapporto prosegue poi: "La presenza di cittadini di origine albanese è stabile ...", in pratica quegli immigrati tendono a restare in Italia, a diventare cittadini italiani.

In breve, riportiamo qui di seguito i dati di cui al rapporto sulla presenza albanese (dal dopo comunismo) in Italia:

--In via ufficiale i soggiornanti in Italia risultano 430.340, pari all'11,6% del totale dei cittadini non comunitari.

--Gli albanesi si confermano al secondo posto per numero di presenze.

--Le donne rappresentano il 48,8% degli albanesi in Italia, i minori rappresentanom il 13,5% del totale dei minori non comunitari.

--Il tasso di occupazioner è del 53,8%.

()() Il 71,6% è titolare di un permesso per soggiornanti di lungo periodo. I due terzi dei permessi a scadenza sono richiesti dai cittadini albanesi "per ricongiungimento familiare", mentre i permessi per motivi di lavoro rappresentano il 26,5%.

()() La Lombardia con poco più di un quinto delle presenze albanesi, occupa il primo posto fra le regioni ospitanti, segue la Toscana col 14,5% e l'Emilia Romagna con il 13%.

()() Gli albanesi che vivono in Italia sono occupati prevalentemente nel settore edile (29%).

()() Gli albanesi che svolgono lavori autonomi, con imprese individuali, costituiscono l'8,5% degli imprenditori non comunitari presenti in Italia, pari a 31.773 ditte, terzo posto nella graduatoria dei titolari di imprese individuali.

XXX L'impegno prioritario dell'attuale governo albanese, di orientamento centro-sinistra, è l'ingresso a pieno titolo nell'Unione Europea.

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