Vorrei riflettere, sui fatti del terremoto de L’Aquila, oggi che i riflettori delle Tv sembrano tutti stranamente spenti.
Fin dalle prime battute del terremoto, mi ricordo che il Premier si è voluto misurare con questo drammatico fenomeno naturale, “entrando” dentro la notizia numerose volte, per vicinanza alla popolazione e per indicare le linee di intervento per l’emergenza.
Secondo alcuni guru americani della notizia, …nella notizia serve entrarci dentro finchè è calda, si chiama : "metodo del cucchiaino", il premier se ne è avvantaggiato numerose volte, almeno 30 se non andiamo errati, per sovrintendere alla fase 1.
Ma non solo..per il “metodo” ha sacrificato in un batter d’occhio i progetti costruttivi G8 di La Maddalena, per canalizzare l’attenzione della stampa mondiale sulla ricostruzione di una delle città d’arte più belle d’Italia.
Oggi vorrei riflettere insieme a Voi, dove e perché si è interrotto il canale di comunicazione con L’Aquila ?
Forse è stata la distribuzione del film Draquila e la sua presentazione al festival di Cannes la causa di questa disaffezione ?
Forse è stata il ciclo di manifestazioni domenicali delle carriole per liberare la città dalle macerie ?
Altri dicono che il blocco sia dovuto allo scandalo suscitato dall’inchiesta sui lavori de La Maddalena della Protezione Civile.
Forse, forse … ma non si è sicuri, questo è purtroppo il destino dei regimi che si basano sul leader carismatico che tutto conosce e tutto decide e che non và contraddetto e Fini insegna.
Se vogliamo stare dentro le notizie, forse una delle verità si chiama: "Fase due" della ricostruzione.
Quando si entra nel vivo della materia da ricostruire, secondo l’esperienza richiamata dalle precedenti leggi sulle ricostruzioni, occorre che i processi decisionali si spostino da Roma verso le singole Amministrazioni locali che devono assumere sul posto le decisioni definitive di confermare il destino dei quartieri e delle case con le famose lettere A, B, C, D, ecc, che anche noi abbiamo conosciuto.
E qui misteriosamente il “ gioco del metodo” appare sgonfio, le “casse della Protezione Civile“ trasvolate a Roma e sotto inchiesta …. sembrano molto lontane.
E qui mi sfugge di fare un paragone con i fatti subiti dalla valle del Belice.
Anche da noi tanti Ministri volarono sulla Valle con gli elicotteri e addirittura immaginarono che un Ente, l’ISES, da buon pater familias, si interessasse paternalisticamente di dare una casa ai suoi figli senza chiedere consigli sulla tipologia o altro, sfornando pertanto progetti uguali per tutti i paesi e collocandoli su Aree ricavate dalle foto dei territori riprese dall’aereo.
Ci vollero 8 anni e una serie ininterrotta di sacrifici inenarrabili e di proteste civili per capire che occorreva affidare alla autorevolezza sul territorio dei Consigli Comunali l’assegnazione dei lotti e dei contributi ai privati, per accelerare finalmente la ricostruzione.
E’ ciò che ha chiesto il Sindaco gentiluomo Cialente, decidendo di convocare il Consiglio Comunale de L’Aquila davanti al Senato della Repubblica …. !
Come si vede, quando si entra nel vivo delle difficoltà di affrontare una opera mastodontica come la ricostruzione di una città di centomila abitanti e piena di opere d’arte …. da Roma si stenta di spogliarsi delle competenze a spendere…..!
E per questo mi sento molto vicino a quegli sfortunati abitanti e a quel Sindaco.
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