Che dopo il Concilio Vaticano II ci sia stato un vero e proprio crollo della vita religiosa e della presenza ecclesiale nella vita della società civile è un fatto assodato in tutta Europa.
Se ci limitiamo all’orizzonte contessioto ci accorgiamo che la crisi è immediatamente rilevabile al livello di istituti religiosi (hanno chiuso battente sia le case delle suore basiliane di Santa Macrina che le suore collegine; le prime collaboratrici della parrocchia greca e le seconde di quella latina) che di congregazioni (oggi queste hanno solamente la funzione di vendere, o comunque di assicurare, loculi cimiteriali). La chiesa, nell’odierno mondo secolarizzato, ha perso inoltre l’importante monopolio che per millenni deteneva in materia formativa-culturale (sessant’anni fa i giovani che avevano completato la formazione elementare e venivano destinati, dalle famiglie, a proseguire gli studi non trovavano davanti a sé altro che la via del seminario –Piana degli Albanesi, Monreale, Mezzojuso-). La scuola media dell’obbligo statale è arrivata infatti nel 1963.
Oggi, a Contessa, constatiamo e riconosciamo tutti -con stima e rispetto- il grande impegno che viene profuso da Papas Nicolino Cuccia sul fronte della formazione dei ragazzi e dell’assistenza spirituale dei malati e degli anziani. Egli si muove sulla base di un indirizzo di natura pastorale, evangelico, caritativo e catechistico che coinvolge anche un discreto numero di catechisti laici. Nella sostanza l’intera sua azione si iscrive, pertinentemente, nell'orizzonte che vuole “il cristianesimo tutt'altro che una pratica esteriore".
Papas Janni Di Maggio e Padre Antonino Lala (che da noi vengono assunti a modelli per rievocare i tempi di 60-50 anni fa) spaziavano invece in campi molto più vasti e in particolar modo in quello socio-economico. Essi insieme al maresciallo dei carabinieri, al medico del paese ed al sindaco costituivano il ristretto circolo che decideva delle cose pubbliche e private dell’intera comunità. Papas Janni animava, ad esempio, il funzionamento della locale Cassa Rurale e Padre Lala ebbe un ruolo decisivo, nell’immediato dopoguerra, nella trasformazione in enfiteusi dei feudi del Principe di Giardinello che -con quell’iniziativa- furono sottratti all’incombente riforma agraria. Entrambi i parroci erano riferimento quasi esclusivi di tutta la corrispondenza burocratica e/o familiare che partiva o arrivava in paese. Scrivere per conto delle famiglie contadine lettere ai parenti emigrati o tradurre dall’inglese la corrispondenza dei parenti residenti a New Orleans era una incombenza che impegnava buona parte della giornata di Papas Janni.
Da loro dipendevano importanti strutture e mezzi sociali che avevano incidenza significativa nella vita della Comunità: Opere Pie, Congregazioni non ancora secolarizzate che includevano tutte le famiglie del paese, borse di studio da far valere per la prosecuzione degli studi dei giovani nei seminari.
Sono passati sessant’anni, ma sembrano due secoli.
(Continua)
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